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Gratis. Selezione di giovani artisti
L’Ufficio di Pastorale Giovanile della Diocesi di Brescia organizza, per la seconda volta, una mostra d’arte contemporanea che presenta i giovani vincitori delle passate edizioni del concorso Punto.Art.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L'Ufficio di Pastorale Giovanile della Diocesi di Brescia organizza, per la seconda volta, una mostra d’arte contemporanea che presenta i giovani vincitori delle passate edizioni del concorso Punto.Art.
La cosa è già di per sé degna di nota, perché aggiunge un tassello alla volontà di costruire nel tempo un appuntamento ciclico e qualificato che dia spazio reale ai giovani artisti.
Rispetto, però, alla prima edizione (la mostra “In polvere”, ospitata al Palazzo Martinengo di Brescia nell'autunno 2007), c'è da segnalare una duplice novità: una riguarda i luoghi della mostra, l'altra il tema.
Infatti, questa edizione presenta una mostra dislocata in otto diverse sedi del territorio provinciale, che si conclude ora con una collettiva presso il Salone del Grande Miglio del Castello di Brescia.
C'è, quindi la volontà di portare l'arte giovane ancora di più vicino alla gente. Ma la vera novità consiste nel tema affrontato: il lavoro.
Il titolo della mostra, “Gratis”, è una provocazione che racchiude in sé lo spirito dell'accostare l'arte al mondo lavorativo.
“Gratis” dice, infatti, l'atteggiamento, quasi sbarazzino, con cui questi giovani artisti inseriscono nei luoghi lavorativi le loro opere d'arte: sono messe lì gratuitamente, come se non c'entrassero nulla con quello che abitualmente si compie in quel luogo. Vorremmo quasi contaminare il complesso mondo del lavoro e vedere cosa significhi oggi inserire dentro di esso un linguaggio diverso. Non è detto che l'operazione sia per forza pacifica, ma ciò che interessa ai giovani artisti è sentire la voce di coloro che ogni giorno si recano in quel luogo lavorativo.
“Gratis” dice, però, anche qualcosa del mondo del lavoro. La provocazione è presto detta: molti lavoratori hanno quasi la sensazione di lavorare per niente, appunto gratis.
Sia per situazioni economiche che non sempre lasciano ben sperare per il futuro, sia per l'inconsistenza attuale di significato che il lavorare porta con sé: c'è una grossa difficoltà, legata particolarmente al mondo giovanile, di sentire il proprio lavoro come parte di sé, come realizzazione di se stessi, a discapito di una interpretazione del fatto lavorativo semplicemente come possibilità remunerativa.
“Gratis”, quindi, senza troppe pretese ma con questa duplice volontà di parlare d'arte e di parlare di lavoro, ha viaggiato per un certo periodo in alcuni luoghi lavorativi della provincia (da uno studio di architettura in Valle Camonica a un vivaio della Franciacorta, da un istituto professionale del capoluogo a un centro commerciale dell’hinterland), e ora ricompone se stessa nel Castello a Brescia, ricca delle impressioni raccolte lungo il suo cammino. Ecco perché lo stesso catalogo della mostra è stato redatto al termine di questo itinerario, raccogliendo non solo le opere esposte ma anche le sollecitazioni di chi le ha viste.
La sfida, antica, dell'arte che parli ai mondi vitali ha bisogno oggi di contesti nuovi, come quelli lavorativi, che non sono più solo le fabbriche o gli uffici, ma anche gli aeroporti, i centri commerciali, le scuole che preparano alle carriere lavorative, gli studi dei professionisti. E il lavoro (soprattutto quello dei giovani) ha bisogno di simpatia: di opportunità di far parlare di sé non solo per le problematiche connesse, ma per la capacità di essere, anche oggi, punto di riferimento per la vita.
Ci proviamo. Gratis, naturalmente.
Artisti: Silvia Cascio, Piero Galli, Emiliano Guarnieri, Vittorio Bedogna, Silvia Beltrami, Davide Dattola, Stefano Crespi, Anna-Riikka Emilia Leppälä, Fabrizio Odori, Anna Facchini, Fabiana Zanola, Francesco Cancarini, Angelo Guerrini, Elena Bernini, Caterina Noci, Carlo Costantini
Curatore: Paolo Bolpagni
Catalogo Vannini Editore
I sedici artisti hanno interpretato il tema loro suggerito dai curatori – il concetto di “gratis”, appunto – in modi assai differenti, ma categorizzabili in alcune tendenze principali: da una parte vi è chi ha colto soprattutto lo spunto di riflessione intorno alla condizione odierna del lavoro, instabile e priva di basi salde, di certezze, di dignità. Dunque, il sentirsi “in vendita”, in una sorta di asta giocata sempre più al ribasso, verso una gratuità non donata ma pretesa, dove l’impegno e la fatica rimangono senza adeguato corrispettivo e ricompensa: è il caso di Anna-Riikka Emilia Leppälä, Vittorio Bedogna e Anna Facchini. Diverso l’atteggiamento di Francesco Cancarini, Silvia Cascio, Fabrizio Odori e Silvia Beltrami, i quali costituiscono, per così dire, un sottogruppo accomunato al precedente per l’analoga declinazione dell’argomento di “Gratis” sotto la specie della critica al cosiddetto “mondo del lavoro”, ma in chiave più intima e privata; insomma, da un punto di vista esistenziale, etico, psicologico, piuttosto che sociale, economico e politico.
