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Alessandro Bazan / Francesca Forcella – Neveland
La neve è stato soggetto e tema per indagini pittoriche interessate alla luce, e per interpretazioni fiabesche e narrazioni meravigliose con le quali si è misurata la grande pittura di paesaggio del XIX secolo, dagli artisti di Barbizon a Monet, da Pissarro a Gauguin.
Comunicato stampa
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La neve ritorna ad essere motivo di riflessione e a coinvolgere due pittori italiani contemporanei che fanno del paesaggio (fisico e interiore) l’oggetto della loro ricerca stilistica.
Alessandro Bazan da anni percorre un’indagine del tutto personale verso una violenta figurazione dal realismo allucinato e sintetico che guarda con curiosità al fumetto e all’illustrazione.
Racconti di vita, relazioni umane, luoghi, e solitudini moderne si alternano sulle sue tele in modo immediato, senza troppi compromessi.
Con la sua forte espressività e la sua pennellata schizzata e opulenta, ci ha abituato alla rappresentazione di paesaggi cittadini nei quali i suoi personaggi si muovono spesso in situazioni grottesche, esasperate e dalle tinte forti, spesso al limite del kitsch, come nei migliori film di Pedro Almodovar.
I suoi quadri, solitamente ricchi di curiose presenze e dettagli nascosti, sono in questa sede, puliti di elementi eccedenti per diventare più scarni e antiretorici.
La complessità cromatica viene semplifica per esprimere il carattere del paesaggio e della sua quiete con ombre acute e forti contrasti coloristici.
I paesaggi sono sempre meno “sfondi” e assurgono a veri protagonisti della scena sia nei piccoli formati (10 x 15 cm) che in quelli più grandi; sono loro che parlano del sentimento dei personaggi, ammesso che questi ci siano.
Il gelo della neve e la brillantezza della luce vengono resi da un gesto pittorico sempre vibrante e da una pennellata sciolta, atta a carpire e immortalare la fugacità del momento.
Francesca Forcella ha uno stile pittorico semplice, immediato, diretto. Le sue tele, di medio e piccolo formato, raffigurano paesaggi di montagna e valli imbiancate: nei suoi quadri la neve silenziosa e ovattante sottrae alla vista porzioni di reale. I quieti fondali accolgono immagini sospese nel tempo e nello spazio dove non vi è presenza umana, ma se ne intravedono le tracce.
Le ambientazioni pensate dall’artista invitano ad un rapporto intimo con lo spettatore, che viene invogliato ad addentrarsi in scenari incantati, a metà tra la realtà e la fantasia. La staticità, che la neve tutt’intorno conferisce a questi paesaggi, è espressa con una pittura raffinata ed elegante, frutto di un rigoroso studio della luce e dei colori.
Le baite di Francesca Forcella hanno dimensioni sfalsate e prospettiva distorte, sono visioni alterate della realtà, giocose e divertite ma che celano una dimensione più tormentata e claustrofobica. In bilico tra figurazione e astrazione, sede privilegiata per sperimentare originali tendenze espressive, questi lavori hanno il pregio di valorizzare i riflessi del cielo, della neve e degli alberi, senza risultare mai banali.
Da quando l’arte concettuale e minimal tentarono di spazzare via la pittura, per relegarla nella categoria dell’artigianato o del passatempo terapeutico, come sostiene Giancarlo Politi, poca, anzi pochissima pittura di un certo valore è riuscita nell’ardua impresa di tradurre in modo sincero e originale ciò che l’artista aveva sedimentato nella propria testa.
Imbarazzati dai nuovi media, anche autori di grande talento hanno stentato ad esporsi per paura di risultare banali o superati dinanzi alle nuove possibilità offerte dalla tecnica in continua evoluzione.
La pittura non è morta.
La pittura resiste nelle compagini di quella intelligentia artistica che all’uso della manualità ha affiancato la propria cifra stilistica senza indugi e senza temere facili classificazioni.
