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Tempo, competizione e performance
Un workshop per riflettere sulle possibilità della performance di rivestire un carattere critico ed una opportunità creativa nel contesto culturale attuale e per articolare nuove modalità espressive.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Aritmia è lieta di presentare la 2° edizione di déja.vu, progetto ideato da Lelio Aiello e relizzato in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Bologna, Cineteca di Bologna, Museo MAMbo, Arte Fiera, Raum/Xing e Nosadella.due.
Attraverso un calendario di iniziative diversificate déja.vu intende indagare i territori in cui le pratiche artistiche entrano in contatto e in relazione influenzandosi linguisticamente. All’insegna della sperimentazione estetica la rassegna di eventi si disloca in luoghi dedicati alla promozione della cultura visiva contemporanea con l’intento principale di creare occasione di dialogo tra i protagonisti del mondo della produzione artistica ed il pubblico.
I primi due appuntamenti di questa edizione di déja.vu, ospitati da Nosadella.due e Raum, vedono protagonisti Emilio Fantin, Cesare Pietroiusti e Carl Michael von Hausswolff invitati a curare due laboratori di sperimentazione espressiva volti ad esplorare modalità operative recenti: la performance e l’installazione sonora. Dodici giovani artisti - Cristian Chironi, Clio Casadei, Marco Di Giovanni, Gemis Luciani, Margherita Moscardini, Luca Vanello, Maria Anyfantis, Demetrio Castellucci, Sandro Crisafi, Luciano Maggiore, Pietro Riparbelli, Lorenzo Senni - selezionati nel panorama della più interessante ricerca emergente saranno coinvolti in due workshop in cui si confronteranno con le plurime esperienze degli artisti invitati in uno scambio di condivisione esperienziale finalizzato alla realizzazione di due momenti espositivi in cui saranno presentati i risultati del lavoro.
In tempo, competizione e performance Emilio Fantin e Cesare Pietroiusti utilizzeranno due concetti chiave, tempo e competizione, per riflettere sulle possibilità della performance di rivestire un carattere critico ed una opportunità creativa nel contesto culturale attuale e per articolare nuove modalità espressive.
La categoria temporale diverrà motivo privilegiato di analisi per indagare le relazioni delle pratiche performative con le complesse esigenze dei diversi contesti espositivi, l'attenzione e la disponibilità dello spettatore, il rapporto dialettico esistente fra lavoro “processuale” e lavoro “finito” e il significato di “improvvisazione”. La competizione sarà invece al centro della sezione operativa del workshop che si articolerà in vere e proprie “partite” fra i partecipanti. I giovani artisti saranno infatti invitati a scegliere dei video su youtube, a “sfidarsi” per selezionare quelli ritenuti “i migliori”, che saranno poi esposti, e a proporre un’azione performativa con cui “gareggiare” in presenza del pubblico.
L’enfasi sull’ascolto e sulle possibilità di articolazione sonora nello spazio, invece, saranno al centro del workshop Organizing sound in cui Carl Michael von Hausswolff chiederà ai partecipanti di mediare tra individualità e collettività per trovare una piattaforma comune di riflessione e progettazione: una serie di ascolti saranno alla base della creazione di molteplici lavori individuali destinati però a confluire in una installazione sonora che trasformerà gli spazi di Raum in una cassa di risonanza collettiva, nel rispetto delle specificità e dell’autonomia dei partecipanti e dei loro contributi.
