20 febbraio 2002

Puglia, presentato al BIT un grande parco archeologico/preistorico

 

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Calpestavano il suolo che poi divenne caro a Padre Pio. Erano carnivori, ma conviventi in branco con dinosauri erbivori. La scoperta arriva qualche mese fa in una cava di marmi in località San Marco in Lamis, sul Gargano, non lontano da San Giovanni Rotondo. La Puglia, come sarà annunciato giovedì 21 febbraio 2002 dal presidente della Giunta Regionale, Raffaele Fitto, al padiglione Puglia Turismi della BIT di Milano (pad. 17 corsie C-D), era popolata dal temibile tirannosauro o almeno da un suo stretto parente. Lo rivelano le orme e i calchi rinvenuti nei blocchi estratti a oltre quaranta metri di profondità nella cava attiva di Borgo Celano, nelle terre di Padre Pio. Orme di tirannosauro, provenienti da Borgo Celano, sono state rinvenute anche nei blocchi calcarei utilizzati per la realizzazione dei moli portuali di Mattinata e Peschici, nel Gargano.
La scoperta di Mattinata conferma la Puglia nel ruolo di Jurassic Park italiano. Nel 1999, oltre 200 impronte di dinosauri erbivori furono scoperte in una cava abbandonata di Altamura, nell’Alta Murgia. Lasciate nel Cretaceo 140-65 milioni di anni fa da quadrupedi erbivori del peso di una tonnellata, ricoperte di alghe e sedimenti marini, le piste di impronte di Altamura rappresentano uno dei più ricchi giacimenti del mondo: l’ipotesi è che qui si concentrino, non ancora portate alla luce, 30.000 orme e qualche centinaio di piste. Altri veli continuano a squarciarsi sugli enigmi della preistoria pugliese. L’eccezionale rinvenimento di due statuette d’avorio di probabile fattura micenea negli ipogei proto-dauni di Trinitapoli, del II secolo a. C., hanno indotto all’apertura, nel prossimo maggio, del Parco Archeologico Ipogeico: un unicum, in Italia, di cui si potranno visitare due dei 15 corridoi scavati da Anna Maria Tunzi della Soprintendenza Archeologica di Bari.
Contestualmente sarà inaugurata la prima Settimana Ipogeica che avrà il suo culmine nella esposizione dei due avori micenei, il cinghialetto e l’uomo con il fallo ritto e la testa di toro ritrovati nel secondo ipogeo. Sono la testimonianza della successiva funzione funeraria di queste catacombe preistoriche (in origine luoghi rituali) e di un passato di ardite spedizioni mercantili tra le sponde del Mediterraneo Orientale. Come vuole raccontare anche la mostra in programma a Bari, da maggio a ottobre 2002, al Castello Svevo e nei luoghi del centro storico a forte identità marinara, “Santi e marinai sull’Adriatico. Dodici secoli di marineria e scambi culturali tra Bari e Cattaro“.


Per informazioni: Puglia Turismi: tel. 080-5426126 e 080-5573896.
Informazioni per i giornalisti (numero da non pubblicare). Ufficio stampa: Ella studio di Carla Soffritti, tel. 335-8388895 – E-mail info@ella.it


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