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Beato Angelico – L’alba del Rinascimento
Nel 550. anniversario dalla morte (1455) dell’artista la mostra dei Musei Capitolini sarà la più grande mai dedicata al Beato Angelico in Italia dopo la irripetibile monografica in Vaticano e a Firenze nel 1955 (anche in quel caso celebrativa di un centenario). La mostra documenterà tutte le fasi della produzione dell’artista e il suo versatile operato come pittore (tavole, tabernacoli, scomparti di pale e di polittici, tele), disegnatore, miniatore. Unica altra personale sull’Angelico di dimensioni paragonabili è stata la rassegna Fra Angelico tenutasi al Metropolitan Museum di New York nel 2005.
Comunicato stampa
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A conclusione delle celebrazioni per il 550° anniversario della morte di un grande protagonista del primo Rinascimento italiano, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, l’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma, il Comitato Nazionale per i 550 anni della morte del Beato Angelico e Zètema Progetto Cultura organizzano una importante esposizione dedicata a fra’ Giovanni da Fiesole (attivo a Firenze dal 1417 e morto a Roma nel 1455).
Saranno le sale di una sede prestigiosa, i Musei Capitolini, fiore all’occhiello del Sistema dei Musei Civici, che dall’8 aprile al 5 luglio 2009 ospiteranno la più grande mostra mai dedicata al Beato Angelico in Italia dopo la monografica a Firenze e in Vaticano del 1955 (anche in quel caso celebrativa di un centenario). “Beato Angelico. L’alba del Rinascimento” presenterà diverse opere mai esposte in passato, dal Trittico della Galleria Corsini di Roma alla predella della Pala di Bosco ai Frati, restaurati per l’occasione con apposito finanziamento del Comitato per le celebrazioni.
Curata da Alessandro Zuccari, Giovanni Morello e Gerardo de Simone, l’esposizione – fruibile sia con singolo biglietto mostra che con biglietto cumulativo comprendente anche la visita ai Musei Capitolini - si avvale di un comitato scientifico di altissimo profilo, presieduto dal prof. Maurizio Calvesi, Accademico dei Lincei, di cui fanno parte il Direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, la Soprintendente al Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini, la Direttrice del Museo di San Marco, Magnolia Scudieri, il prof. Giorgio Bonsanti dell’Università di Firenze, il prof. Gianni Carlo Sciolla dell’Università di Torino, la Dirigente dei Musei d’Arte Medievale e Moderna, Maria Elisa Tittoni, il prof. Giovanni Morello, Presidente della Fondazione per i Beni e le Attività Artistiche della Chiesa, il prof. Alessandro Zuccari dell’Università di Roma “La Sapienza”, Presidente del Comitato Nazionale, il prof. Laurence Kanter, Curator of Early European Art, Yale University Art Gallery. Sia la mostra sia il catalogo (Skira Editore) si avvalgono, inoltre, del contributo di autorevoli studiosi del Beato Angelico, del Rinascimento italiano e della storiografia artistica.
La complessa organizzazione tecnica della mostra è stata seguita capillarmente nelle diverse fasi dal Servizio Mostre della Sovraintendenza e curata da Zètema Progetto Cultura con il supporto di Artifex – comunicare con l’arte.
Attraverso un’esauriente selezione di opere provenienti dai più importanti musei italiani e stranieri, l’esposizione documenta la lunga e feconda attività di fra’ Giovanni da Fiesole, dalla giovinezza, ispirata alle più squisite eleganze tardogotiche (ad es. la Tebaide degli Uffizi e la Madonna di Cedri del Museo di Pisa), fino all’ultima fase romana, ormai definitivamente caratterizzata da una facies umanistica, monumentale e classicheggiante (ad es. il Trittico della Galleria Corsini o la predella della Pala di Bosco ai Frati).
