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Comincia adesso! #2
Comincia adesso! ha luogo a Napoli, città attualmente e storicamente simbolo del disagio sociale, ma anche delle speranze di riscatto, presso Ventre, la cui inaugurazione coincide con quella del progetto stesso. Uno spazio il cui nome, di letteraria memoria, se fornisce repentinamente l’idea del suo radicamento nel contesto partenopeo, rimanda altresì ad una dimensione di profonda immersione nella crudezza del reale. Articolandosi in quattro tempi, il progetto prevede il coinvolgimento di quattro artisti di volta in volta differenti.
Comunicato stampa
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“Comincia Adesso!” è il titolo del pezzo che apre l’album “La vida que vendrà” (2000), ultima fatica dei 99 Posse prima del loro scioglimento. In esso la lucida presa di coscienza di una condizione di oppressione e disagio generalizzata, non originata da un’ipotetica fatalità, ma scientificamente progettata e, in maniera ancor più razionale, realizzata, si accompagna ad uno sprono alla mobilitazione individuale come unica vera risorsa di cambiamento. Un atteggiamento che marginalizza ogni ipotesi, pur di maggiore comodità psicologica, di delega di potere per mettere al centro l’azione diretta di ogni uomo in quanto artefice insostituibile della sua porzione di mondo.
A distanza di quasi dieci anni lo scenario descritto da ‘O Zulu e compagni risulta purtroppo non invariato, ma persino di maggiore drammaticità. Il già pesante divario tra ricchi e poveri si è andato allargando in maniera esponenziale; il numero di persone prive dell’accesso ai beni essenziali è sensibilmente aumentato; il perpetuarsi dello sfruttamento intensivo della natura, riflesso inevitabile dei modelli di sviluppo dominanti, ha significato un ulteriore avvicinamento al collasso definitivo del pianeta.
A fronte di tali prospettive il predominare delle forze conservatrici nell’agone politico, cui assistiamo da qualche anno a questa parte, non può essere frainteso. Il fenomeno non va cioè letto come un riconoscimento storico dell’efficacia delle ricette che tali compagini propongono, in quanto sono proprio le applicazioni di queste ultime a mettere a rischio il perpetuarsi della vita. Si tratta invece del contraccolpo originato dalla grave crisi in cui versa il pensiero critico, conseguenza del venir meno dei paradigmi sui quali si fondava la dialettica socio-politica del secolo scorso. Ma se una rifondazione radicale di esso si mostra a tutt’oggi quanto mai necessaria, ancor meno in discussione va posta l’importanza crescente della sua persistenza in un contesto come quello attuale.
“Comincia adesso!” rappresenta dunque un grido lancinante di dolore, ma anche uno slancio positivo verso uno spiraglio di salvezza. Una realistica percezione del nostro presente, così come un adoperarsi affinché sorga il sole dell’avvenire, circostanza che implica in primis la tutela dell’avvenire del sole. La stessa posizione dell’artista, a fronte di tale condizione, assume una connotazione bipolare. I suoi slittamenti linguistici divengono strumento di impietosa demistificazione in vista del ripristino brechtiano della verità dei fatti, offuscata da interessi di segno differente. Una tendenza che individua in Hans Haacke il suo emblema, benché le origini siano da far risalire al Dada berlinese e non si ponga ad una grossa distanza dalle pratiche situazioniste. A tale impostazione si affianca, spesso e volentieri intersecandosi, quella che individua l’antidoto nell’apertura dello specifico artistico all’intero esistente. Che prepone alle esigenze della reificazione quelle di una dimensione in cui la parola “arte” si tramuta in un’attitudine mentale da calare in ogni ambito del vissuto. Che assegna all’artista il compito di catalizzare le energie creative della collettività. Un modello che, pur mostrandosi assai vicino alla poetica di Fluxus, individua il suo capostipite in Joseph Beuys.
Il progetto ha luogo a Napoli, città attualmente e storicamente simbolo del disagio sociale, ma anche delle speranze di riscatto, presso Ventre, un suggestivo spazio eventi ricavato dalle viscere della città, il cui nome, di letteraria memoria, se fornisce repentinamente l’idea del suo radicamento nel contesto partenopeo, rimanda altresì ad una dimensione di profonda immersione nella crudezza del reale. Qui l'artista Matteo Casamassima intende far confluire molteplici esperienze legate al fare creativo. Una proposta che guarda all'arte contemporanea pur non riconoscendosi nella sua forma di sistema, ma che dalle relazioni e dal confronto vuole trarre la sua linfa programmatica.
