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Ceramicaoggi 2
Una quarantina di opere recenti e inedite realizzate da 12 artisti partecipanti agli stage di ceramica del Laboratorio fondato dalla Brunetti nel 1982 a Trieste in via Rigutti 5/c.
Comunicato stampa
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Tale fucina di talenti – scrive Accerboni – si riallaccia idealmente a un’esposizione degli artisti allievi della pittrice e scultrice Ondina Brunetti, curata dalla sottoscritta due anni fa all’AIAT di Trieste, questa sobria e raffinata rassegna, che propone una quarantina di lavori di 12 ceramisti di talento, formatisi al laboratorio di via Rigutti, fondato dalla ceramista triestina quasi quarant’anni fa: un atelier semplice ma ricco di fascino, in cui la Brunetti insegna con passione le tecniche e gli accorgimenti per realizzare questa antichissima e laboriosa pratica artistica, che richiede abilità, pazienza, tenacia. Il laboratorio, spesso fucina di talenti, è stato meta e palestra, nel corso degli anni, di alcuni tra i più prestigiosi artisti triestini, tra cui Ugo Carà, Giuseppe Callea, Pino Ferfoglia e Tullio Clamar, che desideravano impreziosire il loro lessico anche con questa tecnica.
Cosa significa fare ceramica oggi? Forse intrecciare alla propria cultura artistica e alle proprie tendenze in campo pittorico e scultoreo, quel quid di mistero e di sorpresa che l’esito della cottura comporta, saperne prevedere o supporre con il tempo, grazie a una sensibilità e a un’esperienza crescenti, il risultato.
Quest’arte, di cui il laboratorio di via Rigutti rappresenta in Regione un punto di riferimento importante, ha dato di recente, come la mostra testimonia, un risultato interessante: un filo conduttore lega infatti i lavori di tutti i partecipanti ed è rappresentato da una certa tendenza all’essenziale e alla sintesi, che compare quasi in ogni opera, donando un filo di omogeneità e di unitarietà a tutta la rassegna. Nell’ambito della quale si distinguono per converso proprio la docente, che non a caso ha alle spalle, in pittura e scultura, esperienze di lieve inclinazione surrealista e si esprime attraverso una marcata tendenza fantastica, e Pino Callea, che ha partecipato con grande fantasia alla realizzazione dell’esposizione e che da sempre inserisce nei propri lavori una sorta di ardita e sapiente ispirazione neobarocca, tratta dalle origini mediterranee e condotta a volte molto originalmente verso il grottesco…Sul versante opposto della semplificazione si pone, con le sue creazioni eseguite secondo la sofisticata tecnica raku, il pittore e grafico Rado Jagodic, capace di un’elegante, morbida eppure incisiva sintesi formale e cromatica. Sobrietà e delicatezza di volumi e colori connotano anche i lavori in terra refrattaria della spagnola Marga Bravo Alonso. A suo modo essenziale appare pure Maria Rita Bertoia, capace d’interpretare la grazia femminile attraverso due figure finemente traforate e decorate in terracotta rifinita con ossidi e polvere di vetro. Anche Marialuisa Rosso usa il traforo per un interessante ritratto della mente d’icastica bellezza; e così fanno Stefano Simoncini, che tende al volo verso l’astrazione, capace di grande equilibrio nel comporre i pieni e i vuoti, e Patrizia Chiereghin Pizzul, con il suo fine vasellame in semirefrattario colorato e invetriato, essenziale e proporzionato. Lieve, ardita e nel contempo semplice, è la chiglia in semirefrattario bianco e parziale vetrina opaca di Maurizio Dagnelut, mentre flessuosa e coinvolgente appare la linea curva delle ceramiche in materiale refrattario, ossidi e vetrina di Daniela Bergamo, e narrativa, nella sua preziosità, la ceramica raku di Bruna Martingano Petronio. Conclude la rassegna, last but not least, l’appropriata allusione surreale di Andrea Milia.
Cosa significa fare ceramica oggi? Forse intrecciare alla propria cultura artistica e alle proprie tendenze in campo pittorico e scultoreo, quel quid di mistero e di sorpresa che l’esito della cottura comporta, saperne prevedere o supporre con il tempo, grazie a una sensibilità e a un’esperienza crescenti, il risultato.
Quest’arte, di cui il laboratorio di via Rigutti rappresenta in Regione un punto di riferimento importante, ha dato di recente, come la mostra testimonia, un risultato interessante: un filo conduttore lega infatti i lavori di tutti i partecipanti ed è rappresentato da una certa tendenza all’essenziale e alla sintesi, che compare quasi in ogni opera, donando un filo di omogeneità e di unitarietà a tutta la rassegna. Nell’ambito della quale si distinguono per converso proprio la docente, che non a caso ha alle spalle, in pittura e scultura, esperienze di lieve inclinazione surrealista e si esprime attraverso una marcata tendenza fantastica, e Pino Callea, che ha partecipato con grande fantasia alla realizzazione dell’esposizione e che da sempre inserisce nei propri lavori una sorta di ardita e sapiente ispirazione neobarocca, tratta dalle origini mediterranee e condotta a volte molto originalmente verso il grottesco…Sul versante opposto della semplificazione si pone, con le sue creazioni eseguite secondo la sofisticata tecnica raku, il pittore e grafico Rado Jagodic, capace di un’elegante, morbida eppure incisiva sintesi formale e cromatica. Sobrietà e delicatezza di volumi e colori connotano anche i lavori in terra refrattaria della spagnola Marga Bravo Alonso. A suo modo essenziale appare pure Maria Rita Bertoia, capace d’interpretare la grazia femminile attraverso due figure finemente traforate e decorate in terracotta rifinita con ossidi e polvere di vetro. Anche Marialuisa Rosso usa il traforo per un interessante ritratto della mente d’icastica bellezza; e così fanno Stefano Simoncini, che tende al volo verso l’astrazione, capace di grande equilibrio nel comporre i pieni e i vuoti, e Patrizia Chiereghin Pizzul, con il suo fine vasellame in semirefrattario colorato e invetriato, essenziale e proporzionato. Lieve, ardita e nel contempo semplice, è la chiglia in semirefrattario bianco e parziale vetrina opaca di Maurizio Dagnelut, mentre flessuosa e coinvolgente appare la linea curva delle ceramiche in materiale refrattario, ossidi e vetrina di Daniela Bergamo, e narrativa, nella sua preziosità, la ceramica raku di Bruna Martingano Petronio. Conclude la rassegna, last but not least, l’appropriata allusione surreale di Andrea Milia.
07
settembre 2008
Ceramicaoggi 2
Dal 07 al 21 settembre 2008
arte contemporanea
Location
SALA ESPOSITIVA EX AIAT
Duino-aurisina, Bivio Sistiana Mare, (Trieste)
Duino-aurisina, Bivio Sistiana Mare, (Trieste)
Orario di apertura
tutti i giorni 9.00 · 12.00 / 16.30 ·20.00
Vernissage
7 Settembre 2008, ore 11,30 avrà luogo un breve intervento musicale del Maestro Stefano Casaccia e verrà proiettato il video intitolato Il linguaggio della ceramica, che riassume le varie fasi di elaborazione di quest’arte.
Autore
Curatore