La scelta delle opere – pur condizionata dalla fragilità dei supporti (tavole o codici miniati) – è stata compiuta secondo due fondamentali direttrici: da un lato ha osservato i criteri di qualità ed autografia, volti ad assicurare una significativa campionatura delle varie fasi della produzione dell’Angelico (tra i dipinti figurano un capolavoro assoluto come il Paradiso degli Uffizi, il grande trittico di Cortona completo della sua predella, la luminosa e policroma Annunciazione di San Giovanni Valdarno, due straordinari pannelli dell’Armadio degli Argenti, uno dei più significativi prestiti concessi dal Museo fiorentino di San Marco), dall’altro ha mirato a far conoscere opere meno note, raramente o mai esposte, per offrire agli studiosi e al grande pubblico le differenti espressioni della ramificata produzione dell’artista.
Documenterà i diversi periodi della produzione dell’artista e il suo versatile operato come pittore (attraverso tavole, tabernacoli, scomparti di pale e di polittici, tele), come miniatore (i più importanti codici decorati dall’Angelico e dai suoi collaboratori) e come disegnatore (per la prima volta viene dedicato uno studio monografico a questo importante settore dell’arte del Beato Angelico).
Saranno visibili per la prima volta la notevole e complessa predella di Zagabria (Stimmate di san Francesco e Martirio di san Pietro martire), la problematica Annunciazione di Dresda (riassemblata nel XVI secolo), il pregevole frammento con San Giovanni Battista di Lipsia (forse collegabile alla pala di San Marco). Pressoché inedite sono l’Imago pietatis su pergamena di collezione privata torinese, eseguita dalla bottega ma la cui storia è interessantissima; i due raffinati laterali di trittico con i Beati e i Dannati (1430 c.) oggi in collezione privata americana.
Tra i numerosi contributi presentati nel catalogo, un notevole interesse scientifico è rivestito dalla presentazione dei risultati di una campagna di indagini riflettografiche agli infrarossi condotta su un campione significativo di opere angelichiane (molte delle quali presenti in mostra) dal Laboratorio Arti Visive della Scuola Normale Superiore di Pisa, grazie ad un apposito finanziamento del Comitato Nazionale: ne emerge la qualità e la finezza disegnativa dell’Angelico, artista dai rari ‘pentimenti’, dal tratto elegante, meditato e sobrio nel delineare il ‘tracciato’ grafico sottostante delle sue figure e composizioni.
Saranno le sale di una sede prestigiosa, i Musei Capitolini, fiore all’occhiello del Sistema dei Musei Civici, che dall’8 aprile al 5 luglio 2009 ospiteranno la più grande mostra mai dedicata al Beato Angelico in Italia dopo la monografica a Firenze e in Vaticano del 1955 (anche in quel caso celebrativa di un centenario). “Beato Angelico. L’alba del Rinascimento” presenterà diverse opere mai esposte in passato, dal Trittico della Galleria Corsini di Roma alla predella della Pala di Bosco ai Frati, restaurati per l’occasione con apposito finanziamento del Comitato per le celebrazioni.
Curata da Alessandro Zuccari, Giovanni Morello e Gerardo de Simone, l’esposizione – fruibile sia con singolo biglietto mostra che con biglietto cumulativo comprendente anche la visita ai Musei Capitolini - si avvale di un comitato scientifico di altissimo profilo, presieduto dal prof. Maurizio Calvesi, Accademico dei Lincei, di cui fanno parte il Direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, la Soprintendente al Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini, la Direttrice del Museo di San Marco, Magnolia Scudieri, il prof. Giorgio Bonsanti dell’Università di Firenze, il prof. Gianni Carlo Sciolla dell’Università di Torino, la Dirigente dei Musei d’Arte Medievale e Moderna, Maria Elisa Tittoni, il prof. Giovanni Morello, Presidente della Fondazione per i Beni e le Attività Artistiche della Chiesa, il prof. Alessandro Zuccari dell’Università di Roma “La Sapienza”, Presidente del Comitato Nazionale, il prof. Laurence Kanter, Curator of Early European Art, Yale University Art Gallery. Sia la mostra sia il catalogo (Skira Editore) si avvalgono, inoltre, del contributo di autorevoli studiosi del Beato Angelico, del Rinascimento italiano e della storiografia artistica.
