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Federica D’Ambrosio – Io sono terra
La mostra raccoglie opere grafiche – tredici lavori su carta – e una sequenza di nove terrecotte dipinte e smaltate, che andranno considerate come un’unica opera. Nel loro insieme, infatti, i disegni e le ceramiche organizzano un progetto di grande impegno, quale risultato dell’atelier di una giovane artista che tramite il segno, i colori, l’argilla modellata e smaltata prova a confrontarsi con la traduzione dei propri pensieri nelle forme.
Comunicato stampa
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APOLLONIA ATELIERS è un progetto curato da Marco Alfano, patrocinato e sostenuto dal Comune di Salerno, dalla Provincia di Salerno, dall’Autorità Portuale di Salerno e dall’Ente Provinciale per il Turismo di Salerno, che si avvale di prestigiosi sponsor, quali Salerno Energia, Salerno Mobilità, ASIS Salernitana Reti ed Impianti, e della collaborazione della Bottega San Lazzaro, per l’allestimento degli eventi.
All’inaugurazione interverranno l’On. Vincenzo De Luca, Sindaco di Salerno, Ermanno Guerra, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Salerno, l’On. Andrea Annunziata, Presidente dell’Autorità Portuale di Salerno.
La mostra di Federica D’Ambrosio “IO SONO TERRA – OPERE GRAFICHE E CERAMICHE 2008-2009”, rappresenta la prima personale della giovane artista salernitana (nata nel 1982) e raccoglie opere grafiche – tredici lavori su carta – e una sequenza di nove terrecotte dipinte e smaltate, che andranno considerate come un’unica opera. Nel loro insieme, infatti, i disegni e le ceramiche organizzano un progetto di grande impegno, quale risultato dell’atelier di una giovane artista che tramite il segno, i colori, l’argilla modellata e smaltata prova a confrontarsi con la traduzione dei propri pensieri nelle forme.
«L’argomento proposto nella sequenza dipinta delle carte – scrive Marco Alfano nel saggio critico in catalogo – è quello della polarità maschile-femminile, e della sua unione nelle varie trasformazioni alchemiche. In una prima serie, l’anima si rivolge all’amato, al corpo transitorio incatenato alla propria terrestrità (figurato nel tenero nudo di giovane che regge il platonico vaso-brocca dal quale scaturisce l’entità eterea); altrove la figura di Psiche, come ha svelato James Hillman, è già volata in alto, e sollecita in fervente e continuo dialogo la parte mortale dell’uomo a modificarsi, a prendere coscienza della fissità cristallizzata nella vita fondata sull’inganno della materia, dominata dalla propria immaginazione “mondana”. Nel groviglio di segni, che si dipana sino ai margini del foglio, Federica si avvale di una sorta di “scrittura” svincolata da significati, ma proposta quale elemento compositivo; si tratta di una metafora dell’anima che scrive il proprio destino, anzi è l’anima dell’artista a presentarsi “disegnata” sul foglio.
In un’altra serie, dedicata alla lettura dei cicli lunari, rivolta quindi alla controparte notturna di Psiche, il racconto diviso in quattro momenti emerge da una ricca materia cromatica, dove all’uso della penna e dell’acquerello s’aggiunge la densità della tempera; è il principio femminile della luna che possiede la malia di attrarre il suo amato, il pensiero, quale Endimione che dichiara il proprio amore alla dea nel bagliore della notte. Federica ha inoltre portato avanti questo primo tracciato, con altri fogli dove s’illustrano gli elementi dell’aria, dell’acqua, della terra, del fuoco: il regale e rutilante pavone che appare nel turbine verde del pulviscolo (Io sono aria); il riflesso azzurro del massiccio elefante, simbolo della memoria invincibile, del ricordo che persiste eternamente (Io sono acqua); il volto senza corpo, apparizione misteriosa e terribile dell’incerto rosso delle fiamme nel mondo infero (Io sono fuoco); la figura intricata nelle profonde radici del grande albero giocato sui toni del viola rispetto a quelli perlacei del cielo (Io sono terra)».
Nel percorso della mostra l’artista ha realizzato un’affascinante installazione dedicata alle trasformazioni della materia e degli “elementi” nei processi alchemici. Punto focale di tale opera è il grande vaso, in terracotta nera smaltata, dal titolo L’uovo alchemico, a cui si affiancano nove creazioni ceramiche che intendono rappresentare gli “elementi” della tradizione occidentale (aria, acqua, fuoco e terra) ed i cinque “elementi” della tradizione orientale (legno, terra, acqua, fuoco e metallo).
