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Nada Nistri – L’Arte ritratta
Ventotto grandi ritratti del mondo dell’arte: altri artisti, critici, curatori, collezionisti, responsabili di gallerie e di musei. Ventotto dipinti di grande intensità psicologica, ognuno dei quali collegato a un altro dipinto, più piccolo, con una allusione al carattere del personaggio ritratto.
Comunicato stampa
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E’ ancora un’artista pratese ad essere protagonista delle mostre organizzate da CONFARTE e la Consulta Cultura & Società di Confartigianato Imprese Prato.
“L’Arte ritratta” è il titolo di questa mostra, curata da Gianni Pozzi, critico d’arte e docente all’Accademia di Belle Arti di Firenze, che raccoglie ventotto grandi ritratti del mondo dell’arte: altri artisti, critici, curatori, collezionisti, responsabili di gallerie e di musei. Ventotto dipinti di grande intensità psicologica, ognuno dei quali collegato a un altro dipinto, più piccolo, con una allusione al carattere del personaggio ritratto. Ne nasce una sorta di singolarissima mostra - installazione, con la quale l’autrice ribadisce il proprio ruolo, non secondario anche se eccentrico, nell’ambito delle ricerche artistiche contemporanee.
Scrive Pozzi in catalogo: “Confessa di aver iniziato a dipingere questa serie di ritratti perché, come dice lei stessa “ … arrivati a una certa età può capitare di sentirsi talvolta soli e smarriti, e può capitare di aver voglia delle persone che sono state importanti nella vita …”.
Così, lei che da quasi cinquanta anni dipinge luoghi, il mare, le montagne, le foreste, ma anche le innumerevoli vedute di un giardino, il suo, perennemente trasfigurato, ora sembra come volgersi da quei luoghi alle persone che li animavano. Sempre sul filo della memoria ma con la voglia, verrebbe da dire, di un colloquio più diretto, non più mediato dai luoghi, ma da persona a persona, appunto.
Tutto inizia nel 2006, in estate, quando, pensando a quanti l’hanno accompagnata nella vita, dipinge un grande ritratto di Franco Riccomini, giornalista d’arte e amico fin dagli anni della giovinezza. Una tela quadrata di un metro di lato con al centro il volto ovale di un giovane barbuto dallo sguardo intento, un po’ isolato in mezzo a un fondo rosso mattone assai denso. Una sciarpa a strisce colorate lo chiude all’altezza del collo e l’immagine, che è fortemente caratterizzata, sembra come sospesa a mezz’aria. Una sorta di evocazione, chiusa in una strana fissità.”
E aggiunge Nicola Nuti: “Nada Nistri vive nella periferia di Prato in una casa ampia ma appena sufficiente a contenere le voci, i gesti, i volti, i ricordi di una vita. In quelle stanze, passato e presente si intrecciano e si confondono, depositando sulle tele dipinte una sorta di humus poetica. In questo senso le sue immagini sembrano sempre provenire dal profondo, emergere piano piano come accensioni di memoria, parentesi d’affetto in una chiacchierata tra amici. E davvero diresti che il colore così distribuito sottolinei gli umori, l’intensità dell’affabulazione, più che il corpo delle immagini.Dialoghi senza parole, dunque, tra persone che si vogliono o si sono volute bene, tra chi desidera ascoltare e scoprire, magari, i piccoli segreti che s’innervano nella variegata pelle della pittura. Paesaggi come ritratti e viceversa: questa biunivoca energia dispone sulla pagina gli elementi di un’unica avventura, quella dell’esistenza. L’appartato lavoro di Nada si dipana ben oltre l’orizzonte collinare che fa da scenario laggiù, oltre la balaustra fuori dalla finestra dello studio: montagne e fondali marini, sguardi e oggetti, forme che trasmigrano dal passato all’immediato futuro. Una specie di schedario immaginario dove tutto è a posto e niente in ordine.”
Conclude poi Maria Pia Mannini, direttrice del Museo Civico di Prato: “Quando io penso alle donne artiste che hanno segnato la storia della pittura dell’Ottocento pratese, Giulia Marini, Angiolina Guasti, Verdiana Bertini, vissute tra la Restaurazione e il Risorgimento, alle loro vite di donne silenziose che hanno dipinto nel chiuso delle loro stanze, alle loro storie tutte uguali, un concentrato di passione, di innocenza, di bellezza e di ideali, sento che c’è una costante con le donne di oggi come Nada. Nella sua pittura temprata e forte si sente lo stesso indomabile spirito, pur nel tocco fauve del colore puro. Dopo le sperimentazioni del passato, i paesaggi puri, le montagne innevate, i cieli tersi, sperimenta ora il tema profondo del ritratto come altro da sé, ricerca di identità ma anche di sottili corrispondenze. Il tempo della memoria è arrivato e, dotata com’è di un forte intuito al femminile, ha sentito che era il momento di circondarsi di affetti, delle persone di una vita, dei compagni di strada che hanno seguito passo passo la sua lunga carriera, una galleria di ritratti dell’anima per stabilire con essi un colloquio infinito e per testimoniare la sua indomabile voglia di dipingere, l’ energia solare di un’ artista irregolare per amore del vero.”
