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Looka – Riarticolazione dell’invisibile
Luca Vallecchi ama il futurismo; la sua ricerca e i suoi slanci, infatti, hanno come fonte diretta lo stupore e l’entusiasmo di quel movimento verso la potenza evocativa della tecnica e delle sue scommesse d’innovazione e cambiamento. (…) Silvia Petronici
Comunicato stampa
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Luca Vallecchi ama il futurismo; la sua ricerca e i suoi slanci, infatti, hanno come fonte diretta lo stupore e l’entusiasmo di quel movimento verso la potenza evocativa della tecnica e delle sue scommesse d’innovazione e cambiamento. Gli oggetti presenti nei suoi quadri, infatti, provengono come da uno stupefacente mondo meccanico primo novecentesco, in cui viti, bulloni, molle, resistenze elettriche, targhe e bobine sono guardate come per la prima volta. Anche la scelta dello pseudonimo LOOKA invita ad uno sguardo primario; se lo scomponiamo, infatti, troviamo il verbo inglese “to look”, guardare, e “A” come la prima lettera dell’alfabeto, l’Alfa di tutte le cose.
Sul piano per così dire formale questo giovane autore esplora il ready made e l’assemblaggio di oggetti d’uso quotidiano e l’esplorazione è prima di tutto un’indagine nelle suggestioni estetiche di questi oggetti. Gli oggetti semanticamente recuperati riarticolano la loro sostanza linguistica e formale in una nuova dimensione per la quale, non più funzionali, sono forme e volumi nello spazio del quadro. E nel quadro l’istintintivo assemblaggio accumulatorio è quasi sempre superato da un interesse compositivo ricco ed equilibrato. Le fonti, perciò, il Dada come Rauschenberg, sono riconoscibili ma superate da una poetica personale e interessante. Gli oggetti raccontano ancora storie ma soprattutto sono forme. Questo interesse per i volumi e la loro relazione con lo spazio astratto del quadro è evidente nei lavori più propriamente pittorici, dove l’approccio grafico è composto ed elegante, il bianco e nero pieno di silenzio ed equilibrio.
Oltre l’interesse compositivo emerge il tema della scatola che da volume ridiventa contenitore. All’interno delle scatole presenti nei quadri di Luca sono posti oggetti per così dire segreti, oggetti da salvare, frammenti di memoria da lanciare nel tempo.
La scatola contenitore-mondo, perciò, rivendica il potere pseudo magico dell’eterna conservazione. La scatola e la sua ricorsività nei quadri di questo autore è una risposta alla paura della morte come un monito sull’invisibile. C’è tutto ciò di cui si è consapevoli, il resto si disperde. La scatola, quindi, finisce per essere l’autore stesso che trasposto nella narrazione del suo lavoro salva i suoi migliori segreti.
note sull’opera di LOOKA (Luca Vallecchi)
a cura di Silvia petronici gavagai
Sul piano per così dire formale questo giovane autore esplora il ready made e l’assemblaggio di oggetti d’uso quotidiano e l’esplorazione è prima di tutto un’indagine nelle suggestioni estetiche di questi oggetti. Gli oggetti semanticamente recuperati riarticolano la loro sostanza linguistica e formale in una nuova dimensione per la quale, non più funzionali, sono forme e volumi nello spazio del quadro. E nel quadro l’istintintivo assemblaggio accumulatorio è quasi sempre superato da un interesse compositivo ricco ed equilibrato. Le fonti, perciò, il Dada come Rauschenberg, sono riconoscibili ma superate da una poetica personale e interessante. Gli oggetti raccontano ancora storie ma soprattutto sono forme. Questo interesse per i volumi e la loro relazione con lo spazio astratto del quadro è evidente nei lavori più propriamente pittorici, dove l’approccio grafico è composto ed elegante, il bianco e nero pieno di silenzio ed equilibrio.
Oltre l’interesse compositivo emerge il tema della scatola che da volume ridiventa contenitore. All’interno delle scatole presenti nei quadri di Luca sono posti oggetti per così dire segreti, oggetti da salvare, frammenti di memoria da lanciare nel tempo.
La scatola contenitore-mondo, perciò, rivendica il potere pseudo magico dell’eterna conservazione. La scatola e la sua ricorsività nei quadri di questo autore è una risposta alla paura della morte come un monito sull’invisibile. C’è tutto ciò di cui si è consapevoli, il resto si disperde. La scatola, quindi, finisce per essere l’autore stesso che trasposto nella narrazione del suo lavoro salva i suoi migliori segreti.
note sull’opera di LOOKA (Luca Vallecchi)
a cura di Silvia petronici gavagai
29
gennaio 2009
Looka – Riarticolazione dell’invisibile
Dal 29 gennaio al 04 febbraio 2009
arte contemporanea
Location
ARTSENAL63
Firenze, Via Santa Reparata, 19R, (Firenze)
Firenze, Via Santa Reparata, 19R, (Firenze)
Orario di apertura
da giovedì a mercoledì (chiuso la domenica) dalle 10 alle 20
Vernissage
29 Gennaio 2009, ore 18.00
Autore
Curatore