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Gianni Cestari – Viaggio senza mappa
L’esposizione raccoglie illustrazioni e dipinti realizzati da Gianni Cestari (Bondeno, 1946) su tema del viaggio. Per trascrivere in termini pittorici le emozioni che questo stato di ricerca fisica e spirituale può dare, Cestari ha scelto tre personaggi che hanno scritto di viaggi.
Comunicato stampa
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Casa di Ludovico Ariosto, Ferrara
a cura di Maria Livia Brunelli e Paul Bright
L’esposizione raccoglie illustrazioni e dipinti realizzati da Gianni Cestari (Bondeno, 1946) su tema del viaggio. Per trascrivere in termini pittorici le emozioni che questo stato di ricerca fisica e spirituale può dare, Cestari ha scelto tre personaggi che hanno scritto di viaggi.
Si tratta di tre autori diversissimi, come ambiente culturale, spaziale e temporale: uno scrittore del Cinquecento, Ludovico Ariosto, un cartografo del Settecento, Vincenzo Coronelli, e un artista contemporaneo, James Rosen.
Cestari spesso realizza mostre site-specific, che tengono conto del luogo in cui sono ambientate. Così è stato per la sua recente mostra alla Rocca di Stellata, progettata come una grande installazione concettuale in cui la rocca stessa era protagonista, e non semplice sfondo, dell’esposizione. Così è a Casa di Ludovico Ariosto, poeta dal quale è nata l’idea di questa mostra, trattandosi di una esposizione nella sua antica dimora. Cestari si è fatto ispirare dalle pagine ariostesche e ha realizzato una serie di oli su tela dedicati al viaggio di Astolfo sulla luna raccontato nell’Orlando furioso, e alle creature alate citate nel poema (l’Ippogrifo, le Arpie e San Giovanni).
Il secondo narratore di viaggi che ha affascinato Cestari è Vincenzo Coronelli, un cartografo del Settecento. In un mercatino dell’antiquariato un amico ha trovato un volume antico, l’Atlante Veneto, che narra di viaggi per mare, mancante però delle tavole illustrate: allora l’artista ha deciso di rifarle lui, con una serie di acrilici su carta ispirati agli evocativi titoli di ogni immagine perduta.
Il terzo narratore è un artista americano amico di Cestari, James Rosen, autore di una favola scritta per i suoi bambini, il racconto del viaggio di un angelo caduto dal cielo sulla terra. L’artista in questo caso ha deciso di illustrare il racconto con trenta piccoli preziosi libri di una pagina ciascuno.
Cestari ama perdersi, come l’angelo del racconto di Rosen, ovunque si trovi, perché la dimensione del “viaggio senza mappa” è uno stato mentale affascinante e imprevedibile, che lo riempie di stimoli. Nel perdersi del viaggio si trovano cose inaspettate, abbandonandosi si cresce, e si va lontano per cercare la ragione di ciò che ci circonda.
“E’ proprio questo spaesamento narrativo quello che Cestari voleva ricreare nello spettatore. Chi vede questa mostra si può aggirare per le sale ricercando il filo delle peregrinazioni mentali di questi tre autori. Oppure può anche perdersi senza bussola in questo suggestivo apparato iconografico di viaggi, lasciandosi permeare dalle immagini e dal turbine emozionale che provocano” (Maria Livia Brunelli).
I testi in catalogo sono degli stessi curatori, Marialivia Brunelli per il testo introduttivo generale e le opere dedicate a Ludovico Ariosto, Paul Bright per quelle dedicate a Vincenzo Coronelli e a James Rosen.
Apertura: dal 19 ottobre all’ 8 dicembre 2008. Orari: 10-13; 15-18, chiuso lunedì e domenica pomeriggio.
“I miei viaggi sono desiderio, ansia, piacere e preoccupazione, irresistibile voglia di progettare, fermento interiore e tante emozioni. Fascino e paura, duplici aspetti che credo comuni a molte persone che si preparano per un viaggio.
Senza la presenza di un paesaggio nuovo, la concentrazione si fa più forte: ripercorro spesso il viaggio quotidiano e sento nascere emozioni. Poi, quasi improvvisamente, si fa forte il desiderio di volare. Vedere con una prospettiva diversa, perdere l’orientamento e affrontare l’imprevisto. Allora mi aiuto con la lettura e, lentamente, alimento il desiderio di ripartire, di cercare suoni, parole, segni e di incrociarmi con altri percorsi. Al ritorno, la quantità dei segnali ricevuti mi lascia uno stordimento mentale difficile da riordinare. Solo dopo un po’ di tempo, quando ritrovo l’accoglienza del mio percorso quasi quotidiano, riesco a espormi ancora alla fragilità delle emozioni”.