Nata a Prato nel 1927, Nada Nistri, nell’arco della sua lunghissima carriera, ha allestito una lunga serie di mostre personali di grande rilievo e partecipato a numerosissime rassegne. Dalla presenza costante alla galleria “La Soffitta” di Colonnata (1972, 1974, 1976, 1985, 1999) alla grande antologica di Palazzo Novellucci a Prato nel 1988; dalla mostra alla Citibank di Milano nel 1994, a Firenze, nella sede della Banca Popolare milanese, nel 1995. E poi ancora dalla mostra a Palazzo Datini a Prato nel 1996 alla sede romana della Banca Popolare milanese, nel 1997. Del 2000 è la grande mostra al Palazzo Ghibellino di Empoli e del 2002 quella invece alla galleria “Assioma” di Prato nell’ambito di una ricognizione sugli artisti pratesi del ‘900. Del 2005 è invece la grande mostra “Acque e nevi dell’anima”, promossa dal Comune di Prato nelle Antiche Stanze di Santa Caterina a cura di Gianni Pozzi e con scritti di Silvio Raffo. Tra le collettive andranno invece ricordate, dopo quella di Parigi, alla Chiesa di St.Leu- St. Gilles a Bagnolet nel 1985, quelle a Palazzo Strozzi di Firenze, “Un gesto una immagine”, nel 1992; alla Marconi School di New York e alla Frank V. De Bellis Collection di San Francisco tra ’96 e ’97. Ancora si può ricordare, nello stesso ’97, Arte Fiera a Bologna, la Citifin di Torino, lo Studio D’Ars di Milano e la galleria “Nove colonne” di Trento nel ’98. Infine, la mostra al Cassero di Prato, “Sessanta artisti storici pratesi “ nel 2001 e la cartella realizzata in collaborazione con l’associazione culturale “Il Laboratorio” di Prato e presentata al Museo Pecci nello stesso 2001.
“L’Arte ritratta” è il titolo di questa mostra, curata da Gianni Pozzi, critico d’arte e docente all’Accademia di Belle Arti di Firenze, che raccoglie ventotto grandi ritratti del mondo dell’arte: altri artisti, critici, curatori, collezionisti, responsabili di gallerie e di musei. Ventotto dipinti di grande intensità psicologica, ognuno dei quali collegato a un altro dipinto, più piccolo, con una allusione al carattere del personaggio ritratto. Ne nasce una sorta di singolarissima mostra - installazione, con la quale l’autrice ribadisce il proprio ruolo, non secondario anche se eccentrico, nell’ambito delle ricerche artistiche contemporanee.
Scrive Pozzi in catalogo: “Confessa di aver iniziato a dipingere questa serie di ritratti perché, come dice lei stessa “ … arrivati a una certa età può capitare di sentirsi talvolta soli e smarriti, e può capitare di aver voglia delle persone che sono state importanti nella vita …”.
Così, lei che da quasi cinquanta anni dipinge luoghi, il mare, le montagne, le foreste, ma anche le innumerevoli vedute di un giardino, il suo, perennemente trasfigurato, ora sembra come volgersi da quei luoghi alle persone che li animavano. Sempre sul filo della memoria ma con la voglia, verrebbe da dire, di un colloquio più diretto, non più mediato dai luoghi, ma da persona a persona, appunto.
Tutto inizia nel 2006, in estate, quando, pensando a quanti l’hanno accompagnata nella vita, dipinge un grande ritratto di Franco Riccomini, giornalista d’arte e amico fin dagli anni della giovinezza. Una tela quadrata di un metro di lato con al centro il volto ovale di un giovane barbuto dallo sguardo intento, un po’ isolato in mezzo a un fondo rosso mattone assai denso. Una sciarpa a strisce colorate lo chiude all’altezza del collo e l’immagine, che è fortemente caratterizzata, sembra come sospesa a mezz’aria. Una sorta di evocazione, chiusa in una strana fissità.”