Per Angelo Guerrini, Carlo Costantini ed Emiliano Guarneri è ancora centrale il riferimento semantico che congiunge idealmente il concetto di “gratuità” alla sfera di una multiforme attività umana connotata in senso professionale ed economico, sullo sfondo di uno scontro estetico fra tempo feriale e tempo festivo che associa la prospettiva topografica dell’uno a quella soggettivistica e storica degli altri. Il novero degli autori intenti a una riflessione sul tema del lavoro si chiude con Davide Dattola e Caterina Noci, che ne propongono una lettura positiva, aliena da riferimenti particolari e agganci alla contemporaneità, offrendo, al contrario, una visione gnomica nella sua atemporalità e assolutezza.
Invece, alcuni dei componenti del gruppo GAC (Elena Bernini, Stefano Crespi e Piero Galli) hanno interpretato l’argomento centrale di questa rassegna in maniera più ampia e generale, senza un diretto richiamo all’ambito del lavoro e delle sue criticità contemporanee, ma piuttosto facendo propria un’analisi ermeneutica del concetto di “gratis”, applicato tanto all’arte, quanto alle diverse e varie dimensioni dell’esistenza. Galli, addirittura, con il suo stile perennemente in bilico fra il sublime e il grottesco, osa affrontare addirittura l’arduo e altissimo tema della gratuità della fede, sapendo rifuggire con abilità dalle trappole di un didascalismo devozionale. Mentre l’assunto della fotografa Fabiana Zanola è semplice ma spiazzante, quasi eversivo: l’arte è gratis. Perciò, al visitatore che lo desidera sarà concesso di ricevere in dono le opere presenti in mostra!
La cosa è già di per sé degna di nota, perché aggiunge un tassello alla volontà di costruire nel tempo un appuntamento ciclico e qualificato che dia spazio reale ai giovani artisti.
Rispetto, però, alla prima edizione (la mostra “In polvere”, ospitata al Palazzo Martinengo di Brescia nell'autunno 2007), c'è da segnalare una duplice novità: una riguarda i luoghi della mostra, l'altra il tema.
Infatti, questa edizione presenta una mostra dislocata in otto diverse sedi del territorio provinciale, che si conclude ora con una collettiva presso il Salone del Grande Miglio del Castello di Brescia.
C'è, quindi la volontà di portare l'arte giovane ancora di più vicino alla gente. Ma la vera novità consiste nel tema affrontato: il lavoro.
Il titolo della mostra, “Gratis”, è una provocazione che racchiude in sé lo spirito dell'accostare l'arte al mondo lavorativo.
“Gratis” dice, infatti, l'atteggiamento, quasi sbarazzino, con cui questi giovani artisti inseriscono nei luoghi lavorativi le loro opere d'arte: sono messe lì gratuitamente, come se non c'entrassero nulla con quello che abitualmente si compie in quel luogo. Vorremmo quasi contaminare il complesso mondo del lavoro e vedere cosa significhi oggi inserire dentro di esso un linguaggio diverso. Non è detto che l'operazione sia per forza pacifica, ma ciò che interessa ai giovani artisti è sentire la voce di coloro che ogni giorno si recano in quel luogo lavorativo.
“Gratis” dice, però, anche qualcosa del mondo del lavoro. La provocazione è presto detta: molti lavoratori hanno quasi la sensazione di lavorare per niente, appunto gratis.
Sia per situazioni economiche che non sempre lasciano ben sperare per il futuro, sia per l'inconsistenza attuale di significato che il lavorare porta con sé: c'è una grossa difficoltà, legata particolarmente al mondo giovanile, di sentire il proprio lavoro come parte di sé, come realizzazione di se stessi, a discapito di una interpretazione del fatto lavorativo semplicemente come possibilità remunerativa.
