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Riccardo Licata e le stagioni dello spazialismo a Venezia
La mostra, formata da circa novanta opere, si sviluppa sul confronto fra il percorso di Licata negli anni ‘50 e ’60 e quello degli artisti veneziani, che in quegli stessi anni aderirono, pur in diverse maniere, al grande movimento Spazialista.
Comunicato stampa
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Inaugura a Palazzo Venezia, mercoledì 28 gennaio alle ore 19:30, la mostra “Riccardo Licata e le stagioni dello spazialismo a Venezia”, curata dal professor Giovanni Granzotto. La rassegna, oltre a ripercorrere la carriera artistica del maestro, approfondisce il confronto fra il percorso di Licata negli anni ’50 e ’60 e quello di tutti gli altri artisti veneziani suoi contemporanei che aderirono in quegli stessi anni alla corrente spazialista.
Geniale e rivoluzionario movimento artistico, lo Spazialismo influenzò profondamente l’arte europea nel Dopoguerra grazie al lavoro di Lucio Fontana, suo teorico e fondatore, il quale ne suggella la nascita a partire dal 1947, anno cui risale il primo manifesto. Arte integrale che rifiuta l’immagine naturalistica e si serve di elementi quali la luce, il suono e il vuoto spaziale, la teoria che contraddistingue lo Spazialismo è la conquista illimitata dello spazio attraverso qualsiasi mezzo, spingendo ad andare oltre, indagando in piena libertà e accomunando artisti le cui ricerche si integrano nell’ambito del linguaggio informale, materico, gestuale e segnico.
La mostra, che si terrà nella Sala Regia e nella Sala delle Battaglie, vuole anche essere l’occasione per presentare e valutare nello specifico l’adesione di numerosi pittori veneti al filone spazialista, molti dei quali hanno influito in maniera determinante sullo sviluppo della poetica licatiana.
Oltre ad un importante nucleo di dipinti di Riccardo Licata, circa sessanta, metà dei quali risalenti al periodo che va dagli anni ’50 ai ’60, saranno esposte una trentina di opere di Guidi, Tancredi, Bacci, Deluigi, Rampin, Vianello, Gaspari, Gasparini, Finzi e Morandis, tutti esponenti della corrente spazialista. Tra le altre saranno presenti in mostra due opere di Lucio Fontana.
Per proporre, infine, la nuova concezione di uno spazio rappresentativo, la mostra sarà arricchita da una selezione di opere di Riccardo Licata eseguite negli anni 2000, che vanno a confermare quanto la sua ricerca non abbia mai abbandonato l’idea straniante e magica dello spazio che Venezia ha conservato nei secoli.
Presenti all’inaugurazione il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione On. Renato Brunetta, il Sottosegretario del Ministero per i Beni Culturali On. Francesco Giro e il Soprintendente al Polo Museale Romano professor Claudio Strinati, tra l’altro partecipi della composizione del catalogo con loro personali introduzioni.
Scrive il professor Giovanni Granzotto, curatore della rassegna e del catalogo edito da Il Cigno GG Edizioni: “Licata, pur non dismettendo la veste dell'affabulatore, talvolta quasi assumendo il ruolo di un rapsodo, di un cantore estatico, in bilico fra storia e mito, ora sembrava anche attratto da un nuovo compito: quello di cronista e testimone della realtà, soprattutto di un testimone solidale ed appassionato”.
Il volume ospita inoltre i saggi: Licata, pittore iconoclasta del critico Luciano Caramel, Licata, lo Spazialismo a Venezia di Emanuela Garrone e infine Licata e il delirio della scrittura di Leonardo Conti.
CENNI BIOGRAFICI RICCARDO LICATA
Riccardo Licata nasce a Torino nel 1929. Nel 1946, si trasferisce a Venezia con la madre e nel 1947, si iscrive al Liceo Artistico dove ha come maestri Luciano Gaspari e Mario Deluigi. Stimoli determinanti gli vengono dalla Collezione Guggenheim e dal contatto con gli artisti del Fronte Nuovo delle Arti (Birolli, Guttuso, Pizzinato, Turcato, Santomaso, Vedova, Viani, Morandis) che sono al centro del dibattito e del rinnovamento dell’arte italiana del Dopoguerra. Nel 1949, con Ennio Finzi, Tancredi, Bruno Bienner e Giorgio Zennaro, costituisce un gruppo di giovani artisti di tendenza astratta, mentre la sua pittura tende sempre più a definirsi come una “scrittura grafico-pittorica” ispirata alla musica.
Nel 1963 vince il premio Michetti. Partecipa alle Biennali di Venezia del 1964, 1970 e 1972, alla Quadriennale di Roma, alle Biennali di Parigi, San Paolo e Alessandria d’Egitto. Suoi grandi mosaici sono installati in spazi pubblici di città italiane e francesi quali Genova, Bourgoin Jailleu, Lille (Università), Monza, ecc. Sue opere si trovano presso Musei d’Arte Moderna di Venezia, Milano, Alessandria, Roma, Torino, Varsavia, San Paolo del Brasile, Vienna, New York, Stoccolma, Firenze, Stoccarda, ecc.
Sue mostre personali sono state allestite nelle maggiori città italiane ed a Parigi, Helsinki, San Paolo del Brasile, Londra, Dublino, Poitiers, Rouen, Barcellona, Bruxelles, Nizza, Amsterdam, Grenoble, Taipei, Gand, Stoccolma, Monaco, ecc.
