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Pasqualino Rossi – Le Marche e i capolavori di S. Lucia. Grazie e affetti di un artista del Seicento, tra pittura sacra e scene di genere
Di Pasqualino Rossi (1639-1722), pittore di origine vicentina attivo in particolare a Roma, le Marche esibiscono il più alto numero di opere, tutte conservate in edifici di culto a Serra San Quirico, Fabriano e Cagli. Per quanto la presenza dell’artista in queste località non sia a tutt’oggi documentata, alcuni indizi consentono di accertare un suo soggiorno marchigiano, la cui durata resta da determinare.
Comunicato stampa
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Di Pasqualino Rossi (1639-1722), pittore di origine vicentina attivo in particolare a Roma, le Marche esibiscono il più alto numero di opere, tutte conservate in edifici di culto a Serra San Quirico, Fabriano e Cagli. Per quanto la presenza dell'artista in queste località non sia a tutt’oggi documentata, alcuni indizi consentono di accertare un suo soggiorno marchigiano, la cui durata resta da determinare.
La biografia è a tutt'oggi singolarmente scarna di dati documentari, così che la ricostruzione della sua attività e la restituzione del suo profilo stilistico sono prevalentemente ancorate agli studi critici avviati dalle impeccabili ricognizioni di un conoscitore quale Roberto Longhi, cui si devono aperture di fondamentale importanza già alla fine degli anni venti del secolo scorso.
Poche sono infatti le notizie positive, fondate essenzialmente sugli esiti preziosi delle indagini archivistiche condotte a Roma da Clemente Faccioli, rese note nel 1974, e sul ritrovamento da parte di Camillo Ramelli, attorno alla metà dell’Ottocento, del documento di commissione risalente al 1679 di tre dipinti della cappella Ambrosj nella chiesa di San Benedetto a Fabriano.
A documentare l’attento studio della tradizione artistica marchigiana da parte dell'artista stanno i riferimenti numerosi delle sue opere alle originali soluzioni inventive di Lorenzo Lotto e alla sensibilità correggesca di Federico Barocci. La disposizione narrativa del primo e la grazia accattivante del secondo danno luogo, nelle sue opere, ad una gradevolezza e a un sentimento del tutto moderni, preannunci del gusto settecentesco, come ha osservato la critica. Di qui la contaminazione delle opere di carattere sacro con uno spirito aperto, sensibile alle lievi modulazioni del sentimento e alle instabilità emotive, così come alle tenerezze e agli affetti familiari.
Si capisce come, al suo tempo, l’artista fosse apprezzato soprattutto per i piccoli quadri da collezione con soggetti di genere quali la Scuola di cucito e la Scuola di lettura, oppure per le seducenti immagini con la Sacra Famiglia segnate da un intimismo toccante, nelle quali si stempera una dolcezza sentimentale che riscatta l'ispirazione naturalistica; opere per lungo tempo nascoste sotto i nomi di Correggio, di Annibale Carracci e di Giuseppe Maria Crespi.
Il ciclo di opere più importante dell’artista è conservato nella monumentale chiesa barocca di S. Lucia di Serra S. Quirico, un piccolo centro di origini medievali ubicato vicino Fabriano, nel cuore del Parco naturale regionale Gola della Rossa Frasassi. Sarà proprio Serra S. Quirico a valorizzare per la prima volta lo straordinario magistero pittorico di Pasqualino Rossi con una mostra dal titolo Pasqualino Rossi, le Marche e i capolavori di S. Lucia. Grazie e affetti di un artista del Seicento, tra pittura sacra e scene di genere che sarà aperta al pubblico dal 19 luglio al 6 gennaio 2009. L'itinerario che congiunge le pale d'altare dell'artista nella chiese di Fabriano, di Cagli e di Serra San Quirico si completerà quindi con l'esposizione di un folto numero di tele per lo più di piccolo formato, caratterizzate da un'esecuzione spigliata come bozzetti, tinte di grazie correggesche e baroccesche interpretate con la sensibilità di Annibale Carracci, molto apprezzate negli ambienti collezionistici del Seicento e del Settecento, ma anche nel nostro tempo, e soprattutto di quadri con soggetti di genere nei quali sono agevolmente riconoscibili le ragioni della modernità dell'artista.