Il processo di mercificazione dell’esistente, irrinunciabile ai fini della preservazione del capitalismo globalizzato, è ormai giunto a porre in discussione la fruibilità persino di quei beni che un tempo non lontano si consideravano indistintamente di ognuno, in quanto fondamentali per la vita. Fin dal 2005 Domenico Di Martino mette a fuoco la questione della sempre più spinta quanto paradossale trasformazione dell’acqua in un bene di lusso. In una sorta di “petrolio bianco” che nei prossimi anni possiede buone possibilità di rimpiazzare quello nero in quanto causa preminente dei conflitti bellici.
In direzione di una ripubblicizzazione di ciò che all’origine si inscriveva pienamente in tale dimensione è orientata l’attività di Alessandro Ratti. Essa intende costituire una sorta di antidoto contro la summenzionata lottizzazione, peraltro fortemente iniqua, del mondo. I suoi oggetti, generalmente realizzati in plastica, ricordando la promessa di democratizzazione che tale materiale implicava agli albori della sua scoperta, funzionano come propulsori di socialità.
Gli algidi e desolanti paesaggi di Mauro Rescigno, ove ogni forma di vita si aggira smarrita e mortificata, sono invece leggibili come metafore di una condizione che è sì interiore, ma senz’altro da imputare ad un determinato assetto di potere, piuttosto che ad un ipotetica “natura matrigna”. Ma ecco che inatteso, dopo una straziante parata di lutti, un piccolo segno di rigenerazione riaccende il lumicino della speranza.
Un attitudine al “partire da sé”, cominciando, per mezzo del gioco orientato verso funzioni educative non meno che ricreative, fin dalla tenera età, è la proposta di Katia Alicante in vista dell’avvento di una società in cui il benessere di un individuo non corrisponda sistematicamente al malessere del proprio simile, vicino o lontano nello spazio che sia. Una dinamica costantemente in atto, ma relegata nella soffitta della nostra coscienza perché non la eroda irreparabilmente.
Katia Alicante (Livorno, 1977), vive e lavora a Livorno
Domenico Di Martino (Napoli, 1974), vive e lavora a Mugnano di Napoli
Alessandro Ratti (Piana Battolla - SP, 1986), vive e lavora a Piana Battolla - SP
Mauro Rescigno (Napoli, 1975), vive e lavora a Napoli
A distanza di quasi dieci anni lo scenario descritto da ‘O Zulu e compagni risulta purtroppo non invariato, ma persino di maggiore drammaticità. Il già pesante divario tra ricchi e poveri si è andato allargando in maniera esponenziale; il numero di persone prive dell’accesso ai beni essenziali è sensibilmente aumentato; il perpetuarsi dello sfruttamento intensivo della natura, riflesso inevitabile dei modelli di sviluppo dominanti, ha significato un ulteriore avvicinamento al collasso definitivo del pianeta.
A fronte di tali prospettive il predominare delle forze conservatrici nell’agone politico, cui assistiamo da qualche anno a questa parte, non può essere frainteso. Il fenomeno non va cioè letto come un riconoscimento storico dell’efficacia delle ricette che tali compagini propongono, in quanto sono proprio le applicazioni di queste ultime a mettere a rischio il perpetuarsi della vita. Si tratta invece del contraccolpo originato dalla grave crisi in cui versa il pensiero critico, conseguenza del venir meno dei paradigmi sui quali si fondava la dialettica socio-politica del secolo scorso. Ma se una rifondazione radicale di esso si mostra a tutt’oggi quanto mai necessaria, ancor meno in discussione va posta l’importanza crescente della sua persistenza in un contesto come quello attuale.
