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Giuliano Busin – Gli universi cromatici
Gli universi cromatici di Giuliano Busin ci portano ad intraprendere un viaggio fantastico nelle mille sfumature delle macchinazioni cosmiche dei suoi dipinti. L’articolazione ritmica delle linee e dei piani crea richiami ai maestri dell’arte geometrica e surrealista.
Comunicato stampa
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Gli universi cromatici di Giuliano Busin.
Milano 24/01/2009 ore 18:00
La sperimentazione estetica di Giuliano Busin lo ha indotto a costruire un suo mondo artistico, un microcosmo, in cui vari elementi figurativi, in prevalenza geometrici, interagiscono tra loro animando un mondo fantastico tutto particolare.
La sua costruzione ritmica si avvale di vari richiami empatici tra forme simili, che si collegano attraverso una serie infinita di sottili trame. Linee rette e curve s’intersecano attraverso una fitta rete di collegamenti che, ora infittendosi, ora rarefacendosi, articolano in modo serrato la superficie del dipinto.
La costruzione delle sue opere si basa essenzialmente, con ricorrenza costante, su un piano di fondo in cui i colori, pur animandosi in stratificazioni morbide e dilatate, si spandono in ampie campiture. Su questo fondo, variamente modulato, si vanno via via costruendo i ritmi più intensi e squillanti che caratterizzano la parte interna delle opere. Qui, nel cuore della composizione, una miriade di elementi geometrici, a volte completi, a volte interrotti, pianifica una sorta di “orchestrazione corale” in cui ogni singola particella partecipa del tutto.
Assistiamo così ad un’intersezione multipla di piani spezzati, ad un rincorrersi di figure su tutta la superficie, ad una serie di richiami che scandiscono in strette correlazioni i vari elementi compositivi.
Le sottili trame in bianco, linee rette, contorni, archi di cerchio, ruote dentate, si associano modularmente trasmettendo fremiti rapidi d’accompagnamento al cuore pulsante dell’opera. Ne risulta un universo fatto di elementi insieme interagenti, una sorta di “caos ordinato” che va progressivamente coagulandosi attorno ad un nucleo centrale.
Abbiamo detto di trovarci di fronte ad un microcosmo che tutto funziona di per sé, senza aggiunte o sottrazioni; è una sorta di “divenire continuo” che obbedisce alle leggi Einsteniane, in cui nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
Giova, per onestà di critica, citare alcuni riferimenti a grandi artisti del passato da cui il nostro Busin ha tratto mirabili insegnamenti: Kandinskj, Mirò, Crippa. Lodevole il suo coraggio per essersi cimentato in un’operazione di superamento di poetiche già esperite. Egli lascia la sua impronta soggettiva in opere fantastiche, senza perdere quella razionalità e quella poesia che caratterizzano le creazioni dei grandi.
Silvano Battistotti
Milano 24/01/2009 ore 18:00
La sperimentazione estetica di Giuliano Busin lo ha indotto a costruire un suo mondo artistico, un microcosmo, in cui vari elementi figurativi, in prevalenza geometrici, interagiscono tra loro animando un mondo fantastico tutto particolare.
La sua costruzione ritmica si avvale di vari richiami empatici tra forme simili, che si collegano attraverso una serie infinita di sottili trame. Linee rette e curve s’intersecano attraverso una fitta rete di collegamenti che, ora infittendosi, ora rarefacendosi, articolano in modo serrato la superficie del dipinto.
La costruzione delle sue opere si basa essenzialmente, con ricorrenza costante, su un piano di fondo in cui i colori, pur animandosi in stratificazioni morbide e dilatate, si spandono in ampie campiture. Su questo fondo, variamente modulato, si vanno via via costruendo i ritmi più intensi e squillanti che caratterizzano la parte interna delle opere. Qui, nel cuore della composizione, una miriade di elementi geometrici, a volte completi, a volte interrotti, pianifica una sorta di “orchestrazione corale” in cui ogni singola particella partecipa del tutto.
Assistiamo così ad un’intersezione multipla di piani spezzati, ad un rincorrersi di figure su tutta la superficie, ad una serie di richiami che scandiscono in strette correlazioni i vari elementi compositivi.
Le sottili trame in bianco, linee rette, contorni, archi di cerchio, ruote dentate, si associano modularmente trasmettendo fremiti rapidi d’accompagnamento al cuore pulsante dell’opera. Ne risulta un universo fatto di elementi insieme interagenti, una sorta di “caos ordinato” che va progressivamente coagulandosi attorno ad un nucleo centrale.
Abbiamo detto di trovarci di fronte ad un microcosmo che tutto funziona di per sé, senza aggiunte o sottrazioni; è una sorta di “divenire continuo” che obbedisce alle leggi Einsteniane, in cui nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
Giova, per onestà di critica, citare alcuni riferimenti a grandi artisti del passato da cui il nostro Busin ha tratto mirabili insegnamenti: Kandinskj, Mirò, Crippa. Lodevole il suo coraggio per essersi cimentato in un’operazione di superamento di poetiche già esperite. Egli lascia la sua impronta soggettiva in opere fantastiche, senza perdere quella razionalità e quella poesia che caratterizzano le creazioni dei grandi.
Silvano Battistotti
24
gennaio 2009
Giuliano Busin – Gli universi cromatici
Dal 24 gennaio al 20 febbraio 2009
arte contemporanea
Location
ASSOCIAZIONE CULTURALE GIOIA 107
Milano, Via Melchiorre Gioia, 107, (Milano)
Milano, Via Melchiorre Gioia, 107, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì dalle 16:00 alle 19:00 e su appuntamento.
Vernissage
24 Gennaio 2009, ore 18:00
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