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Thomas Tsang – Monoroomhotel
Partendo dalla constatazione che durante gli eventi fieristici la disponibilità di pernottamento nelle città si riduce ed incidentalmente i prezzi aumentano Thomas Tsang ha immaginato di trasformare una delle due stanze di Quarter relocated in una stanza d’albergo con il seguente orario alternato: Gallery Hours 12.00 – 16.00 Hotel Hours 19.00 – 11.00.
Comunicato stampa
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Sabato 8 novembre alle ore 19.00, presso Quarter relocated, Largo Saluzzo 35, Torino, inaugura la mostra di Thomas Tsang MONOROOMHOTEL, a cura di Francesca Referza. L’evento si inserisce nelle iniziative collegate ad ARTISSIMA 15. Per questa occasione l’architetto newyorkese Thomas Tsang ha pensato appositamente il progetto installativo MONOROOMHOTEL. Partendo dalla constatazione che durante gli eventi fieristici la disponibilità di pernottamento nelle città si riduce ed incidentalmente i prezzi aumentano Thomas Tsang ha immaginato di trasformare una delle due stanze di Quarter relocated in una stanza d’albergo con il seguente orario alternato: Gallery Hours 12.00 – 16.00 Hotel Hours 19.00 – 11.00.
La galleria dunque, a richiesta, si trasforma in un monoroom hotel a disposizione di artisti, addetti ai lavori e frequentatori della fiera, che hanno così modo di pernottare a Torino durante i giorni di Artissima ad una cifra modica. L’unica regola da rispettare è one night stand, cioè non fermarsi più di una notte, con un divertente doppio senso che in modo ironico e leggero allude anche ad una certa realtà del multietnico quartiere di San Salvario, in cui si trova Quarter relocated. L’installazione consiste in un pavimento calpestabile, più alto dell’originale di 50-60 cm, formato dall’accostamento senza soluzione di continuità, se non per un interstizio di pochi millimetri, di 15 (come l’edizione di Artissima) armadi in MDF laccato bianco posizionati a terra orizzontalmente. Il pavimento si presenta dunque come una superficie segnata da una griglia di linee ortogonali, ma non regolari, corrispondenti alle porte dei 15 armadi; la presenza di altrettante chiavi infilate nelle rispettive serrature innescano inevitabilmente grande curiosità. Solo aprendo le porte degli armadi si può utilizzare ciò che contengono: un letto matrimoniale, un armadietto, una sedia, una lampada, un ripostiglio, una TV, uno specchio, un attaccapanni, eccetera.
L’aspetto performativo dell’installazione, tuttavia, prima ancora che in fase d’uso, comincia a livello visivo quando attraverso la finestra e la porta affacciate sull’ottagonale Largo Saluzzo, il comune passante vede qualcuno che cammina sul pavimento della monoroom. L’installazione infatti, aumentando il dislivello dei tre gradini che dividono le due stanze di Quarter relocated, altera il consueto punto di vista dello spettatore che intravede delle gambe in movimento. A quel punto l’interrogativo generato dalla scritta luminosa MONOROOMHOTEL posta sulla parete d’ingresso della prima stanza, risulta naturalmente rafforzato. E’ dunque possibile pensare all’installazione in termini diversi da quelli immediatamente funzionali per sottolinearne aspetti che, partendo da dati costruttivi, abbiano sfumature di significato più ampie come il concetto di instabilità e l’idea di paesaggio disegnato.
