Fato ci riporta all’origine delle tecniche dell’arte pratica, il suo gesto deriva dalla tradizione del tratto, del segno, del di-segno. Alla tradizione, che è ripresa anche d allo studio della grafia orientale, si mischia la contemporaneità, riconoscibile nella libera espressione della rappresentazione di un soggetto. Con la china o la penna grafica la mano si muove descrivendo una forma che è ibridazione tra libertà creativa ed espressione di ricerca artistica. L’artista sceglie un soggetto, lo fotografa, lo studia, lo scompone, lo elabora e poi lo cancella dai suoi pensieri per poterlo poi ritrovare, all’atto finale dell’elaborazione segnica su supporto cartaceo (primo fondamentale elemento dal valore di segno), in una veste nuova e totalmente personale. “Completare l’irripetibilità del segno attraverso l’affermazione della scrittura. Archiviare storicamente l’immediatezza delle mie emozioni sul concludersi di un segno attraverso un semplice titolo fotografando nell’istante di precarietà il suo bilico”.



Tre domande all'artista:
Chi è Matteo Fato? Un Pittore.
Che vuol dire essere Pittore per te? Significa non essere mai soddisfatti del proprio lavoro, e continuare a osservare. Forse è come essere un “Senza titolo”, un vuoto, pronto ad accogliere. “…il vuoto sviluppa la percezione della profondità. Grazie alla profondità la cosa dipinta si fa mondo. Grazie al vuoto. Il vuoto non è il nulla, un pittore ci si muove dentro…” Shitao
Cosa è per te la creatività? Tutto. E' una disciplina che riguarda la scelta di osservare un determinato linguaggio.




Un lavoro:
La penna grafica prende il posto della china nella produzione dei video. I disegni digitali, considerati come opere singole, accostati tra loro permettono la creazione di un video. Sono ben 561 quelli prodotti ed utilizzati per “Senza Titolo con Fiamma” dove è raccontata, in modo semplice e leggero, la vita di una fiamma dalla sua accensione allo spegnimento.