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Silvia Baldocchi – I labirinti dell’essere
Una raccolta di quadri e disegni che insistono sullo stesso tema: stretti vicoli e fasci di luce che divengono una sorta di mappa delle nostre sensazioni.
Comunicato stampa
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I LABIRINTI DELL'ESSERE
Nei quadri di Silvia Baldocchi traspare in maniera inequivocabile un'aurea di misticismo e di mistero che sembra travalicare il mero dato visivo rappresentato – corridoi, sotteranei, cripte – per divenire una sorta di mappa delle nostre sensazioni e delle nostre pulsioni più profonde. Tutto ciò che vediamo non è altro che una rappresentazione scenografica delle nostre paure, delle nostre insicurezze, del nostro essere. Il flusso pittorico delle pennellate che la Baldocchi elargisce sulla tela ci porta in un mondo a sé stante, un mondo in continuo divenire, dove le nostre certezze e le nostre convinzioni si scontrano con l'instabilità emotiva che predomina il campo visivo davanti a noi.
In questa fantasmagoria sotterranea, al buio delle cavità insondabili, fasci di luce e ombre prevaricanti si contrappongono in un vortice vitale indicando una via d'uscita dall'opprimente oscurità che ci circonda.
Quì la rappresentazione del reale diventa astratta. Tagli, scorci, prospettive, labirinti, vicoli, entrate, uscite, si trasfigurano fino a diventare un sistema di segni che connotano negativamente la condizione umana. Non è un caso che ci siano dei rimandi 'piranesiani' e 'munchiani', rimandi che, pur con le dovute differenze, sottolineano in maniera inequivocabile la matrice espressionista di queste opere. Se si potessero fare delle radiografie al nostro io psichico, alle nostre paure, alle nostre angosce più profonde, con molta probabilità ciò che vedremo è qualcosa di molto simile ai quadri di Silvia Baldocchi.
Antonio M. Cetta
Nei quadri di Silvia Baldocchi traspare in maniera inequivocabile un'aurea di misticismo e di mistero che sembra travalicare il mero dato visivo rappresentato – corridoi, sotteranei, cripte – per divenire una sorta di mappa delle nostre sensazioni e delle nostre pulsioni più profonde. Tutto ciò che vediamo non è altro che una rappresentazione scenografica delle nostre paure, delle nostre insicurezze, del nostro essere. Il flusso pittorico delle pennellate che la Baldocchi elargisce sulla tela ci porta in un mondo a sé stante, un mondo in continuo divenire, dove le nostre certezze e le nostre convinzioni si scontrano con l'instabilità emotiva che predomina il campo visivo davanti a noi.
In questa fantasmagoria sotterranea, al buio delle cavità insondabili, fasci di luce e ombre prevaricanti si contrappongono in un vortice vitale indicando una via d'uscita dall'opprimente oscurità che ci circonda.
Quì la rappresentazione del reale diventa astratta. Tagli, scorci, prospettive, labirinti, vicoli, entrate, uscite, si trasfigurano fino a diventare un sistema di segni che connotano negativamente la condizione umana. Non è un caso che ci siano dei rimandi 'piranesiani' e 'munchiani', rimandi che, pur con le dovute differenze, sottolineano in maniera inequivocabile la matrice espressionista di queste opere. Se si potessero fare delle radiografie al nostro io psichico, alle nostre paure, alle nostre angosce più profonde, con molta probabilità ciò che vedremo è qualcosa di molto simile ai quadri di Silvia Baldocchi.
Antonio M. Cetta
23
ottobre 2008
Silvia Baldocchi – I labirinti dell’essere
Dal 23 ottobre al 23 dicembre 2008
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
GRAFICHE MARTINTYPE
Colonnella, Strada Bonifica, (Teramo)
Colonnella, Strada Bonifica, (Teramo)
Orario di apertura
giorni feriali: mattino ore 9:00 -12:30, pomeriggio ore 14:30 - 18:30
Vernissage
23 Ottobre 2008, ore 18:45
Autore
Curatore