Come parte integrante del workshop, inoltre, von Hausswolff presenta al pubblico Circulating over square waters, live di musica elettronica sui fenomeni delle qualità acustiche e degli oscillatori sine-wave.
déja.vu proseguirà la programmazione nel mese di gennaio, in occasione di Arte Fiera, con ren con tre, appuntamenti al Teatro dell’Accademia di Belle Arti di Bologna con tre artisti italiani a cura di Lelio Aiello e Sergia Avveduti, e Film d’Artista, un progetto volto ad indagare il sottile confine fra cinema e arte a cura di Lelio Aiello, Lorenzo Buccella e Gudrun De Chirico e realizzato in collaborazione con la Cineteca di Bologna e il MAMbo
PROGRAMMA novembre-dicembre ‘08
Workshop
17 > 22 novembre ’08 / Nosadella.due
Emilio Fantin (I), Cesare Pietroiusti (I) – Tempo, competizione e performance
con Cristian Chironi / Clio Casadei / Marco Di Giovanni / Gemis Luciani / Margherita Moscardini / Luca Vanello
27 nov > 2 dic ’08 / Raum
Carl Michael von Hausswolff (SE) – Organizing sound
con Maria Anyfantis / Demetrio Castellucci / Sandro Crisafi / Luciano Maggiore / Pietro Riparbelli / Lorenzo Senni
Eventi
Sab 22 novembre ’08 / h 18:30 / Nosadella.due
Cristian Chironi / Clio Casadei / Marco Di Giovanni / Gemis Luciani / Margherita Moscardini / Luca Vanello / Tempo, competizione e performance / a cura di Emilio Fantin e Cesare Pietroiusti
Sab 29 novembre ’08 / h 22:00 / Raum
Carl Michael von Hausswolff - Circulating over square waters – Live concert
Mar 2 dicembre ’08 / h 21:30 / Raum
Maria Anyfantis / Demetrio Castellucci / Sandro Crisafi / Luciano Maggiore / Pietro Riparbelli / Lorenzo Senni / Organizing sound / a cura di Carl Michael von Hausswolff
Luoghi
Nosadella.due / via nosadella 2 / Bologna / info@nosadelladue.com www.nosadelladue.com
Raum/ via cà selvatica 4d / Bologna / info@xing.it www.xing.it
Artisti
Cesare Pietroiusti
Roma (Italia), 1955
La ricerca artistica di Cesare Pietroiusti esprime interesse per le situazioni paradossali o problematiche nascoste nelle pieghe dell’ordinarietà dell’esistenza – pensieri privi di una ragione apparente e piccole preoccupazioni considerate troppo insignificanti per diventare motivo di analisi. Tutto ciò lo ha portato ad esplorare scelte e intenzioni formulate da altri, nonché a cercare di farle proprie. Nel 1997 ha raccolto in una pubblicazione, i "Pensieri non funzionali" (ed.Morra, Napoli), un centinaio di idee incongrue o prive di scopo apparente formulate come istruzioni per realizzare progetti artistici che in alcune occasioni sono state scelte e realizzate da altri, artisti e/o curatori, e poi esposte ("democracy!", Royal College of Art, Londra 2000). Negli ultimi anni il suo lavoro si è concentrato soprattutto sul tema dello scambio e sui paradossi che possono crearsi nelle pieghe dei sistemi e degli ordinamenti economici. A partire dal 2004 ha irreversibilmente trasformato banconote altrui, venduto storie, ingerito banconote al termine di un’asta per poi restituirle al legittimo proprietario dopo l'evacuazione e organizzato ristoranti in cui invece di pagare si ricevono i soldi del prezzo scritto sul menù.
Nel 1997 è stato fra gli iniziatori dei "Progetti Oreste". Dal 2003 è docente di "Laboratorio di Arti Visive" presso lo IUAV di Venezia. Ha esposto, fra l’altro, nella sezione "Aperto" della Biennale di Venezia (1990), alla Serpentine Gallery di Londra (1992), al Louisiana Museum di Copenhagen (1996), ad Art in General, New York (2001), al CCAC di San Francisco (2002), alla Fondazione Pistoletto, Biella (2003), alla terza Biennale di Tirana (2005), allo Sculpture Center, New York (2007) e al MAMbo, Bologna (2008).