Di qui la sezione dedicata alla pittura di genere, che si allarga agli esempi veneti di Pietro Vecchia e di Matteo de' Pitocchi e ad altri dell'ambiente romano dei Bamboccianti, fino ai modelli di Monsù Bernardo e di Antonio Amorosi, contemporanei di Pasqualino Rossi, e infine di Pier Leone Ghezzi, e ancora, ma in pieno Settecento, di Pietro Longhi e di Giuseppe Maria Crespi, artista, quest'ultimo, che frequentemente è stato confuso con il pittore vicentino.
La biografia è a tutt'oggi singolarmente scarna di dati documentari, così che la ricostruzione della sua attività e la restituzione del suo profilo stilistico sono prevalentemente ancorate agli studi critici avviati dalle impeccabili ricognizioni di un conoscitore quale Roberto Longhi, cui si devono aperture di fondamentale importanza già alla fine degli anni venti del secolo scorso.
Poche sono infatti le notizie positive, fondate essenzialmente sugli esiti preziosi delle indagini archivistiche condotte a Roma da Clemente Faccioli, rese note nel 1974, e sul ritrovamento da parte di Camillo Ramelli, attorno alla metà dell’Ottocento, del documento di commissione risalente al 1679 di tre dipinti della cappella Ambrosj nella chiesa di San Benedetto a Fabriano.
A documentare l’attento studio della tradizione artistica marchigiana da parte dell'artista stanno i riferimenti numerosi delle sue opere alle originali soluzioni inventive di Lorenzo Lotto e alla sensibilità correggesca di Federico Barocci. La disposizione narrativa del primo e la grazia accattivante del secondo danno luogo, nelle sue opere, ad una gradevolezza e a un sentimento del tutto moderni, preannunci del gusto settecentesco, come ha osservato la critica. Di qui la contaminazione delle opere di carattere sacro con uno spirito aperto, sensibile alle lievi modulazioni del sentimento e alle instabilità emotive, così come alle tenerezze e agli affetti familiari.
Si capisce come, al suo tempo, l’artista fosse apprezzato soprattutto per i piccoli quadri da collezione con soggetti di genere quali la Scuola di cucito e la Scuola di lettura, oppure per le seducenti immagini con la Sacra Famiglia segnate da un intimismo toccante, nelle quali si stempera una dolcezza sentimentale che riscatta l'ispirazione naturalistica; opere per lungo tempo nascoste sotto i nomi di Correggio, di Annibale Carracci e di Giuseppe Maria Crespi.
Il ciclo di opere più importante dell’artista è conservato nella monumentale chiesa barocca di S. Lucia di Serra S. Quirico, un piccolo centro di origini medievali ubicato vicino Fabriano, nel cuore del Parco naturale regionale Gola della Rossa Frasassi. Sarà proprio Serra S. Quirico a valorizzare per la prima volta lo straordinario magistero pittorico di Pasqualino Rossi con una mostra dal titolo Pasqualino Rossi, le Marche e i capolavori di S. Lucia. Grazie e affetti di un artista del Seicento, tra pittura sacra e scene di genere che sarà aperta al pubblico dal 19 luglio al 6 gennaio 2009. L'itinerario che congiunge le pale d'altare dell'artista nella chiese di Fabriano, di Cagli e di Serra San Quirico si completerà quindi con l'esposizione di un folto numero di tele per lo più di piccolo formato, caratterizzate da un'esecuzione spigliata come bozzetti, tinte di grazie correggesche e baroccesche interpretate con la sensibilità di Annibale Carracci, molto apprezzate negli ambienti collezionistici del Seicento e del Settecento, ma anche nel nostro tempo, e soprattutto di quadri con soggetti di genere nei quali sono agevolmente riconoscibili le ragioni della modernità dell'artista.
Di qui la sezione dedicata alla pittura di genere, che si allarga agli esempi veneti di Pietro Vecchia e di Matteo de' Pitocchi e ad altri dell'ambiente romano dei Bamboccianti, fino ai modelli di Monsù Bernardo e di Antonio Amorosi, contemporanei di Pasqualino Rossi, e infine di Pier Leone Ghezzi, e ancora, ma in pieno Settecento, di Pietro Longhi e di Giuseppe Maria Crespi, artista, quest'ultimo, che frequentemente è stato confuso con il pittore vicentino.
19
luglio 2008
Pasqualino Rossi – Le Marche e i capolavori di S. Lucia. Grazie e affetti di un artista del Seicento, tra pittura sacra e scene di genere
Dal 19 luglio 2008 al 06 gennaio 2009
arte antica
Location
CHIESA DI SAN FRANCESCO
Serra San Quirico, -, (Ancona)
Serra San Quirico, -, (Ancona)
Sito web
www.comune.serrasanquirico.an.it
Autore
Curatore