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Diana Baylon / Lia Drei – Due Signore dell arte italiana. opere degli anni 60-70
In anni in cui molti pregiudizi condizionavano la vita delle donne, D.Baylon e L.Drei seppero imporsi ed essere protagoniste nel mondo dell’arte. Esponenti dell’arte programmata e cinetica, non si risparmiano nell’esprimere se stesse come donne e artiste, ognuna con la propria spiccata personalità.
Comunicato stampa
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In anni in cui molti pregiudizi condizionavano la vita delle donne, Diana Baylon e Lia Drei seppero imporsi nella vita ed essere protagoniste nel mondo dell'arte.
Attive fin dai primi anni '50, tra gli esponenti dell'arte programmata e cinetica, non si risparmiano nell'esprimere se stesse come donne e artiste, ognuna con un particolare apporto e la propria spiccata personalità.
Mentre Diana Baylon dimostra dimestichezza in campi solitamente riservati agli uomini, sono note le sue fughe liberatorie su potenti motociclette e la passione per il volo che tanta importanza ha avuto come ispirazione per le sue opere, Lia Drei conquista nel 1940 il titolo di campionessa italiana di tuffi mettendo nell'attività sportiva tutta la sua carica vitale che in seguito convoglia nella ricerca visuale dei rapporti fra i colori e nel dinamismo delle sue strutture geometriche.
Lia Drei nell'ambito della ricerca gestaltica “ha saputo esprimere una carica lirica di grande intensità pur nella capacità di distillare la forma nella sua purezza geometrica” (Gabriele Simongini).
Diana Baylon è “fra le più significative artiste dell'astrattismo del dopoguerra e del movimento programmato e ottico cinetico europeo” (Paola Barbara Sega). Notevoli le sue pitture e sculture ma soprattutto le opere che utilizzano materie nuove usate come “nuova possibilità di espressione, come resultante della propria reazione emozionale nei confronti della nuova immagine del mondo” (Lara Vinca Masini).
Lia Drei, nata a Roma nel 1922 e cresciuta nella casa-atelier del padre, lo scultore Ercole Drei, consegue la laurea in Lettere e trascorre un periodo di studio a New York, prima di frequentare l'Accademia del Nudo e dedicarsi così alla pittura. Qui conosce Francesco Guerrieri, compagno di vita e nell'arte dal 1958. A fine 1962 è cofondatrice del Gruppo 63 (insieme a F. Guerrieri, L. Di Luciano e G. Pizzo) che si scioglie nel 1963. Nello stesso anno nasce il Binomio Sperimentale p. (puro) che vede la coppia Drei-Guerrieri impegnata nelle ricerche sulla percezione della forma-colore per tutta la loro vicenda artistica, occupandosi del rapporto tra arte, scienza, industrial design e la società contemporanea. Negli anni '70 si occupa anche di poesia visiva collaborando con Adriano Spatola, crea con Guerrieri ambienti interattivi, espone opere di Metapittura nella prima metà degli anni '80. L'ultima produzione vede confluire pittura, colore e geometria in un linguaggio che è sintesi delle precedenti esperienze. Muore il 22 marzo 2005.
Le opere di Lia Drei sono state esposte in numerose mostre in tutta Italia e all'estero e si trovano in importanti musei e biblioteche di tutto il mondo. Tra le esposizioni più importanti: personale alla Galleria d'Arte del Palazzo delle Esposizioni a Roma nel 1960, mostra del Binomio Sperimentale p. alla Galleria Il Bilico di Roma nel 1964, collettiva alla Galleria Sincron di Brescia nel 1973, Biennale di Venezia del 1978, Biennale di San Paolo del Brasile del 1981.