Alessandro Bazan da anni percorre un’indagine del tutto personale verso una violenta figurazione dal realismo allucinato e sintetico che guarda con curiosità al fumetto e all’illustrazione.
Racconti di vita, relazioni umane, luoghi, e solitudini moderne si alternano sulle sue tele in modo immediato, senza troppi compromessi.
Con la sua forte espressività e la sua pennellata schizzata e opulenta, ci ha abituato alla rappresentazione di paesaggi cittadini nei quali i suoi personaggi si muovono spesso in situazioni grottesche, esasperate e dalle tinte forti, spesso al limite del kitsch, come nei migliori film di Pedro Almodovar.
I suoi quadri, solitamente ricchi di curiose presenze e dettagli nascosti, sono in questa sede, puliti di elementi eccedenti per diventare più scarni e antiretorici.
La complessità cromatica viene semplifica per esprimere il carattere del paesaggio e della sua quiete con ombre acute e forti contrasti coloristici.
I paesaggi sono sempre meno “sfondi” e assurgono a veri protagonisti della scena sia nei piccoli formati (10 x 15 cm) che in quelli più grandi; sono loro che parlano del sentimento dei personaggi, ammesso che questi ci siano.
Il gelo della neve e la brillantezza della luce vengono resi da un gesto pittorico sempre vibrante e da una pennellata sciolta, atta a carpire e immortalare la fugacità del momento.
Francesca Forcella ha uno stile pittorico semplice, immediato, diretto. Le sue tele, di medio e piccolo formato, raffigurano paesaggi di montagna e valli imbiancate: nei suoi quadri la neve silenziosa e ovattante sottrae alla vista porzioni di reale. I quieti fondali accolgono immagini sospese nel tempo e nello spazio dove non vi è presenza umana, ma se ne intravedono le tracce.
Le ambientazioni pensate dall’artista invitano ad un rapporto intimo con lo spettatore, che viene invogliato ad addentrarsi in scenari incantati, a metà tra la realtà e la fantasia. La staticità, che la neve tutt’intorno conferisce a questi paesaggi, è espressa con una pittura raffinata ed elegante, frutto di un rigoroso studio della luce e dei colori.
Le baite di Francesca Forcella hanno dimensioni sfalsate e prospettiva distorte, sono visioni alterate della realtà, giocose e divertite ma che celano una dimensione più tormentata e claustrofobica. In bilico tra figurazione e astrazione, sede privilegiata per sperimentare originali tendenze espressive, questi lavori hanno il pregio di valorizzare i riflessi del cielo, della neve e degli alberi, senza risultare mai banali.
Da quando l’arte concettuale e minimal tentarono di spazzare via la pittura, per relegarla nella categoria dell’artigianato o del passatempo terapeutico, come sostiene Giancarlo Politi, poca, anzi pochissima pittura di un certo valore è riuscita nell’ardua impresa di tradurre in modo sincero e originale ciò che l’artista aveva sedimentato nella propria testa.
Imbarazzati dai nuovi media, anche autori di grande talento hanno stentato ad esporsi per paura di risultare banali o superati dinanzi alle nuove possibilità offerte dalla tecnica in continua evoluzione.
La pittura non è morta.
La pittura resiste nelle compagini di quella intelligentia artistica che all’uso della manualità ha affiancato la propria cifra stilistica senza indugi e senza temere facili classificazioni.
05
dicembre 2008
Alessandro Bazan / Francesca Forcella – Neveland
Dal 05 dicembre 2008 al 24 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
MARENA ROOMS GALLERY CONTEMPORARY ART
Torino, Via Dei Mille, 40/a, (Torino)
Torino, Via Dei Mille, 40/a, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15.30 - 19.30 e sabato ore 10 - 13 / 14.30 - 19.30
Vernissage
5 Dicembre 2008, ore 19.00
Autore
Curatore