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Daniel Johnston – Hi, how are you? Drawing on paper
13 disegni, 10 a colori e 3 in bianco e nero, dello straordinario quanto imprevedibile artista musicista
Comunicato stampa
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Conosciuto soprattutto come songwriter lo-fi di sghembe filastrocche rock, stimato tra gli altri da insospettabili come Kurt Cobain e David Bowie, Daniel Johnston è anche artista figurativo di un certo calibro (il Whitney Museum di New York lo ha invitato alla Biennale del 2006 e le sue opere sono state esposte in varie gallerie inglesi e americane).
Tipici lavori di Outsider Art i suoi disegni, riproducono un mondo infantile e fumettistico popolato da mostriciattoli, supereroi e personaggi mutanti che si scontrano con una realtà adulta e intimidatoria.
Sono passati oltre vent'anni da quando si chiudeva in garage con un organetto giocattolo e un mangianastri da 59 $, registrando delle cassette che poi dava a chiunque, non per denaro né per una recensione, ma perché qualcuno le ascoltasse. Oggi, Daniel Johnston, è un classico. A dimostrarlo, l'omaggio di alcuni suoi colleghi più celebri, Teenage Fanclub, Calvin Johnston, Beck, Flaming Lips –che gli hanno dedicato nel 2005 il disco tributo Discovered Cover. E la stima dichiarata di altri come Kurt Cobain, Sonic Youth, Rem, Tom Waits, Pearl Jam, Matt Groening. Il 2005 è stato inoltre l'anno del multipremiato documentario di Jeff Feuerzeig sulla sua vita, The Devil and Daniel Johnston: un onore cinematografico che raramente tocca ad artisti appena quarantenni, o ancora vivi.
E tuttavia, poco è cambiato nella sua vita di eroe di serie b: vive coi genitori, in Texas. Si presenta ai concerti da solo, con una chitarra vecchissima, si prende interi minuti per scegliere la scaletta, a volte incespica o piange cantando. Baby, non è solo un rock'n'roll show. Passa la maggior parte del tempo in casa, guardando film horror e sci-fi anni 50. Ogni tanto va alle funzioni religiose. E continua a entrare e uscire dagli istituti psichiatrici, perseguitato da una psicosi maniaco-depressiva di cui soffre da sempre, lasciando poi che a fargli da manager siano il padre, ottantenne, e il fratello. E le sue canzoni sono popolate dagli stessi demoni di vent'anni fa: prodotti di una mente intuitiva e ipersensibile come quella di un bambino, ma ipocondriaca come quella di un adulto.
Daniel Johnston canta, scrive e disegna per sopravvivere: il dolore, l’humor, l'esecuzione approssimativa e il totale rifiuto dell'industria discografica sono anche la costante manifestazione della sua impossibilità a integrarsi e ad accettare le regole del gioco, da ostaggio di un inferno privato. Un critico americano, in una sorta forse di delirio personale, l'ha perfino paragonato a Van Gogh. Le affinità psichiche sono in effetti quelle standard dell’artista “disturbato”: bipolarità mentale, ansia religiosa, solitudine, vitalità mescolata a un forte impulso autodistruttivo, ma anche lucida coscienza artistica.
Daniel Johnston è ancora oggi un outsider, questo è il suo fascino, e questa è la sua dannazione.
In occasione dell’inaugurazione verrà presentato il film-documentario del regista indipendente Jeff Feuerzeig The Devil and Daniel Johnston (USA, 2005, Tartan DVD). La pellicola, premiata nel 2005 al Sundance Festival, è una testimonianza dell’ esistenza e della carriera artistica di Johnston nelle parole dei genitori, dei fratelli, dell’ex manager Jeff Tartakov, di giornalisti, di amici e di altri musicisti. La produzione include un vasto repertorio di materiale video e audio (registrazioni amatoriali, lettere audio, fumetti, disegni) oltre a numerose interviste.
Tipici lavori di Outsider Art i suoi disegni, riproducono un mondo infantile e fumettistico popolato da mostriciattoli, supereroi e personaggi mutanti che si scontrano con una realtà adulta e intimidatoria.
Sono passati oltre vent'anni da quando si chiudeva in garage con un organetto giocattolo e un mangianastri da 59 $, registrando delle cassette che poi dava a chiunque, non per denaro né per una recensione, ma perché qualcuno le ascoltasse. Oggi, Daniel Johnston, è un classico. A dimostrarlo, l'omaggio di alcuni suoi colleghi più celebri, Teenage Fanclub, Calvin Johnston, Beck, Flaming Lips –che gli hanno dedicato nel 2005 il disco tributo Discovered Cover. E la stima dichiarata di altri come Kurt Cobain, Sonic Youth, Rem, Tom Waits, Pearl Jam, Matt Groening. Il 2005 è stato inoltre l'anno del multipremiato documentario di Jeff Feuerzeig sulla sua vita, The Devil and Daniel Johnston: un onore cinematografico che raramente tocca ad artisti appena quarantenni, o ancora vivi.
E tuttavia, poco è cambiato nella sua vita di eroe di serie b: vive coi genitori, in Texas. Si presenta ai concerti da solo, con una chitarra vecchissima, si prende interi minuti per scegliere la scaletta, a volte incespica o piange cantando. Baby, non è solo un rock'n'roll show. Passa la maggior parte del tempo in casa, guardando film horror e sci-fi anni 50. Ogni tanto va alle funzioni religiose. E continua a entrare e uscire dagli istituti psichiatrici, perseguitato da una psicosi maniaco-depressiva di cui soffre da sempre, lasciando poi che a fargli da manager siano il padre, ottantenne, e il fratello. E le sue canzoni sono popolate dagli stessi demoni di vent'anni fa: prodotti di una mente intuitiva e ipersensibile come quella di un bambino, ma ipocondriaca come quella di un adulto.
Daniel Johnston canta, scrive e disegna per sopravvivere: il dolore, l’humor, l'esecuzione approssimativa e il totale rifiuto dell'industria discografica sono anche la costante manifestazione della sua impossibilità a integrarsi e ad accettare le regole del gioco, da ostaggio di un inferno privato. Un critico americano, in una sorta forse di delirio personale, l'ha perfino paragonato a Van Gogh. Le affinità psichiche sono in effetti quelle standard dell’artista “disturbato”: bipolarità mentale, ansia religiosa, solitudine, vitalità mescolata a un forte impulso autodistruttivo, ma anche lucida coscienza artistica.
Daniel Johnston è ancora oggi un outsider, questo è il suo fascino, e questa è la sua dannazione.
In occasione dell’inaugurazione verrà presentato il film-documentario del regista indipendente Jeff Feuerzeig The Devil and Daniel Johnston (USA, 2005, Tartan DVD). La pellicola, premiata nel 2005 al Sundance Festival, è una testimonianza dell’ esistenza e della carriera artistica di Johnston nelle parole dei genitori, dei fratelli, dell’ex manager Jeff Tartakov, di giornalisti, di amici e di altri musicisti. La produzione include un vasto repertorio di materiale video e audio (registrazioni amatoriali, lettere audio, fumetti, disegni) oltre a numerose interviste.
16
dicembre 2008
Daniel Johnston – Hi, how are you? Drawing on paper
Dal 16 dicembre 2008 al 16 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
MOTELSALIERI
Roma, Via Giovanni Lanza, 162, (Roma)
Roma, Via Giovanni Lanza, 162, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 14-19.30
Vernissage
16 Dicembre 2008, ore 19
Autore