Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Minimo radicale
Il progetto, curato da Helga Marsala, accosta artisti differenti per linguaggi ed esperienze – qualcuno appena affacciatosi sulla scena locale, altri con un percorso già avviato -, nel tentativo di rintracciare sensibilità comuni e poetiche affini, a partire da un background culturale e geografico condiviso. Gli artisti di Minimo Radicale hanno già in passato incrociato i loro iter professionali e di studio, arrivando oggi a rappresentare un piccolo nucleo creativo riconoscibile, per attitudini, temi, approcci
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Museo Civico di Castelbuono inaugura la stagione autunnale con Minimo Radicale, appuntamento espositivo dedicato ad alcuni giovani talenti siciliani, attivi in aerea palermitana.
Il progetto, curato da Helga Marsala, accosta artisti differenti per linguaggi ed esperienze – qualcuno appena affacciatosi sulla scena locale, altri con un percorso già avviato -, nel tentativo di rintracciare sensibilità comuni e poetiche affini, a partire da un background culturale e geografico condiviso. Gli artisti di Minimo Radicale hanno già in passato incrociato i loro iter professionali e di studio, arrivando oggi a rappresentare un piccolo nucleo creativo riconoscibile, per attitudini, temi, approcci.
Giuseppe Adamo, Luna Amato, Giuseppe Buzzotta, Carlo Cislalghi, Federico Lupo, Vincenzo Schillaci, Giovanni Sortino sono dunque i protagonisti di una mostra che, all'interno di uno scenario variegato e frammentato – quello della giovane arte siciliana - prova a rintracciare una temperatura, un umore, una cifra stilistica e concettuale.
Tutte inedite e progettate ad hoc per lo spazio, le opere testimoniano quell'eclettismo sempre più spesso perseguito dalle ultime generazioni: questi artisti - chi preferendo la pittura, chi dedicandosi maggiormente al video o al suono, chi puntando sulla fotografia - tendono spesso ad ibridare i linguaggi, gestendo con coerenza grammatiche, tematiche, codici espressivi differenti.
Minimo Radicale si articola attraverso narrazioni sospese, brevi indizi visionari, perlustrazioni a cavallo tra realtà e immaginazione: il racconto del quotidiano si svincola da prospettive narrative o biografiche, aprendosi a una dimensione più impersonale e nutrendosi di spunti concettuali. La poesia che deriva da queste micro-storie, pensate come minimali investigazioni del qui e ora, ha a che fare con un senso della natura, dello spazio, del tempo, della visione, generati in seno a una sguardo intimo, ma ridotto all'osso: puntando alla struttura, al fondo delle cose, le opere perseguono un'estetica dell'oggetto comune, dell'inessenziale, del segno sottile, della parola sussurrata.
Ne deriva un incontro tra il poetico e il prosaico, laddove la visione si fa esperienza concreta, la concretezza si fa pensiero puro, l'emozione diventa misurazione.
Gesti minimi e radicali, accenti quotidiani e lirici, spostamenti brevi che liberano l'incanto. Così è per gli spazi di Giovanni Sortino, sezionati, attraversati, scomposti e ricomposti sui fogli e sulle tele, con l'intento di operare una alterazione/dilatazione spazio-temporale generata dal movimento dell'occhio e del corpo, e affidata a eloquenti dinamiche circolari; o per i luoghi esplorati da Giuseppe Buzzotta, che nei suoi video, nelle fotografie e nei disegni mette in scena evocazioni poetiche legate al paesaggio naturale, al suo contesto quotidiano ed alla propria condizione emotiva, ragionando al contempo intorno al valore simbolico della visione. Le piccole scene dipinte da Giuseppe Adamo - accadimenti inessenziali prelevati dalla strada, dai media, da fotografie, da quadri di maestri fiamminghi - vengono straniate all'interno di spazi spogli, con una forte connotazione grafica, annegando in un vuoto che alimenta il senso del dubbio, dell'ambiguo. Un'ambiguità che emerge anche nelle opere di Federico Lupo – video, installazioni, lavori sonori -, generate da suggestioni infantili, ma finalizzate ad una riflessione sulla temporalità che passa attraverso dissolvenze, sfocature, loop, rarefazioni. Lo scorrere del tempo e la natura evocativa del suono hanno un ruolo centrale anche per il lavoro presentato da Luna Amato, un ciclo di video che radicalizza i concetti di spostamento e dissonanza, giocando col rapporto non lineare tra informazione visiva e stimolo uditivo. Ed è certo il suono uno degli elementi nodali del video di Carlo Cislaghi, una micro-corsa nel paesaggio che articola livelli spazio-temporali tra melodie e infiltrazioni elettroniche, mentre lo sguardo confonde l'alto e il basso, il cielo e la terra, il piccolo e il vasto. Vincenzo Schillaci, infine, si immerge tra i complessi temi della temporalità, della morte, della memoria: volti rubati ad esistenze anonime, fotografie ingiallite, frammenti cartacei scovati da riviste, lettere, vecchi fumetti, sono la materia viva da cui hanno origine dipinti, disegni, collage.
