Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Renato Pengo – Oltre l’immagine
I lavori rappresentano immagini, in un gioco di luce e ombra, che stimolano lo sguardo dello spettatore ad andare oltre la percezione visiva, dove la forza espressiva si fonda sul concetto, e non solo sulla forma estetica
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si inaugura mercoledì 3 dicembre alle ore 18.30 nel Museo Civico di Piazza del Santo, la mostra Renato Pengo. Oltre l’immagine.
Promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo - Centro Nazionale di Fotografia, la mostra è composta da oltre centocinquanta immagini che raccontano il percorso di sperimentazione sulla fotografia che l’artista padovano ha compiuto nell’arco degli ultimi trent’anni.
I lavori rappresentano immagini, in un gioco di luce e ombra, che stimolano lo sguardo dello spettatore ad andare oltre la percezione visiva, dove la forza espressiva si fonda sul concetto, e non solo sulla forma estetica. Come ricorda lo storico della fotografia Italo Zannier, “Pengo è un artista complesso, un ardito sperimentatore di immagini che si è soffermato sul fascino semantico dell’essenzialità formale dell’ombra, quasi nel desiderio di sottrarsi persino alle suggestive contaminazioni dei segni – pittorici, grafici, materici, fotografici- che invece connotano gran parte del suo tradizionale lavoro. L’ombra sia intesa quale sintesi formale di un corpo, proiettato su uno schermo che ne trattiene il profilo oscuro; un disegno “esatto”, in quanto fotografico.”
L’artista padovano utilizza la fotografia come un ready made, un oggetto pronto, tipico degli artisti concettuali, su cui egli agisce attraverso l’utilizzo di materiali diversi, quali il colore o l’ardesia, oppure intervenendo fisicamente sulle stesse fotografie.
Immagini che risultano così “contaminate”, dove Pengo associa all’ombra il colore, il segno grafico, la parola, in un insieme didascalico e concettuale.
Per l’artista, la rappresentazione iconica è vista solo come pretesto per l’elaborazione di qualcosa di nuovo che, attraverso la sperimentazione, cerca di analizzare le potenzialità della fotografia, mirando a coinvolgere tutti i punti dell’umanità per raggiungere la libertà espressiva.
Gian Piero Brunetta, storico del cinema, afferma che Pengo “ha la capacità di trasferire, in maniera immediata e naturale, l’energia creativa da un linguaggio all’altro, senza dare l’impressione che la nuova strada porti all’impoverimento e inaridimento della vena creativa. La macchina fotografica prima, la videocamera poi diventano protesi non tanto del suo occhio, quanto della capacità di allargare gli orizzonti del suo vedere con la mente.”
Il percorso artistico di Renato Pengo segue così uno sviluppo concettuale e dinamico nel quale l’immagine si amplifica e i codici linguistici diventano, attraverso la fotografia, il mezzo per dialogare ed intervenire sull’attualità.
Biografia
Renato Pengo nasce a Padova il 31 ottobre 1943. Dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte Pietro Selvatico, si dedica in seguito alle diverse discipline artistiche. Del 1969 è la sua prima mostra personale, presentata dal celebre poeta e scrittore Diego Valeri, alla Galleria Traghetto di Venezia. Nel 1970 vince il primo premio alla Decima Triveneta dei Giovani Artisti. Nella prima metà degli anni Settanta comincia a cimentarsi con diverse forme di espressione artistica, mediante molteplici linguaggi (performances, happenings, fotografia). Nel 1975 è tra i fondatori del gruppo “Azionecritica” e partecipa alla X Quadriennale di Roma. Nel 1976 espone alla Fondazione Bevilaqua la Masa di Venezia. Di questo periodo sono alcune mostre personali a Salisburgo, Villach, Rovigo e alcune collettive a Prato e a Padova.
Dagli anni Ottanta il suo lavoro subisce un’importante svolta attraverso la serie di opere “Itinerari dipinti dal tempo” e “Future archeologie”; parallelamente sperimenta il video, il cui codice è fondato sulla decelerazione dell’immagine. In queste opere emerge il carattere autoriflessivo dell’artista su tematiche di particolare attualità. I suoi video vengono presentati in numerose rassegne nazionali e internazionali, tra cui: Catodica (Roma), Ifduif (Lugano), Le arti del cinema (Verona), Festival Mondial do minuto (San Paolo, Brasile) e FilmFestival Torino.
A partire dagli anni Novanta, Pengo affronta nuovi ambiti legati all’antropologia e alla psicoanalisi, raffrontandoli con il mezzo tecnologico e con la cultura mediatica contemporanea. La sua indagine si focalizza sul cosiddetto “shock tecnologico”, cioè la trasposizione su tela del brusio elettrostatico del televisore, che suscita l’interesse del celebre critico francese Pierre Restany, che promuoverà a Parigi, in gallerie e musei, mostre personali dell’artista padovano.
Nel 1999, a Padova, nel Palazzo Monte di Pietà, si svolge una sua importante personale, “Percezioni mutanti” (catalogo Electa), e a seguire saranno altre mostre a Madrid, Tunisi, Parigi e a New York.
Accompagna la mostra un catalogo a cura di Enrico Gusella con testi critici di Gian Piero Brunetta e Italo Zannier, e la presentazione istituzionale di Flavio Zanonato, Sindaco di Padova, e Monica Balbinot, Assessore alle Politiche Culturali e Spettacolo.
Promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo - Centro Nazionale di Fotografia, la mostra è composta da oltre centocinquanta immagini che raccontano il percorso di sperimentazione sulla fotografia che l’artista padovano ha compiuto nell’arco degli ultimi trent’anni.
I lavori rappresentano immagini, in un gioco di luce e ombra, che stimolano lo sguardo dello spettatore ad andare oltre la percezione visiva, dove la forza espressiva si fonda sul concetto, e non solo sulla forma estetica. Come ricorda lo storico della fotografia Italo Zannier, “Pengo è un artista complesso, un ardito sperimentatore di immagini che si è soffermato sul fascino semantico dell’essenzialità formale dell’ombra, quasi nel desiderio di sottrarsi persino alle suggestive contaminazioni dei segni – pittorici, grafici, materici, fotografici- che invece connotano gran parte del suo tradizionale lavoro. L’ombra sia intesa quale sintesi formale di un corpo, proiettato su uno schermo che ne trattiene il profilo oscuro; un disegno “esatto”, in quanto fotografico.”
L’artista padovano utilizza la fotografia come un ready made, un oggetto pronto, tipico degli artisti concettuali, su cui egli agisce attraverso l’utilizzo di materiali diversi, quali il colore o l’ardesia, oppure intervenendo fisicamente sulle stesse fotografie.
Immagini che risultano così “contaminate”, dove Pengo associa all’ombra il colore, il segno grafico, la parola, in un insieme didascalico e concettuale.
Per l’artista, la rappresentazione iconica è vista solo come pretesto per l’elaborazione di qualcosa di nuovo che, attraverso la sperimentazione, cerca di analizzare le potenzialità della fotografia, mirando a coinvolgere tutti i punti dell’umanità per raggiungere la libertà espressiva.
Gian Piero Brunetta, storico del cinema, afferma che Pengo “ha la capacità di trasferire, in maniera immediata e naturale, l’energia creativa da un linguaggio all’altro, senza dare l’impressione che la nuova strada porti all’impoverimento e inaridimento della vena creativa. La macchina fotografica prima, la videocamera poi diventano protesi non tanto del suo occhio, quanto della capacità di allargare gli orizzonti del suo vedere con la mente.”
Il percorso artistico di Renato Pengo segue così uno sviluppo concettuale e dinamico nel quale l’immagine si amplifica e i codici linguistici diventano, attraverso la fotografia, il mezzo per dialogare ed intervenire sull’attualità.
Biografia
Renato Pengo nasce a Padova il 31 ottobre 1943. Dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte Pietro Selvatico, si dedica in seguito alle diverse discipline artistiche. Del 1969 è la sua prima mostra personale, presentata dal celebre poeta e scrittore Diego Valeri, alla Galleria Traghetto di Venezia. Nel 1970 vince il primo premio alla Decima Triveneta dei Giovani Artisti. Nella prima metà degli anni Settanta comincia a cimentarsi con diverse forme di espressione artistica, mediante molteplici linguaggi (performances, happenings, fotografia). Nel 1975 è tra i fondatori del gruppo “Azionecritica” e partecipa alla X Quadriennale di Roma. Nel 1976 espone alla Fondazione Bevilaqua la Masa di Venezia. Di questo periodo sono alcune mostre personali a Salisburgo, Villach, Rovigo e alcune collettive a Prato e a Padova.
Dagli anni Ottanta il suo lavoro subisce un’importante svolta attraverso la serie di opere “Itinerari dipinti dal tempo” e “Future archeologie”; parallelamente sperimenta il video, il cui codice è fondato sulla decelerazione dell’immagine. In queste opere emerge il carattere autoriflessivo dell’artista su tematiche di particolare attualità. I suoi video vengono presentati in numerose rassegne nazionali e internazionali, tra cui: Catodica (Roma), Ifduif (Lugano), Le arti del cinema (Verona), Festival Mondial do minuto (San Paolo, Brasile) e FilmFestival Torino.
A partire dagli anni Novanta, Pengo affronta nuovi ambiti legati all’antropologia e alla psicoanalisi, raffrontandoli con il mezzo tecnologico e con la cultura mediatica contemporanea. La sua indagine si focalizza sul cosiddetto “shock tecnologico”, cioè la trasposizione su tela del brusio elettrostatico del televisore, che suscita l’interesse del celebre critico francese Pierre Restany, che promuoverà a Parigi, in gallerie e musei, mostre personali dell’artista padovano.
Nel 1999, a Padova, nel Palazzo Monte di Pietà, si svolge una sua importante personale, “Percezioni mutanti” (catalogo Electa), e a seguire saranno altre mostre a Madrid, Tunisi, Parigi e a New York.
Accompagna la mostra un catalogo a cura di Enrico Gusella con testi critici di Gian Piero Brunetta e Italo Zannier, e la presentazione istituzionale di Flavio Zanonato, Sindaco di Padova, e Monica Balbinot, Assessore alle Politiche Culturali e Spettacolo.
03
dicembre 2008
Renato Pengo – Oltre l’immagine
Dal 03 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MUSEO CIVICO AL SANTO
Padova, Piazza Del Santo, 12, (Padova)
Padova, Piazza Del Santo, 12, (Padova)
Orario di apertura
da martedì a domenica 10/ 13 e 15/18. Chiuso lunedì, 25 e 26 dicembre 2008 e 1 gennaio 2009
Vernissage
3 Dicembre 2008, ore 18.30
Autore
Curatore