Gianni Cestari
“I lavori Gianni Cestari sono permeati da una sensazione di forze primordiali. Molte di queste, con livelli diversi di astrazione, evocano mare e cielo, fluidità e volo, vettore e viaggio, mito e vissuta realtà (…); alcuni lavori richiamano sezioni dei dipinti di J.M.W. Turner, con il quale Cestari condivide la sensibilità romantica (…). Ciascun artista sembra essere ugualmente preso dagli aspetti evanescenti, mutevoli e turbolenti dell’oceano e del cielo. Le strutture costruite dall’uomo sono spesso appena accennate, avvolte o racchiuse dall’atmosfera, apparentemente fragili e insignificanti a confronto con la forza degli elementi. I lavori più astratti di Cestari sembrano essere precipitati dall’atmosfera stessa, con un’apparente scarsa intenzione dell’artista. Nei lavori dove parole e immagini si fondono, il testo spesso fatica ad emergere fra opache atmosfere di colore scuro o tenue”.
Paul Bright
Assistant Director, Hanes Gallery, Wake Forest University, NC
“Cestari ha vissuto in un faro sperduto nell’immensità del territorio canadese, dove aria e acqua hanno intriso le sue opere di sublime romantico, ha solcato la poesia storica dei cieli di Odessa, ma ama anche un semplice viaggio a piedi, che fa senza allontanarsi troppo da casa, percorrendo gli argini dei fiumi che circondano il suo mondo. Un piacere che ricorre quasi quotidianamente, alla ricerca del luogo per pensare, per raccontarsi e poi raccontare. Pensieri che la solitudine del paesaggio attorno ispira, e che poi diventano la materia prima del suo fare artistico.
Ariosto insegna che per essere felici la regola è solo una: accontentarsi. Basta avere, come scrive il poeta all’ingresso della sua casa che ospita questa mostra, una dimora parva sed apta mihi. Dalla quale magari allontanarsi solo temporaneamente per qualche “viaggio senza mappa”. Come fa Gianni Cestari, pellegrino dello spirito alla ricerca perenne di quei “vapori” di cui scrive Goethe nel suo Viaggio in Italia, “che sembrano dissolvere monti, mare e cielo in un solo elemento”, in un turbinio di primordiale caos dal sapore turneriano.
Maria Livia Brunelli
Director MLB Maria Livia Brunelli home gallery, Ferrara, Italy
a cura di Maria Livia Brunelli e Paul Bright
L’esposizione raccoglie illustrazioni e dipinti realizzati da Gianni Cestari (Bondeno, 1946) su tema del viaggio. Per trascrivere in termini pittorici le emozioni che questo stato di ricerca fisica e spirituale può dare, Cestari ha scelto tre personaggi che hanno scritto di viaggi.
Si tratta di tre autori diversissimi, come ambiente culturale, spaziale e temporale: uno scrittore del Cinquecento, Ludovico Ariosto, un cartografo del Settecento, Vincenzo Coronelli, e un artista contemporaneo, James Rosen.
Cestari spesso realizza mostre site-specific, che tengono conto del luogo in cui sono ambientate. Così è stato per la sua recente mostra alla Rocca di Stellata, progettata come una grande installazione concettuale in cui la rocca stessa era protagonista, e non semplice sfondo, dell’esposizione. Così è a Casa di Ludovico Ariosto, poeta dal quale è nata l’idea di questa mostra, trattandosi di una esposizione nella sua antica dimora. Cestari si è fatto ispirare dalle pagine ariostesche e ha realizzato una serie di oli su tela dedicati al viaggio di Astolfo sulla luna raccontato nell’Orlando furioso, e alle creature alate citate nel poema (l’Ippogrifo, le Arpie e San Giovanni).
Il secondo narratore di viaggi che ha affascinato Cestari è Vincenzo Coronelli, un cartografo del Settecento. In un mercatino dell’antiquariato un amico ha trovato un volume antico, l’Atlante Veneto, che narra di viaggi per mare, mancante però delle tavole illustrate: allora l’artista ha deciso di rifarle lui, con una serie di acrilici su carta ispirati agli evocativi titoli di ogni immagine perduta.
Il terzo narratore è un artista americano amico di Cestari, James Rosen, autore di una favola scritta per i suoi bambini, il racconto del viaggio di un angelo caduto dal cielo sulla terra. L’artista in questo caso ha deciso di illustrare il racconto con trenta piccoli preziosi libri di una pagina ciascuno.
Cestari ama perdersi, come l’angelo del racconto di Rosen, ovunque si trovi, perché la dimensione del “viaggio senza mappa” è uno stato mentale affascinante e imprevedibile, che lo riempie di stimoli. Nel perdersi del viaggio si trovano cose inaspettate, abbandonandosi si cresce, e si va lontano per cercare la ragione di ciò che ci circonda.
