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Hervè Ingrand – Ein, le pense bête
Per la sua terza personale nella Galleria Raucci/Santamaria, Hervè Ingrand ferma temporaneamente il flusso creativo, rieditando la sua opera precedente, proponendo nuove soluzioni formali tratte dalle orme del suo passato.
Comunicato stampa
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“Bene, ci siamo, sono passato alla fase del risparmio energetico,
perfettamente in accordo con il regime ideologico che ci circonda,
anch’io non produco più così tanto, almeno, il meno possibile. Vi presento dunque la mia nuova esposizione intitolata: EIN, il promemoria”.
Hervè Ingrand
L’opera di Hervé Ingrand (Parigi, 1972) è il risultato di un processo in continuo divenire, che, dal 1994, si è sviluppato attorno alla rappresentazione del proprio Atelier, luogo fisico di creazione e ispirazione, ma, al tempo stesso, luogo mentale trasfigurato in opera d’arte. Attraverso una pittura dalla connotazione narrativa e installativa, l’artista francese ha documentato oggetti, avvenimenti ed azioni che negli anni hanno modificato i suoi studi-laboratorio. Un lavoro basato sulla cristallizzazione del ricordo, come una simbolica e periodica distruzione e ricostruzione.
Per la sua terza personale nella Galleria Raucci/Santamaria, Hervè Ingrand ferma temporaneamente il flusso creativo, rieditando la sua opera precedente, proponendo nuove soluzioni formali tratte dalle orme del suo passato.
La Pense-Bête - il promemoria – richiama direttamente l’opera dell’artista belga Marcel Broodthaers che, nel 1964, ingessò un pacco di cinquanta volumi rimasti invenduti del suo omonimo e criptico poema con l’intento di interdirne la lettura. L’invisibilità dell’opera d’arte, degradata ad oggetto, è lo spunto che porta Ingrand ad esporre la rivisitazione di undici tele, primi esperimenti di riproduzione dell’Atelier, multipli di una realtà mai mostrata e che oggi non esiste più. Un impianto ciclico temporale, un promemoria, appunto, in cui la pittura cita e ritrasforma se stessa. L’hic et nunc legato a quei dipinti è svilito, ponendo l’artista (e lo spettatore) di fronte ad un ideale punto di partenza. Un ironico simbolismo di echi e colori, enfatizzato dal ricorrere del numero 1 – principio di ogni inizio -, onomatopeicamente richiamato dal neologismo EIN ripetuto in modo seriale sulle tele. Una parola che ricorda inoltre il suono dell’esclamazione “Cosa?”, ma è anche parte integrante del termine pEINture. Muovendosi sul terreno dei fraintendimenti e dei giochi di parole l’artista imbriglia la mostra in una fitta rete semantico-figurativa.
Un Ingrand in parte inedito - nonostante le dichiarazioni di “risparmio energetico” - anche nella grande tela del 2003 “Complot Cabane” (290X350 cm) che completa l’esposizione: la compostezza formale caratteristica dell’artista cede il passo ad un tratto più graffiato e indefinito. Un quadro misterioso, in bilico tra astratto e figurativo, che si svincola dalla ricerca strettamente connessa all’Atelier, che per anni ha atteso la sua occasione espositiva.
perfettamente in accordo con il regime ideologico che ci circonda,
anch’io non produco più così tanto, almeno, il meno possibile. Vi presento dunque la mia nuova esposizione intitolata: EIN, il promemoria”.
Hervè Ingrand
L’opera di Hervé Ingrand (Parigi, 1972) è il risultato di un processo in continuo divenire, che, dal 1994, si è sviluppato attorno alla rappresentazione del proprio Atelier, luogo fisico di creazione e ispirazione, ma, al tempo stesso, luogo mentale trasfigurato in opera d’arte. Attraverso una pittura dalla connotazione narrativa e installativa, l’artista francese ha documentato oggetti, avvenimenti ed azioni che negli anni hanno modificato i suoi studi-laboratorio. Un lavoro basato sulla cristallizzazione del ricordo, come una simbolica e periodica distruzione e ricostruzione.
Per la sua terza personale nella Galleria Raucci/Santamaria, Hervè Ingrand ferma temporaneamente il flusso creativo, rieditando la sua opera precedente, proponendo nuove soluzioni formali tratte dalle orme del suo passato.
La Pense-Bête - il promemoria – richiama direttamente l’opera dell’artista belga Marcel Broodthaers che, nel 1964, ingessò un pacco di cinquanta volumi rimasti invenduti del suo omonimo e criptico poema con l’intento di interdirne la lettura. L’invisibilità dell’opera d’arte, degradata ad oggetto, è lo spunto che porta Ingrand ad esporre la rivisitazione di undici tele, primi esperimenti di riproduzione dell’Atelier, multipli di una realtà mai mostrata e che oggi non esiste più. Un impianto ciclico temporale, un promemoria, appunto, in cui la pittura cita e ritrasforma se stessa. L’hic et nunc legato a quei dipinti è svilito, ponendo l’artista (e lo spettatore) di fronte ad un ideale punto di partenza. Un ironico simbolismo di echi e colori, enfatizzato dal ricorrere del numero 1 – principio di ogni inizio -, onomatopeicamente richiamato dal neologismo EIN ripetuto in modo seriale sulle tele. Una parola che ricorda inoltre il suono dell’esclamazione “Cosa?”, ma è anche parte integrante del termine pEINture. Muovendosi sul terreno dei fraintendimenti e dei giochi di parole l’artista imbriglia la mostra in una fitta rete semantico-figurativa.
Un Ingrand in parte inedito - nonostante le dichiarazioni di “risparmio energetico” - anche nella grande tela del 2003 “Complot Cabane” (290X350 cm) che completa l’esposizione: la compostezza formale caratteristica dell’artista cede il passo ad un tratto più graffiato e indefinito. Un quadro misterioso, in bilico tra astratto e figurativo, che si svincola dalla ricerca strettamente connessa all’Atelier, che per anni ha atteso la sua occasione espositiva.
13
febbraio 2009
Hervè Ingrand – Ein, le pense bête
Dal 13 febbraio al 18 aprile 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA RAUCCI/SANTAMARIA
Napoli, Corso Amedeo Di Savoia Duca D'aosta, 190, (Napoli)
Napoli, Corso Amedeo Di Savoia Duca D'aosta, 190, (Napoli)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 11-13.30 e 15-18.30
Vernissage
13 Febbraio 2009, dalle ore 19 alle 21,30
Autore