20 ottobre 2011

FIAC 2011

 
La Fiac apre le porte del Gran Palais a 168 gallerie d’arte moderna e contemporanea di 21 paesi, tra cui 54 francesi, 12 italiane, 26 statunitensi, ma anche Turchia, Brasile e Africa del sud con 33 nuovi arrivi...

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La 38esima edizione della Fiac 2011, diretta da Jennifer Flay, si è aperta tra sorprese, polemiche e con 168 gallerie rispetto alle 194 del 2010. Mancano infatti un migliaio di metri quadrati della Cour Carrée del Louvre, attualmente in corso di ristrutturazione, la fiera si è concentrata quindi in un unico sito, nella Nef del Gran Palais e nei suoi piani superiori, aperti quest’anno per l’occasione. Nel 2012, la fiera parigina dovrebbe riprendere quota poiché usufruirà in più del Salon d’Honneur. Ma secondo l’organizzazione “la Fiac non ha niente da temere poiché è una delle fiere internazionali più rinomate al mondo con un giro d’affari che si aggira tra i 150,000 e 300,000 euro”. Il cambiamento ha comunque portato un leggero malcontento, con la Frieze Fair Art alle spalle diverse gallerie contavano sulla Fiac, come un’occasione da non perdere, nel senso di un’immediata continuità, mentre alcune sono state escluse altre hanno dovuto rinunciare a diversi progetti inediti, vedi l’artista Mounir Fatmi, della galleria parigina Hussenot, con un video 3D sullo scrittore Salman Rushdie dormiente rimando al film Sleep di Andy Warhol. Mentre altre hanno fatto affari poco prima dell’apertura della fiera come la londinese Hauser & Wirth che ha venduto due opere di Thomas Houseago a 100,000 mila dollari ciascuna al cinese Qiao Zhibing. Ma niente paura nei corridoi circolavano collezionisti come il francese Antoine de Galbert, creatore dello spazio espositivo parigino La Maison Rouge, ma anche il tedesco Thomas Olbricht fondatore del Me Collectors Room e il monegasco Michel Fedoroff. Sorprendente quest’anno la presenza degli Stati Uniti, alla fiera per la prima volta la prestigiosa Pace Gallery di New York, con Michal Rovner, artista multimediale israeliana, che esplora temi come l’archeologia e la memoria, con proiezioni video su supporti in pietra dalle forme arcaiche, rimando ai conflitti nel Medio Oriente. Sempre presso La Pace il francese Loris Gréaud con la serie The new set of possibilities e lo scultore cinese Zhang Huan, entrambi con opere quotate intorno ai 350 000 dollari. Tra le neoelette la galleria newyorchese Kreps che presenta l’artista francese Martin Barré. Tra le italiane, per la prima volta, la galleria Massimo Minimi con l’americano Dan Graham, quest’ultimo presente anche con la performance Lax/Relax, presso l’Auditorium del Louvre.