Diana Baylon, nata a Bevagna (Perugia) nel 1920 e cresciuta negli aereoporti militari tra Udine, Gorizia e Pistoia, figlia del pilota aviatore Dante Pagnotta, compie gli studi a Firenze dove conosce il primo marito, Pier Nicola Ricci (1938). Nel 1946 la sua separazione dal marito suscita scandalo. Incurante delle conseguenze, incontra il pilota Giuseppe Baylon, al quale si legherà per la vita, e si avvicina al mondo dell'arte da autodidatta, frequentando artisi, galleristi, collezionisti e artigiani della Firenze del dopoguerra. Il suo interesse per la luce-colore si materializza nell'uso delle superfici metalliche che ne mutano continuamente la rifrazione. Sperimenta diversi e nuovi materiali, plasmati con la perizia del mestiere appreso direttamente nei laboratori artigianali fiorentini. Nel 1969, con la galleria parigina Studio G 30, partecipa al Festival dei Due Mondi di Spoleto accanto a Burri, Dubuffet, Fontana, al quale è legata da sodalizio. Nel 1978 l'amico Bruno Munari inserirà l'opera della Baylon Situazione (1976) nei suoi Quaderni di design, La scoperta del Quadrato e la invita ad esporre nell'omonima mostra del 1981. Nel corso della sua lunga produzione si occupa anche di design creando gioielli e sculture in marmo, acciaio, plexiglass, vetro e carta, progettando arazzi e tappeti, tavoli e specchi. Negli anni '90 si ritira nel suo atelier a Fiesole (FI).
Diana Baylon partecipa a molte personali e collettive in tutta Italia e all'estero. Tra le esposizioni importanti ricordiamo una personale alla Galleria Il Fiore di Firenze nel 1972, la Biennale di Arte Orafa a Firenze nel 1976, la collettiva Sculptures in precious metals a Tokyo nel 1980, la collettiva Oggetto d'amore all'Istituto Italiano di Cultura a Parigi e a San Paolo del Brasile con catalogo a cura di Giuliano Serafini nel 1982, Cindarella's Revenge a New York nel 1994 e a Londra nel 1995, la personale Diana Baylon artista per il design al MIAAO a Torino nel 2008.
Attive fin dai primi anni '50, tra gli esponenti dell'arte programmata e cinetica, non si risparmiano nell'esprimere se stesse come donne e artiste, ognuna con un particolare apporto e la propria spiccata personalità.
Mentre Diana Baylon dimostra dimestichezza in campi solitamente riservati agli uomini, sono note le sue fughe liberatorie su potenti motociclette e la passione per il volo che tanta importanza ha avuto come ispirazione per le sue opere, Lia Drei conquista nel 1940 il titolo di campionessa italiana di tuffi mettendo nell'attività sportiva tutta la sua carica vitale che in seguito convoglia nella ricerca visuale dei rapporti fra i colori e nel dinamismo delle sue strutture geometriche.
Lia Drei nell'ambito della ricerca gestaltica “ha saputo esprimere una carica lirica di grande intensità pur nella capacità di distillare la forma nella sua purezza geometrica” (Gabriele Simongini).
Diana Baylon è “fra le più significative artiste dell'astrattismo del dopoguerra e del movimento programmato e ottico cinetico europeo” (Paola Barbara Sega). Notevoli le sue pitture e sculture ma soprattutto le opere che utilizzano materie nuove usate come “nuova possibilità di espressione, come resultante della propria reazione emozionale nei confronti della nuova immagine del mondo” (Lara Vinca Masini).
