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Nella stella fra le stelle
Artisti della “generazione di mezzo” che con sensibilità, competenza e creatività sono approdati ad una maturità e personalità espressiva particolarmente originali e coinvolgenti, così come viene testimoniato da alcune ricognizioni critiche, di seguito documentate.
Comunicato stampa
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"NELLA STELLA FRA LE STELLE" è il titolo della Mostra di Arte Contemporanea degli artisti Pietro MANCINI, Carlo MARCHETTI, Roberto MARINO, Alessandra PORFIDIA, Roberta PUGNO.
Artisti della "generazione di mezzo" che con sensibilità, competenza e creatività sono approdati ad una maturità e personalità espressiva particolarmente originali e coinvolgenti, così come viene testimoniato da alcune ricognizioni critiche, di seguito documentate.
Pietro Mancini ha definito AL-LUMINI (lumini d'alluminio) i suoi ultimi originali lavori, ovvero foto su PVC retro-illuminate montate su contenitori in alluminio traforati dalle forme variabili, che per essere correttamente fruite vanno installate alla parete come vere e proprie lampade. Fotografa ragazzi, talvolta scegliendo per loro pose che rimandano all'iconografia dell'arte sacra ed offrendo alla vista degli abitatori di un ambiente domestico, piuttosto che alla devozione di fedeli, improbabili icone-appliques di piccoli santi che ostentano aureole e felpe griffate Puma, Everlast, Nike e Adidas con la stessa franchezza. Non meramente demistificante è l'operazione condotta dall'artista che ricerca l'idea archetipica e ormai desueta alla base dei simboli scelti dalle aziende produttrici di vestiario più in voga tra i giovani (il puma, quella sorta di "om" che è il marchio della Nike, il giglio simbolo della purezza scelto dalla Adidas): ricollocandoli a sua volta in un contesto puramente ornamentale riproduce puma, gigli, croci, fogliame e mandala lavorando a traforo la superficie di alluminio dei contenitori tutt' intorno alla fotografia. Sugli abiti degli adolescenti di Mancini, pellegrini erranti sospesi su improbabili navicelle, sono in alcuni casi applicate delle croci di nastro adesivo, che possono essere lette come ferite in fase di cicatrizzazione, a designare una condizione transitoria e delicata, la loro, di auto guarigione e convalescenza, da guardare e gestire con cautela. Francesca Foti
La composizione prevalentemente bidimensionale di Carlo Marchetti consiste in strutture pittoriche rigorose ed essenziali, con elementi-chiave come un triangolo contenuto in riquadro giocato su slittamenti cromatici che si impongono nel campo visuale attraverso una serialità cadenzata; la ripetizione degli elementi così orchestrati diventa segnale, e a questo punto il suo linguaggio si fa più riconoscibilmente figlio del proprio tempo metropolitano, prendendo la strada della comunicazione. (…) Ma qual è l'ambito della riflessione da cui l'artista parte, per la sua comunicazione visiva? C'è un passaggio, in un noto libro di Igor Sibaldi - al di là di certo generalismo New Age - che può esemplificare tale imput attorno al quale ruota il lavoro di Marchetti: il passaggio teorico parla di necessità di scendere nell'abisso per poter trovare il proprio campo energetico, la parte più vera e profonda del sè, dove per abisso si intende il ventre e più giù sin dentro l'organo della vita e del piacere, ove risiederebbero le emozioni più viscerali, l'anima. I triangoli nei riquadri contenitivi dell'artista - in quanto simbolo del femminile per eccellenza, che dunque ne intensifica il contesto della riflessione per il suo incarnare sensualità e riproduttività - alludono proprio a questa sfera energeticoemozionale, all'urgenza della ricerca di quella caverna sotto la caverna di filosofica memoria che altro non è che la necessità esistenziale di conoscere meglio ed accordare le nostre più intime complessità con le complessità altrui affinché, appunto, la comunicazione sia davvero, in sostanza, più intensa possibile. Barbara Martusciello