“E’ proprio questo spaesamento narrativo quello che Cestari voleva ricreare nello spettatore. Chi vede questa mostra si può aggirare per le sale ricercando il filo delle peregrinazioni mentali di questi tre autori. Oppure può anche perdersi senza bussola in questo suggestivo apparato iconografico di viaggi, lasciandosi permeare dalle immagini e dal turbine emozionale che provocano” (Maria Livia Brunelli).
I testi in catalogo sono degli stessi curatori, Marialivia Brunelli per il testo introduttivo generale e le opere dedicate a Ludovico Ariosto, Paul Bright per quelle dedicate a Vincenzo Coronelli e a James Rosen.
Apertura: dal 19 ottobre all’ 8 dicembre 2008. Orari: 10-13; 15-18, chiuso lunedì e domenica pomeriggio.
“I miei viaggi sono desiderio, ansia, piacere e preoccupazione, irresistibile voglia di progettare, fermento interiore e tante emozioni. Fascino e paura, duplici aspetti che credo comuni a molte persone che si preparano per un viaggio.
Senza la presenza di un paesaggio nuovo, la concentrazione si fa più forte: ripercorro spesso il viaggio quotidiano e sento nascere emozioni. Poi, quasi improvvisamente, si fa forte il desiderio di volare. Vedere con una prospettiva diversa, perdere l’orientamento e affrontare l’imprevisto. Allora mi aiuto con la lettura e, lentamente, alimento il desiderio di ripartire, di cercare suoni, parole, segni e di incrociarmi con altri percorsi. Al ritorno, la quantità dei segnali ricevuti mi lascia uno stordimento mentale difficile da riordinare. Solo dopo un po’ di tempo, quando ritrovo l’accoglienza del mio percorso quasi quotidiano, riesco a espormi ancora alla fragilità delle emozioni”.
Gianni Cestari
“I lavori Gianni Cestari sono permeati da una sensazione di forze primordiali. Molte di queste, con livelli diversi di astrazione, evocano mare e cielo, fluidità e volo, vettore e viaggio, mito e vissuta realtà (…); alcuni lavori richiamano sezioni dei dipinti di J.M.W. Turner, con il quale Cestari condivide la sensibilità romantica (…). Ciascun artista sembra essere ugualmente preso dagli aspetti evanescenti, mutevoli e turbolenti dell’oceano e del cielo. Le strutture costruite dall’uomo sono spesso appena accennate, avvolte o racchiuse dall’atmosfera, apparentemente fragili e insignificanti a confronto con la forza degli elementi. I lavori più astratti di Cestari sembrano essere precipitati dall’atmosfera stessa, con un’apparente scarsa intenzione dell’artista. Nei lavori dove parole e immagini si fondono, il testo spesso fatica ad emergere fra opache atmosfere di colore scuro o tenue”.
Paul Bright
Assistant Director, Hanes Gallery, Wake Forest University, NC
“Cestari ha vissuto in un faro sperduto nell’immensità del territorio canadese, dove aria e acqua hanno intriso le sue opere di sublime romantico, ha solcato la poesia storica dei cieli di Odessa, ma ama anche un semplice viaggio a piedi, che fa senza allontanarsi troppo da casa, percorrendo gli argini dei fiumi che circondano il suo mondo. Un piacere che ricorre quasi quotidianamente, alla ricerca del luogo per pensare, per raccontarsi e poi raccontare. Pensieri che la solitudine del paesaggio attorno ispira, e che poi diventano la materia prima del suo fare artistico.
Ariosto insegna che per essere felici la regola è solo una: accontentarsi. Basta avere, come scrive il poeta all’ingresso della sua casa che ospita questa mostra, una dimora parva sed apta mihi. Dalla quale magari allontanarsi solo temporaneamente per qualche “viaggio senza mappa”. Come fa Gianni Cestari, pellegrino dello spirito alla ricerca perenne di quei “vapori” di cui scrive Goethe nel suo Viaggio in Italia, “che sembrano dissolvere monti, mare e cielo in un solo elemento”, in un turbinio di primordiale caos dal sapore turneriano.
Maria Livia Brunelli
Director MLB Maria Livia Brunelli home gallery, Ferrara, Italy
18
ottobre 2008
Gianni Cestari – Viaggio senza mappa
Dal 18 ottobre all'otto dicembre 2008
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
CASA DELL’ARIOSTO
Ferrara, Via Ludovico Ariosto, 67, (Ferrara)
Ferrara, Via Ludovico Ariosto, 67, (Ferrara)
Orario di apertura
10-13; 15-18, chiuso lunedì e domenica pomeriggio
Vernissage
18 Ottobre 2008, ore 18
Autore
Curatore