“Comincia adesso!” rappresenta dunque un grido lancinante di dolore, ma anche uno slancio positivo verso uno spiraglio di salvezza. Una realistica percezione del nostro presente, così come un adoperarsi affinché sorga il sole dell’avvenire, circostanza che implica in primis la tutela dell’avvenire del sole. La stessa posizione dell’artista, a fronte di tale condizione, assume una connotazione bipolare. I suoi slittamenti linguistici divengono strumento di impietosa demistificazione in vista del ripristino brechtiano della verità dei fatti, offuscata da interessi di segno differente. Una tendenza che individua in Hans Haacke il suo emblema, benché le origini siano da far risalire al Dada berlinese e non si ponga ad una grossa distanza dalle pratiche situazioniste. A tale impostazione si affianca, spesso e volentieri intersecandosi, quella che individua l’antidoto nell’apertura dello specifico artistico all’intero esistente. Che prepone alle esigenze della reificazione quelle di una dimensione in cui la parola “arte” si tramuta in un’attitudine mentale da calare in ogni ambito del vissuto. Che assegna all’artista il compito di catalizzare le energie creative della collettività. Un modello che, pur mostrandosi assai vicino alla poetica di Fluxus, individua il suo capostipite in Joseph Beuys.
Il progetto ha luogo a Napoli, città attualmente e storicamente simbolo del disagio sociale, ma anche delle speranze di riscatto, presso Ventre, un suggestivo spazio eventi ricavato dalle viscere della città, il cui nome, di letteraria memoria, se fornisce repentinamente l’idea del suo radicamento nel contesto partenopeo, rimanda altresì ad una dimensione di profonda immersione nella crudezza del reale. Qui l'artista Matteo Casamassima intende far confluire molteplici esperienze legate al fare creativo. Una proposta che guarda all'arte contemporanea pur non riconoscendosi nella sua forma di sistema, ma che dalle relazioni e dal confronto vuole trarre la sua linfa programmatica.
Il processo di mercificazione dell’esistente, irrinunciabile ai fini della preservazione del capitalismo globalizzato, è ormai giunto a porre in discussione la fruibilità persino di quei beni che un tempo non lontano si consideravano indistintamente di ognuno, in quanto fondamentali per la vita. Fin dal 2005 Domenico Di Martino mette a fuoco la questione della sempre più spinta quanto paradossale trasformazione dell’acqua in un bene di lusso. In una sorta di “petrolio bianco” che nei prossimi anni possiede buone possibilità di rimpiazzare quello nero in quanto causa preminente dei conflitti bellici.
In direzione di una ripubblicizzazione di ciò che all’origine si inscriveva pienamente in tale dimensione è orientata l’attività di Alessandro Ratti. Essa intende costituire una sorta di antidoto contro la summenzionata lottizzazione, peraltro fortemente iniqua, del mondo. I suoi oggetti, generalmente realizzati in plastica, ricordando la promessa di democratizzazione che tale materiale implicava agli albori della sua scoperta, funzionano come propulsori di socialità.
Gli algidi e desolanti paesaggi di Mauro Rescigno, ove ogni forma di vita si aggira smarrita e mortificata, sono invece leggibili come metafore di una condizione che è sì interiore, ma senz’altro da imputare ad un determinato assetto di potere, piuttosto che ad un ipotetica “natura matrigna”. Ma ecco che inatteso, dopo una straziante parata di lutti, un piccolo segno di rigenerazione riaccende il lumicino della speranza.
Un attitudine al “partire da sé”, cominciando, per mezzo del gioco orientato verso funzioni educative non meno che ricreative, fin dalla tenera età, è la proposta di Katia Alicante in vista dell’avvento di una società in cui il benessere di un individuo non corrisponda sistematicamente al malessere del proprio simile, vicino o lontano nello spazio che sia. Una dinamica costantemente in atto, ma relegata nella soffitta della nostra coscienza perché non la eroda irreparabilmente.
Katia Alicante (Livorno, 1977), vive e lavora a Livorno
Domenico Di Martino (Napoli, 1974), vive e lavora a Mugnano di Napoli
Alessandro Ratti (Piana Battolla - SP, 1986), vive e lavora a Piana Battolla - SP
Mauro Rescigno (Napoli, 1975), vive e lavora a Napoli
21
febbraio 2009
Comincia adesso! #2
Dal 21 febbraio al 29 marzo 2009
arte contemporanea
Location
VENTRE
Napoli, Largo Tarsia, 6, (Napoli)
Napoli, Largo Tarsia, 6, (Napoli)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
21 Febbraio 2009, ore 18,30-22,30
Autore
Curatore