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Marzia Boldi – Orme
E’ entusiasmante far crescere i propri lavori, accompagnarli alla vita cercando di rivelare strutture …. di forme attraverso matrici prolifere.La matrice è ottenuta dall’artista facendo un calco da una superfice logorata, può essere un muro segnato dal tempo, un vecchio pavimento in cemento..
Comunicato stampa
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Penso ai miei dipinti come a opere teatrali: le forme che appaiono sono gli attori sul palcoscenico. Nascono dall'esigenza di trovare un gruppo di interpreti in grado di muoversi sulla scena senza imbarazzo e di compiere gesti teatrali senza vergogna. Non è possibile prevedere né descrivere in anticipo quale sarà l'azione o chi saranno gli attori."
Rothko Mark
L’ inizio di una scoperta è la condizione di stabilità della ricerca di Marzia Boldi. Da sempre i suoi lavori hanno una storia che si sviluppa in una casualità di procedimenti che nel tempo diventano regola e prassi di lavoro, come se la scoperta e la costruzione dell’opera d’arte, s’incontrassero nell’atto creativo che non sempre ha origine nell’idea.
Ci sono momenti del fare che hanno una loro germinazione nella materia stessa e l’artista rivela, queste infinite possibilità di esistenza, nell’ incontro fortunato con il destino dell’origine. E’ entusiasmante far crescere i propri lavori, accompagnarli alla vita cercando di rivelare strutture compositive di forme attraverso matrici prolifere.
La matrice è ottenuta dall’artista facendo un calco da una superfice logorata, può essere un muro segnato dal tempo, una strada, un vecchio pavimento in cemento, una superficie di lavoro deformata dall’esperienza della ricerca precedente.
Il punto d’ inizio attraverso il quale si rileva la storia, diventa poi qualcosa d’altro una specie di pasta madre feconda che offre la possibilità di diversificate esperienze di ricerca. Con la stessa matrice, l’artista realizza più di 10 opere molto diverse fra loro istallate su tavole di legno colorate, concepite come parte integrante dell’opera e procede poi alla realizzazione di un’ulteriore calco in silicone sopra al quale stende una colate di resina con pigmenti colorati. Il risultato è una serie di emozionanti bassorilievi di luce, i cui colori non vengono mai disegnati in modo netto con confini ben definiti. Il messaggio che trasmettono non è di un universo ben ordinato e diviso fra concetti diversi e distinti fra loro; al contrario, esiste sempre un confine labile in cui i diversi colori si mischiano con quello dello sfondo senza perdere la propria identità.
Diceva Marck Rothko : “ho sempre avvertito una forte esigenza di concretezza. Per questo non capisco un'estetica basata sulla percezione delle relazioni. Per me l'immagine deve essere sempre concreta, indivisibile e comprensibile in termini di vita vera”
Questa frase, pronunciata da uno dei maggiori esponenti dell’espressionismo astratto, ci obbliga a pensare all’astrattismo in termini fortemente concreti come lo sono le opere di Marzia Boldi.
La ricerca di concretezza e profondità in una materia luminosa che è contemporaneamente scultura e pittura, nasce ancora nelle opere procedenti, i grandi pozzi circolari al cui interno ci sono filamenti metallici fortemente dinamici assorbiti in una profondità cromatica realizzata con resine trasparenti.
Attualmente la ricerca del colore è legata molto all’amore che l’artista ha per il mare e a tutte le sue sfumature e ai suoi fondali. Numerose sono le opere dalle quali emerge un verde smeraldo che affonda in un blu oltremare, in un ottanio senza limiti di profondità.
Nel corso degli anni la sua ricerca, sempre più minimalista, è totalmete e tesa a trasmettere un’autentica esperienza emotiva attraverso la forma, la materia ed il colore. Le sue opere sono esperienze da vivere ed ogni azione interpretativa risulta riduttiva in ambito ermeneutico e difficilmente enunciabile a parole. Lo stesso Rothko cominciò a fuggire nel corso degli anni le spiegazioni, pronunciando frasi di elogio dell’accuratezza del silenzio.
