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Liu Bolin – Hide and seek
Liu Bolin(1973)arriva per la prima volta in Italia dove non si limiterà ad esporre gli scatti di performance realizzati in Cina, ma concepirà un lavoro inedito sulla presenza spesso invisibile delle comunità cinesi nel nostro paese.
Comunicato stampa
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Per gli animali il mimetismo è una forma di sopravvivenza.
Per gli esseri umani, non è altrettanto semplice sfuggire all’oblio. Perché più della morte fisica, l’uomo contemporaneo teme la consunzione del pensiero.
L’artista cinese Liu Bolin (Shandong 1973) tocca i temi universali del rapporto uomo-natura e tra pensiero e potere politico nella serie fotografica intitolata Hiding in the city.
Esposta per la prima volta in Italia dalla Galleria Boxart in una personale che inaugura sabato 8 novembre - ore 18.30 - nello spazio di Via dei Mutilati 7/a, la sequenza di stampe fotografiche documenta le performance dell’artista che dipinge sé stesso fino a risultare invisibile a una prima occhiata, in un camouflage perfetto con lo sfondo.
Mescolando fotografia, pittura, happening e body art, Liu Bolin si fonde coi mattoni di muri semi demoliti, con gli slogan delle Olimpiadi di Pechino, o ancora trascrive su di sé gli ideogrammi del proselitismo politico e sostituisce il suo viso a quello del Timoniere Mao che domina piazza Tienanmen.
«Non è tanto il corpo a celarsi nell’ambiente – afferma l’artista – quanto il mondo circostante a inghiottire gli esseri umani, senza lasciar loro possibilità di scelta».
Il messaggio è inequivocabile: le megalopoli costruite dall’uomo fagocitano gli esseri umani come insetti camaleontici, li inglobano erodendone lo spazio vitale, fino a invaderne il corpo e la mente.
Corpus principale della mostra, visibile fino al 31 dicembre, oltre 20 opere tra le più significative della serie Hiding in the city, realizzate dall’artista nel suo paese natale tra il 2006 e il 2008.
Peculiarità dell’evento espositivo è tuttavia lo scambio attivo tra Cina e Italia, carattere dominante della seconda parte del progetto.
In maniera speculare alle immagini concepite nella Repubblica Popolare, Liu Bolin si è spostato per il nostro paese a bordo di un’auto a noleggio, portando in superficie il lavoro sommerso compiuto dagli immigrati cinesi, impercettibile ai più. Una piaga ancora strisciante lo sfruttamento della manodopera clandestina nel nostro paese all’interno di una comunità cinese alla terza generazione ormai integrata.
Completa la rassegna, dal carattere di vero e proprio happening, un’installazione site specific in galleria. Un manichino camaleontico in vetroresina con le stesse sembianze dell’artista ne rappresenta il simulacro, ma anche un fantoccio ormai svuotato di identità e coscienza.
Manichini come quello “importato” dalla Cina a Verona popolano il celebre Distretto 798 di Pechino, comparendo e dissolvendosi dal giorno alla notte davanti a gallerie, studi di artisti e atelier.
Lo scorso anno ne è apparso uno davanti al Beijing New Art Project dei Gao Brothers di cui Boxart ha esposto nel 2007 la prima personale italiana.
Un segno di continuità nel percorso cognitivo della galleria attraverso il panorama artistico asiatico.
Per gli esseri umani, non è altrettanto semplice sfuggire all’oblio. Perché più della morte fisica, l’uomo contemporaneo teme la consunzione del pensiero.
L’artista cinese Liu Bolin (Shandong 1973) tocca i temi universali del rapporto uomo-natura e tra pensiero e potere politico nella serie fotografica intitolata Hiding in the city.
Esposta per la prima volta in Italia dalla Galleria Boxart in una personale che inaugura sabato 8 novembre - ore 18.30 - nello spazio di Via dei Mutilati 7/a, la sequenza di stampe fotografiche documenta le performance dell’artista che dipinge sé stesso fino a risultare invisibile a una prima occhiata, in un camouflage perfetto con lo sfondo.
Mescolando fotografia, pittura, happening e body art, Liu Bolin si fonde coi mattoni di muri semi demoliti, con gli slogan delle Olimpiadi di Pechino, o ancora trascrive su di sé gli ideogrammi del proselitismo politico e sostituisce il suo viso a quello del Timoniere Mao che domina piazza Tienanmen.
«Non è tanto il corpo a celarsi nell’ambiente – afferma l’artista – quanto il mondo circostante a inghiottire gli esseri umani, senza lasciar loro possibilità di scelta».
Il messaggio è inequivocabile: le megalopoli costruite dall’uomo fagocitano gli esseri umani come insetti camaleontici, li inglobano erodendone lo spazio vitale, fino a invaderne il corpo e la mente.
Corpus principale della mostra, visibile fino al 31 dicembre, oltre 20 opere tra le più significative della serie Hiding in the city, realizzate dall’artista nel suo paese natale tra il 2006 e il 2008.
Peculiarità dell’evento espositivo è tuttavia lo scambio attivo tra Cina e Italia, carattere dominante della seconda parte del progetto.
In maniera speculare alle immagini concepite nella Repubblica Popolare, Liu Bolin si è spostato per il nostro paese a bordo di un’auto a noleggio, portando in superficie il lavoro sommerso compiuto dagli immigrati cinesi, impercettibile ai più. Una piaga ancora strisciante lo sfruttamento della manodopera clandestina nel nostro paese all’interno di una comunità cinese alla terza generazione ormai integrata.
Completa la rassegna, dal carattere di vero e proprio happening, un’installazione site specific in galleria. Un manichino camaleontico in vetroresina con le stesse sembianze dell’artista ne rappresenta il simulacro, ma anche un fantoccio ormai svuotato di identità e coscienza.
Manichini come quello “importato” dalla Cina a Verona popolano il celebre Distretto 798 di Pechino, comparendo e dissolvendosi dal giorno alla notte davanti a gallerie, studi di artisti e atelier.
Lo scorso anno ne è apparso uno davanti al Beijing New Art Project dei Gao Brothers di cui Boxart ha esposto nel 2007 la prima personale italiana.
Un segno di continuità nel percorso cognitivo della galleria attraverso il panorama artistico asiatico.
08
novembre 2008
Liu Bolin – Hide and seek
Dall'otto novembre 2008 al 09 gennaio 2009
fotografia
performance - happening
performance - happening
Location
BOXART GALLERY
Verona, Via Dei Mutilati, 7a, (Verona)
Verona, Via Dei Mutilati, 7a, (Verona)
Orario di apertura
10-12.30 e 15.30-19.30
Vernissage
8 Novembre 2008, ore 18.30
Autore
Curatore