Diverse gallerie presentano esposizioni a tema come Face à Face presso la parigina Natalie Seroussi che esplora la figura attraverso opere di Evelyne Axell, Tom Wesselman, Jean Dubuffet e Alghiero Boetti; mentre sotto il titolo Underwood la galleria 1900-2000, esplora la storia della macchina da scrivere come mezzo, con opere, tra gli altri, di Carl André. Tra le gallerie storiche la parigina Daniel Templon, che attraverso una raffinata esposizione propone artisti diversi come la pittrice bulgara Oda Jaune, ma anche il pittore francese Gérard Garouste, la giapponese Chiharu Shiota con State of Being venduta immediatamente sui 21,000 euro, ma anche l’americano Kehinde Wiley con tele a 130,000 dollari. Tra le gallerie da non perdere anche la Tornabuoni con 12 artisti tra cui Alighiero Boetti e Lucio Fontana, la galleria Laurent Godin con un solo show dello scultore Peter Buggebhout, che lavora sui detriti derivati dall’attività umane, la parigina Frank Elbaz con un solo show Montage di Bernard Piffaretti, mentre la parigina Perrotin presenta Wim Delvoye, eccentrico scultore belga, con  l’opera Tour di 4 metri di altezza, del valore di 570,000 euro. Ma se parliamo di grosse cifre allora dobbiamo passare presso la parigina Jérôme de Noirmont che presenta Split Rocker di Jeff Koons del valore di 800,000 euro, e certamente dal newyorchese David Zwirner, che propone per 1 milione e mezzo di dollari un’opera tricolore realizzata con luci fluorescenti di Dan Flavin del 1989, realizzata in occasione de bicentenario della Rivoluzione francese. Non mancano certo all’appello la Gagosian, la Lelong e la Yvon Lambert. Ma la Fiac è anche Hors les Murs, da diversi anni invade il Jardin des Tuileries, quest’anno con venti artisti tra cui Moataz Nasr con The Maze, che propone un’opera intimamente legata al sufismo, questa, attraverso un tracciato sull’erba a forma di labirinto, invita lo spettatore a prendere parte ad un percorso spirituale, l’artista egiziano è presentato da Galleria Continua San Gimignano/ Le Moulin. Inoltre troviamo lo svizzero Urs Fischer con Clay 3, della galleria svizzera Eva Presenhuber, ma anche Camille Henrot con una sorprendente scultura Le prix du danger 5, in cui un aereo frammentato rimanda a motivi decorativi celtici e polinesiani, l’artista francese è presentata dalla galleria parigina Kamel Mennour. Sulla scia delle Tuileries si apre un nuovo percorso espositivo al Jardin des Plantes con quattordici artisti tra cui Mark Dion con Fieldwork 4 in cui esplora il rapporto tra cultura e natura attraverso sistemi di classificazioni in uso nei musei, l’artista americano è presentato dalla parigina Fabienne Leclerc, ma anche Alain Séchas con Platée, presentato dalla parigina Chantal Crousel. Sempre nel Jardin des Tuileries è presente, per il secondo anno di seguito, Cinéphémère, una saletta attrezzata in un camion con quattordici posti che propone una decina di film di artisti diversi.

Per la sezione Lafayette, del gruppo Galeries Lafayette, che nasce con la vocazione di sostenere dieci gallerie emergenti, troviamo la romana Monitor con opere di Rä Di Martino e di Nathaniel Mellors, ma anche l’indiana Project 88 con un solo show di Sarnath Banerjee, mentre la berlinese Johann König con il solo show d’Helen Marten ha ricevuto il prix Galeries Lafayette e l’insieme delle opere sono state acquistate da Guillaume Houzé, giovane collezionista francese. Appuntamento oramai essenziale il Prix Marcel Duchamp che, arrivato all’undicesima edizione, viene assegnato a uno tra i quattro artisti selezionati, quest’anno nella lista troviamo Damien Cabanes, Mircea Cantor, Guillaume Leblon e Samuel Rousseau. Il vincitore vedrà la sua opera esposta al Centre Pompidou per tre mesi e una donazione di 35,000 euro. Infine, da non perdere, presso l’Auditorium del Grand Palais, un folto programma di film, di performance e conferenze. Da segnalare un evento off “Il notturno di 100 gallerie parigine” che per l’occasione apriranno i loro spazi durante la serata di giovedì 20 con vernissage e percorsi a tema tra cui il “design”, grande assente alla Fiac di quest’anno. Ma “non solo Fiac” infatti proprio in questi giorni Parigi ospita altre fiere d’arte moderna e contemporanea come Art Elysées, Cutlog, Show off e la Slick, frizzante fiera dell’arte emergente.
 
 
livia de leoni
fiera visitata il 19 ottobre
 
 
*photo in alto: Vincent Mauger, La somme des hypothèses, 2011
Présentée par Bertrand Grimont © Marc Domage
20-23.X.2011
Fiac 2011
La Nef du Grand Palais – Parigi
Grand Palais
Avenue Winston Churchill, 75008 Paris
dalle 12,00  alle  20,00
tariffe 32 euro, 16 euro, gratuito per i meno di 12 anni
Forfait entrata + catalogo, 55 euro
Catalogo, 35 euro

Jardin des Tuileries
Tutti i giorni dalle 7,30 alle 19,30
Accesso libero e gratuito

Jardin des Plantes
Tutti i giorni dalle 7,30  alle 19,00
Accesso libero e gratuito
 
[exibart]

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