Emilio Fantin
Bassano del Grappa (Italia), 1954
La ricerca di Emilio Fantin si articola in due parti: la prima riguarda la produzione di installazioni, oggetti, immagini, registrazioni visive o sonore, mentre la seconda si concentra sulla creazione di nuove forme e strutture di arte partecipata e condivisa e si realizza in workshop, laboratori e progetti collettivi. Insieme a Cesare Pietroiusti alla fine degli anni ‘90 è stato fra i fondatori del gruppo Oreste, con cui ha dato vita a una serie di progetti caratterizzati da un’estrema smaterializzazione. La sua ricerca espressiva si caratterizza per un approccio pluridisciplinare che mira a creare le condizioni per un confronto dialettico tra discipline diverse come la logica matematica, l’architettura, la psicologia. Insegna “Percezione e Comunicazione Visiva”, è responsabile dell’Osservartorio di Arte Pubblica della Facoltà di Architettura Ambientale del Politecnico di Milano e collabora con Università e Fondazioni per l’arte contemporanea.
Ha realizzato progetti in numerose sedi italiane ed internazionali; fra le sue mostre Concerto per un Piacere Pubblico - Pass Biennale, XLV Biennale di Venezia (1993), Rêves, Le Magasin, Grenoble (1999), Astrale, Galleria d’Arte Moderna, Bologna (2003), Tent Contemporary Passages, Rotterdam (2007) e Forgotten sculptures, Performa, NY (2007).
Carl Michael von Hausswolff
Linköping (Svezia), 1956
Fra i pionieri nell’ambito delle ricerche sperimentali sul suono, sin dalla fine degli anni ’70 si è dedicato alla musica e, parallelamente, alle arti visive instaurando un rapporto osmotico fra le due discipline. La sua ricerca lo ha portato ad esplorare diversi territori espressivi, dalla performance all’installazione, dal video alla fotografia. Il suono è rimasto un elemento centrale del suo lavoro: la sua ricerca si concentra su trame, densi tessuti sonori composti di drones, frequenze e interferenze elettroniche. La fisicità del suono, il suo valore esperienziale è, infatti, una componente centrale dei suoi live e di molti suoi lavori audio che esplorano i limiti percettivi, il rapporto che si instaura con l’architettura e con lo spazio o le possibilità di comunicazione con altre dimensioni (importante, nel suo lavoro, è l’interesse per l’EVP, electronic voice phenomena). Numerosissime le collaborazioni con artisti e musicisti fra cui quella storica con The Hafler Trio e quella con Leif Elgreen con cui nel 1993 ha fondato il regno di Elgaland-Vargaland, di cui è co-monarca.
Ha partecipato a numerose mostre internazionali fra cui la prima edizione di Manifesta, Rotterdam (1996); la Quinta Biennale di Istambul (1997); Documenta X, Kassel (1997); Volume – Bed of Sound, P.S.1, New York (2000); Frequenzen (Hz), Schirn Kunsthalle, Frankfurt aM (2002) e ha realizzato in collaborazione con Tommi Grönlund, Petteri Nisunen, Leif Elggren e Anders Tomrén il Padiglione dei Paesi Nordici alla Biennale di Venezia del 2001. Da anni affianca all’attività artistica quella di curatore indipentente; fra le sue collaborazioni Färgfabriken a Stoccolma e la Biennale di Goteborg del 2003.
Col supporto di: Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna-cultura e rapporti con l'università, Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna
Partner Istituzionali: Accademia di Belle Arti di Bologna, Cineteca di Bologna, MAMbo Museo d’Arte Moderna, Arte Fiera.
Partner privati: Nosadella.due Bologna, Raum/Xing Bologna, Atelier Biagetti Milano, Loop srl Bologna, mekki.it
Media partner: Città del Capo - Radio Metropolitana, Inside-Shin Production.
