Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Bruno Lucca / Daniele Monarca – In vivo/in vitro
In vivo con riferimento a esperimenti, a osservazioni, che avvengono in un organismo o su cellule viventi.
In vitro con riferimento a processo biologico, che avviene in provetta, eseguito in laboratorio.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In vivo con riferimento a esperimenti, a osservazioni, che avvengono in un organismo o su cellule viventi.
In vitro con riferimento a processo biologico, che avviene in provetta, eseguito in laboratorio.
La definizione che un qualsiasi dizionario da del titolo di questa mostra ne svela anche il contenuto e la natura: due artisti, Bruno Lucca e Daniele Monarca, presentano alla galleria Weber & Weber di Torino il loro recente lavoro; sono entrambi pittori, vivono a Vicenza, sono amici e condividono da diversi anni lo stesso studio, tuttavia le similitudini si fermano qui: il loro approccio all’arte, la pratica pittorica, gli esiti formali e poetici della loro ricerca sono invece molto diversi, se non opposti.
Bruno Lucca - alla sua quarta mostra alla galleria Weber & Weber - presenta una nuova serie di quadri per i quali riprende la tecnica (olio di lino steso puro su tessuti colorati) che ha sviluppato negli anni recenti e che ormai domina con sapienza e precisione millimetrica ma approfondendone ancora i metodi per portarla a un nuovo livello di elaborazione.
Lucca dipinge dei fiori con la cura e la competenza di un illustratore botanico del XIX secolo, Calle, Iris, Tulipani - ad un occhio esperto i profili risultano immediatamente riconoscibili; traccia i contorni dei fiori con tratti sicuri e morbidi di pastello bianco sul tessuto colorato, blu, bordeaux, grigio, sul quale ha steso l’olio di lino puro. Una volta essiccato, l’olio - che ha imbevuto la tela - cristallizza trasformando la stoffa in una superficie che assorbe e riflette la luce in un modo del tutto particolare, ne muta la consistenza modificandone, si potrebbe dire a livello cellulare, la trama.
L’artista sceglie però, con un’attentissima calibrazione, di far risaltare delle zone evitando semplicemente di dipingerle; questi brevi tratti di tessuto non trattato creano delle isole di luce e di calore che si aprono spandendosi nel cuore dell’immagine: macchie luminescenti che si schiudono alla vista con un sorprendente effetto di contrazione. Bruno Lucca si avvicina all’immagine manipolando con estremo rispetto e sensibilità gli elementi che la compongono - olio di lino, tessuto e pastello - e ne osserva il divenire senza forzarne gli
esiti, come uno sperimentatore che cerca in vivo, dentro alla materia vivente, partecipando all’evento che esamina senza violenza e presunzione, le risposte alle proprie domande.
Di segno molto diverso è il lavoro presentato da Daniele Monarca: tutti i quadri hanno lo stesso formato - 50x50 cm, una misura standard - e tutti fanno parte di un più esteso progetto composto da dieci serie di quadri, ognuna di queste composta a sua volta di dieci pezzi. Per questa mostra Monarca ha selezionato tre serie, tre soggetti differenti estrapolandone dei campioni; i quadri di ogni serie, per quanto formalmente e tecnicamente diversi (olio su faesite, ricamo su straccio o vernice e acrilico su MDF) condividono tutti un identico approccio operativo: due elementi, ma di natura opposta, sono immessi nell’immagine trovandosi così a confliggere.
L’artista osserva lo svolgersi di quest’urto come un biologo osserva, nel chiuso del suo laboratorio, dei campioni svilupparsi in vitro: la morbida trama di un segno ricamato che si dipana tra le macchie di uno straccio, oppure i cerchi bianchi che si celano in informi nuvole di pigmento bianco o le campiture di colore diligentemente dipinte e altrettanto diligentemente (ostinatamente? ossessivamente?) asportate e, nel conflitto generato da questi segni contrastanti, cercare, con sguardo forse freddo ma comunque impassibile, una possibile forma di necessità e bellezza.
Ecco quindi che se Lucca opera con partecipazione e dolcezza su di una materia pittorica che germina e muta e vive sotto le sue stesse dita, Monarca sceglie di osservare i suoi piccoli ma furiosi combattimenti nel chiuso delle sue strutture standard, delle sue numerazioni: un addetto in camice bianco che classifica e compila i risultati di una batteria test.
