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Mattia Sangiorgi – Viaggio di servizio
Questo di Mattia Sangiorgi è un “viaggio di servizio” che tradisce l’amore per l’ingombro discreto dei piccoli formati e passa attraverso il quadrato perfetto delle foto 29 x 29 realizzate con la sua Hasselblad. Ma è anche memore della vecchia reflex del padre che l’autore maneggia fin da piccolo, e della passione per l’astronomia, che lo porta a familiarizzare con gli elementi tecnici della fotografia spinto dalla voglia di catturare le immagini del telescopio.
Comunicato stampa
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“Viaggio di servizio”. Fotografie di Mattia Sangiorgi
3 gennaio – 3 febbraio 2008
VinVita Cafè - Via Monfalcone 10, Ravenna
Le fotografie non chiedono di essere spiegate, ma di essere guardate. E non hanno altro fine oltre a loro stesse. Una distanza categorica e dichiarata dal fotogiornalismo anima queste immagini realizzate da Mattia Sangiorgi: non c’è la volontà di comunicare una notizia, ma semplicemente di cogliere un’immagine. E’ il fotografo il solo protagonista dell’atto conoscitivo, perché indaga la realtà attraverso il suo obiettivo traendo appagamento nel momento stesso in cui scatta e soddisfa la sua fame. Le interpretazioni dell’osservatore, invece, sono un dato libero, accessorio e accidentale. Libero soprattutto da ogni pretesa di comprensione.
Questo di Mattia Sangiorgi è un “viaggio di servizio” che tradisce l’amore per l’ingombro discreto dei piccoli formati e passa attraverso il quadrato perfetto delle foto 29 x 29 realizzate con la sua Hasselblad. Ma è anche memore della vecchia reflex del padre che l’autore maneggia fin da piccolo, e della passione per l’astronomia, che lo porta a familiarizzare con gli elementi tecnici della fotografia spinto dalla voglia di catturare le immagini del telescopio.
Allievo attento della lezione di Guido Guidi, suo maestro all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, guarda con ammirazione anche a Lewis Baltz ed al William Eggleston di Spirit of Dunkerque lasciandosi attrarre da superfici, luci, ombre, colori e soprattutto da ricorrenze di linee orizzontali e verticali negli oggetti di tutti i giorni. Libero dall’ansia d’innovazione (e di mancanza della stessa) che affligge spesso la giovane arte, non cerca lo straordinario, ma insegue tutto ciò che, pur essendo sotto gli occhi di tutti, finisce per ricevere poca attenzione: non cerca simmetrie, né momenti decisivi. Le sue immagini possono essere rubate dal giardino dietro casa, nella darsena o nella zona industriale di qualunque città e rivelano interesse per i prodotti dell’umanità come pallet, tombini, costruzioni o capannoni industriali, perché esistono luoghi in cui l’ordinario è solo un’epidermide sottile. Sono frammenti di paesaggi quotidiani in cui l’attimo dedicato a cogliere il disegno di un’ombra, o una geometria di linee involontarie, può segnare il passaggio da comune a non comune. Le fotografie qui esposte inseguono questa dimensione sottile, in punta di piedi e senza bisogno di titoli pretenziosi. Semplicemente, catturano la realtà per restituirla ad uno sguardo che oltrepassi l’apparente banalità delle cose.
Linda Landi
Mattia Sangiorgi (Ravenna, 1975) è laureando presso la Facoltà di Ingegneria del’Università di Bologna. Appassionato di fotografia fin dall’adolescenza, decide nel 2007 di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Ravenna per seguire l’insegnamento di Guido Guidi. Dallo stesso anno collabora anche con il regista Marco Marchesi occupandosi della fotografia per alcuni cortometraggi, tra cui il videoclip “Pazza” di Tying Tiffany premiato alla sezione indipendente del “Premio VideoClip Italiano ‘08”.
3 gennaio – 3 febbraio 2008
VinVita Cafè - Via Monfalcone 10, Ravenna
Le fotografie non chiedono di essere spiegate, ma di essere guardate. E non hanno altro fine oltre a loro stesse. Una distanza categorica e dichiarata dal fotogiornalismo anima queste immagini realizzate da Mattia Sangiorgi: non c’è la volontà di comunicare una notizia, ma semplicemente di cogliere un’immagine. E’ il fotografo il solo protagonista dell’atto conoscitivo, perché indaga la realtà attraverso il suo obiettivo traendo appagamento nel momento stesso in cui scatta e soddisfa la sua fame. Le interpretazioni dell’osservatore, invece, sono un dato libero, accessorio e accidentale. Libero soprattutto da ogni pretesa di comprensione.
Questo di Mattia Sangiorgi è un “viaggio di servizio” che tradisce l’amore per l’ingombro discreto dei piccoli formati e passa attraverso il quadrato perfetto delle foto 29 x 29 realizzate con la sua Hasselblad. Ma è anche memore della vecchia reflex del padre che l’autore maneggia fin da piccolo, e della passione per l’astronomia, che lo porta a familiarizzare con gli elementi tecnici della fotografia spinto dalla voglia di catturare le immagini del telescopio.
Allievo attento della lezione di Guido Guidi, suo maestro all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, guarda con ammirazione anche a Lewis Baltz ed al William Eggleston di Spirit of Dunkerque lasciandosi attrarre da superfici, luci, ombre, colori e soprattutto da ricorrenze di linee orizzontali e verticali negli oggetti di tutti i giorni. Libero dall’ansia d’innovazione (e di mancanza della stessa) che affligge spesso la giovane arte, non cerca lo straordinario, ma insegue tutto ciò che, pur essendo sotto gli occhi di tutti, finisce per ricevere poca attenzione: non cerca simmetrie, né momenti decisivi. Le sue immagini possono essere rubate dal giardino dietro casa, nella darsena o nella zona industriale di qualunque città e rivelano interesse per i prodotti dell’umanità come pallet, tombini, costruzioni o capannoni industriali, perché esistono luoghi in cui l’ordinario è solo un’epidermide sottile. Sono frammenti di paesaggi quotidiani in cui l’attimo dedicato a cogliere il disegno di un’ombra, o una geometria di linee involontarie, può segnare il passaggio da comune a non comune. Le fotografie qui esposte inseguono questa dimensione sottile, in punta di piedi e senza bisogno di titoli pretenziosi. Semplicemente, catturano la realtà per restituirla ad uno sguardo che oltrepassi l’apparente banalità delle cose.
Linda Landi
Mattia Sangiorgi (Ravenna, 1975) è laureando presso la Facoltà di Ingegneria del’Università di Bologna. Appassionato di fotografia fin dall’adolescenza, decide nel 2007 di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Ravenna per seguire l’insegnamento di Guido Guidi. Dallo stesso anno collabora anche con il regista Marco Marchesi occupandosi della fotografia per alcuni cortometraggi, tra cui il videoclip “Pazza” di Tying Tiffany premiato alla sezione indipendente del “Premio VideoClip Italiano ‘08”.
03
gennaio 2009
Mattia Sangiorgi – Viaggio di servizio
Dal 03 gennaio al 03 febbraio 2009
fotografia
Location
VIN VITA CAFE’
Ravenna, Via Monfalcone, 10, (Ravenna)
Ravenna, Via Monfalcone, 10, (Ravenna)
Vernissage
3 Gennaio 2009, ore 18
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