L’idea di camminare su una superficie costituita da volumi semplicemente accostati l’un l’altro, come in una scacchiera irregolare, genera immediatamente un’incertezza psicofisica accentuata dall’apertura degli armadi che si trasformano da semplici contenitori a vere e proprie porte in cui teoricamente è possibile entrare. Dall’incertezza dovuta alla sensazione di instabilità fisica, si passa ad una insicurezza più profonda, derivante dalla consapevolezza di non avere il controllo di ciò che c’è sotto. Come a dire che la vita scorre sotto la superficie. L’altro punto sviluppato nel progetto ha invece a che fare con l’idea di paesaggio artificiale. Pensando in questi termini alla MONOROOMHOTEL ci si sposta da un paesaggio disegnato in superficie ad uno ricreato artificialmente attraverso la misurata addizione di elementi orizzontali, verticali e di oggetti che danno l’illusione di trovarsi in una stanza. Proprio come in un capriccio indoor. I capricci non erano vedute reali ma piuttosto paesaggi visionari, idea che si collega allo stato del sonno. Visionary – ha sottolineato Thomas Tsang, il cui lavoro svolto nella primavera del 2008 per l’Accademia Americana di Roma, ha toccato l’idea di ‘veduta’ - lead to eyes close.. or as the time where the eyes shut. Actually the dream starts during the day where all of the doors (eyes) are close..
Thomas Tsang Nato nell'isola del Borneo a Sabah, in Malesia nel 1974, ha studiato presso il Southern California Institute of Architecture (SCI-ARC, Istituto di Architettura della California Meridionale) di Los Angeles e ha conseguito la laurea in architettura presso la Cooper Union for the Advancement of Science and Art (Cooper Union per il progresso delle scienze e dell'arte) di New York nel 2000. Nel 2001 è stato cofondatore dello studio Architecture of Metropolitan Post (AMP) di Hangzhou, in Cina, che si occupa prevalentemente di architettura e urbanistica. È stato insignito dell'ambito premio "Marion O. e Maximilian E. Hoffman Rome Prize in Architecture" 2006-2007 dall'Accademia Americana di Roma, dove svolgerà il proprio progetto di ricerca intitolato Dichotomy of Urban Nature in Rome (Dicotomia della Natura Urbana a Roma).
Le sue opere sono state esposte presso il Center for Architecture di New York, il Chicago Architectural Club, SpaziAperti con MACRO di Roma, il Ke Center for Contempoary Art di Shanghai, la Stazione Leopolda di Firenze, il Jyosui-Kaikan di Tokyo e in occasione della personale tenutasi all'Accademia Americana di Roma, intitolata "Rome in 50 Pieces: Department of Lost and Found" (Roma in 50 pezzi: ufficio oggetti smarriti). Tra i premi di design che gli sono stati conferiti figurano quelli dell'Emerging New York Architects Committee (ENYA), della Graham Foundation di Chicago e del Central Glass Shikenchiku di Tokyo. È stato tra i finalisti della borsa di studio per ricerca Walter B. Sanders Fellowship presso l'Università del Michigan e Hyde Chair in Architectural Excellence presso l'Università del Nebraska.
I lavori di architettura di cui si sta occupando in questo periodo comprendono una villa urbana con cortile nel quartiere storico di Pechino, un laboratorio, residence e galleria per artisti in una località remota lungo la costa di Trinidad, un progetto di indicazioni stradali con relativa illuminazione per la Chinatown Partnership con il sostegno di LMDC, un'azienda agricola/vitivinicola nella città di New York e una tipografia ecosostenibile a Brooklyn. In parallelo, la sua opera artistica si è rivolta verso una disamina della relazione tra colore e gusto in "Scholar Garden", sostenuto dal Beijing Youth Weekly e da Lancòme, oltre a ‘Paper, Rock and Scissor: A Poster Project’ (Carta, sasso e forbici: un progetto in poster) per la Fiera dell'Arte di Pechino 2008 e un progetto relativo alle diverse tonalità di grigio a Pechino in collaborazione con la Whitescape Foundation, per finire con l'oramai imminente mostra collettiva di selezionati artisti e architetti attivi a New York, che si terrà presso il Queens Museum.