Patrocini: Regione Emilia Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Museo MAMbo, Accademia di Belle Arti di Bologna, Ministero Università e Ricerca, Ministero Beni e Attività Culturali
Attraverso un calendario di iniziative diversificate déja.vu intende indagare i territori in cui le pratiche artistiche entrano in contatto e in relazione influenzandosi linguisticamente. All’insegna della sperimentazione estetica la rassegna di eventi si disloca in luoghi dedicati alla promozione della cultura visiva contemporanea con l’intento principale di creare occasione di dialogo tra i protagonisti del mondo della produzione artistica ed il pubblico.
I primi due appuntamenti di questa edizione di déja.vu, ospitati da Nosadella.due e Raum, vedono protagonisti Emilio Fantin, Cesare Pietroiusti e Carl Michael von Hausswolff invitati a curare due laboratori di sperimentazione espressiva volti ad esplorare modalità operative recenti: la performance e l’installazione sonora. Dodici giovani artisti - Cristian Chironi, Clio Casadei, Marco Di Giovanni, Gemis Luciani, Margherita Moscardini, Luca Vanello, Maria Anyfantis, Demetrio Castellucci, Sandro Crisafi, Luciano Maggiore, Pietro Riparbelli, Lorenzo Senni - selezionati nel panorama della più interessante ricerca emergente saranno coinvolti in due workshop in cui si confronteranno con le plurime esperienze degli artisti invitati in uno scambio di condivisione esperienziale finalizzato alla realizzazione di due momenti espositivi in cui saranno presentati i risultati del lavoro.
In tempo, competizione e performance Emilio Fantin e Cesare Pietroiusti utilizzeranno due concetti chiave, tempo e competizione, per riflettere sulle possibilità della performance di rivestire un carattere critico ed una opportunità creativa nel contesto culturale attuale e per articolare nuove modalità espressive.
La categoria temporale diverrà motivo privilegiato di analisi per indagare le relazioni delle pratiche performative con le complesse esigenze dei diversi contesti espositivi, l'attenzione e la disponibilità dello spettatore, il rapporto dialettico esistente fra lavoro “processuale” e lavoro “finito” e il significato di “improvvisazione”. La competizione sarà invece al centro della sezione operativa del workshop che si articolerà in vere e proprie “partite” fra i partecipanti. I giovani artisti saranno infatti invitati a scegliere dei video su youtube, a “sfidarsi” per selezionare quelli ritenuti “i migliori”, che saranno poi esposti, e a proporre un’azione performativa con cui “gareggiare” in presenza del pubblico.
L’enfasi sull’ascolto e sulle possibilità di articolazione sonora nello spazio, invece, saranno al centro del workshop Organizing sound in cui Carl Michael von Hausswolff chiederà ai partecipanti di mediare tra individualità e collettività per trovare una piattaforma comune di riflessione e progettazione: una serie di ascolti saranno alla base della creazione di molteplici lavori individuali destinati però a confluire in una installazione sonora che trasformerà gli spazi di Raum in una cassa di risonanza collettiva, nel rispetto delle specificità e dell’autonomia dei partecipanti e dei loro contributi.
Come parte integrante del workshop, inoltre, von Hausswolff presenta al pubblico Circulating over square waters, live di musica elettronica sui fenomeni delle qualità acustiche e degli oscillatori sine-wave.