Nadia Melotti
Rothko Mark
L’ inizio di una scoperta è la condizione di stabilità della ricerca di Marzia Boldi. Da sempre i suoi lavori hanno una storia che si sviluppa in una casualità di procedimenti che nel tempo diventano regola e prassi di lavoro, come se la scoperta e la costruzione dell’opera d’arte, s’incontrassero nell’atto creativo che non sempre ha origine nell’idea.
Ci sono momenti del fare che hanno una loro germinazione nella materia stessa e l’artista rivela, queste infinite possibilità di esistenza, nell’ incontro fortunato con il destino dell’origine. E’ entusiasmante far crescere i propri lavori, accompagnarli alla vita cercando di rivelare strutture compositive di forme attraverso matrici prolifere.
La matrice è ottenuta dall’artista facendo un calco da una superfice logorata, può essere un muro segnato dal tempo, una strada, un vecchio pavimento in cemento, una superficie di lavoro deformata dall’esperienza della ricerca precedente.
Il punto d’ inizio attraverso il quale si rileva la storia, diventa poi qualcosa d’altro una specie di pasta madre feconda che offre la possibilità di diversificate esperienze di ricerca. Con la stessa matrice, l’artista realizza più di 10 opere molto diverse fra loro istallate su tavole di legno colorate, concepite come parte integrante dell’opera e procede poi alla realizzazione di un’ulteriore calco in silicone sopra al quale stende una colate di resina con pigmenti colorati. Il risultato è una serie di emozionanti bassorilievi di luce, i cui colori non vengono mai disegnati in modo netto con confini ben definiti. Il messaggio che trasmettono non è di un universo ben ordinato e diviso fra concetti diversi e distinti fra loro; al contrario, esiste sempre un confine labile in cui i diversi colori si mischiano con quello dello sfondo senza perdere la propria identità.
Diceva Marck Rothko : “ho sempre avvertito una forte esigenza di concretezza. Per questo non capisco un'estetica basata sulla percezione delle relazioni. Per me l'immagine deve essere sempre concreta, indivisibile e comprensibile in termini di vita vera”
Questa frase, pronunciata da uno dei maggiori esponenti dell’espressionismo astratto, ci obbliga a pensare all’astrattismo in termini fortemente concreti come lo sono le opere di Marzia Boldi.
La ricerca di concretezza e profondità in una materia luminosa che è contemporaneamente scultura e pittura, nasce ancora nelle opere procedenti, i grandi pozzi circolari al cui interno ci sono filamenti metallici fortemente dinamici assorbiti in una profondità cromatica realizzata con resine trasparenti.
Attualmente la ricerca del colore è legata molto all’amore che l’artista ha per il mare e a tutte le sue sfumature e ai suoi fondali. Numerose sono le opere dalle quali emerge un verde smeraldo che affonda in un blu oltremare, in un ottanio senza limiti di profondità.
Nel corso degli anni la sua ricerca, sempre più minimalista, è totalmete e tesa a trasmettere un’autentica esperienza emotiva attraverso la forma, la materia ed il colore. Le sue opere sono esperienze da vivere ed ogni azione interpretativa risulta riduttiva in ambito ermeneutico e difficilmente enunciabile a parole. Lo stesso Rothko cominciò a fuggire nel corso degli anni le spiegazioni, pronunciando frasi di elogio dell’accuratezza del silenzio.
Nadia Melotti
29
novembre 2008
Marzia Boldi – Orme
Dal 29 novembre al 15 dicembre 2008
arte moderna e contemporanea
Location
SPAZIO 6
Verona, Via Santa Maria In Organo, 6, (Verona)
Verona, Via Santa Maria In Organo, 6, (Verona)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 16,00-19,30
Vernissage
29 Novembre 2008, ore 18,00
Autore
Curatore