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Catodica 4
L’immagine elettronica in movimento con tutti i suoi aggiornamenti digitali, rimane il perno centrale di questa manifestazione, tuttavia quest’anno si abbina anche all’azione performativa. Si fa cioè video-performance, una delle declinazioni possibili della dilatata sperimentazione linguistica entro cui si muove non solo la video-art ma tutta la ricerca artistica contemporanea.
Comunicato stampa
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Il 22 gennaio 2009, con inizio alle ore 20, avrà luogo al Teatro Miela, a Trieste, la IV edizione della rassegna internazionale di video-art denominata CATODICA, promossa dall’associazione culturale Fucinemute di Trieste, con la collaborazione del Gruppo 78, e la direzione artistica di Maria Campitelli. Il 22 gennaio è l’ultimo giorno di “Trieste Film festival” nel cui ambito Catodica è inserita.
L’immagine elettronica in movimento con tutti i suoi aggiornamenti digitali, rimane il perno centrale di questa manifestazione, tuttavia quest’anno si abbina anche all’azione performativa. Si fa cioè video-performance, una delle declinazioni possibili della dilatata sperimentazione linguistica entro cui si muove non solo la video-art ma tutta la ricerca artistica contemporanea.
Presentando una scelta campionatura di espressioni video, italiane e straniere, Catodica 4 si sviluppa dunque in parallelo con la produzione cinematografica con la quale presenta certo forti affinità, non fosse altro per le modalità dell’ immagine in movimento che si afferma e realizza nello snodo temporale. Tuttavia le caratteristiche permangono diverse, nei fini come nei mezzi, anche se il cinema si è a sua volta appropriato di formati elettronici e digitali.
Il video resta uno strumento fondamentale nella ricerca espressiva e comunicativa degli artisti di oggi che con esso materializzano quella vocazione già insita nelle avanguardie del secolo scorso, al racconto che si configura nel tempo. E il racconto può significare molte cose, può vestirsi di simboli e metafore, come rasentare la documentazione, può essere astratto o realistico come un quadro, raccogliere emozioni, proporre visioni e particolari letture dello stato delle cose, analizzare stati d’animo, stravolgere situazioni, a seconda della spinta interiore del video-macker. È quasi sempre di breve durata, un flash che illumina la mente e seduce lo sguardo.
Le video-performances di questa edizione sono firmate da Angelo Pretolani, Francesco Arena, Guillermo Giampietro.
Quella di Pretolani è liberamente ispirata all’happening “Fall” di Allan Caprow. Ideata nell’originale per due persone che interagiscono raccogliendo foglie e spargendole lungo un percorso, nella performance di Pretolani il protagonista si sdoppia dentro e fuori del monitor : un cortocircuito tra rappresentazione e realtà. Nel video ad un certo punto il personaggio si dilegua, l’immagine cede alla realtà vissuta, rimane il performer in carne ed ossa; alla fine apre la sua valigia facendo fuoriuscire manciate di foglie d’alloro che andranno ad oscurare il monitor. Come a dire un desiderio di concretezza a scapito della virtualità diffusa.
La video-performance di Francesco Arena è tratta da “Respiri/Breaths” una produzione video in progress che conosce svariate soluzioni, abbinando alle immagini bicromatiche – rosso il volto, giallo lo sfondo – una sempre diversa sonorizzazione. Sono visi in primo piano che “respirano” dietro un vetro, esprimendo diversi stati d’animo. Ancora uno scarto tra l’ansimante fisicità dei ragazzi chiamati a respirare davanti alla telecamera e l’icona immateriale che diventano nella proiezione. Per Catodica 4 si è scelto “Fabio” tra i 23 soggetti raccolti dall’artista, nella versione performativa live con un corpo danzante, quello di Luca Zampar che traduce in “carne viva gli stati d’animo costretti nella proiezione”.
La video-performance di Guillermo Giampietro, intitolata “Index” - si ispira all’Aleph di Borges, cioè quello che, secondo il giudizio di molti critici, viene considerato un punto di partenza che non trova un punto di arrivo, ma solo una direzione. Index è un contenitore che vorrebbe racchiudere tutte le cose nell’assurdo tentativo di raggiungere la totalità. La video-performance, che si avvale della collaborazione di Lara Baracetti quale performer live, “si presenta come la metafora sempre incompiuta” di una realtà imprendibile e incontenibile in un “presente vivente”.
