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Enrico Robusti – Telecittà
Il percorso espositivo si snoda attraverso 15 dipinti con difetto di prospettiva che presentano in primo piano i paradossi della vita quotidiana. Tele di varie dimensioni si alternano e su tutte domina un grande flipper di quasi due metri quadrati
Comunicato stampa
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Un gradito ritorno. L’appuntamento è per mercoledì 18 febbraio alle 18,30 in via Santa Maria del Pianto, 56 a Roma dove sarà inaugurata la mostra “Telecittà” che ha come protagonista Enrico Robusti.
“Con Robusti – spiega la gallerista Cinzia Chiari – si è creata una sinergia assoluta, la sua visione del mondo ha sconvolto il collezionismo italiano, ha colpito il mondo anglosassone, la sua mostra a Londra è stata un grande successo, e ora ci prepariamo per il grande passo negli Stati Uniti nel prossimo maggio e poi chissà magari in Cina dove già è stato copiato!”
Il percorso espositivo si snoda attraverso 15 dipinti con difetto di prospettiva che presentano in primo piano i paradossi della vita quotidiana. Tele di varie dimensioni si alternano e su tutte domina un grande flipper di quasi due metri quadrati. Parti integranti delle opere sono i titoli che descrivono perfettamente i quadri: uno per tutti “Io sono un uomo fortunato perché ho una moglie televisiva, 2 figli fotografici e un mirror-ball”.
“Anzi sottolinea il pubblicitario Nicola Brunialti – forse è proprio dal titolo che Robusti parte. Dando forma alle parole e rendendo visibile la mostruosità ottusa dell’era della tv. Come se questi personaggi uscissero da “Telecittà”, la Cinecittà del nostro secolo”. Il “papà” della pubblicità Lavazza “Paradiso” azzarda anche un parallelo con il regista di La dolce vita: “Se Fellini avesse dipinto come Bacon – sottolinea Brunialti, – avremmo ottenuto qualcosa che somiglia all’arte di Enrico Robusti. Un Fellini che guarda con l’occhio di un bambino il mondo che lo circonda. Perché solo un bambino ha la sfacciataggine di vedere le cose come sono. E di raccontarle così come le vede. Robusti all’interno dello stesso quadro offre una prospettiva che si trasforma, moltiplicandosi e fornendoci più punti di vista contemporaneamente. Una dimensione quotidiana, di una quotidianità sorpresa spesso nei suoi aspetti più miseri, nei suoi gesti più ridicoli, nelle sue forme più grottesche”.
Chi conosce bene Enrico Robusti è Vittorio Sgarbi che con il ritrattista parmense ha lavorato fin dal 2005: “Robusti – precisa il critico ferrarese – è un grande burattinaio che fa della sua pittura il personale teatrino con cui maneggiare un’umanità sopra le righe: grottesca, deforme, tirata da parte a parte dalle facce di gomma. Eppure un’umanità che, per quanto vista da dietro la lente di un sarcasmo distaccato, acquisisce un valore universale risultandoci spaventosamente familiare nel suo orrore quotidiano”.
“Con Robusti – spiega la gallerista Cinzia Chiari – si è creata una sinergia assoluta, la sua visione del mondo ha sconvolto il collezionismo italiano, ha colpito il mondo anglosassone, la sua mostra a Londra è stata un grande successo, e ora ci prepariamo per il grande passo negli Stati Uniti nel prossimo maggio e poi chissà magari in Cina dove già è stato copiato!”
Il percorso espositivo si snoda attraverso 15 dipinti con difetto di prospettiva che presentano in primo piano i paradossi della vita quotidiana. Tele di varie dimensioni si alternano e su tutte domina un grande flipper di quasi due metri quadrati. Parti integranti delle opere sono i titoli che descrivono perfettamente i quadri: uno per tutti “Io sono un uomo fortunato perché ho una moglie televisiva, 2 figli fotografici e un mirror-ball”.
“Anzi sottolinea il pubblicitario Nicola Brunialti – forse è proprio dal titolo che Robusti parte. Dando forma alle parole e rendendo visibile la mostruosità ottusa dell’era della tv. Come se questi personaggi uscissero da “Telecittà”, la Cinecittà del nostro secolo”. Il “papà” della pubblicità Lavazza “Paradiso” azzarda anche un parallelo con il regista di La dolce vita: “Se Fellini avesse dipinto come Bacon – sottolinea Brunialti, – avremmo ottenuto qualcosa che somiglia all’arte di Enrico Robusti. Un Fellini che guarda con l’occhio di un bambino il mondo che lo circonda. Perché solo un bambino ha la sfacciataggine di vedere le cose come sono. E di raccontarle così come le vede. Robusti all’interno dello stesso quadro offre una prospettiva che si trasforma, moltiplicandosi e fornendoci più punti di vista contemporaneamente. Una dimensione quotidiana, di una quotidianità sorpresa spesso nei suoi aspetti più miseri, nei suoi gesti più ridicoli, nelle sue forme più grottesche”.
Chi conosce bene Enrico Robusti è Vittorio Sgarbi che con il ritrattista parmense ha lavorato fin dal 2005: “Robusti – precisa il critico ferrarese – è un grande burattinaio che fa della sua pittura il personale teatrino con cui maneggiare un’umanità sopra le righe: grottesca, deforme, tirata da parte a parte dalle facce di gomma. Eppure un’umanità che, per quanto vista da dietro la lente di un sarcasmo distaccato, acquisisce un valore universale risultandoci spaventosamente familiare nel suo orrore quotidiano”.
18
febbraio 2009
Enrico Robusti – Telecittà
Dal 18 febbraio al 22 marzo 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA CHIARI
Roma, Via Di Santa Maria Del Pianto, 56, (Roma)
Roma, Via Di Santa Maria Del Pianto, 56, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 10.30 – 13.30; 14.30 – 19.30. Domenica dalle 15 alle 20
Vernissage
18 Febbraio 2009, ore 18.30
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