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Lucia Gangheri – Anima Peregrina
Un nuovo gruppo di creazioni di Lucia Gangheri, costituito da circa 20 pezzi. Il corpus espositivo, in mostra in questo accogliente e raccolto spazio nel cuore avito della città, si articola in 8 disegni a penna su carta, per lo più in bianco e nero (21×28), montati su cartoncini di fondo scuro, e in 12 pitture a olio dai colori tenui e rilassanti (da 26×35 a 32×22), anch’esse su supporto di cartoncino da 35×50. Alcune di queste sono abbinate in dittici e in un trittico.
Comunicato stampa
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“ANIMA PEREGRINA” è il titolo dell’allestimento di un nuovo gruppo di creazioni di Lucia Gangheri, costituito da circa 20 pezzi. Il corpus espositivo, in mostra in questo accogliente e raccolto spazio nel cuore avito della città, si articola in 8 disegni a penna su carta, per lo più in bianco e nero (21x28), montati su cartoncini di fondo scuro, e in 12 pitture a olio dai colori tenui e rilassanti (da 26x35 a 32x22), anch’esse su supporto di cartoncino da 35x50. Alcune di queste sono abbinate in dittici e in un trittico.
La scelta della Gangheri di due diverse tecniche artistiche non ne intacca per nulla la coerenza creativa, grazie a un filo rosso che lega le diverse figure tanto dei lavori a penna quanto delle pitture. Il tema ricorrente, infatti, è palesemente quello della sofferenza, comun denominatore dell’ispirazione di Gāngāri. Senza abbandonare, difatti, il discorso iniziato in creazioni e mostre precedenti, l’artista partenopea porta avanti un dialogo esistenziale e un percorso di ricerca interiore dinamico e diacronico, che riesce a tradurre in un nitido tratto pittorico e in una chiara raffigurazione. Il lessico creativo resta intriso di misticismo, dal sapore prettamente ma non esclusivamente orientale, e di quel dolore e di quell’impegno propri del cammino che ciascun individuo si trova a fare nella sua vita.
Di vaga matrice antropologica è l’indagine fotografica, volta a immortalare visi, espressioni e fattezze di persone durante feste popolari e religiose nostrane, da trasfigurare poi in ritratti a penna e in veri e propri dipinti su carta e cartoncino. A prescindere dalla fede e dall’appartenenza a questo o a quell’altro credo, ciò che colpisce la creativa napoletana è il concetto stesso del pellegrino, come essere umano posto sulla Terra alla ricerca, in perenne divenire, in itinere, seguendo un viaggio in grado di fornire risposte alle proprie domande. Ed ecco tornare a tratti l’dea del piede, leit-motiv preesistente nel lavoro della Gangheri; si riaffaccia l’orma, l’impronta lasciata lungo il tragitto di fede, di ricerca, di sguardo interiore, anche se in questo specifico allestimento la “forma-piede” compare solo in trasparenza, quale segno estetico “accessorio”, se così si può dire; tant’è che volti e figure, al contrario che nelle opere antecedenti, non campeggiano più all’interno della “cornice-piede”.
Il dolore, quindi, come motivo cardine, ma anche come semplice interferenza rispetto all’iter che si compie per raggiungere il proprio livello di coscienza. Interferenza visivamente rappresentata da una linea rossa che, se da un lato, spezza il bianco abbacinante della luce che contraddistingue queste creazioni, bianco in cui spesso la figura disancorata si ritrova quasi a galleggiare; d’altro canto, unisce i diversi ritratti, accomunandoli.
Una sintassi pittorica, a volte scientemente ingenua ma sempre autentica, altre volte dall’eco orientaleggiante, caratterizza i ritratti in mostra, specie quelli a penna; mentre un’evanescenza immateriale ed eterea dona un tono rarefatto ed aereo ai dipinti delicatissimi e al contempo ammalianti.
LUCIA GANGHERI nasce a Napoli nel ’57, dove vive e lavora. Si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Napoli in Pittura, e insegna discipline pittoriche presso il Liceo Artistico di Monteruscello a Pozzuoli (NA). Artista dalla personalità eclettica e dagli ampi interessi, si dedica non solo alla pittura, ma anche alla fotografia e alla creazione di gioielli a tiratura limitata realizzati con oro, argento, vetro, plexiglas. Dall’81 partecipa a svariate collettive a Napoli, Ortona, Firenze, Milano, Roma, Pescara, Bari, Siena, Torino e New York; nonché a diverse personali a Napoli, Torino, Venezia, Cagliari e Capri. Collabora come artista-designer con la stilista partenopea Sabina Albano. Dal ’93 firma le sue opere con il nome d’arte Gāngāri.