E poi c’è la serie di video-proiezioni, la spina dorsale i Catodica, raccolta sotto il titolo di “Aggiornamenti”. Si propongono infatti lavori di artisti (alcuni non tutti) già noti al pubblico di questa rassegna, come Masbedo, Rebecca Agnes, Almagul Menlibayeva, Ofri Cnaani…con l’intento di “aggiornarci” sul loro sviluppo creativo. Rebecca Agnes con “The Big Bean that landed on Earth” ribadisce ancora una volta il suo legame ai processi dell’animazione, dischiudendo un mondo in bilico tra fantascienza e rigogliosa quanto poetica, immaginazione visiva. I Masbedo, al vertice della produzione video italiana, presentano i loro leit-motiv portanti - incomunicabilità, solitudine, disincanto…– anche in questo 11.45.03, titolo che indica il time code. Un racconto, sostenuto dalla potenza delle immagini, condensato in un paradigma di verità e paradosso.
Con le metafore di “Pathos” e “Inside Collusion” Ofri Cnaani (Israele) ridisegna le sue tematiche – interrelazione tra spazio e fisicità, costrizioni che comportano tensioni psicologiche… e ripropone le sue inconfondibili modalità espressive tra realtà e finzione. Almagul Menlibayeva, con “Kissing Totems” abbandona la cultura islamico/animistica del Kazakhstan, suo paese d’origine. per introdurci tra strutture vetero industriali dismesse, a seguire il viaggio di una bimba verso l’adolescenza attraverso misteriose apparizioni e fantasmatici rituali femminili .
Tra i nomi nuovi, Bruno Muzzolini con “Anema e core” trasporta nel gelido paesaggio dell’Islanda, in un’area vulcanica di severa bellezza, il calore mediterraneo della canzone napoletana. Di Davide Bertocchi proponiamo “Atomium Odissey”; ossia l’atomo metaforico che ruota nello spazio cosmico finchè viene assorbito in esso. “Di-stanze” di Angela Pietribiasi è una meditazione su un luogo abbandonato che spinge l’autrice verso un visionarismo soft, percorso da scritture che traducono il suo stato d’animo . Antonio Giacomin, con la collaborazione di Francesca Debelli offre un video di danza sulla neve, dove le immagini si fanno apparizioni di sogno.
C’è poi il gruppo di artisti provenienti dall’Albania e dal Kosovo, Eltjon Valle, Fani Zguro, diversamente documentativi di realtà delle loro terre, mentre Alban Muja assieme a Joanna Rytel intesse una breve, disincantata love-story.
L’inglese Hetain Patel, che ha dato l’immagine alla promozione pubblicitaria, espone un rituale indiano “Kanku-Raga” con cui elabora uno stretto intreccio tra suono, corpo, percezione visiva. Gerlinde Helm lavora invece sulle possibilità trasformistiche del mezzo digitale, offrendoci una frenetica, frammentata visione del mondo
C’è anche un gruppo di artisti locali con i lavori più recenti: Carlo Andreasi svela, nell’immagine, una particolare poetica dell’indefinitezza, Roberta Cianciola, presenta un conciso, simbolico discorso autoreferenziale, Davide Skerly, ribadisce il suo orientamento narrativo-cinematorafico, Massimo Premuda mette in atto una curiosa comparazione tra popcorn e porcellini d’India, Lucia Flego liberamente documenta un fastoso matrimonio giapponese che anacronisticamente ripercorre antiche tradizioni. Elisa Zurlo e Lucio Perini infine con una rinnovata ricerca sul corpo confrontano le loro differenti esperienze artistiche.
Anche quest’anno Catodica si conclude con un concerto. E’ la volta dei Port-Royal, di Genova, definiti pionieri post-elettronici dalle svariate quanto affascinanti sperimentazioni linguistiche. Si distinguono anche per evocazioni desunte dall’Est europeo in un auspicato connubio tra Oriente e d Occidente. Ma il più diretto legame con Catodica consiste nella presenza all’interno del gruppo di un video artista Sievo Damantakos che è considerato alla stressa stregua dei musicisti e il cui ruolo di produzione di immagini è determinante per la fisionomia della band.
