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Pedro Meyer – Eresie. Dal Messico alla rivoluzione digitale
Le fotografie di Meyer mettono consistentemente in discussione i limiti fra verità, realtà e finzione
Comunicato stampa
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Pedro Meyer - Eresie. Dal Messico alla rivoluzione digitale
A cura di Enrica Viganò
12 Ottobre 2008 - 11 Gennaio 2009
Nuovi spazi espositivi - Complesso museale della Chiesa di S. Francesco in Montefalco (PG)
Continua - con il secondo di tre appuntamenti - il ciclo di mostre allestito negli spazi espositivi sottostanti la chiesa-museo di S. Francesco in Montefalco, che l'amministrazione comunale della cittadina ha voluto per promuovere l'attività espositiva di arte contemporanea in uno spazio già molto noto presso il grande pubblico per gli affreschi del 1542 di Benozzo Gozzoli.
Il secondo appuntamento è con il progetto "Heresies", una retrospettiva dei lavori fotografici di Pedro Meyer che abbraccia cinque decadi di lavoro, che aprirà simultaneamente in 60 musei del mondo durante il mese di Ottobre.
Il fotografo messicano Pedro Meyer è ampiamente riconosciuto sia per le sue immagini provocatorie e di grande impatto che per il suo lavoro pionieristico sul trattamento digitale delle immagini. Le fotografie di Meyer mettono consistentemente in discussione i limiti fra verità, realtà e finzione.
Con l'avvento delle tecnologie digitali all'inizio degli anni '90, è stata naturale l'evoluzione di Meyer da fotografo documentarista (celebri le sue "immagini dirette") fino a diventare un vero e proprio interprete digitale, che combina elementi tratti da varie fotografie per arrivare ad una verità altra o differente. Resta famosa la sua dichiarazione secondo cui ogni fotografia, manipolata digitalmente o meno, è comunque sia verità che finzione.
Da qui la definizione di fotografo "eretico", e da qui il titolo della mostra. Fra i contributi personali di Meyer per lo sviluppo della fotografia digitale sottolineiamo la creazione del primo cd-rom che combina immagini e suoni, le prime stampe digitali in assoluto, nel 1994, e più recentemente la creazione del forum di fotografia zonezero.com, il sito internet a contenuto fotografico più visitato al mondo.
Questo senza contare che Pedro Meyer è stato responsabile, portavoce e organizzatore dei fotografi Latino-Americani come gruppo organizzato, dando dando alla fotografia di questi paesi un posto nella mappa del mondo dell'arte.
Meyer applica la sua straordinaria capacità visionaria ridefinendo il concetto di mostra fotografica: che cosa è una mostra fotografica oggi? Come sarà in futuro? Tutto ciò in un'era in cui i musei soffrono di grandi restrizioni economiche e il loro ruolo come istituzioni autorevoli nel mondo dell'arte è in ridefinizione. Questo nuovo ed "eretico" paradigma offre molteplici aspetti di riflessione: in primo luogo la collaborazione creativa fra curatori ed artisti e la presenza di una rete mondiale fra 60 musei che partecipano al progetto, in secondo luogo l'innovazione del modo in cui la ricerca fotografica viene compiuta e la possibilità per le istituzioni di arricchire le proprie collezioni, stimolando programmi didattici che attirano l'attenzione della generazione digitale.
Larga parte delle foto di Meyer sono state scattate in Messico, paese in cui Meyer è cresciuto dopo essere andato via dalla Spagna all'età di due anni. Non sorprende pertanto che la sua collezione consti di quasi 80.000 immagini di un Messico vissuto per oltre mezzo secolo, periodo di tempo che riflette non solo la sua evoluzione professionale ma anche i cambiamenti tecnologici della fotografia come medium. Dagli esperimenti iniziali durante la metà degli anni '50 fino ai più recenti, e quindi dal bianco e nero fino al colore e al digitale, Pedro Meyer ha documentato momenti importanti come i terremoti del 1957 e del 1985, il movimento studentesco del 1968, il Festival rock di Avándaro del 1971, sfidando sempre ogni concetto iconico di qualsivoglia visione "ufficiale" del Messico. Solo il numero e la varietà delle immagini di Meyer sembra riuscire a definire questa nazione. La natura audace dell'opera di Meyer risiede dunque in questa comprensione quotidiana, universale ma allo stesso tempo intima. Come ha sottolineato Elizabeth Ferrer, Meyer è stato in grado di "ritrarre le realtà delle persone, ricche o povere, vista la sua consumata abilità di visualizzare l'intensità e l'incalcolabile diversità umana del Messico, che rimarrebbe altrimenti nascosta.".
In occasione delle retrospettiva di Pedro Meyer verrà inaugurato il nuovo ingresso del museo con bookshop e caffetteria, e i nuovi spazi per le attività didattiche.
Per informazioni stampa ed immagini
Carlo Simula
carlo.simula@loom.it
347 7973217
Conferenza stampa ed inaugurazione: 12 Ottobre orario da definire
Nota informativa
La chiesa di San Francesco fu costruita tra il 1335 e il 1338 dai frati Minori. Officiata dai frati fino al 1863, la chiesa in quell'anno passò in proprietà al comune di Montefalco e dal 1895 divenne sede del Museo Civico. Nel 1990 il ripristino di locali ex conventuali adiacenti alla ex-chiesa ha permesso la realizzazione di una struttura museale articolata in tre spazi espositivi: la ex-chiesa, cui si è tentato di restituire l'aspetto originario, la Pinacoteca, dove sono conservate tutte le opere mobili (tele, tavole, affreschi staccati provenienti da altre chiese e luoghi del territorio comunale), e infine la cripta, in cui sono raccolti i reperti archeologici ed altre sculture e frammenti di varie epoche. La chiesa contiene affreschi che vanno dal XIV al XVI secolo. Il recente ampliamento degli spazi espositivi rende il Complesso Museale di San Francesco il primo museo storico della Regione Umbria ad avere al suo interno spazi dedicati anche a mostre di arte contemporanea.
12
ottobre 2008
Pedro Meyer – Eresie. Dal Messico alla rivoluzione digitale
Dal 12 ottobre 2008 all'undici gennaio 2009
fotografia
Location
COMPLESSO MUSEALE DI SAN FRANCESCO
Montefalco, Via Righiera Umbra, (Perugia)
Montefalco, Via Righiera Umbra, (Perugia)
Vernissage
12 Ottobre 2008, ore 17
Sito web
www.admiraphotography.it
Autore
Curatore