Nelle creazioni più recenti di Roberto Marino, a dispetto del ridotto spessore della materia, la profondità può leggersi nell'articolazione stessa delle forme, dove il metallo si curva e si avvolge, come in un foglio o nella corolla di un architettonico fiore. Esili steli sembrano disegnati nell'aria, così come pure le frange frastagliate che profilano la chioma di palmette. In particolare Marino si sofferma sul tema della foglia, sospesa nel vuoto o issata su un gambo in luogo di arbusto o di pianta. Lo scultore riesce a tradurre la leggerezza dell'elemento vegetale nella sottile lamina metallica, ad evocarne quasi il tremolio, nelle tenui battiture sulla superficie. In alternativa al ferro, questa sensibilità epidermica è resa negli intagli del legno, dove le scanalature sintetizzano i vasi linfatici; venature che, analogamente, si delineano negli interstizi della corda tesa, avvolta come una tessitura mediante fitti giri intorno all'anima di metallo. Una varietà di soluzioni espressive alle quali l'artista approda nonostante il ricorso alla medesima, insistita stilizzazione formale: la cui sagoma, stondata e appuntita, è replicata sovente nella nervatura, il suo asse di simmetria; quasi una sigla, che si profila al centro di numerose sue creazioni. Una fessura vuota, astratta come il segno, concreta come il taglio. Piatta come la superficie, aperta come lo spazio. Rosaria Abate
… La riflessione sull'Oriente, sulla linearità orizzontale dell'architettura per abitazione giapponese, su certi paesaggi disegnati per successione di piani e sulle soluzioni plastiche ottenute per sovrapposizioni e contiguità, piuttosto che attraverso volumi matericamente espansi, conduce Alessandra Porfidia ad adottare nuovi materiali ed interventi cromatici, più adatti ad esprimere un nuovo concetto di scultura.
La sobrietà rigorosa che sostanzia il pensiero Zen sotteso alla sospesa transitorietà del mondo fluttuante conduce naturalmente Alessandra a sostituire il cemento, il bronzo e il ferro con fogli e pannelli di forex di vario spessore. Esclusivamente bianco, questo innovativo materiale termoplastico, tagliato industrialmente con un sistema computerizzato che non concede ripensamenti, traduce in tagli precisi le informazioni che riceve dal progetto grafico dell'artista. Si stabilisce così una evidente distanza rispetto a ricerche plastiche precedenti che potevano prevedere, per esempio col cemento, l'adozione di una progettualità in itinere della forma plastica, aperta a modifiche e ripensamenti dell'artefice, resi possibili attraverso il procedimento del togliere e dell'aggiungere. Nulla di ciò è più possibile, in quei termini, in questa nuova forma di sperimentazione - una tra quelle con cui l'artista si esprime -, intenta ad elaborare il concetto di scultura come progetto preordinato; un sistema compiuto e inalterabile di segni e di piani che compongono il bianco organigramma dei suoi paesaggi ambientali: nuovi spazi fisicamente dati, ma risolti, piuttosto, come territori della mente… Ivana D'Agostino
Il lavoro di Roberta Pugno e il suo personalissimo stile si sono caratterizzati, fin dalle prime opere, dall'approfondimento costante di alcuni temi sull'essere umano, affrontati con immagini al confine tra astratto e figurativo, capaci di creare una fusione suggestiva tra momenti della storia e della filosofia, e una visione originale e appassionata della vita.
Ecco allora il ciclo degli Sciamani, dei Ladri di fuoco, degli Eroi di Confine, del mito di Gilgamesh e quello di Nergal, e ancora, lungo l'asprezza della storia, Matilde di Canossa, gli eroi de L' Orlando Furioso, fino al ciclo sul geniale filosofo che rivoluzionò la concezione del mondo e dell'essere umano: Giordano Bruno. Domande, stimoli, crisi, interpretazioni e risposte che hanno tutte la loro antica matrice in un'altra ricerca mai abbandonata dall'artista: la ricerca sul rapporto con lo sconosciuto.