“Gratis”, quindi, senza troppe pretese ma con questa duplice volontà di parlare d'arte e di parlare di lavoro, ha viaggiato per un certo periodo in alcuni luoghi lavorativi della provincia (da uno studio di architettura in Valle Camonica a un vivaio della Franciacorta, da un istituto professionale del capoluogo a un centro commerciale dell’hinterland), e ora ricompone se stessa nel Castello a Brescia, ricca delle impressioni raccolte lungo il suo cammino. Ecco perché lo stesso catalogo della mostra è stato redatto al termine di questo itinerario, raccogliendo non solo le opere esposte ma anche le sollecitazioni di chi le ha viste.
La sfida, antica, dell'arte che parli ai mondi vitali ha bisogno oggi di contesti nuovi, come quelli lavorativi, che non sono più solo le fabbriche o gli uffici, ma anche gli aeroporti, i centri commerciali, le scuole che preparano alle carriere lavorative, gli studi dei professionisti. E il lavoro (soprattutto quello dei giovani) ha bisogno di simpatia: di opportunità di far parlare di sé non solo per le problematiche connesse, ma per la capacità di essere, anche oggi, punto di riferimento per la vita.
Ci proviamo. Gratis, naturalmente.
Artisti: Silvia Cascio, Piero Galli, Emiliano Guarnieri, Vittorio Bedogna, Silvia Beltrami, Davide Dattola, Stefano Crespi, Anna-Riikka Emilia Leppälä, Fabrizio Odori, Anna Facchini, Fabiana Zanola, Francesco Cancarini, Angelo Guerrini, Elena Bernini, Caterina Noci, Carlo Costantini
Curatore: Paolo Bolpagni
Catalogo Vannini Editore
I sedici artisti hanno interpretato il tema loro suggerito dai curatori – il concetto di “gratis”, appunto – in modi assai differenti, ma categorizzabili in alcune tendenze principali: da una parte vi è chi ha colto soprattutto lo spunto di riflessione intorno alla condizione odierna del lavoro, instabile e priva di basi salde, di certezze, di dignità. Dunque, il sentirsi “in vendita”, in una sorta di asta giocata sempre più al ribasso, verso una gratuità non donata ma pretesa, dove l’impegno e la fatica rimangono senza adeguato corrispettivo e ricompensa: è il caso di Anna-Riikka Emilia Leppälä, Vittorio Bedogna e Anna Facchini. Diverso l’atteggiamento di Francesco Cancarini, Silvia Cascio, Fabrizio Odori e Silvia Beltrami, i quali costituiscono, per così dire, un sottogruppo accomunato al precedente per l’analoga declinazione dell’argomento di “Gratis” sotto la specie della critica al cosiddetto “mondo del lavoro”, ma in chiave più intima e privata; insomma, da un punto di vista esistenziale, etico, psicologico, piuttosto che sociale, economico e politico.
Per Angelo Guerrini, Carlo Costantini ed Emiliano Guarneri è ancora centrale il riferimento semantico che congiunge idealmente il concetto di “gratuità” alla sfera di una multiforme attività umana connotata in senso professionale ed economico, sullo sfondo di uno scontro estetico fra tempo feriale e tempo festivo che associa la prospettiva topografica dell’uno a quella soggettivistica e storica degli altri. Il novero degli autori intenti a una riflessione sul tema del lavoro si chiude con Davide Dattola e Caterina Noci, che ne propongono una lettura positiva, aliena da riferimenti particolari e agganci alla contemporaneità, offrendo, al contrario, una visione gnomica nella sua atemporalità e assolutezza.
Invece, alcuni dei componenti del gruppo GAC (Elena Bernini, Stefano Crespi e Piero Galli) hanno interpretato l’argomento centrale di questa rassegna in maniera più ampia e generale, senza un diretto richiamo all’ambito del lavoro e delle sue criticità contemporanee, ma piuttosto facendo propria un’analisi ermeneutica del concetto di “gratis”, applicato tanto all’arte, quanto alle diverse e varie dimensioni dell’esistenza. Galli, addirittura, con il suo stile perennemente in bilico fra il sublime e il grottesco, osa affrontare addirittura l’arduo e altissimo tema della gratuità della fede, sapendo rifuggire con abilità dalle trappole di un didascalismo devozionale. Mentre l’assunto della fotografa Fabiana Zanola è semplice ma spiazzante, quasi eversivo: l’arte è gratis. Perciò, al visitatore che lo desidera sarà concesso di ricevere in dono le opere presenti in mostra!
20
febbraio 2009
Gratis. Selezione di giovani artisti
Dal 20 febbraio al 05 aprile 2009
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
GRANDE MIGLIO IN CASTELLO
Brescia, Via Del Castello, 9, (Brescia)
Brescia, Via Del Castello, 9, (Brescia)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica dalle ore 9:30 alle 17
Autore
Curatore