Lia Drei, nata a Roma nel 1922 e cresciuta nella casa-atelier del padre, lo scultore Ercole Drei, consegue la laurea in Lettere e trascorre un periodo di studio a New York, prima di frequentare l'Accademia del Nudo e dedicarsi così alla pittura. Qui conosce Francesco Guerrieri, compagno di vita e nell'arte dal 1958. A fine 1962 è cofondatrice del Gruppo 63 (insieme a F. Guerrieri, L. Di Luciano e G. Pizzo) che si scioglie nel 1963. Nello stesso anno nasce il Binomio Sperimentale p. (puro) che vede la coppia Drei-Guerrieri impegnata nelle ricerche sulla percezione della forma-colore per tutta la loro vicenda artistica, occupandosi del rapporto tra arte, scienza, industrial design e la società contemporanea. Negli anni '70 si occupa anche di poesia visiva collaborando con Adriano Spatola, crea con Guerrieri ambienti interattivi, espone opere di Metapittura nella prima metà degli anni '80. L'ultima produzione vede confluire pittura, colore e geometria in un linguaggio che è sintesi delle precedenti esperienze. Muore il 22 marzo 2005.
Le opere di Lia Drei sono state esposte in numerose mostre in tutta Italia e all'estero e si trovano in importanti musei e biblioteche di tutto il mondo. Tra le esposizioni più importanti: personale alla Galleria d'Arte del Palazzo delle Esposizioni a Roma nel 1960, mostra del Binomio Sperimentale p. alla Galleria Il Bilico di Roma nel 1964, collettiva alla Galleria Sincron di Brescia nel 1973, Biennale di Venezia del 1978, Biennale di San Paolo del Brasile del 1981.
Diana Baylon, nata a Bevagna (Perugia) nel 1920 e cresciuta negli aereoporti militari tra Udine, Gorizia e Pistoia, figlia del pilota aviatore Dante Pagnotta, compie gli studi a Firenze dove conosce il primo marito, Pier Nicola Ricci (1938). Nel 1946 la sua separazione dal marito suscita scandalo. Incurante delle conseguenze, incontra il pilota Giuseppe Baylon, al quale si legherà per la vita, e si avvicina al mondo dell'arte da autodidatta, frequentando artisi, galleristi, collezionisti e artigiani della Firenze del dopoguerra. Il suo interesse per la luce-colore si materializza nell'uso delle superfici metalliche che ne mutano continuamente la rifrazione. Sperimenta diversi e nuovi materiali, plasmati con la perizia del mestiere appreso direttamente nei laboratori artigianali fiorentini. Nel 1969, con la galleria parigina Studio G 30, partecipa al Festival dei Due Mondi di Spoleto accanto a Burri, Dubuffet, Fontana, al quale è legata da sodalizio. Nel 1978 l'amico Bruno Munari inserirà l'opera della Baylon Situazione (1976) nei suoi Quaderni di design, La scoperta del Quadrato e la invita ad esporre nell'omonima mostra del 1981. Nel corso della sua lunga produzione si occupa anche di design creando gioielli e sculture in marmo, acciaio, plexiglass, vetro e carta, progettando arazzi e tappeti, tavoli e specchi. Negli anni '90 si ritira nel suo atelier a Fiesole (FI).
Diana Baylon partecipa a molte personali e collettive in tutta Italia e all'estero. Tra le esposizioni importanti ricordiamo una personale alla Galleria Il Fiore di Firenze nel 1972, la Biennale di Arte Orafa a Firenze nel 1976, la collettiva Sculptures in precious metals a Tokyo nel 1980, la collettiva Oggetto d'amore all'Istituto Italiano di Cultura a Parigi e a San Paolo del Brasile con catalogo a cura di Giuliano Serafini nel 1982, Cindarella's Revenge a New York nel 1994 e a Londra nel 1995, la personale Diana Baylon artista per il design al MIAAO a Torino nel 2008.
03
ottobre 2008
Diana Baylon / Lia Drei – Due Signore dell arte italiana. opere degli anni 60-70
Dal 03 ottobre al 13 dicembre 2008
arte contemporanea
Location
VALMORE STUDIO D’ARTE
Vicenza, Contrà Porta Santa Croce, 14, (Vicenza)
Vicenza, Contrà Porta Santa Croce, 14, (Vicenza)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16-19.30 o su appuntamento 0444 322557 / 347 6636765
Vernissage
3 Ottobre 2008, ore 18
Autore