Si ringraziano per la cortese collaborazione la Galleria Pack di Milano e la Davide Gallo Galerie di Berlino.
L’immagine elettronica in movimento con tutti i suoi aggiornamenti digitali, rimane il perno centrale di questa manifestazione, tuttavia quest’anno si abbina anche all’azione performativa. Si fa cioè video-performance, una delle declinazioni possibili della dilatata sperimentazione linguistica entro cui si muove non solo la video-art ma tutta la ricerca artistica contemporanea.
Presentando una scelta campionatura di espressioni video, italiane e straniere, Catodica 4 si sviluppa dunque in parallelo con la produzione cinematografica con la quale presenta certo forti affinità, non fosse altro per le modalità dell’ immagine in movimento che si afferma e realizza nello snodo temporale. Tuttavia le caratteristiche permangono diverse, nei fini come nei mezzi, anche se il cinema si è a sua volta appropriato di formati elettronici e digitali.
Il video resta uno strumento fondamentale nella ricerca espressiva e comunicativa degli artisti di oggi che con esso materializzano quella vocazione già insita nelle avanguardie del secolo scorso, al racconto che si configura nel tempo. E il racconto può significare molte cose, può vestirsi di simboli e metafore, come rasentare la documentazione, può essere astratto o realistico come un quadro, raccogliere emozioni, proporre visioni e particolari letture dello stato delle cose, analizzare stati d’animo, stravolgere situazioni, a seconda della spinta interiore del video-macker. È quasi sempre di breve durata, un flash che illumina la mente e seduce lo sguardo.
Le video-performances di questa edizione sono firmate da Angelo Pretolani, Francesco Arena, Guillermo Giampietro.
Quella di Pretolani è liberamente ispirata all’happening “Fall” di Allan Caprow. Ideata nell’originale per due persone che interagiscono raccogliendo foglie e spargendole lungo un percorso, nella performance di Pretolani il protagonista si sdoppia dentro e fuori del monitor : un cortocircuito tra rappresentazione e realtà. Nel video ad un certo punto il personaggio si dilegua, l’immagine cede alla realtà vissuta, rimane il performer in carne ed ossa; alla fine apre la sua valigia facendo fuoriuscire manciate di foglie d’alloro che andranno ad oscurare il monitor. Come a dire un desiderio di concretezza a scapito della virtualità diffusa.
La video-performance di Francesco Arena è tratta da “Respiri/Breaths” una produzione video in progress che conosce svariate soluzioni, abbinando alle immagini bicromatiche – rosso il volto, giallo lo sfondo – una sempre diversa sonorizzazione. Sono visi in primo piano che “respirano” dietro un vetro, esprimendo diversi stati d’animo. Ancora uno scarto tra l’ansimante fisicità dei ragazzi chiamati a respirare davanti alla telecamera e l’icona immateriale che diventano nella proiezione. Per Catodica 4 si è scelto “Fabio” tra i 23 soggetti raccolti dall’artista, nella versione performativa live con un corpo danzante, quello di Luca Zampar che traduce in “carne viva gli stati d’animo costretti nella proiezione”.
La video-performance di Guillermo Giampietro, intitolata “Index” - si ispira all’Aleph di Borges, cioè quello che, secondo il giudizio di molti critici, viene considerato un punto di partenza che non trova un punto di arrivo, ma solo una direzione. Index è un contenitore che vorrebbe racchiudere tutte le cose nell’assurdo tentativo di raggiungere la totalità. La video-performance, che si avvale della collaborazione di Lara Baracetti quale performer live, “si presenta come la metafora sempre incompiuta” di una realtà imprendibile e incontenibile in un “presente vivente”.