déja.vu proseguirà la programmazione nel mese di gennaio, in occasione di Arte Fiera, con ren con tre, appuntamenti al Teatro dell’Accademia di Belle Arti di Bologna con tre artisti italiani a cura di Lelio Aiello e Sergia Avveduti, e Film d’Artista, un progetto volto ad indagare il sottile confine fra cinema e arte a cura di Lelio Aiello, Lorenzo Buccella e Gudrun De Chirico e realizzato in collaborazione con la Cineteca di Bologna e il MAMbo
PROGRAMMA novembre-dicembre ‘08
Workshop
17 > 22 novembre ’08 / Nosadella.due
Emilio Fantin (I), Cesare Pietroiusti (I) – Tempo, competizione e performance
con Cristian Chironi / Clio Casadei / Marco Di Giovanni / Gemis Luciani / Margherita Moscardini / Luca Vanello
27 nov > 2 dic ’08 / Raum
Carl Michael von Hausswolff (SE) – Organizing sound
con Maria Anyfantis / Demetrio Castellucci / Sandro Crisafi / Luciano Maggiore / Pietro Riparbelli / Lorenzo Senni
Eventi
Sab 22 novembre ’08 / h 18:30 / Nosadella.due
Cristian Chironi / Clio Casadei / Marco Di Giovanni / Gemis Luciani / Margherita Moscardini / Luca Vanello / Tempo, competizione e performance / a cura di Emilio Fantin e Cesare Pietroiusti
Sab 29 novembre ’08 / h 22:00 / Raum
Carl Michael von Hausswolff - Circulating over square waters – Live concert
Mar 2 dicembre ’08 / h 21:30 / Raum
Maria Anyfantis / Demetrio Castellucci / Sandro Crisafi / Luciano Maggiore / Pietro Riparbelli / Lorenzo Senni / Organizing sound / a cura di Carl Michael von Hausswolff
Luoghi
Nosadella.due / via nosadella 2 / Bologna / info@nosadelladue.com www.nosadelladue.com
Raum/ via cà selvatica 4d / Bologna / info@xing.it www.xing.it
Artisti
Cesare Pietroiusti
Roma (Italia), 1955
La ricerca artistica di Cesare Pietroiusti esprime interesse per le situazioni paradossali o problematiche nascoste nelle pieghe dell’ordinarietà dell’esistenza – pensieri privi di una ragione apparente e piccole preoccupazioni considerate troppo insignificanti per diventare motivo di analisi. Tutto ciò lo ha portato ad esplorare scelte e intenzioni formulate da altri, nonché a cercare di farle proprie. Nel 1997 ha raccolto in una pubblicazione, i "Pensieri non funzionali" (ed.Morra, Napoli), un centinaio di idee incongrue o prive di scopo apparente formulate come istruzioni per realizzare progetti artistici che in alcune occasioni sono state scelte e realizzate da altri, artisti e/o curatori, e poi esposte ("democracy!", Royal College of Art, Londra 2000). Negli ultimi anni il suo lavoro si è concentrato soprattutto sul tema dello scambio e sui paradossi che possono crearsi nelle pieghe dei sistemi e degli ordinamenti economici. A partire dal 2004 ha irreversibilmente trasformato banconote altrui, venduto storie, ingerito banconote al termine di un’asta per poi restituirle al legittimo proprietario dopo l'evacuazione e organizzato ristoranti in cui invece di pagare si ricevono i soldi del prezzo scritto sul menù.
Nel 1997 è stato fra gli iniziatori dei "Progetti Oreste". Dal 2003 è docente di "Laboratorio di Arti Visive" presso lo IUAV di Venezia. Ha esposto, fra l’altro, nella sezione "Aperto" della Biennale di Venezia (1990), alla Serpentine Gallery di Londra (1992), al Louisiana Museum di Copenhagen (1996), ad Art in General, New York (2001), al CCAC di San Francisco (2002), alla Fondazione Pistoletto, Biella (2003), alla terza Biennale di Tirana (2005), allo Sculpture Center, New York (2007) e al MAMbo, Bologna (2008).