La scelta della Gangheri di due diverse tecniche artistiche non ne intacca per nulla la coerenza creativa, grazie a un filo rosso che lega le diverse figure tanto dei lavori a penna quanto delle pitture. Il tema ricorrente, infatti, è palesemente quello della sofferenza, comun denominatore dell’ispirazione di Gāngāri. Senza abbandonare, difatti, il discorso iniziato in creazioni e mostre precedenti, l’artista partenopea porta avanti un dialogo esistenziale e un percorso di ricerca interiore dinamico e diacronico, che riesce a tradurre in un nitido tratto pittorico e in una chiara raffigurazione. Il lessico creativo resta intriso di misticismo, dal sapore prettamente ma non esclusivamente orientale, e di quel dolore e di quell’impegno propri del cammino che ciascun individuo si trova a fare nella sua vita.
Di vaga matrice antropologica è l’indagine fotografica, volta a immortalare visi, espressioni e fattezze di persone durante feste popolari e religiose nostrane, da trasfigurare poi in ritratti a penna e in veri e propri dipinti su carta e cartoncino. A prescindere dalla fede e dall’appartenenza a questo o a quell’altro credo, ciò che colpisce la creativa napoletana è il concetto stesso del pellegrino, come essere umano posto sulla Terra alla ricerca, in perenne divenire, in itinere, seguendo un viaggio in grado di fornire risposte alle proprie domande. Ed ecco tornare a tratti l’dea del piede, leit-motiv preesistente nel lavoro della Gangheri; si riaffaccia l’orma, l’impronta lasciata lungo il tragitto di fede, di ricerca, di sguardo interiore, anche se in questo specifico allestimento la “forma-piede” compare solo in trasparenza, quale segno estetico “accessorio”, se così si può dire; tant’è che volti e figure, al contrario che nelle opere antecedenti, non campeggiano più all’interno della “cornice-piede”.
Il dolore, quindi, come motivo cardine, ma anche come semplice interferenza rispetto all’iter che si compie per raggiungere il proprio livello di coscienza. Interferenza visivamente rappresentata da una linea rossa che, se da un lato, spezza il bianco abbacinante della luce che contraddistingue queste creazioni, bianco in cui spesso la figura disancorata si ritrova quasi a galleggiare; d’altro canto, unisce i diversi ritratti, accomunandoli.
Una sintassi pittorica, a volte scientemente ingenua ma sempre autentica, altre volte dall’eco orientaleggiante, caratterizza i ritratti in mostra, specie quelli a penna; mentre un’evanescenza immateriale ed eterea dona un tono rarefatto ed aereo ai dipinti delicatissimi e al contempo ammalianti.
LUCIA GANGHERI nasce a Napoli nel ’57, dove vive e lavora. Si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Napoli in Pittura, e insegna discipline pittoriche presso il Liceo Artistico di Monteruscello a Pozzuoli (NA). Artista dalla personalità eclettica e dagli ampi interessi, si dedica non solo alla pittura, ma anche alla fotografia e alla creazione di gioielli a tiratura limitata realizzati con oro, argento, vetro, plexiglas. Dall’81 partecipa a svariate collettive a Napoli, Ortona, Firenze, Milano, Roma, Pescara, Bari, Siena, Torino e New York; nonché a diverse personali a Napoli, Torino, Venezia, Cagliari e Capri. Collabora come artista-designer con la stilista partenopea Sabina Albano. Dal ’93 firma le sue opere con il nome d’arte Gāngāri.
08
novembre 2008
Lucia Gangheri – Anima Peregrina
Dall'otto al 30 novembre 2008
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
SPAZIO ARTE LIBRI – IL FILO DI PARTENOPE
Napoli, Via Della Sapienza, 4, (Napoli)
Napoli, Via Della Sapienza, 4, (Napoli)
Orario di apertura
tutti i giorni, eccetto il lunedì mattina e i festivi, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 fino alle 19:00, previa telefonata
Vernissage
8 Novembre 2008, ore 18,30
Autore
Curatore