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Mario Michele Pascale – Teologia per i giorni dispari
La mostra ha un’unità concettuale che ruota intorno alle espressioni del sacro; si va dal vecchio al nuovo testamento, non disdegnando quelle che sono le trasposizioni iconografiche della religiosità popolare
Comunicato stampa
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Sabato 18 ottobre a partire dalle ore 17.30, presso la rocca medioevale di Civitavecchia, verrà inaugurata la mostra di pittura “Teologia per i giorni dispari” che presenta le ultime opere di Mario Michele Pascale. La mostra ha un'unità concettuale che ruota intorno alle espressioni del sacro; si va dal vecchio al nuovo testamento, non disdegnando quelle che sono le trasposizioni iconografiche della religiosità popolare.
Il rapporto tra la religione e l'arte è antichissimo; la sua utilità pratica sta sia nell'avvicinare il divino all'umano, facendolo uscire dai testi testi sacri e dal rapporto univoco con le gerarchie sacerdotali, che per avvicinare le moltitudini a concetti complessi, in genere compresi solo da studiosi dediti alla teologia.
Il Pascale vuole, con le sue ventinove opere, realizzare un' avvicinamento alla categoria del divino e questo a partire dalla figura del nazareno, cui riconosce la sola ed esclusiva natura umana. Una natura fatta di debolezze, timore e tremore, in cui la cristiana accettazione della sofferenza viene ribaltata in un interrogativo inquietante riassumibile nella parola “Perchè?”. Il cristo di Mario Michele Pascale viene gettato nel mondo per compiere una missione non richiesta; di più, viene abbandonato dal padre suo ed immolato per mostrare la grandezza del potere della divinità. Cristo come strumento, ma anche come vittima della geometria del potere “politico”.
Con la figura di Gesù di Nazareth il Pascale analizza frammenti della religiosità ebraico-cristiana. Il risultato è una galleria figurale all'interno della quale è ben visibile il rapporto di dominio tra divinità ed umanità e, con essa, una possibilità di redenzione che non è però quella dell'aderenza al dogma, alla “legge” o al dettato sacerdotale, bensì nell'interrogazione continua e nella liberazione dai vincoli. L'uomo, pare dirci Mario Michele Pascale, deve riappropriarsi della sua libertà, non ritenerla un regalo o un permesso da parte di entità superiori.
La mostra rimarrà allestita fino al 25 ottobre con il seguente orario 10-13/17-19. L'ingresso, ovviamente, è libero.
Sabato 25 ottobre, ultimo giorno d'esposizione, a partire dalle 17.30 e previa prenotazione, avrà luogo l'asta delle opere. Questa è da ritenersi parte integrante dell'atto estetico perché l'artista vuole che ogni opera trovi una sua collocazione, in armonia con il principio del “prendete e mangiatene tutti”. “Teologia per i giorni dispari” si trasformerà da esposizione in atto sacrificale; un sacrificio virtuoso, senza vittime e senza sangue, fatto solo ed esclusivamente per la trasmissione del messaggio iconico e concettuale. Per fare questo le opere verranno rese disponibili, eccezionalmente, a condizioni irrisorie, molto inferiori rispetto alle quotazioni delle altre opere del Pascale.
La base d'asta sarà simbolica e le opere verranno vinte dal migliore offerente. I proventi verranno reinvestiti in altre attività culturali.
Il rapporto tra la religione e l'arte è antichissimo; la sua utilità pratica sta sia nell'avvicinare il divino all'umano, facendolo uscire dai testi testi sacri e dal rapporto univoco con le gerarchie sacerdotali, che per avvicinare le moltitudini a concetti complessi, in genere compresi solo da studiosi dediti alla teologia.
Il Pascale vuole, con le sue ventinove opere, realizzare un' avvicinamento alla categoria del divino e questo a partire dalla figura del nazareno, cui riconosce la sola ed esclusiva natura umana. Una natura fatta di debolezze, timore e tremore, in cui la cristiana accettazione della sofferenza viene ribaltata in un interrogativo inquietante riassumibile nella parola “Perchè?”. Il cristo di Mario Michele Pascale viene gettato nel mondo per compiere una missione non richiesta; di più, viene abbandonato dal padre suo ed immolato per mostrare la grandezza del potere della divinità. Cristo come strumento, ma anche come vittima della geometria del potere “politico”.
Con la figura di Gesù di Nazareth il Pascale analizza frammenti della religiosità ebraico-cristiana. Il risultato è una galleria figurale all'interno della quale è ben visibile il rapporto di dominio tra divinità ed umanità e, con essa, una possibilità di redenzione che non è però quella dell'aderenza al dogma, alla “legge” o al dettato sacerdotale, bensì nell'interrogazione continua e nella liberazione dai vincoli. L'uomo, pare dirci Mario Michele Pascale, deve riappropriarsi della sua libertà, non ritenerla un regalo o un permesso da parte di entità superiori.
La mostra rimarrà allestita fino al 25 ottobre con il seguente orario 10-13/17-19. L'ingresso, ovviamente, è libero.
Sabato 25 ottobre, ultimo giorno d'esposizione, a partire dalle 17.30 e previa prenotazione, avrà luogo l'asta delle opere. Questa è da ritenersi parte integrante dell'atto estetico perché l'artista vuole che ogni opera trovi una sua collocazione, in armonia con il principio del “prendete e mangiatene tutti”. “Teologia per i giorni dispari” si trasformerà da esposizione in atto sacrificale; un sacrificio virtuoso, senza vittime e senza sangue, fatto solo ed esclusivamente per la trasmissione del messaggio iconico e concettuale. Per fare questo le opere verranno rese disponibili, eccezionalmente, a condizioni irrisorie, molto inferiori rispetto alle quotazioni delle altre opere del Pascale.
La base d'asta sarà simbolica e le opere verranno vinte dal migliore offerente. I proventi verranno reinvestiti in altre attività culturali.
18
ottobre 2008
Mario Michele Pascale – Teologia per i giorni dispari
Dal 18 al 25 ottobre 2008
arte contemporanea
Location
ROCCA MEDIOEVALE
Civitavecchia, Piazza Luigi Calamatta, (Roma)
Civitavecchia, Piazza Luigi Calamatta, (Roma)
Orario di apertura
10-13/17-19
Vernissage
18 Ottobre 2008, ore 17.30
Autore