E aggiunge Nicola Nuti: “Nada Nistri vive nella periferia di Prato in una casa ampia ma appena sufficiente a contenere le voci, i gesti, i volti, i ricordi di una vita. In quelle stanze, passato e presente si intrecciano e si confondono, depositando sulle tele dipinte una sorta di humus poetica. In questo senso le sue immagini sembrano sempre provenire dal profondo, emergere piano piano come accensioni di memoria, parentesi d’affetto in una chiacchierata tra amici. E davvero diresti che il colore così distribuito sottolinei gli umori, l’intensità dell’affabulazione, più che il corpo delle immagini.Dialoghi senza parole, dunque, tra persone che si vogliono o si sono volute bene, tra chi desidera ascoltare e scoprire, magari, i piccoli segreti che s’innervano nella variegata pelle della pittura. Paesaggi come ritratti e viceversa: questa biunivoca energia dispone sulla pagina gli elementi di un’unica avventura, quella dell’esistenza. L’appartato lavoro di Nada si dipana ben oltre l’orizzonte collinare che fa da scenario laggiù, oltre la balaustra fuori dalla finestra dello studio: montagne e fondali marini, sguardi e oggetti, forme che trasmigrano dal passato all’immediato futuro. Una specie di schedario immaginario dove tutto è a posto e niente in ordine.”
Conclude poi Maria Pia Mannini, direttrice del Museo Civico di Prato: “Quando io penso alle donne artiste che hanno segnato la storia della pittura dell’Ottocento pratese, Giulia Marini, Angiolina Guasti, Verdiana Bertini, vissute tra la Restaurazione e il Risorgimento, alle loro vite di donne silenziose che hanno dipinto nel chiuso delle loro stanze, alle loro storie tutte uguali, un concentrato di passione, di innocenza, di bellezza e di ideali, sento che c’è una costante con le donne di oggi come Nada. Nella sua pittura temprata e forte si sente lo stesso indomabile spirito, pur nel tocco fauve del colore puro. Dopo le sperimentazioni del passato, i paesaggi puri, le montagne innevate, i cieli tersi, sperimenta ora il tema profondo del ritratto come altro da sé, ricerca di identità ma anche di sottili corrispondenze. Il tempo della memoria è arrivato e, dotata com’è di un forte intuito al femminile, ha sentito che era il momento di circondarsi di affetti, delle persone di una vita, dei compagni di strada che hanno seguito passo passo la sua lunga carriera, una galleria di ritratti dell’anima per stabilire con essi un colloquio infinito e per testimoniare la sua indomabile voglia di dipingere, l’ energia solare di un’ artista irregolare per amore del vero.”
Nata a Prato nel 1927, Nada Nistri, nell’arco della sua lunghissima carriera, ha allestito una lunga serie di mostre personali di grande rilievo e partecipato a numerosissime rassegne. Dalla presenza costante alla galleria “La Soffitta” di Colonnata (1972, 1974, 1976, 1985, 1999) alla grande antologica di Palazzo Novellucci a Prato nel 1988; dalla mostra alla Citibank di Milano nel 1994, a Firenze, nella sede della Banca Popolare milanese, nel 1995. E poi ancora dalla mostra a Palazzo Datini a Prato nel 1996 alla sede romana della Banca Popolare milanese, nel 1997. Del 2000 è la grande mostra al Palazzo Ghibellino di Empoli e del 2002 quella invece alla galleria “Assioma” di Prato nell’ambito di una ricognizione sugli artisti pratesi del ‘900. Del 2005 è invece la grande mostra “Acque e nevi dell’anima”, promossa dal Comune di Prato nelle Antiche Stanze di Santa Caterina a cura di Gianni Pozzi e con scritti di Silvio Raffo. Tra le collettive andranno invece ricordate, dopo quella di Parigi, alla Chiesa di St.Leu- St. Gilles a Bagnolet nel 1985, quelle a Palazzo Strozzi di Firenze, “Un gesto una immagine”, nel 1992; alla Marconi School di New York e alla Frank V. De Bellis Collection di San Francisco tra ’96 e ’97. Ancora si può ricordare, nello stesso ’97, Arte Fiera a Bologna, la Citifin di Torino, lo Studio D’Ars di Milano e la galleria “Nove colonne” di Trento nel ’98. Infine, la mostra al Cassero di Prato, “Sessanta artisti storici pratesi “ nel 2001 e la cartella realizzata in collaborazione con l’associazione culturale “Il Laboratorio” di Prato e presentata al Museo Pecci nello stesso 2001.
11
ottobre 2008
Nada Nistri – L’Arte ritratta
Dall'undici ottobre all'undici dicembre 2008
arte moderna
Location
CONFARTIGIANATO
Prato, Viale Montegrappa, 138, (Prato)
Prato, Viale Montegrappa, 138, (Prato)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì: 8.30-13 14.30-18 (venerdì pomeriggio su appuntamento)
Vernissage
11 Ottobre 2008, ore 17.30
Autore
Curatore