Thomas Tsang ha tenuto una serie di conferenze sulle sue opere più recenti presso il Collegi Oficial d’Arquitectes de les Illes Balears di Palma de Mallorca, presso l'Università del Michigan e presso il Program Initiative for Art + Architecture Collaboration di Berlino, dove è Architetto-Artista Residente. Assieme a Ian Luna è coautore di ‘On the Edge: Ten Architects in China,’ pubblicato da Rizzoli nel 2007. Attualmente è Vice Professore Associato di Architettura presso la Cooper Union e ha recentemente fondato uno studio di design a New York City.
La galleria dunque, a richiesta, si trasforma in un monoroom hotel a disposizione di artisti, addetti ai lavori e frequentatori della fiera, che hanno così modo di pernottare a Torino durante i giorni di Artissima ad una cifra modica. L’unica regola da rispettare è one night stand, cioè non fermarsi più di una notte, con un divertente doppio senso che in modo ironico e leggero allude anche ad una certa realtà del multietnico quartiere di San Salvario, in cui si trova Quarter relocated. L’installazione consiste in un pavimento calpestabile, più alto dell’originale di 50-60 cm, formato dall’accostamento senza soluzione di continuità, se non per un interstizio di pochi millimetri, di 15 (come l’edizione di Artissima) armadi in MDF laccato bianco posizionati a terra orizzontalmente. Il pavimento si presenta dunque come una superficie segnata da una griglia di linee ortogonali, ma non regolari, corrispondenti alle porte dei 15 armadi; la presenza di altrettante chiavi infilate nelle rispettive serrature innescano inevitabilmente grande curiosità. Solo aprendo le porte degli armadi si può utilizzare ciò che contengono: un letto matrimoniale, un armadietto, una sedia, una lampada, un ripostiglio, una TV, uno specchio, un attaccapanni, eccetera.
L’aspetto performativo dell’installazione, tuttavia, prima ancora che in fase d’uso, comincia a livello visivo quando attraverso la finestra e la porta affacciate sull’ottagonale Largo Saluzzo, il comune passante vede qualcuno che cammina sul pavimento della monoroom. L’installazione infatti, aumentando il dislivello dei tre gradini che dividono le due stanze di Quarter relocated, altera il consueto punto di vista dello spettatore che intravede delle gambe in movimento. A quel punto l’interrogativo generato dalla scritta luminosa MONOROOMHOTEL posta sulla parete d’ingresso della prima stanza, risulta naturalmente rafforzato. E’ dunque possibile pensare all’installazione in termini diversi da quelli immediatamente funzionali per sottolinearne aspetti che, partendo da dati costruttivi, abbiano sfumature di significato più ampie come il concetto di instabilità e l’idea di paesaggio disegnato.
L’idea di camminare su una superficie costituita da volumi semplicemente accostati l’un l’altro, come in una scacchiera irregolare, genera immediatamente un’incertezza psicofisica accentuata dall’apertura degli armadi che si trasformano da semplici contenitori a vere e proprie porte in cui teoricamente è possibile entrare. Dall’incertezza dovuta alla sensazione di instabilità fisica, si passa ad una insicurezza più profonda, derivante dalla consapevolezza di non avere il controllo di ciò che c’è sotto. Come a dire che la vita scorre sotto la superficie. L’altro punto sviluppato nel progetto ha invece a che fare con l’idea di paesaggio artificiale. Pensando in questi termini alla MONOROOMHOTEL ci si sposta da un paesaggio disegnato in superficie ad uno ricreato artificialmente attraverso la misurata addizione di elementi orizzontali, verticali e di oggetti che danno l’illusione di trovarsi in una stanza. Proprio come in un capriccio indoor. I capricci non erano vedute reali ma piuttosto paesaggi visionari, idea che si collega allo stato del sonno. Visionary – ha sottolineato Thomas Tsang, il cui lavoro svolto nella primavera del 2008 per l’Accademia Americana di Roma, ha toccato l’idea di ‘veduta’ - lead to eyes close.. or as the time where the eyes shut. Actually the dream starts during the day where all of the doors (eyes) are close..
