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Christian Rainer / Cosimo Terlizzi – Aidos
L’artista è un fulcro, la leva di un mondo di relazioni. Attraverso l’opera, rivela se stesso ad altri: inventa contesti, prospettive, immagini, oggetti per parlare, e fare,con altri soggetti. Una triangolazione (autore, opera pubblico) prende dunque corpo, e avvia altrettanti processi di scambio.
Comunicato stampa
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... come del Portico di Atene non rimangono che i filosofi, il pubblico non troverà pareti, soffitto, pavimento, ma solo pensiero, concetto, linguaggio.
L’espropriazione della realtà materiale e delle sue certezze...
rosa anna musumeci
δώς
L’artista è un fulcro, la leva di un mondo di relazioni. Attraverso l’opera, rivela se stesso ad altri: inventa contesti, prospettive, immagini, oggetti per parlare, e fare,con altri soggetti. Una triangolazione (autore, opera pubblico) prende dunque corpo, e avvia altrettanti processi di scambio. Rainer e Terlizzi, non concepiscono l’opera senza lo spettatore, ma – radicalmente – specificano con i loro interventi che l’una e l’altro sono sullo stesso piano, hanno lo stesso ruolo e, in breve, formano un unicum: il pubblico non è altro che l’opera, o viceversa, e l’artista il demiurgo di questa verità, o della sua riscoperta. Ma un altro elemento è necessario perchè lo “scambio” di relazioni si compia. Solo a chi partecipa si rivelerà in tutta la sua essenza. L’atto demiurgico percorre la loro più recente ricerca: da Présences Humaines (2005) a The Opposites of the Sun(2008) di Christian Rainer fino a " Teresa diavolo in persona" (2008), e alla performance: "I’inventario" (2008) di Cosimo Terlizzi . Quale che sia il contesto (o piuttosto il pretesto), entrambi progettano nuove (ma altrettanto primordiali) antropologie. L’artista, l’opera, lo spettatore, si espongono come finestre illuminate, traboccano l’uno nell’ altro, parlano di sé dentro gli altri, propongono l’amore della comprensione empatica al posto della conoscenza scientifica dell’estraneo che governa il sapere dominante. Tutto questo – attenzione – non ha luogo semplicemente in uno spazio fisico. La dimensione psicologica prende il sopravvento con tale potenza da sopprimere il contenitore: come del Portico di Atene non rimangono che i filosofi, il pubblico non troverà pareti, soffitto, pavimento, ma solo pensiero, concetto, linguaggio. L’espropriazione della realtà materiale e delle sue certezze è il processo finale messo in moto, separatamente, dagli artisti e spinto alle estreme conseguenze. Tutto quindi si umanizza, con cadenze che toccano ogni corda possibile del significante: curiosità, sorpresa, disagio, suspence, nostalgia........ ...forse.
A completamento dell’opera, una dialettica di immedesimazione e distanza si installa, mediata dal pudore, dal mistero di un carattere (greco ) antico, che cela svelando e svela celando
Rosa Anna Musumeci.
L’espropriazione della realtà materiale e delle sue certezze...
rosa anna musumeci
δώς
L’artista è un fulcro, la leva di un mondo di relazioni. Attraverso l’opera, rivela se stesso ad altri: inventa contesti, prospettive, immagini, oggetti per parlare, e fare,con altri soggetti. Una triangolazione (autore, opera pubblico) prende dunque corpo, e avvia altrettanti processi di scambio. Rainer e Terlizzi, non concepiscono l’opera senza lo spettatore, ma – radicalmente – specificano con i loro interventi che l’una e l’altro sono sullo stesso piano, hanno lo stesso ruolo e, in breve, formano un unicum: il pubblico non è altro che l’opera, o viceversa, e l’artista il demiurgo di questa verità, o della sua riscoperta. Ma un altro elemento è necessario perchè lo “scambio” di relazioni si compia. Solo a chi partecipa si rivelerà in tutta la sua essenza. L’atto demiurgico percorre la loro più recente ricerca: da Présences Humaines (2005) a The Opposites of the Sun(2008) di Christian Rainer fino a " Teresa diavolo in persona" (2008), e alla performance: "I’inventario" (2008) di Cosimo Terlizzi . Quale che sia il contesto (o piuttosto il pretesto), entrambi progettano nuove (ma altrettanto primordiali) antropologie. L’artista, l’opera, lo spettatore, si espongono come finestre illuminate, traboccano l’uno nell’ altro, parlano di sé dentro gli altri, propongono l’amore della comprensione empatica al posto della conoscenza scientifica dell’estraneo che governa il sapere dominante. Tutto questo – attenzione – non ha luogo semplicemente in uno spazio fisico. La dimensione psicologica prende il sopravvento con tale potenza da sopprimere il contenitore: come del Portico di Atene non rimangono che i filosofi, il pubblico non troverà pareti, soffitto, pavimento, ma solo pensiero, concetto, linguaggio. L’espropriazione della realtà materiale e delle sue certezze è il processo finale messo in moto, separatamente, dagli artisti e spinto alle estreme conseguenze. Tutto quindi si umanizza, con cadenze che toccano ogni corda possibile del significante: curiosità, sorpresa, disagio, suspence, nostalgia........ ...forse.
A completamento dell’opera, una dialettica di immedesimazione e distanza si installa, mediata dal pudore, dal mistero di un carattere (greco ) antico, che cela svelando e svela celando
Rosa Anna Musumeci.
07
novembre 2008
Christian Rainer / Cosimo Terlizzi – Aidos
Dal 07 al 30 novembre 2008
arte contemporanea
Location
LOFT – ECO CASA PERLA
Torino, Via Balme, 32, (Torino)
Torino, Via Balme, 32, (Torino)
Orario di apertura
da martartedì al sabato dalle ore 10,00-13,00 dalle 16-20,00 e per appuntamento
Vernissage
7 Novembre 2008, ore 20
Ufficio stampa
D.TERR
Autore
Curatore