26 ottobre 2011

fino al 5.XI.2011 Andrea Bianconi Roma, Furini Arte Contemporanea

 
Una ricerca delle più intime dinamiche psichiche umane, un’arte della riflessione e dell’autocomprensione, una difficile considerazione sullo iato esistente tra un’io privato ed una realtà esterna da cui proteggersi e verso cui aspirare. Tutto questo è il lavoro di Andrea Bianconi...

di

Mi interessa l’essere umano, l’esistenza, il perché viviamo, le relazioni tra gli individui, più invecchiamo più ci costruiamo della gabbie e limitiamo le nostre libertà, viviamo ingabbiandoci sempre di più” (Andrea Bianconi).

Con queste parole Andrea Bianconi (Arzignano, Vicenza, 1974, vive tra Vicenza e New York) risponde alla domanda, postagli da Oliver Orest Tschirky in un’intervista pubblicata sul recente catalogo dell’artista, sui motivi che lo spingono ad occuparsi e a dedicare la propria vita all’arte. Le stesse parole potrebbero essere utilizzate con efficacia per analizzare e comprendere l’esposizione che l’artista veneto ha presentato alla galleria Furini Arte Contemporanea di Roma, dal titolo Mind over mind. L’esposizione di Andrea Bianconi si concentra sulla difficoltà dei rapporti personali, sulla capacità del pensiero di rinchiudersi in sé stesso e di aprirsi al confronto con gli altri, lungo un percorso espositivo che si concentra sul ruolo della gabbia e della maschera come simboli privilegiati di una condizione mentale spesso difficile da definire. Attraverso installazioni e disegni, Bianconi si getta in una ricerca delle condizioni che sottendono il comportamento sociale e privato dell’essere umano, sottolineando i confini mai del tutto definiti tra un’autoriflessione solipsistica e una socialità necessaria. Quattro installazioni in legno e metallo verniciati ed alcuni disegni a inchiostro su carta parlano un linguaggio teso all’esplorazione dei meccanismi più enigmatici che sottendono la psiche umana.

La gabbia, nella sua funzione di protezione e di limite di pensieri ed azioni, e la maschera, nella sua capacità di esprimere e nascondere emozioni e stati d’animo, assumono nelle installazioni proposte il difficile ruolo di indagare confini e incertezze del comportamento umano, nel suo duplice aspetto di autocomprensione e rapporto con l’altro. Traps for clouds , con le sue 18 gabbie aperte legate al soffitto e sospese in aria, rende esplicita un’apertura irriducibile del pensiero nei confronti dell’altro-da-sé, apertura che sfugge al tentativo di imprigionamento mostrando una naturale propensione al rapporto con l’esterno.

Di natura differente, per composizione formale e resa simbolica, Multiplicity of one, che con le sue gabbie concentricamente racchiuse testimonia quella difficile comprensione del sé e degli altri spesso responsabile di una chiusura simbolica ed effettiva nei confronti della realtà esterna.

L’arte di Bianconi, lungi dal voler esprimere giudizi di valore sulle dinamiche psichiche analizzate, è tesa alla pura ricerca di una comprensione efficace di quelle stesse dinamiche, di una rappresentazione il più possibile fedele ed espressiva dei labili confini esistenti tra il pensiero e l’azione, tra un interno personale ed un esterno sociale. Il colore nero, che accomuna tutte le opere esposte, rafforza questa volontà di una ricerca il più possibile scevra da caratterizzazioni emotive forti. Con le maschere create da Bianconi (Face) la tensione tra il rifugio in sé stessi e l’impossibilità di comunicare con l’esterno diviene evidente: la maschera nasconde il volto, rendendolo indecifrabile e permettendo un’assenza volontaria di contatto con l’esterno, ma al tempo stesso inibisce ogni possibilità di comunicazione emotiva con l’altro, rafforzando quella situazione di straniamento e ricerca psichica che pervade l’intera esposizione.

Con i disegni a inchiostro infine l’artista, attraverso il contrasto tra linee rette e cerchi concentrici, si opera per sottolineare da una parte la difficile realizzazione di una comunicazione interpersonale e dall’altra la naturale propensione a sviluppare quegli stessi rapporti, nella rappresentazione dell’inesauribile intrecciarsi di pensieri e immagini che caratterizza la psiche: una diversità di vedute e prospettive all’interno di una comunanza delle condizioni emotive e mentali che caratterizza da sempre il rapporto tra gli esseri umani.

 
 
andrea d’ammando
mostra visitata il 14 ottobre 2011

ANDREA BIANCONI, MIND OVER MIND

dal 22 settembre al 5 novembre 2011

Furini Arte Contemporanea

via Giulia, 8 – Roma

Orari: da mercoledì a venerdì, ore 13-19; sabato, ore 15-19

+39.06.68307443 | info@furiniartecontemporanea.it

www.furiniartecontemporanea.it

 
 
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