A tal proposito Marcella Ferro sottolinea, nel suo contributo in catalogo, come «i cinque elementi cinesi, austeri nel tondeggiante corpo, si mostrano in tutta la loro regalità. I volti, appena accennati da un tratto nero incisivo, volgono lo sguardo in avanti, verso ciò che accadrà, il loro essere sferico richiama senza dubbio la ciclicità eterna che questi rappresentano. Infatti, per la tradizione cinese legno, terra, acqua, fuoco e metallo si distruggono e si rigenerano vicendevolmente, come a richiudere un cerchio che non ha mai fine. […] L’uovo alchemico è ritenuto tradizionalmente uno strumento attraverso il quale la sostanza da trasformare in oro scivola fino all’Athanor, la fucina dove avviene la mutazione. Metaforicamente per gli alchimisti, altro non è che lo spirito umano, dove avvengono realmente le “combustioni” e arde il Fuoco Segreto. Ed è in tal senso che si muove l’intera ricerca di Federica che, con quest’opera, prova a darci non solo la direzione d’indagine interiore ma anche l’idea che da quell’enorme forma ovale siano nate tutte le altre. […] Se non ci si sofferma a una sola lettura formale, non vedremo più dei semplici colori, piuttosto riusciremo a intravedere materia emozionale e spirituale che trabocca dall’interno dell’uovo, ove ha potuto sostare per mutare in eternità. Insomma, è come se l’anima stessa dell’artista, presa consapevolezza della propria essenza fosse venuta fuori trascinando anche tutto l’immenso immaginario contenuto nella fucina alchemica».
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo che, oltre alle presentazioni del Presidente della Provincia di Salerno, Angelo Villani, del Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, comprende testi critici di Marco Alfano e Marcella Ferro, una notizia biografica, nonché tutte le riproduzioni a colori delle opere esposte.
Catalogo: nr. 4 della collana *ASTERISCHI
Federica D’Ambrosio, Io sono terra, presentazioni di Angelo Villani, Presidente della Provincia di Salerno, Vincenzo De Luca, Sindaco di Salerno, testi di Marco Alfano e Marcella Ferro, pp. 48, con apparati biografici, corredato da illustrazioni a colori, pubblicato da Edizioni Plectica, Salerno, 2009 ISBN 978-88-88813-29-2.
cenni biografici
Federica D’Ambrosio, nata a Salerno nel 1982, si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 2005, dove ha frequentato il Corso sperimentale di Arredo Urbano. Nel 2001 ha lavorato con Ugo Marano ad un progetto artistico di intervento urbano a Stio Cilento. Nel 2005 ha presentato, nell’ambito della mostra Collezione permanente, un progetto dal titolo Campo delle Forme, piano di qualificazione artistica dell’area sottostante il Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi. Cura da due anni l’immagine grafica del Giffoni Film Festival, cui affianca l’attività professionale di grafica editoriale.
All’inaugurazione interverranno l’On. Vincenzo De Luca, Sindaco di Salerno, Ermanno Guerra, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Salerno, l’On. Andrea Annunziata, Presidente dell’Autorità Portuale di Salerno.
La mostra di Federica D’Ambrosio “IO SONO TERRA – OPERE GRAFICHE E CERAMICHE 2008-2009”, rappresenta la prima personale della giovane artista salernitana (nata nel 1982) e raccoglie opere grafiche – tredici lavori su carta – e una sequenza di nove terrecotte dipinte e smaltate, che andranno considerate come un’unica opera. Nel loro insieme, infatti, i disegni e le ceramiche organizzano un progetto di grande impegno, quale risultato dell’atelier di una giovane artista che tramite il segno, i colori, l’argilla modellata e smaltata prova a confrontarsi con la traduzione dei propri pensieri nelle forme.
«L’argomento proposto nella sequenza dipinta delle carte – scrive Marco Alfano nel saggio critico in catalogo – è quello della polarità maschile-femminile, e della sua unione nelle varie trasformazioni alchemiche. In una prima serie, l’anima si rivolge all’amato, al corpo transitorio incatenato alla propria terrestrità (figurato nel tenero nudo di giovane che regge il platonico vaso-brocca dal quale scaturisce l’entità eterea); altrove la figura di Psiche, come ha svelato James Hillman, è già volata in alto, e sollecita in fervente e continuo dialogo la parte mortale dell’uomo a modificarsi, a prendere coscienza della fissità cristallizzata nella vita fondata sull’inganno della materia, dominata dalla propria immaginazione “mondana”. Nel groviglio di segni, che si dipana sino ai margini del foglio, Federica si avvale di una sorta di “scrittura” svincolata da significati, ma proposta quale elemento compositivo; si tratta di una metafora dell’anima che scrive il proprio destino, anzi è l’anima dell’artista a presentarsi “disegnata” sul foglio.
