" Il titolo che riunisce queste opere emozionanti di Chiara Crescioli allude esplicitamente alla vita nascosta dal corpo visibile: lacerazioni, ombre, sentimenti e sogni si formano in un interno tumultuoso ma incognito, difficile da descrivere. A parte alcuni ritratti, il soggetto è sempre l’autrice: sulla superficie del volto, che appare plasticamente mutevole e quasi liquida, galleggiano gli elementi strappati alle profondità. Asprezze, malinconie o stupori sono trascritti come fenomeni di una meteorologia capricciosa e oscura: improvvise stesure di rabbia, rovesci, tempeste d’acqua e di vento si alternano a rari, e per questo singolarmente forti, recuperi di serenità, in forma di memoria di una ritrattistica più convenzionale. Oltre i modelli dichiarati – anzitutto Bacon, poi Lucian Freud, Picasso, Warhol e persino Hogarth - ogni volto esprime una coscienza diversa e un nuovo paesaggio, ma la loro somma non rassicura. Più che spiegare, i volti interrogano e sfidano chi guarda: sono le schegge autonome di uno specchio che non rimanda mai l’immagine completa. Il sembiante non viene indagato ma, piuttosto, aggredito come un misterioso nemico, e come tale si comporta: qualcosa rimane non detto, non finito il ritratto, giustamente fantomatica la certezza del sé. StefanoSocci