E poi c’è la serie di video-proiezioni, la spina dorsale i Catodica, raccolta sotto il titolo di “Aggiornamenti”. Si propongono infatti lavori di artisti (alcuni non tutti) già noti al pubblico di questa rassegna, come Masbedo, Rebecca Agnes, Almagul Menlibayeva, Ofri Cnaani…con l’intento di “aggiornarci” sul loro sviluppo creativo. Rebecca Agnes con “The Big Bean that landed on Earth” ribadisce ancora una volta il suo legame ai processi dell’animazione, dischiudendo un mondo in bilico tra fantascienza e rigogliosa quanto poetica, immaginazione visiva. I Masbedo, al vertice della produzione video italiana, presentano i loro leit-motiv portanti - incomunicabilità, solitudine, disincanto…– anche in questo 11.45.03, titolo che indica il time code. Un racconto, sostenuto dalla potenza delle immagini, condensato in un paradigma di verità e paradosso.
Con le metafore di “Pathos” e “Inside Collusion” Ofri Cnaani (Israele) ridisegna le sue tematiche – interrelazione tra spazio e fisicità, costrizioni che comportano tensioni psicologiche… e ripropone le sue inconfondibili modalità espressive tra realtà e finzione. Almagul Menlibayeva, con “Kissing Totems” abbandona la cultura islamico/animistica del Kazakhstan, suo paese d’origine. per introdurci tra strutture vetero industriali dismesse, a seguire il viaggio di una bimba verso l’adolescenza attraverso misteriose apparizioni e fantasmatici rituali femminili .
Tra i nomi nuovi, Bruno Muzzolini con “Anema e core” trasporta nel gelido paesaggio dell’Islanda, in un’area vulcanica di severa bellezza, il calore mediterraneo della canzone napoletana. Di Davide Bertocchi proponiamo “Atomium Odissey”; ossia l’atomo metaforico che ruota nello spazio cosmico finchè viene assorbito in esso. “Di-stanze” di Angela Pietribiasi è una meditazione su un luogo abbandonato che spinge l’autrice verso un visionarismo soft, percorso da scritture che traducono il suo stato d’animo . Antonio Giacomin, con la collaborazione di Francesca Debelli offre un video di danza sulla neve, dove le immagini si fanno apparizioni di sogno.
C’è poi il gruppo di artisti provenienti dall’Albania e dal Kosovo, Eltjon Valle, Fani Zguro, diversamente documentativi di realtà delle loro terre, mentre Alban Muja assieme a Joanna Rytel intesse una breve, disincantata love-story.
L’inglese Hetain Patel, che ha dato l’immagine alla promozione pubblicitaria, espone un rituale indiano “Kanku-Raga” con cui elabora uno stretto intreccio tra suono, corpo, percezione visiva. Gerlinde Helm lavora invece sulle possibilità trasformistiche del mezzo digitale, offrendoci una frenetica, frammentata visione del mondo
C’è anche un gruppo di artisti locali con i lavori più recenti: Carlo Andreasi svela, nell’immagine, una particolare poetica dell’indefinitezza, Roberta Cianciola, presenta un conciso, simbolico discorso autoreferenziale, Davide Skerly, ribadisce il suo orientamento narrativo-cinematorafico, Massimo Premuda mette in atto una curiosa comparazione tra popcorn e porcellini d’India, Lucia Flego liberamente documenta un fastoso matrimonio giapponese che anacronisticamente ripercorre antiche tradizioni. Elisa Zurlo e Lucio Perini infine con una rinnovata ricerca sul corpo confrontano le loro differenti esperienze artistiche.
Anche quest’anno Catodica si conclude con un concerto. E’ la volta dei Port-Royal, di Genova, definiti pionieri post-elettronici dalle svariate quanto affascinanti sperimentazioni linguistiche. Si distinguono anche per evocazioni desunte dall’Est europeo in un auspicato connubio tra Oriente e d Occidente. Ma il più diretto legame con Catodica consiste nella presenza all’interno del gruppo di un video artista Sievo Damantakos che è considerato alla stressa stregua dei musicisti e il cui ruolo di produzione di immagini è determinante per la fisionomia della band.
Si ringraziano per la cortese collaborazione la Galleria Pack di Milano e la Davide Gallo Galerie di Berlino.
22
gennaio 2009
Catodica 4
22 gennaio 2009
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
TEATRO MIELA
Trieste, Piazza Luigi Amedeo Duca Degli Abruzzi, 3, (Trieste)
Trieste, Piazza Luigi Amedeo Duca Degli Abruzzi, 3, (Trieste)
Vernissage
22 Gennaio 2009, ore 20
Autore