Thomas Tsang Nato nell'isola del Borneo a Sabah, in Malesia nel 1974, ha studiato presso il Southern California Institute of Architecture (SCI-ARC, Istituto di Architettura della California Meridionale) di Los Angeles e ha conseguito la laurea in architettura presso la Cooper Union for the Advancement of Science and Art (Cooper Union per il progresso delle scienze e dell'arte) di New York nel 2000. Nel 2001 è stato cofondatore dello studio Architecture of Metropolitan Post (AMP) di Hangzhou, in Cina, che si occupa prevalentemente di architettura e urbanistica. È stato insignito dell'ambito premio "Marion O. e Maximilian E. Hoffman Rome Prize in Architecture" 2006-2007 dall'Accademia Americana di Roma, dove svolgerà il proprio progetto di ricerca intitolato Dichotomy of Urban Nature in Rome (Dicotomia della Natura Urbana a Roma).
Le sue opere sono state esposte presso il Center for Architecture di New York, il Chicago Architectural Club, SpaziAperti con MACRO di Roma, il Ke Center for Contempoary Art di Shanghai, la Stazione Leopolda di Firenze, il Jyosui-Kaikan di Tokyo e in occasione della personale tenutasi all'Accademia Americana di Roma, intitolata "Rome in 50 Pieces: Department of Lost and Found" (Roma in 50 pezzi: ufficio oggetti smarriti). Tra i premi di design che gli sono stati conferiti figurano quelli dell'Emerging New York Architects Committee (ENYA), della Graham Foundation di Chicago e del Central Glass Shikenchiku di Tokyo. È stato tra i finalisti della borsa di studio per ricerca Walter B. Sanders Fellowship presso l'Università del Michigan e Hyde Chair in Architectural Excellence presso l'Università del Nebraska.
I lavori di architettura di cui si sta occupando in questo periodo comprendono una villa urbana con cortile nel quartiere storico di Pechino, un laboratorio, residence e galleria per artisti in una località remota lungo la costa di Trinidad, un progetto di indicazioni stradali con relativa illuminazione per la Chinatown Partnership con il sostegno di LMDC, un'azienda agricola/vitivinicola nella città di New York e una tipografia ecosostenibile a Brooklyn. In parallelo, la sua opera artistica si è rivolta verso una disamina della relazione tra colore e gusto in "Scholar Garden", sostenuto dal Beijing Youth Weekly e da Lancòme, oltre a ‘Paper, Rock and Scissor: A Poster Project’ (Carta, sasso e forbici: un progetto in poster) per la Fiera dell'Arte di Pechino 2008 e un progetto relativo alle diverse tonalità di grigio a Pechino in collaborazione con la Whitescape Foundation, per finire con l'oramai imminente mostra collettiva di selezionati artisti e architetti attivi a New York, che si terrà presso il Queens Museum.
Thomas Tsang ha tenuto una serie di conferenze sulle sue opere più recenti presso il Collegi Oficial d’Arquitectes de les Illes Balears di Palma de Mallorca, presso l'Università del Michigan e presso il Program Initiative for Art + Architecture Collaboration di Berlino, dove è Architetto-Artista Residente. Assieme a Ian Luna è coautore di ‘On the Edge: Ten Architects in China,’ pubblicato da Rizzoli nel 2007. Attualmente è Vice Professore Associato di Architettura presso la Cooper Union e ha recentemente fondato uno studio di design a New York City.
08
novembre 2008
Thomas Tsang – Monoroomhotel
Dall'otto novembre 2008 al 24 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
QUARTER RELOCATED
Torino, Largo Saluzzo, 35, (Torino)
Torino, Largo Saluzzo, 35, (Torino)
Orario di apertura
domenica e dal giovedì al sabato dalle 16.00 alle 19.00;
da martedì 18 novembre su appuntamento (dal martedì al sabato 11.00 -19.00)
Vernissage
8 Novembre 2008, ore 19
Ufficio stampa
MONICA ZANFINI
Autore
Curatore