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Guardami. Il volto e lo sguardo 1969–2009
L’esposizione Guardami. Il volto e lo sguardo nell’arte 1969-2009 esplora uno dei temi iconografici fondanti dell’arte occidentale: il volto. Attraverso circa 80 opere di oltre 40 artisti si intende indagare la ricerca artistica internazionale degli ultimi quarant’anni valutando la persistenza della rappresentazione del volto, le sue alterazioni e trasformazioni.
Comunicato stampa
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La mostra Guardami. Il volto e lo sguardo nell’arte 1969-2009 si iscrive nell’ambito di un progetto culturale congiunto dei due principali musei d’arte del Polo Culturale di Lugano: il Museo Cantonale d’Arte e il Museo d’Arte della Città di Lugano. Nelle stesse date, infatti, il Museo d’Arte presenta nelle sedi di Villa Malpensata e di Villa Ciani l’esposizione Corpo, automi e robot. Tra arte, scienza e tecnologia dedicata al complesso rapporto corpo-scienza. Le due proposte espositive offrono una sorta di lettura incrociata delle ricerche artistiche sul corpo e il volto quali elementi fondanti dell’identità umana.
L’esposizione Guardami. Il volto e lo sguardo nell’arte 1969-2009 – allestita negli spazi del Museo Cantonale d'Arte – esplora uno dei temi iconografici fondanti dell’arte occidentale: il volto.
Attraverso circa 80 opere di oltre 40 artisti, si intende indagare la ricerca artistica internazionale degli ultimi quarant’anni valutando la persistenza della rappresentazione del volto, le sue alterazioni e trasformazioni. Le opere provengono da Musei, Fondazioni, gallerie e collezionisti di tutta Europa, oltre che dagli artisti stessi.
La mostra è a cura di Marco Franciolli, Direttore e Bettina Della Casa, Curatrice, Museo Cantonale d’Arte. Sezione video a cura di Elena Volpato, GAM Torino.
Il progetto espositivo del Museo Cantonale d’Arte nasce da una serie di interrogativi: è tuttora lecito pensare la rappresentazione del volto come indice di identità? Come significativa corrispondenza fra segno e cosa, immagine e soggetto?
Una riflessione sul soggetto oggi si confronta necessariamente, sul piano artistico, con la decostruzione del volto che si fraziona, si vela, si deforma, si cancella, opponendo resistenza ad ogni forma di identità univoca tra modello/figura, soggetto/immagine. La crisi del soggetto, ormai definitivamente minato nella sua unità e centralità, mette in gioco la possibilità stessa di avere o meno un volto. Ciononostante nelle ricerche degli artisti contemporanei il volto e le sue trasformazioni restano una tematica privilegiata, che trova espressione in mutate strategie di (auto)rappresentazione, in altri modi di riflettersi in uno o più volti.
Al fine di circoscrivere l’ambito di indagine, di per sé sconfinato, il “volto” viene inteso non tanto come “ritratto”, quanto piuttosto come “inter-faccia” tra sé e gli altri (oltre che tra sé e sé). Anziché focalizzare l’attenzione sulla singolarità del volto quale luogo dell’individualità e della rappresentatività del soggetto, esso è considerato nel suo carattere generale, come luogo della possibilità/impossibilità dell’instaurarsi di relazioni tra soggetti, sullo sfondo di un contesto storico-culturale sempre più marcato da istanze de-individualizzanti.
Ogni volto implica la messa in gioco dello sguardo, inteso come dispositivo essenziale affinché il volto si manifesti, si orienti verso il mondo esterno (l’altro/l’osservatore). Lo sguardo e la sua traiettoria sono quindi assunti come criterio di analisi del volto, come elementi atti a (ri)velarne il mistero e le sue declinazioni. Ma chi sono gli artefici dello sguardo? L’artista, il soggetto dell’opera e l’osservatore. Nella relazione dialettica tra questi tre attori lo sguardo si attiva dando vita (volto?) al volto. A partire da queste distinzioni si intende articolare l’esposizione.
SEZIONI DELLA MOSTRA
La mostra si divide in quattro sezioni, articolate secondo le diverse traiettorie dello sguardo del soggetto rappresentato.
Nel volto: lo sguardo del soggetto si articola secondo diverse traiettorie: assorto, soprapensiero, immerso in se stesso. Oppure si rivela all’altro, dà voce alla propria intimità. O ancora, è orientato verso un luogo vicino, lontano, proiettato all’infinito. Il soggetto, insomma, abita il reale secondo diverse modalità che lo proiettano in una complessa rete di relazioni.
