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Marianne Werefkin e l’ambiente culturale di Ascona tra il 1918 e il 1938
Figura dal grande spessore intellettuale e di grande interesse storico-artistico, dalle sue esperienze ottocentesche russe, tra le fila dei realisti e dei simbolisti, a quelle tedesche di Monaco di Baviera, come “levatrice” de “Der Blaue Reiter”, la mostra si accentra attorno agli anni della sua maturità asconese, al corrente della scena artistica europea e svizzera, libera di poter esprimere la sua personalità con il suo inconfondibile stile espressivo, lirico, visionario e spirituale.
Comunicato stampa
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Dopo mesi di lavoro e grazie a nuove ricerche, il Museo comunale d’arte moderna di Ascona presenta una mostra che rinnova l’interesse nei confronti della vita e dell’opera della pittrice russa Mariana Vladimirovna Veriovkina (Tula 1860 – Ascona 1938) a settant’anni dalla sua morte.
Figura dal grande spessore intellettuale e di grande interesse storico-artistico, dalle sue esperienze ottocentesche russe, tra le fila dei realisti e dei simbolisti, a quelle tedesche di Monaco di Baviera, come “levatrice” de “Der Blaue Reiter”, la mostra si accentra attorno agli anni della sua maturità asconese, al corrente della scena artistica europea e svizzera, libera di poter esprimere la sua personalità con il suo inconfondibile stile espressivo, lirico, visionario e spirituale.
Questa ricorrenza non poteva passare sotto silenzio dopo l’opera di valorizzazione e promozione della sua arte e del suo pensiero da parte del Dicastero cultura di Ascona. Iniziata nel 1988, in modo organico e sistematico, con la mostra itinerante in Germania “Marianne Werefkin. Vita e opere 1860–1938”, proseguita nel 1998 ad Ascona, con il convegno “Marianne Werefkin oltre l’espressionismo”, nel 1999 a Parigi, con la mostra “Jawlensky/Werefkin”, nel 2001 a Reggio Emilia con “Marianne Werefkin e Il fervore della visione”, e in Germania nel 2002 e ad Ascona nel 2003, con la mostra “Marianne Werefkin a Murnau. Arte e teoria, amici e maestri”. Infine nel 2000, con il completamento dell’importante archiviazione informatizzata del Fondo Marianne Werefkin di proprietà della Fondazione omonima, che ha incentivato lo studio sulla pittrice da parte di numerosi studiosi, in particolare universitari.
La mostra “Marianne Werefkin e l’ambiente culturale d’Ascona tra il 1918 e il 1938” si propone l’ambizioso compito di dar testimonianza ed espressione del clima culturale internazionale della cosiddetta “colonia degli artisti”, la “Montparnasse” bohémienne d’Ascona, dove trovarono rifugio, soprattutto tra le due guerre, poeti, artisti, filosofi, teosofi, anarchici, espatriati politici. La figura carismatica della “baronessa” Veriovkina è il perno attorno al quale l’esposizione si articola.
Dal suo arrivo ad Ascona con Alexej Jawlensky (1918), grazie al contatto, a Zurigo nel 1917, con vecchi e nuovi amici dell’ambiente culturale del movimento Dada (Hans Arp, Sophie Täuber, Rudolf von Laban, Mary Wigmann, Walter Helbig, Otto e Adja van Rees, Arthur Segal, ecc.) e alla fama di Monte Verità, che proprio nel 1917 raggiunse la sua massima popolarità con l’organizzazione del congresso dell’Ordine dei Templari di Oriente e lo spettacolo della scuola di danza dell’ungherese Rudolf von Laban, sua vecchia conoscenza. Si da testimonianza di quanto questa nuova condizione di vita abbia influito sulla sua arte mostrando come, proprio a contatto con la popolazione di Ascona, la sua opera rinnova l’interesse per i semplici e le faccende umane e, dall’altra, in sintonia con la storia alternativa di Monte Verità, si fa sempre più mistica e spirituale.
Si ripercorrono poi, attraverso documenti autografi e dell’epoca,la ricostruzione storica delle sue esposizioni in Svizzera e all’estero, i momenti più significativi a contatto con gli artisti residenti ad Ascona e in Svizzera: dalla nascita del Museo di Ascona nel 1922, a quella dell’associazione “Der Grosse Bär” nel 1924 - con gli svizzeri Ernst Frick e Albert Kohler, i tedeschi Otto Niemeyer-Holstein e Walter Helbig, l’olandese Otto van Rees e l’americano Gordon Mc Couch – fino alla sua morte ad Ascona nel 1938. Si ripercorrono gli anni asconesi della sua maturità artistica che smentiscono certi luoghi comuni che videro nella sua povertà economica anche quella creativa. Si esplorano gli anni asconesi della sua maturità artistica che smentiscono certi luoghi comuni che videro nelle sua povertà economica anche quella creativa.
A corollario e completamento della mostra, sarà mostrato quanto la popolazione asconese ha voluto generosamente mettere a disposizione, in ricordo della cosiddetta “nonna di Ascona”, onde diventare protagonista della propria storia. Avranno inoltre luogo momenti di incontro attraverso la testimonianza viva e diretta di coloro che ancora hanno ricordi della pittrice e dell’Ascona d’allora.
