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Francesco Carmignoto – Altiplani
Mostra Fotografica di Gennaio 2009
Comunicato stampa
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La natura è lì, sotto gli occhi di tutti, o di nessuno: si può guardarla, non guardarla, vederla, non vederla.
Ma guardarla non è semplicemente… guardarla.
L’occhio banale vede, non coglie, scivola, dimentica.
Lo sguardo sensibile, per indole e per addestramento, invece inquadra, dà contorni alla sensibilità, all’emozione, all’evento: elabora, interpreta. Così nell’inquadratura trasfonde tutte le risorse del sentimento, dell’intelletto, dello spirito, le proprie e, per insondabile processo, le altrui, pervenendo al codice universale.
La rappresentazione del visto, capace di comunicare, è l’arte, sia essa pittorica o fotografica.
È in tal modo che Francesco Carmignoto “visita” quello che scopre con la vista, nel particolare e nella scena che lo ospita, nel piccolo e nel grandioso, cogliendo quegli attimi unici, irripetibili, in cui il fotografo si impossessa delle cose che sono di tutti, e le fa sue per riconsegnarle a tutti.
Non c’è artista che non segua le linee di una sua precisa poetica, di una sua specifica visione del bello e della sua funzione. Di conseguenza non è difficile, pur nella varietà della produzione creativa, individuare delle tematiche, delle costanti, una scelta degli strumenti idonei all’espressione, uno stile nel loro uso e nel risultato estetico finale.
Se volessimo rintracciare il fondamentale motivo ispiratore del Carmignoto, potremmo senz’altro individuarlo nell’ascolto silenzioso delle cose circostanti, in una sorta di antitetica sintesi del poco e del tanto, del vivo e dell’inerte, del circoscritto e della vastità in cui quello si smarrisce. Ma non c’è vista che possa guardare senza luce: e Carmignoto conosce i segreti incontri delle luminosità calde e di quelle fredde, nelle loro più varie e significative gradazioni chiaroscurali, dove tutti gli elementi della composizione risultano modellati in una misura pittorica avvincente, e personale, ma non al punto da non descrivere la vita negli aspetti da ciascuno condivisi, e da chiunque, perciò, possibili da comprendere.
Tutto, in un gioco di monocromie e di policromie, che sovente si apre in cieli di madreperla rosazzurra, inarcati sopra una natura che può parlare ed ascoltare, o magari “suonare”, brevi e conchiuse partiture sinfoniche, la cui trama si snoda in linee, forme, ora vaghe ora compiute, contrasti, colori; e in paralleli, convergenze, contrappo-sizioni, prospettive.
L’anima, presa, assiste e partecipa, trasognata
Francesco Danesin
Ma guardarla non è semplicemente… guardarla.
L’occhio banale vede, non coglie, scivola, dimentica.
Lo sguardo sensibile, per indole e per addestramento, invece inquadra, dà contorni alla sensibilità, all’emozione, all’evento: elabora, interpreta. Così nell’inquadratura trasfonde tutte le risorse del sentimento, dell’intelletto, dello spirito, le proprie e, per insondabile processo, le altrui, pervenendo al codice universale.
La rappresentazione del visto, capace di comunicare, è l’arte, sia essa pittorica o fotografica.
È in tal modo che Francesco Carmignoto “visita” quello che scopre con la vista, nel particolare e nella scena che lo ospita, nel piccolo e nel grandioso, cogliendo quegli attimi unici, irripetibili, in cui il fotografo si impossessa delle cose che sono di tutti, e le fa sue per riconsegnarle a tutti.
Non c’è artista che non segua le linee di una sua precisa poetica, di una sua specifica visione del bello e della sua funzione. Di conseguenza non è difficile, pur nella varietà della produzione creativa, individuare delle tematiche, delle costanti, una scelta degli strumenti idonei all’espressione, uno stile nel loro uso e nel risultato estetico finale.
Se volessimo rintracciare il fondamentale motivo ispiratore del Carmignoto, potremmo senz’altro individuarlo nell’ascolto silenzioso delle cose circostanti, in una sorta di antitetica sintesi del poco e del tanto, del vivo e dell’inerte, del circoscritto e della vastità in cui quello si smarrisce. Ma non c’è vista che possa guardare senza luce: e Carmignoto conosce i segreti incontri delle luminosità calde e di quelle fredde, nelle loro più varie e significative gradazioni chiaroscurali, dove tutti gli elementi della composizione risultano modellati in una misura pittorica avvincente, e personale, ma non al punto da non descrivere la vita negli aspetti da ciascuno condivisi, e da chiunque, perciò, possibili da comprendere.
Tutto, in un gioco di monocromie e di policromie, che sovente si apre in cieli di madreperla rosazzurra, inarcati sopra una natura che può parlare ed ascoltare, o magari “suonare”, brevi e conchiuse partiture sinfoniche, la cui trama si snoda in linee, forme, ora vaghe ora compiute, contrasti, colori; e in paralleli, convergenze, contrappo-sizioni, prospettive.
L’anima, presa, assiste e partecipa, trasognata
Francesco Danesin
08
gennaio 2009
Francesco Carmignoto – Altiplani
Dall'otto al 31 gennaio 2009
fotografia
Location
GODENDA PHOTO GALLERY
Padova, Via Francesco Squarcione, 4/6, (Padova)
Padova, Via Francesco Squarcione, 4/6, (Padova)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 12-14 e 18.30-21.30
Vernissage
8 Gennaio 2009, ore 18.30
Autore