22 ottobre 2011

ARTECINEMA E LAURA TRISORIO

 
Si è svolta a Napoli la 16a edizione del Festival Internazionale di Film sull'Arte Contemporanea e come sempre il programma è stato ricco di documentari di arte, architettura e fotografia. Abbiamo parlato con la curatrice “storica” del Festival, Laura Trisorio...

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E’ un appuntamento fisso ormai quello che ogni anno a Napoli ospita più di 6000 spettatori, fra italiani e stranieri e che regala una selezione di documentari divisi in tre sezioni: Arte e dintorni, Architettura e Fotografia. Oltre alla visione dei film ci sono stati anche un insieme di interessanti dibattiti, incontri con artisti, registi, produttori e gente del settore. Per la sezione Arte e dintorni si sono susseguiti i filmati su Marina Abramovic, Bansky, Jean Michel Basquiat, Antony Gormley, Rebecca Horn, Olafur Eliasson, Vik Muniz, Perino e Vele, Anish Kapoor, Niki de Sain Phalle & Jean Tinguely, Nam June Paik, Pipilotti Rist, Luigi Ontani, Sol Le Witt e William Kentridge. I film di Anne Makerpeace su I.M.Pei e quello di Horst Brandenburg su Zaha Hadid hanno costituito la sezione Architettura, mentre quelli su Charlotte Dumas, Massimo Vitali e Oliviero Toscani hanno completato la sezione fotografica. Dal 1996 il Teatro Augusteo di Napoli è il palcoscenico che ospita la manifestazione e anche quest’anno a curare il festival è Laura Trisorio, che ci parla della manifestazione e non solo…

Si è svolta pochi giorni fa a Napoli la sedicesima edizione del Festival Internazionale di Film sull’Arte Contemporanea che ha presentato come ogni anno documentari su artisti, architetti e fotografi degli ultimi cinquant’anni. Con gli anni c’è stata una forte crescita di pubblico e la critica ha sempre dimostrato molto entusiasmo per questa manifestazione, che lei cura con la stessa passione di sempre.  Quale pensa possa essere la chiave del successo del Festival?

La chiave del successo Artecinema penso sia la selezione. I film sono tutti scelti con grande rigore e in qualsiasi momento si arrivi a teatro si trova qualcosa di interessante che difficilmente si può vedere altrove. Ricerco i filmati durante tutto l’anno in giro per il mondo. Spesso sono stesso i registi che, conoscendo il festival, me li mandano per visionarli.

Ci può dire come e perchè ha sentito la necessità di dare vita ad un festival internazionale interamente dedicato ai film documentari sulle arti visive contemporanee?

Quando ho scoperto questi straordinari documentari, ho colto subito la forza che avevano ed è nato in me immediato il desiderio di condividerli con i miei amici, con la mia città. Mi è venuta così l’idea della rassegna perché vederli tutti insieme hanno un fortissimo impatto ed una grande valenza didattica.

Quest’anno al suo fianco durante la presentazione di ArteCinema ha avuto l’assessore alla Cultura del Comune Antonella Di Nocera che le ha garantito la realizzazione di un suo vecchio sogno: la creazione di un archivio digitalizzato con tutto il repertorio accumulato nei 16 anni di attività del Festival all’interno di Palazzo Roccella. Ci può spiegare qual’ è l’importanza di questo progetto e se pensa che sia facilmente realizzabile.

Sono tantissime le persone che mi chiedono di poter visionare i filmati dopo il festival. Studenti, docenti, amanti dell’arte, giornalisti, ecc. Sarebbe molto importante realizzare un archivio digitalizzato di tutti i filmati proiettati in questi 16 anni a disposizione del pubblico. Questo materiale è molto raro e proviene da tutto il mondo. Certamente non è una cosa facile da realizzare, ma, come tutte le cose, è questione di volontà. Per ora è solo un’idea, vedremo poi se ci saranno le condizioni giuste.

Anche quest’anno il Festival è stato suddiviso in tre sezioni: Arte e Dintorni, Architettura e Fotografia. Quali sono i documentari – per ciascuna categoria – che ha fortemente voluto?

Mi è difficile scegliere perché sono stati tutti molto belli. Sono stata molto felice di trovare quelli sugli artisti che amo molto come Rebecca Horn, Olafur Eliasson e Anish Kapoor. È  straordinario poi il film Waste Land su un progetto di Vik Muniz nella discarica di Rio de Janeiro che ha cambiato la vita a molte persona. Il film sul nuovo museo in Cina progettato da Pei è veramente interessante e per quanto riguarda la fotografia ho potuto conoscere meglio il pensiero di Oliviero Toscani.
 

Quanto ha influito la sua attività di gallerista dello Studio Trisorio (nato nel 1974 da Pasquale e Lucia Trisorio) nel ruolo di curatore di artecinema? In che modo sono stati scelti gli artisti?

Il mio lavoro di gallerista influisce moltissimo, in quanto mi permette di avere le competenze necessarie per scegliere i film. Per lavoro giro il mondo, visito mostre, frequento gallerie e musei, conosco gli artisti. Questo mi permette di cogliere ciò che è interessante nel mondo dell’arte oggi e cerco poi di mostrarlo attraverso il festival, secondo il mio punto di vista.

a cura di giulia fontani

 

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