In un’altra serie, dedicata alla lettura dei cicli lunari, rivolta quindi alla controparte notturna di Psiche, il racconto diviso in quattro momenti emerge da una ricca materia cromatica, dove all’uso della penna e dell’acquerello s’aggiunge la densità della tempera; è il principio femminile della luna che possiede la malia di attrarre il suo amato, il pensiero, quale Endimione che dichiara il proprio amore alla dea nel bagliore della notte. Federica ha inoltre portato avanti questo primo tracciato, con altri fogli dove s’illustrano gli elementi dell’aria, dell’acqua, della terra, del fuoco: il regale e rutilante pavone che appare nel turbine verde del pulviscolo (Io sono aria); il riflesso azzurro del massiccio elefante, simbolo della memoria invincibile, del ricordo che persiste eternamente (Io sono acqua); il volto senza corpo, apparizione misteriosa e terribile dell’incerto rosso delle fiamme nel mondo infero (Io sono fuoco); la figura intricata nelle profonde radici del grande albero giocato sui toni del viola rispetto a quelli perlacei del cielo (Io sono terra)».
Nel percorso della mostra l’artista ha realizzato un’affascinante installazione dedicata alle trasformazioni della materia e degli “elementi” nei processi alchemici. Punto focale di tale opera è il grande vaso, in terracotta nera smaltata, dal titolo L’uovo alchemico, a cui si affiancano nove creazioni ceramiche che intendono rappresentare gli “elementi” della tradizione occidentale (aria, acqua, fuoco e terra) ed i cinque “elementi” della tradizione orientale (legno, terra, acqua, fuoco e metallo).
A tal proposito Marcella Ferro sottolinea, nel suo contributo in catalogo, come «i cinque elementi cinesi, austeri nel tondeggiante corpo, si mostrano in tutta la loro regalità. I volti, appena accennati da un tratto nero incisivo, volgono lo sguardo in avanti, verso ciò che accadrà, il loro essere sferico richiama senza dubbio la ciclicità eterna che questi rappresentano. Infatti, per la tradizione cinese legno, terra, acqua, fuoco e metallo si distruggono e si rigenerano vicendevolmente, come a richiudere un cerchio che non ha mai fine. […] L’uovo alchemico è ritenuto tradizionalmente uno strumento attraverso il quale la sostanza da trasformare in oro scivola fino all’Athanor, la fucina dove avviene la mutazione. Metaforicamente per gli alchimisti, altro non è che lo spirito umano, dove avvengono realmente le “combustioni” e arde il Fuoco Segreto. Ed è in tal senso che si muove l’intera ricerca di Federica che, con quest’opera, prova a darci non solo la direzione d’indagine interiore ma anche l’idea che da quell’enorme forma ovale siano nate tutte le altre. […] Se non ci si sofferma a una sola lettura formale, non vedremo più dei semplici colori, piuttosto riusciremo a intravedere materia emozionale e spirituale che trabocca dall’interno dell’uovo, ove ha potuto sostare per mutare in eternità. Insomma, è come se l’anima stessa dell’artista, presa consapevolezza della propria essenza fosse venuta fuori trascinando anche tutto l’immenso immaginario contenuto nella fucina alchemica».
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo che, oltre alle presentazioni del Presidente della Provincia di Salerno, Angelo Villani, del Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, comprende testi critici di Marco Alfano e Marcella Ferro, una notizia biografica, nonché tutte le riproduzioni a colori delle opere esposte.
Catalogo: nr. 4 della collana *ASTERISCHI
Federica D’Ambrosio, Io sono terra, presentazioni di Angelo Villani, Presidente della Provincia di Salerno, Vincenzo De Luca, Sindaco di Salerno, testi di Marco Alfano e Marcella Ferro, pp. 48, con apparati biografici, corredato da illustrazioni a colori, pubblicato da Edizioni Plectica, Salerno, 2009 ISBN 978-88-88813-29-2.
cenni biografici
Federica D’Ambrosio, nata a Salerno nel 1982, si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 2005, dove ha frequentato il Corso sperimentale di Arredo Urbano. Nel 2001 ha lavorato con Ugo Marano ad un progetto artistico di intervento urbano a Stio Cilento. Nel 2005 ha presentato, nell’ambito della mostra Collezione permanente, un progetto dal titolo Campo delle Forme, piano di qualificazione artistica dell’area sottostante il Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi. Cura da due anni l’immagine grafica del Giffoni Film Festival, cui affianca l’attività professionale di grafica editoriale.
14
febbraio 2009
Federica D’Ambrosio – Io sono terra
Dal 14 febbraio al 05 marzo 2009
arte contemporanea
Location
EX CHIESA DI SANT’APOLLONIA
Salerno, Via San Benedetto, (Salerno)
Salerno, Via San Benedetto, (Salerno)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10.30 alle 13 e dalle 17 alle 21
Vernissage
14 Febbraio 2009, ore 18,30
Sito web
www.apolloniateliers.it
Autore
Curatore