Opere di: Stefan Balkenhol, Vincenzo Cabiati, Chuck Close, Till Freiwald, Franz Gertsch, Roni Horn, Craige Horsfield, Alex Katz, João Onofre, Mimmo Rotella, Beat Streuli, Bill Viola, Andy Warhol.
Autoritratto: lo sguardo dell’artista si orienta su di sé, sulla propria identità di artefice dell’opera (come autore, non come soggetto psicologico) oppure indaga la questione dell’identità, di tipo sociale, generazionale o culturale.
Opere di: Vito Acconci, Vincenzo Agnetti, Laurie Anderson, Chuck Close, Daniela De Lorenzo, Francesco Gennari, Richard Hamilton, Urs Lüthi, Mario Merz, Liliana Moro, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Pietro Roccasalva, Thomas Ruff, Thomas Schütte, Ian Tweedy, Jan Vercruysse.
Lo sguardo negato: lo sguardo smarrisce la propria centralità, si eclissa, si nega, si assenta o si maschera. Gli occhi si velano o si accecano, non resta alcuna traccia di plausibili traiettorie dello sguardo.
Opere di: Marina Abramovic-Ulay, Tony Cragg, Gino De Dominicis, Daniela De Lorenzo, John Hilliard, Richard Hamilton, Roni Horn, Giovanni Kronenberg, Joan Jonas, Marisa Merz, Jonathan Monk, Bruce Nauman, Arnulf Rainer, Markus Raetz, Gerhard Richter, Pietro Roccasalva, Remo Salvadori, Markus Schinwald.
Nel tempo: lo sguardo registra e rivela il trascorrere del tempo individuale e collettivo; conserva un’immagine in assenza, lasciando affiorare la memoria, (ri)guarda la morte.
Opere di: Vincenzo Agnetti, Christian Boltanski, Roman Opalka, Giulio Paolini, Thomas Schütte.
Un catalogo a colori bilingue, italiano/inglese, edito da Silvana Editoriale (www.silvanaeditoriale.it), 296 pagine, accompagna l'esposizione con testi di Marco Belpoliti, Federico Ferrari, Marco Franciolli e Bettina Della Casa.
Schede critico-biografiche di Vincenzo de Bellis, Simone Menegoi e Elena Volpato. Prezzo: Fr. 50.–, Euro 34.
L’esposizione Guardami. Il volto e lo sguardo nell’arte 1969-2009 – allestita negli spazi del Museo Cantonale d'Arte – esplora uno dei temi iconografici fondanti dell’arte occidentale: il volto.
Attraverso circa 80 opere di oltre 40 artisti, si intende indagare la ricerca artistica internazionale degli ultimi quarant’anni valutando la persistenza della rappresentazione del volto, le sue alterazioni e trasformazioni. Le opere provengono da Musei, Fondazioni, gallerie e collezionisti di tutta Europa, oltre che dagli artisti stessi.
La mostra è a cura di Marco Franciolli, Direttore e Bettina Della Casa, Curatrice, Museo Cantonale d’Arte. Sezione video a cura di Elena Volpato, GAM Torino.
Il progetto espositivo del Museo Cantonale d’Arte nasce da una serie di interrogativi: è tuttora lecito pensare la rappresentazione del volto come indice di identità? Come significativa corrispondenza fra segno e cosa, immagine e soggetto?
Una riflessione sul soggetto oggi si confronta necessariamente, sul piano artistico, con la decostruzione del volto che si fraziona, si vela, si deforma, si cancella, opponendo resistenza ad ogni forma di identità univoca tra modello/figura, soggetto/immagine. La crisi del soggetto, ormai definitivamente minato nella sua unità e centralità, mette in gioco la possibilità stessa di avere o meno un volto. Ciononostante nelle ricerche degli artisti contemporanei il volto e le sue trasformazioni restano una tematica privilegiata, che trova espressione in mutate strategie di (auto)rappresentazione, in altri modi di riflettersi in uno o più volti.
Al fine di circoscrivere l’ambito di indagine, di per sé sconfinato, il “volto” viene inteso non tanto come “ritratto”, quanto piuttosto come “inter-faccia” tra sé e gli altri (oltre che tra sé e sé). Anziché focalizzare l’attenzione sulla singolarità del volto quale luogo dell’individualità e della rappresentatività del soggetto, esso è considerato nel suo carattere generale, come luogo della possibilità/impossibilità dell’instaurarsi di relazioni tra soggetti, sullo sfondo di un contesto storico-culturale sempre più marcato da istanze de-individualizzanti.
