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Frédérique Nalbandian – Entre Temps. Nel frattempo
Per la prima volta sullo scenario espositivo napoletano, le opere dell’artista francese Frédérique Nalbandian, protagonista di esposizioni al Musée d’Istres, alla Galleria Civica Ponchette, alla Galleria Depardieu di Nizza, al Lido di Venezia e al Roger Smith Lab di New York.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La galleria Entropyart|in|progress è lieta di ospitare la mostra di Frédérique Nalbandian Entre Temps, Nel frattempo, a cura di Enrico Pedrini.
L’artista francese, presente per la prima volta sullo scenario espositivo napoletano, è stata protagonista di molte esposizioni come quella al Musée d'Istres, una personale alla Galleria Civica Ponchette e alla Galleria Depardieu di Nizza, una partecipazione al Lido di Venezia nella mostra internazionale Open e una "one man show" a New York al Roger Smith Lab.
La Nalbandian evita, in un mondo sempre più virtuale e velocizzato, di utilizzare materiali rigidi, estremamente compatti, per privilegiare quelli morbidi, flessibili e duttili che per la loro consistenza possono essere plasmati dalla mano dell'artista. Frédérique ama usare il sapone, il gesso, la cera e la paraffina per la loro capacità di avvolgere le cose e gli oggetti ma anche le forme organiche quali la carne e gli organi umani.
Non troviamo nella sua opera la forte esigenza al riduzionismo dell'Arte Povera nel suo bisogno di recuperare gli elementi primari della natura, quanto piuttosto il desiderio di ritrovare la memoria delle cose e le forme degli oggetti preesistenti, riproponendoli in un linguaggio caldo e personale.
Il suo dispositivo di lavoro è quello di frantumare dei pezzi di realtà per stenderli sui muri o sul pavimento dei luoghi di esposizione.
Realizza in tal modo il suo progetto, che è quello di mettere questi frammenti in presa diretta con lo spettatore, che viene pertanto coinvolto in un'esperienza estetica. Attraverso la frammentazione delle immagini in negativo, essa ottiene delle forme enigmatiche che conservano il calore della vita e restituiscono, attraverso le impronte delle sue dita lasciate sul gesso, la testimonianza personale del suo fare operativo. Ciò che più colpisce nell'opera di Frédérique Nalbandian è questo processo che mette in scena il tocco dell'artista sulla materia ridotta in frammenti.
Possiamo in tal modo recuperare il vigore e la memoria delle cose. La sua arte, come ella afferma "è un gioco che si situa tra la sparizione del modello e la sua riproduzione". Questo processo trasforma il suo lavoro in un'opera d'arte particolare, in quanto la sola forma superficiale è captata e non le sue caratteristiche fondamentali. Noi ci troviamo dunque in presenza di una trascrizione e una duplicazione della realtà in un'altra configurazione.
Pertanto l'artista, passando per questa conversione e manipolazione, produce l'atto della dissoluzione e della sparizione della sostanza originale.
In effetti la specificità della matrice perde i suoi attributi di solidità, di resistenza e di rigidità. Questa trasmutazione manifesta una perpetua evocazione metaforica della vita dove gli indici del tempo sono richiamati come testimonianza e memoria accumulata negli anni.
Il lavoro della Nalbandian ha come riferimento le esperienze delle Mitologie Individuali degli anni '70 dove il linguaggio dell'arte attraverso il tempo e la memoria diviene lo strumento per recuperare l'estensione della spazialità dell'essere-uomo in tutte le sue diverse direzioni e tutte le sue facoltà immaginative.
L’artista francese, presente per la prima volta sullo scenario espositivo napoletano, è stata protagonista di molte esposizioni come quella al Musée d'Istres, una personale alla Galleria Civica Ponchette e alla Galleria Depardieu di Nizza, una partecipazione al Lido di Venezia nella mostra internazionale Open e una "one man show" a New York al Roger Smith Lab.
La Nalbandian evita, in un mondo sempre più virtuale e velocizzato, di utilizzare materiali rigidi, estremamente compatti, per privilegiare quelli morbidi, flessibili e duttili che per la loro consistenza possono essere plasmati dalla mano dell'artista. Frédérique ama usare il sapone, il gesso, la cera e la paraffina per la loro capacità di avvolgere le cose e gli oggetti ma anche le forme organiche quali la carne e gli organi umani.
Non troviamo nella sua opera la forte esigenza al riduzionismo dell'Arte Povera nel suo bisogno di recuperare gli elementi primari della natura, quanto piuttosto il desiderio di ritrovare la memoria delle cose e le forme degli oggetti preesistenti, riproponendoli in un linguaggio caldo e personale.
Il suo dispositivo di lavoro è quello di frantumare dei pezzi di realtà per stenderli sui muri o sul pavimento dei luoghi di esposizione.
Realizza in tal modo il suo progetto, che è quello di mettere questi frammenti in presa diretta con lo spettatore, che viene pertanto coinvolto in un'esperienza estetica. Attraverso la frammentazione delle immagini in negativo, essa ottiene delle forme enigmatiche che conservano il calore della vita e restituiscono, attraverso le impronte delle sue dita lasciate sul gesso, la testimonianza personale del suo fare operativo. Ciò che più colpisce nell'opera di Frédérique Nalbandian è questo processo che mette in scena il tocco dell'artista sulla materia ridotta in frammenti.
Possiamo in tal modo recuperare il vigore e la memoria delle cose. La sua arte, come ella afferma "è un gioco che si situa tra la sparizione del modello e la sua riproduzione". Questo processo trasforma il suo lavoro in un'opera d'arte particolare, in quanto la sola forma superficiale è captata e non le sue caratteristiche fondamentali. Noi ci troviamo dunque in presenza di una trascrizione e una duplicazione della realtà in un'altra configurazione.
Pertanto l'artista, passando per questa conversione e manipolazione, produce l'atto della dissoluzione e della sparizione della sostanza originale.
In effetti la specificità della matrice perde i suoi attributi di solidità, di resistenza e di rigidità. Questa trasmutazione manifesta una perpetua evocazione metaforica della vita dove gli indici del tempo sono richiamati come testimonianza e memoria accumulata negli anni.
Il lavoro della Nalbandian ha come riferimento le esperienze delle Mitologie Individuali degli anni '70 dove il linguaggio dell'arte attraverso il tempo e la memoria diviene lo strumento per recuperare l'estensione della spazialità dell'essere-uomo in tutte le sue diverse direzioni e tutte le sue facoltà immaginative.
08
ottobre 2008
Frédérique Nalbandian – Entre Temps. Nel frattempo
Dall'otto al 30 ottobre 2008
arte contemporanea
Location
ENTROPY ART IN PROGRESS
Napoli, Via Bisignano, 68, (Napoli)
Napoli, Via Bisignano, 68, (Napoli)
Orario di apertura
Da lunedì a venerdì 16,30 – 20,00 (la mattina solo su appuntamento)sabato e domenica chiuso.
Vernissage
8 Ottobre 2008, ore 18,30
Autore
Curatore