Sono allora figure che emergono come "ombre", sono volti leggeri, sorrisi "socchiusi", profili quasi impercettibili, oppure, al contrario, sono corpi prepotenti, sguardi alteri e presenze inquietanti, in un continuo passaggio dalla dimensione dell'andare verso, della recettività a quella dell'andarsene e della separazione nel rapporto.
Una storia insolita, una interpretazione tutta personale di un viaggio di immagini verso il mistero dell'altro. Giorgio Titonel
Forte Stella diventa il luogo magico di estraniazione dalla realtà, dove con grande spontaneità ci si predispone a scoprire e interpretare ciò che è generato dalla visualizzazione di complessi microcosmi virtuali, pervasi da riflessioni, suggestioni, inusuali atmosfere, come l'universo lo è di astri, costellazioni e misteriosi pianeti.
Emozioni e intuizioni cui, per il tramite delle loro opere, questi interessanti e significativi protagonisti del contemporaneo artistico ci rendono compartecipi.
Una dimensione psicologica e concettuale esclusiva e inaccessibile ci viene svelata e offerta così come a noi si concede lo spazio cosmico, che quassù ci avvolge in ogni meravigliosa notte stellata, per cui si potrà ben dire: "Andiamo… Nella stella fra le stelle".
L'Esposizione è composta da cinque mostre personali e comprende opere di pittura, scultura e altre tecniche espressive, per complessive 50 - 60 opere.
L'Esposizione ha il patrocinio del Comune di Monte Argentario.
L'inaugurazione avverrà sabato 9 agosto 2008 alle ore 18:00.
L'esposizione resterà aperta fino al 31 agosto 2008, tutti i giorni dalle 19:00 alle 23:00.
INFO: Giorgio Titonel 06 77204728 - 329 3974600
NELLA STELLA FRA LE STELLE
NOTE BIOGRAFICHE
Pietro Mancini nasce a Troppa (CZ). Vive e lavora a Pomezia (RM). Fra le mostre inaugurate e in programmazione segnaliamo: Carissimi Artisti a cura di Elio Rumma, Scuderie Aldobrandini, Frascati (RM) 2004; Meridiani d'Oriente a cura di Gabriele Perretta, Bova (RC) 2005; Photografic group show, galleria Installart, Caserta 2005; Plot@arteuropa a cura di Massimo Luppoli e Gianluca Marziani, Blanca Soto, Madrid e Museo Colonna, Genazzano (RM); Laboratorio Arte Contemporanea Università la Sapienza, Roma 2006; Fuorigioco a cura di Massimo Lupoli e Stefano Elena, Sp Sistema, Pomezia (RM) 2006; Al-lumini a cura di Stefano Elena, galleria Arturarte, Nepi (VT) (personale) 2006; Transiti Orizzontali, galleria Vero Stoppioni, S. Sofia (FO) e Museo Civico Mons. Mambrini, Galeata (FO) 2006; Codice 01 a cura di Natalia de Marco e Stefano Elena, Chiostro del Bramante, Roma 2007; Zelle Arte Contemporanea, Palermo (personale) 2008; in preparazione: Mupi, Valencia; Digitalmedia, La Nau, Università di Valencia (Spagna).