Emilio Fantin
Bassano del Grappa (Italia), 1954
La ricerca di Emilio Fantin si articola in due parti: la prima riguarda la produzione di installazioni, oggetti, immagini, registrazioni visive o sonore, mentre la seconda si concentra sulla creazione di nuove forme e strutture di arte partecipata e condivisa e si realizza in workshop, laboratori e progetti collettivi. Insieme a Cesare Pietroiusti alla fine degli anni ‘90 è stato fra i fondatori del gruppo Oreste, con cui ha dato vita a una serie di progetti caratterizzati da un’estrema smaterializzazione. La sua ricerca espressiva si caratterizza per un approccio pluridisciplinare che mira a creare le condizioni per un confronto dialettico tra discipline diverse come la logica matematica, l’architettura, la psicologia. Insegna “Percezione e Comunicazione Visiva”, è responsabile dell’Osservartorio di Arte Pubblica della Facoltà di Architettura Ambientale del Politecnico di Milano e collabora con Università e Fondazioni per l’arte contemporanea.
Ha realizzato progetti in numerose sedi italiane ed internazionali; fra le sue mostre Concerto per un Piacere Pubblico - Pass Biennale, XLV Biennale di Venezia (1993), Rêves, Le Magasin, Grenoble (1999), Astrale, Galleria d’Arte Moderna, Bologna (2003), Tent Contemporary Passages, Rotterdam (2007) e Forgotten sculptures, Performa, NY (2007).
Carl Michael von Hausswolff
Linköping (Svezia), 1956
Fra i pionieri nell’ambito delle ricerche sperimentali sul suono, sin dalla fine degli anni ’70 si è dedicato alla musica e, parallelamente, alle arti visive instaurando un rapporto osmotico fra le due discipline. La sua ricerca lo ha portato ad esplorare diversi territori espressivi, dalla performance all’installazione, dal video alla fotografia. Il suono è rimasto un elemento centrale del suo lavoro: la sua ricerca si concentra su trame, densi tessuti sonori composti di drones, frequenze e interferenze elettroniche. La fisicità del suono, il suo valore esperienziale è, infatti, una componente centrale dei suoi live e di molti suoi lavori audio che esplorano i limiti percettivi, il rapporto che si instaura con l’architettura e con lo spazio o le possibilità di comunicazione con altre dimensioni (importante, nel suo lavoro, è l’interesse per l’EVP, electronic voice phenomena). Numerosissime le collaborazioni con artisti e musicisti fra cui quella storica con The Hafler Trio e quella con Leif Elgreen con cui nel 1993 ha fondato il regno di Elgaland-Vargaland, di cui è co-monarca.
Ha partecipato a numerose mostre internazionali fra cui la prima edizione di Manifesta, Rotterdam (1996); la Quinta Biennale di Istambul (1997); Documenta X, Kassel (1997); Volume – Bed of Sound, P.S.1, New York (2000); Frequenzen (Hz), Schirn Kunsthalle, Frankfurt aM (2002) e ha realizzato in collaborazione con Tommi Grönlund, Petteri Nisunen, Leif Elggren e Anders Tomrén il Padiglione dei Paesi Nordici alla Biennale di Venezia del 2001. Da anni affianca all’attività artistica quella di curatore indipentente; fra le sue collaborazioni Färgfabriken a Stoccolma e la Biennale di Goteborg del 2003.
Col supporto di: Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna-cultura e rapporti con l'università, Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna
Partner Istituzionali: Accademia di Belle Arti di Bologna, Cineteca di Bologna, MAMbo Museo d’Arte Moderna, Arte Fiera.
Partner privati: Nosadella.due Bologna, Raum/Xing Bologna, Atelier Biagetti Milano, Loop srl Bologna, mekki.it
Media partner: Città del Capo - Radio Metropolitana, Inside-Shin Production.
Patrocini: Regione Emilia Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Museo MAMbo, Accademia di Belle Arti di Bologna, Ministero Università e Ricerca, Ministero Beni e Attività Culturali
22
novembre 2008
Tempo, competizione e performance
22 novembre 2008
performance - happening
giovane arte
giovane arte
Location
NOSADELLA.DUE
Bologna, Via Nosadella, 2, (Bologna)
Bologna, Via Nosadella, 2, (Bologna)
Vernissage
22 Novembre 2008, ore 18,30
Sito web
www.dejavu-bo.it
Autore
Curatore