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Sasa Makarova’ – Sono così innocente. Ich bin so unbschuldig
Formatasi a Bratislava, legata all’ambiente Praghese, e Viennese d’adozione, l’artsta con la sua pratica pittorica sembra seguire gli obiettivi di un’arte figurativa neo-umanistica di matrice prettamente tedesca, caratterizzata da una forte espressività.
Comunicato stampa
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Nome intrigante del milieu culturale viennese, pittrice di straordinario talento, Saša Makarová è alla sua prima esposizione personale in Italia, dove tuttavia non è totalmente sconosciuta grazie ad alcune presenze in importanti mostre tematiche (Artiste teppiste. 30 dispettose ragazzacce dell’arte contemporanea, 2006; Lo specchio in frantumi. Donne viste da donne, 2006; Eredità del Simbolismo.Mitologie, Etnografie, Esoterismi, 2007; Vette incantate, boschi fatati, acque magiche. Visioni simboliste e fantastiche della natura, 2007).
All’interno del complesso panorama artistico attuale che spesso prevede, nel suo rinnovarsi, il recupero del passato, l’opera di Makarová svela a colpo d’occhio il suo legame con la solida tradizione dell’Espressionismo di matrice tedesca, riletto con forte coscienza contemporanea.
Ognuno di noi è nella quotidianità attore di sé stesso e gli artisti amano esserlo più degli altri, ma Saša è, soprattutto, attrice dei suoi quadri: quando si autoritrae e pure quando, delineando altre donne, mantiene innegabili tratti di rassomiglianza con se stessa.. Come l’attore calcando i diversi palcoscenici teatrali o i set cinematografici indossa sempre nuove acconciature, nuovi trucchi, nuovi abiti, affinché i personaggi che interpreta possano andare in cerca d’ autore, così fa Saša all’interno dei suoi quadri, trasformati in altrettanti teatrini. Ogni pittura è una nuova recita dove sentimento e poesia convivono mirabilmente con l’ironia.
Saša può davvero proclamare (come fa nel titolo di un suo dipinto) di essere “così innocente” perché, anche indossando nelle opere in mostra i panni di una regina bizantina, di una geisha, di una “donna perduta”, di un’angelica dominatrice sacerdotalmente votata alla sessualità “bizarre”, ella non è mai colpevole, né biasimabile, perché l’attore non può essere ritenuto responsabile dei fatti o dei misfatti che i suoi personaggi operano nella finzione scenica. E se poi i personaggi di Saša avessero davvero bisogno di essere redenti, a salvarli interviene uno straordinario senso del grottesco (anche questo di matrice espressionista). La finzione pittorica, non diversamente dalla vita reale di cui, nel caso di Saša, è specchio, simbolo e metafora, può essere mortalmente velenosa: un sorriso anche se amaro può diventare a volte un utile antidoto.
Indirizzando sé stessa come soggetto privilegiato della sua pittura, mettendo in rilievo l’importanza dell’espressione psicologica, utilizzando colori forti e ricchi di contrasto ed evocando, nel gesto pittorico intenso e fisico predecessori come Adolf Frohner, Saša Makarová diviene protagonista della scena artistica internazionale collocandosi in un ambito che possiamo definire “ neo-espressionismo al femminile”.
Il corpo, nel neo-espressionismo della Makarová, non è più strumento di rivolta né luogo di prigione esistenziale, non è più indagato nei suoi limiti fisici e psichici o sottoposto a tensioni prodotte dall’indifferenza e dal perbenismo, ma diviene espressione del desiderio femminile.
Nelle tele che compongono questa mostra dove le vibrazioni del colore traducono l’intensità delle emozioni, è il volto della sensualità ad emergere, un’orgogliosa ostentazione femminile, che l’artista
All’interno del complesso panorama artistico attuale che spesso prevede, nel suo rinnovarsi, il recupero del passato, l’opera di Makarová svela a colpo d’occhio il suo legame con la solida tradizione dell’Espressionismo di matrice tedesca, riletto con forte coscienza contemporanea.
Ognuno di noi è nella quotidianità attore di sé stesso e gli artisti amano esserlo più degli altri, ma Saša è, soprattutto, attrice dei suoi quadri: quando si autoritrae e pure quando, delineando altre donne, mantiene innegabili tratti di rassomiglianza con se stessa.. Come l’attore calcando i diversi palcoscenici teatrali o i set cinematografici indossa sempre nuove acconciature, nuovi trucchi, nuovi abiti, affinché i personaggi che interpreta possano andare in cerca d’ autore, così fa Saša all’interno dei suoi quadri, trasformati in altrettanti teatrini. Ogni pittura è una nuova recita dove sentimento e poesia convivono mirabilmente con l’ironia.
Saša può davvero proclamare (come fa nel titolo di un suo dipinto) di essere “così innocente” perché, anche indossando nelle opere in mostra i panni di una regina bizantina, di una geisha, di una “donna perduta”, di un’angelica dominatrice sacerdotalmente votata alla sessualità “bizarre”, ella non è mai colpevole, né biasimabile, perché l’attore non può essere ritenuto responsabile dei fatti o dei misfatti che i suoi personaggi operano nella finzione scenica. E se poi i personaggi di Saša avessero davvero bisogno di essere redenti, a salvarli interviene uno straordinario senso del grottesco (anche questo di matrice espressionista). La finzione pittorica, non diversamente dalla vita reale di cui, nel caso di Saša, è specchio, simbolo e metafora, può essere mortalmente velenosa: un sorriso anche se amaro può diventare a volte un utile antidoto.
Indirizzando sé stessa come soggetto privilegiato della sua pittura, mettendo in rilievo l’importanza dell’espressione psicologica, utilizzando colori forti e ricchi di contrasto ed evocando, nel gesto pittorico intenso e fisico predecessori come Adolf Frohner, Saša Makarová diviene protagonista della scena artistica internazionale collocandosi in un ambito che possiamo definire “ neo-espressionismo al femminile”.
Il corpo, nel neo-espressionismo della Makarová, non è più strumento di rivolta né luogo di prigione esistenziale, non è più indagato nei suoi limiti fisici e psichici o sottoposto a tensioni prodotte dall’indifferenza e dal perbenismo, ma diviene espressione del desiderio femminile.
Nelle tele che compongono questa mostra dove le vibrazioni del colore traducono l’intensità delle emozioni, è il volto della sensualità ad emergere, un’orgogliosa ostentazione femminile, che l’artista
27
settembre 2008
Sasa Makarova’ – Sono così innocente. Ich bin so unbschuldig
Dal 27 settembre al 02 novembre 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA DE FAVERI ARTE – LAB 610 XL
Sovramonte, Frazione Servo, 167/B, (Belluno)
Sovramonte, Frazione Servo, 167/B, (Belluno)
Orario di apertura
da martedì a domenica 15.30/19.30
Vernissage
27 Settembre 2008, ore 18.00
Autore
Curatore