Ogni volto implica la messa in gioco dello sguardo, inteso come dispositivo essenziale affinché il volto si manifesti, si orienti verso il mondo esterno (l’altro/l’osservatore). Lo sguardo e la sua traiettoria sono quindi assunti come criterio di analisi del volto, come elementi atti a (ri)velarne il mistero e le sue declinazioni. Ma chi sono gli artefici dello sguardo? L’artista, il soggetto dell’opera e l’osservatore. Nella relazione dialettica tra questi tre attori lo sguardo si attiva dando vita (volto?) al volto. A partire da queste distinzioni si intende articolare l’esposizione.
SEZIONI DELLA MOSTRA
La mostra si divide in quattro sezioni, articolate secondo le diverse traiettorie dello sguardo del soggetto rappresentato.
Nel volto: lo sguardo del soggetto si articola secondo diverse traiettorie: assorto, soprapensiero, immerso in se stesso. Oppure si rivela all’altro, dà voce alla propria intimità. O ancora, è orientato verso un luogo vicino, lontano, proiettato all’infinito. Il soggetto, insomma, abita il reale secondo diverse modalità che lo proiettano in una complessa rete di relazioni.
Opere di: Stefan Balkenhol, Vincenzo Cabiati, Chuck Close, Till Freiwald, Franz Gertsch, Roni Horn, Craige Horsfield, Alex Katz, João Onofre, Mimmo Rotella, Beat Streuli, Bill Viola, Andy Warhol.
Autoritratto: lo sguardo dell’artista si orienta su di sé, sulla propria identità di artefice dell’opera (come autore, non come soggetto psicologico) oppure indaga la questione dell’identità, di tipo sociale, generazionale o culturale.
Opere di: Vito Acconci, Vincenzo Agnetti, Laurie Anderson, Chuck Close, Daniela De Lorenzo, Francesco Gennari, Richard Hamilton, Urs Lüthi, Mario Merz, Liliana Moro, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Pietro Roccasalva, Thomas Ruff, Thomas Schütte, Ian Tweedy, Jan Vercruysse.
Lo sguardo negato: lo sguardo smarrisce la propria centralità, si eclissa, si nega, si assenta o si maschera. Gli occhi si velano o si accecano, non resta alcuna traccia di plausibili traiettorie dello sguardo.
Opere di: Marina Abramovic-Ulay, Tony Cragg, Gino De Dominicis, Daniela De Lorenzo, John Hilliard, Richard Hamilton, Roni Horn, Giovanni Kronenberg, Joan Jonas, Marisa Merz, Jonathan Monk, Bruce Nauman, Arnulf Rainer, Markus Raetz, Gerhard Richter, Pietro Roccasalva, Remo Salvadori, Markus Schinwald.
Nel tempo: lo sguardo registra e rivela il trascorrere del tempo individuale e collettivo; conserva un’immagine in assenza, lasciando affiorare la memoria, (ri)guarda la morte.
Opere di: Vincenzo Agnetti, Christian Boltanski, Roman Opalka, Giulio Paolini, Thomas Schütte.
Un catalogo a colori bilingue, italiano/inglese, edito da Silvana Editoriale (www.silvanaeditoriale.it), 296 pagine, accompagna l'esposizione con testi di Marco Belpoliti, Federico Ferrari, Marco Franciolli e Bettina Della Casa.
Schede critico-biografiche di Vincenzo de Bellis, Simone Menegoi e Elena Volpato. Prezzo: Fr. 50.–, Euro 34.
24
ottobre 2009
Guardami. Il volto e lo sguardo 1969–2009
Dal 24 ottobre 2009 al 21 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
MUSEO CANTONALE D’ARTE
Lugano, Via Canova, 10, (Lugano)
Lugano, Via Canova, 10, (Lugano)
Biglietti
Fr. 10.-, € 7.-, AVS, AI, studenti, gruppi Fr. 7.-, € 5.- Ingresso ridotto al Museo d’Arte per la mostra “Corpo, automi, robot. Tra arte, scienza e tecnologia” presentando il biglietto d’ingresso del Museo Cantonale d’Arte
Orario di apertura
martedì 14.00 - 18.00 mercoledì - domenica 10.00 - 18.00 lunedì chiuso
Vernissage
24 Ottobre 2009, ore 17
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
STUDIO BATTAGE
Ufficio stampa
ALESSANDRA DE ANTONELLIS
Autore
Curatore