La complessa organizzazione tecnica della mostra è stata seguita capillarmente nelle diverse fasi dal Servizio Mostre della Sovraintendenza e curata da Zètema Progetto Cultura con il supporto di Artifex – comunicare con l’arte.
Attraverso un’esauriente selezione di opere provenienti dai più importanti musei italiani e stranieri, l’esposizione documenta la lunga e feconda attività di fra’ Giovanni da Fiesole, dalla giovinezza, ispirata alle più squisite eleganze tardogotiche (ad es. la Tebaide degli Uffizi e la Madonna di Cedri del Museo di Pisa), fino all’ultima fase romana, ormai definitivamente caratterizzata da una facies umanistica, monumentale e classicheggiante (ad es. il Trittico della Galleria Corsini o la predella della Pala di Bosco ai Frati).
La scelta delle opere – pur condizionata dalla fragilità dei supporti (tavole o codici miniati) – è stata compiuta secondo due fondamentali direttrici: da un lato ha osservato i criteri di qualità ed autografia, volti ad assicurare una significativa campionatura delle varie fasi della produzione dell’Angelico (tra i dipinti figurano un capolavoro assoluto come il Paradiso degli Uffizi, il grande trittico di Cortona completo della sua predella, la luminosa e policroma Annunciazione di San Giovanni Valdarno, due straordinari pannelli dell’Armadio degli Argenti, uno dei più significativi prestiti concessi dal Museo fiorentino di San Marco), dall’altro ha mirato a far conoscere opere meno note, raramente o mai esposte, per offrire agli studiosi e al grande pubblico le differenti espressioni della ramificata produzione dell’artista.
Documenterà i diversi periodi della produzione dell’artista e il suo versatile operato come pittore (attraverso tavole, tabernacoli, scomparti di pale e di polittici, tele), come miniatore (i più importanti codici decorati dall’Angelico e dai suoi collaboratori) e come disegnatore (per la prima volta viene dedicato uno studio monografico a questo importante settore dell’arte del Beato Angelico).
Saranno visibili per la prima volta la notevole e complessa predella di Zagabria (Stimmate di san Francesco e Martirio di san Pietro martire), la problematica Annunciazione di Dresda (riassemblata nel XVI secolo), il pregevole frammento con San Giovanni Battista di Lipsia (forse collegabile alla pala di San Marco). Pressoché inedite sono l’Imago pietatis su pergamena di collezione privata torinese, eseguita dalla bottega ma la cui storia è interessantissima; i due raffinati laterali di trittico con i Beati e i Dannati (1430 c.) oggi in collezione privata americana.
Tra i numerosi contributi presentati nel catalogo, un notevole interesse scientifico è rivestito dalla presentazione dei risultati di una campagna di indagini riflettografiche agli infrarossi condotta su un campione significativo di opere angelichiane (molte delle quali presenti in mostra) dal Laboratorio Arti Visive della Scuola Normale Superiore di Pisa, grazie ad un apposito finanziamento del Comitato Nazionale: ne emerge la qualità e la finezza disegnativa dell’Angelico, artista dai rari ‘pentimenti’, dal tratto elegante, meditato e sobrio nel delineare il ‘tracciato’ grafico sottostante delle sue figure e composizioni.
07
aprile 2009
Beato Angelico – L’alba del Rinascimento
Dal 07 aprile al 05 luglio 2009
arte antica
Location
MUSEI CAPITOLINI
Roma, Piazza Del Campidoglio, 1, (Roma)
Roma, Piazza Del Campidoglio, 1, (Roma)
Biglietti
Biglietto integrato mostra + Museo: € 9,00 intero; € 7,00 ridotto Biglietto solo mostra: € 6,00 intero; € 4,00 ridotto Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Orario di apertura
Dal martedì alla domenica ore 9.00 - 20.00. L’ingresso è consentito fino alle 19.00. Chiuso lunedì, 1 maggio
Vernissage
7 Aprile 2009, ore 17 solo su invito
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore
Curatore