Geniale e rivoluzionario movimento artistico, lo Spazialismo influenzò profondamente l’arte europea nel Dopoguerra grazie al lavoro di Lucio Fontana, suo teorico e fondatore, il quale ne suggella la nascita a partire dal 1947, anno cui risale il primo manifesto. Arte integrale che rifiuta l’immagine naturalistica e si serve di elementi quali la luce, il suono e il vuoto spaziale, la teoria che contraddistingue lo Spazialismo è la conquista illimitata dello spazio attraverso qualsiasi mezzo, spingendo ad andare oltre, indagando in piena libertà e accomunando artisti le cui ricerche si integrano nell’ambito del linguaggio informale, materico, gestuale e segnico.
La mostra, che si terrà nella Sala Regia e nella Sala delle Battaglie, vuole anche essere l’occasione per presentare e valutare nello specifico l’adesione di numerosi pittori veneti al filone spazialista, molti dei quali hanno influito in maniera determinante sullo sviluppo della poetica licatiana.
Oltre ad un importante nucleo di dipinti di Riccardo Licata, circa sessanta, metà dei quali risalenti al periodo che va dagli anni ’50 ai ’60, saranno esposte una trentina di opere di Guidi, Tancredi, Bacci, Deluigi, Rampin, Vianello, Gaspari, Gasparini, Finzi e Morandis, tutti esponenti della corrente spazialista. Tra le altre saranno presenti in mostra due opere di Lucio Fontana.
Per proporre, infine, la nuova concezione di uno spazio rappresentativo, la mostra sarà arricchita da una selezione di opere di Riccardo Licata eseguite negli anni 2000, che vanno a confermare quanto la sua ricerca non abbia mai abbandonato l’idea straniante e magica dello spazio che Venezia ha conservato nei secoli.
Presenti all’inaugurazione il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione On. Renato Brunetta, il Sottosegretario del Ministero per i Beni Culturali On. Francesco Giro e il Soprintendente al Polo Museale Romano professor Claudio Strinati, tra l’altro partecipi della composizione del catalogo con loro personali introduzioni.
Scrive il professor Giovanni Granzotto, curatore della rassegna e del catalogo edito da Il Cigno GG Edizioni: “Licata, pur non dismettendo la veste dell'affabulatore, talvolta quasi assumendo il ruolo di un rapsodo, di un cantore estatico, in bilico fra storia e mito, ora sembrava anche attratto da un nuovo compito: quello di cronista e testimone della realtà, soprattutto di un testimone solidale ed appassionato”.
Il volume ospita inoltre i saggi: Licata, pittore iconoclasta del critico Luciano Caramel, Licata, lo Spazialismo a Venezia di Emanuela Garrone e infine Licata e il delirio della scrittura di Leonardo Conti.
CENNI BIOGRAFICI RICCARDO LICATA
Riccardo Licata nasce a Torino nel 1929. Nel 1946, si trasferisce a Venezia con la madre e nel 1947, si iscrive al Liceo Artistico dove ha come maestri Luciano Gaspari e Mario Deluigi. Stimoli determinanti gli vengono dalla Collezione Guggenheim e dal contatto con gli artisti del Fronte Nuovo delle Arti (Birolli, Guttuso, Pizzinato, Turcato, Santomaso, Vedova, Viani, Morandis) che sono al centro del dibattito e del rinnovamento dell’arte italiana del Dopoguerra. Nel 1949, con Ennio Finzi, Tancredi, Bruno Bienner e Giorgio Zennaro, costituisce un gruppo di giovani artisti di tendenza astratta, mentre la sua pittura tende sempre più a definirsi come una “scrittura grafico-pittorica” ispirata alla musica.
Nel 1963 vince il premio Michetti. Partecipa alle Biennali di Venezia del 1964, 1970 e 1972, alla Quadriennale di Roma, alle Biennali di Parigi, San Paolo e Alessandria d’Egitto. Suoi grandi mosaici sono installati in spazi pubblici di città italiane e francesi quali Genova, Bourgoin Jailleu, Lille (Università), Monza, ecc. Sue opere si trovano presso Musei d’Arte Moderna di Venezia, Milano, Alessandria, Roma, Torino, Varsavia, San Paolo del Brasile, Vienna, New York, Stoccolma, Firenze, Stoccarda, ecc.
Sue mostre personali sono state allestite nelle maggiori città italiane ed a Parigi, Helsinki, San Paolo del Brasile, Londra, Dublino, Poitiers, Rouen, Barcellona, Bruxelles, Nizza, Amsterdam, Grenoble, Taipei, Gand, Stoccolma, Monaco, ecc.
28
gennaio 2009
Riccardo Licata e le stagioni dello spazialismo a Venezia
Dal 28 gennaio al 15 marzo 2009
arte contemporanea
Location
PALAZZO VENEZIA
Roma, Via Del Plebiscito, 118, (Roma)
Roma, Via Del Plebiscito, 118, (Roma)
Biglietti
intero € 5,00 - ridotto € 3,00
Orario di apertura
11-19 mercoledì-domenica
Vernissage
28 Gennaio 2009, ore 19,30 su invito
Editore
IL CIGNO
Ufficio stampa
EQUA
Autore
Curatore