Il progetto, curato da Helga Marsala, accosta artisti differenti per linguaggi ed esperienze – qualcuno appena affacciatosi sulla scena locale, altri con un percorso già avviato -, nel tentativo di rintracciare sensibilità comuni e poetiche affini, a partire da un background culturale e geografico condiviso. Gli artisti di Minimo Radicale hanno già in passato incrociato i loro iter professionali e di studio, arrivando oggi a rappresentare un piccolo nucleo creativo riconoscibile, per attitudini, temi, approcci.
Giuseppe Adamo, Luna Amato, Giuseppe Buzzotta, Carlo Cislalghi, Federico Lupo, Vincenzo Schillaci, Giovanni Sortino sono dunque i protagonisti di una mostra che, all'interno di uno scenario variegato e frammentato – quello della giovane arte siciliana - prova a rintracciare una temperatura, un umore, una cifra stilistica e concettuale.
Tutte inedite e progettate ad hoc per lo spazio, le opere testimoniano quell'eclettismo sempre più spesso perseguito dalle ultime generazioni: questi artisti - chi preferendo la pittura, chi dedicandosi maggiormente al video o al suono, chi puntando sulla fotografia - tendono spesso ad ibridare i linguaggi, gestendo con coerenza grammatiche, tematiche, codici espressivi differenti.
Minimo Radicale si articola attraverso narrazioni sospese, brevi indizi visionari, perlustrazioni a cavallo tra realtà e immaginazione: il racconto del quotidiano si svincola da prospettive narrative o biografiche, aprendosi a una dimensione più impersonale e nutrendosi di spunti concettuali. La poesia che deriva da queste micro-storie, pensate come minimali investigazioni del qui e ora, ha a che fare con un senso della natura, dello spazio, del tempo, della visione, generati in seno a una sguardo intimo, ma ridotto all'osso: puntando alla struttura, al fondo delle cose, le opere perseguono un'estetica dell'oggetto comune, dell'inessenziale, del segno sottile, della parola sussurrata.
Ne deriva un incontro tra il poetico e il prosaico, laddove la visione si fa esperienza concreta, la concretezza si fa pensiero puro, l'emozione diventa misurazione.
Gesti minimi e radicali, accenti quotidiani e lirici, spostamenti brevi che liberano l'incanto. Così è per gli spazi di Giovanni Sortino, sezionati, attraversati, scomposti e ricomposti sui fogli e sulle tele, con l'intento di operare una alterazione/dilatazione spazio-temporale generata dal movimento dell'occhio e del corpo, e affidata a eloquenti dinamiche circolari; o per i luoghi esplorati da Giuseppe Buzzotta, che nei suoi video, nelle fotografie e nei disegni mette in scena evocazioni poetiche legate al paesaggio naturale, al suo contesto quotidiano ed alla propria condizione emotiva, ragionando al contempo intorno al valore simbolico della visione. Le piccole scene dipinte da Giuseppe Adamo - accadimenti inessenziali prelevati dalla strada, dai media, da fotografie, da quadri di maestri fiamminghi - vengono straniate all'interno di spazi spogli, con una forte connotazione grafica, annegando in un vuoto che alimenta il senso del dubbio, dell'ambiguo. Un'ambiguità che emerge anche nelle opere di Federico Lupo – video, installazioni, lavori sonori -, generate da suggestioni infantili, ma finalizzate ad una riflessione sulla temporalità che passa attraverso dissolvenze, sfocature, loop, rarefazioni. Lo scorrere del tempo e la natura evocativa del suono hanno un ruolo centrale anche per il lavoro presentato da Luna Amato, un ciclo di video che radicalizza i concetti di spostamento e dissonanza, giocando col rapporto non lineare tra informazione visiva e stimolo uditivo. Ed è certo il suono uno degli elementi nodali del video di Carlo Cislaghi, una micro-corsa nel paesaggio che articola livelli spazio-temporali tra melodie e infiltrazioni elettroniche, mentre lo sguardo confonde l'alto e il basso, il cielo e la terra, il piccolo e il vasto. Vincenzo Schillaci, infine, si immerge tra i complessi temi della temporalità, della morte, della memoria: volti rubati ad esistenze anonime, fotografie ingiallite, frammenti cartacei scovati da riviste, lettere, vecchi fumetti, sono la materia viva da cui hanno origine dipinti, disegni, collage.
27
settembre 2008
Minimo radicale
Dal 27 settembre al 05 novembre 2008
arte contemporanea
Location
MUSEO CIVICO CASTELBUONO
Castelbuono, Piazza Castello, (Palermo)
Castelbuono, Piazza Castello, (Palermo)
Orario di apertura
9-14 / 15-20 chiuso il lunedì
Vernissage
27 Settembre 2008, ore 19
Autore
Curatore