In vitro con riferimento a processo biologico, che avviene in provetta, eseguito in laboratorio.
La definizione che un qualsiasi dizionario da del titolo di questa mostra ne svela anche il contenuto e la natura: due artisti, Bruno Lucca e Daniele Monarca, presentano alla galleria Weber & Weber di Torino il loro recente lavoro; sono entrambi pittori, vivono a Vicenza, sono amici e condividono da diversi anni lo stesso studio, tuttavia le similitudini si fermano qui: il loro approccio all’arte, la pratica pittorica, gli esiti formali e poetici della loro ricerca sono invece molto diversi, se non opposti.
Bruno Lucca - alla sua quarta mostra alla galleria Weber & Weber - presenta una nuova serie di quadri per i quali riprende la tecnica (olio di lino steso puro su tessuti colorati) che ha sviluppato negli anni recenti e che ormai domina con sapienza e precisione millimetrica ma approfondendone ancora i metodi per portarla a un nuovo livello di elaborazione.
Lucca dipinge dei fiori con la cura e la competenza di un illustratore botanico del XIX secolo, Calle, Iris, Tulipani - ad un occhio esperto i profili risultano immediatamente riconoscibili; traccia i contorni dei fiori con tratti sicuri e morbidi di pastello bianco sul tessuto colorato, blu, bordeaux, grigio, sul quale ha steso l’olio di lino puro. Una volta essiccato, l’olio - che ha imbevuto la tela - cristallizza trasformando la stoffa in una superficie che assorbe e riflette la luce in un modo del tutto particolare, ne muta la consistenza modificandone, si potrebbe dire a livello cellulare, la trama.
L’artista sceglie però, con un’attentissima calibrazione, di far risaltare delle zone evitando semplicemente di dipingerle; questi brevi tratti di tessuto non trattato creano delle isole di luce e di calore che si aprono spandendosi nel cuore dell’immagine: macchie luminescenti che si schiudono alla vista con un sorprendente effetto di contrazione. Bruno Lucca si avvicina all’immagine manipolando con estremo rispetto e sensibilità gli elementi che la compongono - olio di lino, tessuto e pastello - e ne osserva il divenire senza forzarne gli
esiti, come uno sperimentatore che cerca in vivo, dentro alla materia vivente, partecipando all’evento che esamina senza violenza e presunzione, le risposte alle proprie domande.
Di segno molto diverso è il lavoro presentato da Daniele Monarca: tutti i quadri hanno lo stesso formato - 50x50 cm, una misura standard - e tutti fanno parte di un più esteso progetto composto da dieci serie di quadri, ognuna di queste composta a sua volta di dieci pezzi. Per questa mostra Monarca ha selezionato tre serie, tre soggetti differenti estrapolandone dei campioni; i quadri di ogni serie, per quanto formalmente e tecnicamente diversi (olio su faesite, ricamo su straccio o vernice e acrilico su MDF) condividono tutti un identico approccio operativo: due elementi, ma di natura opposta, sono immessi nell’immagine trovandosi così a confliggere.
L’artista osserva lo svolgersi di quest’urto come un biologo osserva, nel chiuso del suo laboratorio, dei campioni svilupparsi in vitro: la morbida trama di un segno ricamato che si dipana tra le macchie di uno straccio, oppure i cerchi bianchi che si celano in informi nuvole di pigmento bianco o le campiture di colore diligentemente dipinte e altrettanto diligentemente (ostinatamente? ossessivamente?) asportate e, nel conflitto generato da questi segni contrastanti, cercare, con sguardo forse freddo ma comunque impassibile, una possibile forma di necessità e bellezza.
Ecco quindi che se Lucca opera con partecipazione e dolcezza su di una materia pittorica che germina e muta e vive sotto le sue stesse dita, Monarca sceglie di osservare i suoi piccoli ma furiosi combattimenti nel chiuso delle sue strutture standard, delle sue numerazioni: un addetto in camice bianco che classifica e compila i risultati di una batteria test.
26
febbraio 2009
Bruno Lucca / Daniele Monarca – In vivo/in vitro
Dal 26 febbraio al 18 aprile 2009
arte contemporanea
Location
WEBER & WEBER ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Torino, Via San Tommaso, 7, (Torino)
Torino, Via San Tommaso, 7, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15.30/19.30
Vernissage
26 Febbraio 2009, ore 18.00/21.00
Autore