Con l’obiettivo di aprire nuovi campi di ricerca e di approfondimento, sono state redatte delle schede critiche sugli artisti che hanno anche il compito di accompagnare la mostra nella sua articolazione.
Figura dal grande spessore intellettuale e di grande interesse storico-artistico, dalle sue esperienze ottocentesche russe, tra le fila dei realisti e dei simbolisti, a quelle tedesche di Monaco di Baviera, come “levatrice” de “Der Blaue Reiter”, la mostra si accentra attorno agli anni della sua maturità asconese, al corrente della scena artistica europea e svizzera, libera di poter esprimere la sua personalità con il suo inconfondibile stile espressivo, lirico, visionario e spirituale.
Questa ricorrenza non poteva passare sotto silenzio dopo l’opera di valorizzazione e promozione della sua arte e del suo pensiero da parte del Dicastero cultura di Ascona. Iniziata nel 1988, in modo organico e sistematico, con la mostra itinerante in Germania “Marianne Werefkin. Vita e opere 1860–1938”, proseguita nel 1998 ad Ascona, con il convegno “Marianne Werefkin oltre l’espressionismo”, nel 1999 a Parigi, con la mostra “Jawlensky/Werefkin”, nel 2001 a Reggio Emilia con “Marianne Werefkin e Il fervore della visione”, e in Germania nel 2002 e ad Ascona nel 2003, con la mostra “Marianne Werefkin a Murnau. Arte e teoria, amici e maestri”. Infine nel 2000, con il completamento dell’importante archiviazione informatizzata del Fondo Marianne Werefkin di proprietà della Fondazione omonima, che ha incentivato lo studio sulla pittrice da parte di numerosi studiosi, in particolare universitari.
La mostra “Marianne Werefkin e l’ambiente culturale d’Ascona tra il 1918 e il 1938” si propone l’ambizioso compito di dar testimonianza ed espressione del clima culturale internazionale della cosiddetta “colonia degli artisti”, la “Montparnasse” bohémienne d’Ascona, dove trovarono rifugio, soprattutto tra le due guerre, poeti, artisti, filosofi, teosofi, anarchici, espatriati politici. La figura carismatica della “baronessa” Veriovkina è il perno attorno al quale l’esposizione si articola.
Dal suo arrivo ad Ascona con Alexej Jawlensky (1918), grazie al contatto, a Zurigo nel 1917, con vecchi e nuovi amici dell’ambiente culturale del movimento Dada (Hans Arp, Sophie Täuber, Rudolf von Laban, Mary Wigmann, Walter Helbig, Otto e Adja van Rees, Arthur Segal, ecc.) e alla fama di Monte Verità, che proprio nel 1917 raggiunse la sua massima popolarità con l’organizzazione del congresso dell’Ordine dei Templari di Oriente e lo spettacolo della scuola di danza dell’ungherese Rudolf von Laban, sua vecchia conoscenza. Si da testimonianza di quanto questa nuova condizione di vita abbia influito sulla sua arte mostrando come, proprio a contatto con la popolazione di Ascona, la sua opera rinnova l’interesse per i semplici e le faccende umane e, dall’altra, in sintonia con la storia alternativa di Monte Verità, si fa sempre più mistica e spirituale.
Si ripercorrono poi, attraverso documenti autografi e dell’epoca,la ricostruzione storica delle sue esposizioni in Svizzera e all’estero, i momenti più significativi a contatto con gli artisti residenti ad Ascona e in Svizzera: dalla nascita del Museo di Ascona nel 1922, a quella dell’associazione “Der Grosse Bär” nel 1924 - con gli svizzeri Ernst Frick e Albert Kohler, i tedeschi Otto Niemeyer-Holstein e Walter Helbig, l’olandese Otto van Rees e l’americano Gordon Mc Couch – fino alla sua morte ad Ascona nel 1938. Si ripercorrono gli anni asconesi della sua maturità artistica che smentiscono certi luoghi comuni che videro nella sua povertà economica anche quella creativa. Si esplorano gli anni asconesi della sua maturità artistica che smentiscono certi luoghi comuni che videro nelle sua povertà economica anche quella creativa.
A corollario e completamento della mostra, sarà mostrato quanto la popolazione asconese ha voluto generosamente mettere a disposizione, in ricordo della cosiddetta “nonna di Ascona”, onde diventare protagonista della propria storia. Avranno inoltre luogo momenti di incontro attraverso la testimonianza viva e diretta di coloro che ancora hanno ricordi della pittrice e dell’Ascona d’allora.
Con l’obiettivo di aprire nuovi campi di ricerca e di approfondimento, sono state redatte delle schede critiche sugli artisti che hanno anche il compito di accompagnare la mostra nella sua articolazione.
19
settembre 2008
Marianne Werefkin e l’ambiente culturale di Ascona tra il 1918 e il 1938
Dal 19 settembre al 28 dicembre 2008
arte contemporanea
Location
MUSEO COMUNALE D’ARTE MODERNA
Ascona, Via Borgo, 34, (Locarno)
Ascona, Via Borgo, 34, (Locarno)
Biglietti
CHF 7.00 ingresso; CHF 5.00 AVS e gruppi
Orario di apertura
martedì - sabato 10.00/12.00 e 15.00/18.00; domenica e festivi 16.00/18.00; lunedì chiuso
Vernissage
19 Settembre 2008, ore 18.30
Ufficio stampa
METAMUSA
Autore