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Fernando Rea – La casa di Dedalo
Raccoglie un nucleo importante di lavori recenti, che Rea ha realizzato a partire dal 2004 – sculture bassorilievi e digital paintings – a creare un percorso articolato capace di restituire la complessità di un linguaggio che nel mito ha trovato stimoli, suggestioni e ragioni di essere.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedi' 5 febbraio 2009, alle ore 18,00 a Frosinone, presso la Villa Comunale, via Marco Tullio Cicerone, si inaugura la personale di Fernando Rea. La casa di Dedalo, curata da Rocco Zani. La mostra, promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Frosinone, con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura della Provincia e della Fondazione Umberto Mastroianni di Arpino, rimarrà aperta fino al 24 febbraio tutti i giorni (compresa la domenica) dalle ore 9,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 19,00.
Raccoglie un nucleo importante di lavori recenti, che Rea ha realizzato a partire dal 2004 - sculture bassorilievi e digital paintings - a creare un percorso articolato capace di restituire la complessità di un linguaggio che nel mito ha trovato stimoli, suggestioni e ragioni di essere.
Per l'artista da quasi un ventennio la mitologia, che rappresenta non soltanto il motivo di irrinunciabili input creativi, quanto piuttosto l'opportunità di esprimere il farsi e disfarsi delle cose, il muto dialogo tra visibile e invisibile, tra razionale e irrazionale e, soprattutto, la possibilità di costruire un sottile equilibrio tra passato e presente per cancellare la contrapposizione. Queste opere recenti si presentano, infatti, come una particolare rilettura del passato a livello del contemporaneo. In esse ritroviamo la tradizione dell'arte occidentale e la necessità di rinnovarla, avendo coscienza di quella pluralità di stratificazioni culturali che la caratterizzano, al punto che l'artista ha elaborato una metodologia di lavoro assolutamente innovativa, in cui le tecniche abituali: l'uso dei metalli, delle sabbie, delle tempere, degli oli, dei pastelli si rapportano dialetticamente all'uso delle nuove tecnologie, dalla fotocopia all'elaborazione digitale.
Le immagini di Camilla, di Virbio, di Narciso, di Orfeo, di Persefone, che Fernando Rea crea senza soluzione di continuità, si presentano quindi non solo come memoria di una cultura originaria, attraverso cui riscoprire le motivazioni del presente, quanto piuttosto come possibilità di ripensare alla classicità in una prospettiva critica, in cui i termini di tradizione e di sperimentazione sono intesi come complementari, non come contraddittori.
La casa di Dedalo, evocata nel titolo, rappresenta il lungo viaggio dell'artista nei fertili territori della creatività perche', come scrive Zani in catalogo, -il viaggio, quale cifra dinamica e inesauribile di ricerca - pendolo a ridosso di sostanze epiche, territoriali, affettive, dolorose - e' l'obbligo essenziale e dotto della poetica di Rea; ovvero l'insolito volano capace di unificare, proprio attraverso la ricognizione, il senso e il volto del remoto con gli embrioni del presente.
Nella Casa di Dedalo i frammenti visivi - le opere definite e di esse una miriade di convinzioni precarie - disseminati magicamente lungo vere e proprie corsie della memoria appaiono come un robusto bagaglio mai disfatto da precedenti peregrinazioni. Un archivio di profili e ombre, di fluorescenze impenitenti, di biacche e di neri avversi, di invadenti allegrie e, al contempo, di miserevoli ostilità. C'e' pertanto, al di là di un'accoglienza distintamente retinica, un approdo fatto di mille ormeggi, edificato sulla consapevolezza di essere comunque viaggiatore instancabile tra gli arenili del passato e gli incerti scali del tempo presente-.
Raccoglie un nucleo importante di lavori recenti, che Rea ha realizzato a partire dal 2004 - sculture bassorilievi e digital paintings - a creare un percorso articolato capace di restituire la complessità di un linguaggio che nel mito ha trovato stimoli, suggestioni e ragioni di essere.
Per l'artista da quasi un ventennio la mitologia, che rappresenta non soltanto il motivo di irrinunciabili input creativi, quanto piuttosto l'opportunità di esprimere il farsi e disfarsi delle cose, il muto dialogo tra visibile e invisibile, tra razionale e irrazionale e, soprattutto, la possibilità di costruire un sottile equilibrio tra passato e presente per cancellare la contrapposizione. Queste opere recenti si presentano, infatti, come una particolare rilettura del passato a livello del contemporaneo. In esse ritroviamo la tradizione dell'arte occidentale e la necessità di rinnovarla, avendo coscienza di quella pluralità di stratificazioni culturali che la caratterizzano, al punto che l'artista ha elaborato una metodologia di lavoro assolutamente innovativa, in cui le tecniche abituali: l'uso dei metalli, delle sabbie, delle tempere, degli oli, dei pastelli si rapportano dialetticamente all'uso delle nuove tecnologie, dalla fotocopia all'elaborazione digitale.
Le immagini di Camilla, di Virbio, di Narciso, di Orfeo, di Persefone, che Fernando Rea crea senza soluzione di continuità, si presentano quindi non solo come memoria di una cultura originaria, attraverso cui riscoprire le motivazioni del presente, quanto piuttosto come possibilità di ripensare alla classicità in una prospettiva critica, in cui i termini di tradizione e di sperimentazione sono intesi come complementari, non come contraddittori.
La casa di Dedalo, evocata nel titolo, rappresenta il lungo viaggio dell'artista nei fertili territori della creatività perche', come scrive Zani in catalogo, -il viaggio, quale cifra dinamica e inesauribile di ricerca - pendolo a ridosso di sostanze epiche, territoriali, affettive, dolorose - e' l'obbligo essenziale e dotto della poetica di Rea; ovvero l'insolito volano capace di unificare, proprio attraverso la ricognizione, il senso e il volto del remoto con gli embrioni del presente.
Nella Casa di Dedalo i frammenti visivi - le opere definite e di esse una miriade di convinzioni precarie - disseminati magicamente lungo vere e proprie corsie della memoria appaiono come un robusto bagaglio mai disfatto da precedenti peregrinazioni. Un archivio di profili e ombre, di fluorescenze impenitenti, di biacche e di neri avversi, di invadenti allegrie e, al contempo, di miserevoli ostilità. C'e' pertanto, al di là di un'accoglienza distintamente retinica, un approdo fatto di mille ormeggi, edificato sulla consapevolezza di essere comunque viaggiatore instancabile tra gli arenili del passato e gli incerti scali del tempo presente-.
05
febbraio 2009
Fernando Rea – La casa di Dedalo
Dal 05 al 24 febbraio 2009
arte contemporanea
Location
VILLA COMUNALE
Frosinone, Via Marco Tullio Cicerone, 22, (Frosinone)
Frosinone, Via Marco Tullio Cicerone, 22, (Frosinone)
Orario di apertura
tutti i giorni (compresa la domenica) dalle ore 9,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 19,00.
Vernissage
5 Febbraio 2009, ore 18,00
Autore
Curatore