Carlo Marchetti è nato a Roma nel 1962, vive e lavora tra Roma e i Castelli Romani. Fra le mostre personali segnaliamo: galleria Il Fauno, Roma 1988 e 1989; Centro Studio d'Arte, Lucerna (CH) 1990; Tracce, galleria A.O.C.F. 58, Roma 1999; Earthquake, galleria Marcello Rumma, Roma 2000; Percorsi, galleria ATT, Ascoli Piceno; Gekomania, Soligo Art Project, Roma 2002; Gekomino, Poggibonsi e Colle Val d'Elsa (SI) 2004. Fra le mostre collettive: Nuove Tendenze, Galleria Il Fauno alla Fiera Internaz. d'Arte, Bologna 1994; XII Quadriennale, Roma 1996; I^ Fiera Internaz. d'Arte Contemporanea, Roma 1997; Ricognizioni '97 Neo Astrazione Romana, Museo del Risorgimento, Roma 1997; Tracce di…, Teatro Sala 1 e Teatro Tor Bella Monaca, Roma 1998; Galleria Civica di Arte Contemporanea, Latina; MR…Linea, galleria Marcello Rumma, Roma; Trasparenze e Contrasti, Palazzo Valentini, Roma; Sogno degli Angeli, Palazzo delle Esposizioni, Roma 1999; L'Immagine Interiore, Istituto Italiano di Cultura, Rabat, Tunisi, Asmara, Beirut; SacroSanto, galleria d'Arte Moderna e Contemp., Roma 2000; Istituto Italiano di Cultura, Il Cairo 2001; Agrorum Opera, Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno 2002; Terre d'ombra, D'AC Museo d'Arte Contemp., Ciampino (RM) 2004; Palazzo Marchesale, Osservatorio Nazionale per le Arti Contemp. del Mediterraneo; Palazzo S. Agostino, Salerno 2008.
Roberto Marino nasce a Napoli nel 1960. Diplomato all'istituto d'arte di Roma nella sezione scultura, fotografia e arte della stampa, ha sviluppato le sue esperienze e capacità partendo dalla fotografia, per poi percorre vari aspetti dell'arte visiva, sempre con estremo rigore e ricerca, lavorando sia sulle linee che sulla forma, spesso costruita attraverso materiali diversi, dal ferro con corde colorate, al legno, legno e ferro, ferro e ceramica, sino agli ultimi in ferro. Ha iniziato la sua attività espositiva nel 1993. Vive e lavora a Roma. Fra le principali mostre personali ricordiamo: Palazzo degli Alessandri, Viterbo 1993; Atelier degli artisti, Brescia 1993; Palazzo dei Consoli, Gubbio (PG) 1998; Torre Strozzi, Perugia 2002; A Zig-Zag nella Stella, Forte Stella, Porto Ercole (GR) 2006. Fra le mostre collettive: Rassegna d'Arte Contemp. Stelle Cadenti, Bassano in Teverina (VT), 11 partecipazioni, 1994-2004; Well Beang, Palazzo delle Esposizioni, Roma 1996; V^ Biennale, Palazzo dei Consoli, Gubbio (PG) 1997; Spazi di pace, Perugia, Tel Aviv, Los Angeles 2000; I^ II^ VII^ VIII^ "Biennale di Scultura in ferro ", Torre Strozzi, Perugia 2001,2003, 2005, 2008.
Alessandra Porfidia (Roma 1962), vive a Roma. Titolare della cattedra di scultura all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Diplomata in Scultura all'Accademia di Belle Arti di Roma, si è formata con il Maestro Emilio Greco. Dal 1980 ha partecipato a mostre di carattere nazionale ed internazionale. Ha tenuto la prima personale in Italia nel 1989, con la presentazione in catalogo di Lorenza Trucchi, mentre nel 1999 ha esposto per la prima volta negli U.S.A., con una personale di scultura al Museo di Palm Beach "Ann Norton Sculture Gardens". Nel 2004 la Facoltà di Lettere e Filosofia Roma 2, di Tor Vergata, ha ospitato una sua mostra di scultura e pittura con un excursus di opere degli ultimi dieci anni di attività. Ha vinto Premi Nazionali ed Internazionali, tra i quali: nel 1995 il Premio di Scultura "Fiumara - Argam"; nel 1998 e 2001 ha rappresentato l'Italia alla Triennale di Scultura di Osaka (Giappone) vincendo il "Suntory Price 1998". Tra il 1992 e il 2006 ha vinto alcuni premi per la legge del 2% (Motorizzazione civile di Roma, Casa Circondariale di Viterbo, Palazzo di Giustizia di Asti, Palazzo di Giustizia di Frosinone). Nel 2000 ha vinto il Premio "ArteMetroRoma". Ha partecipato a numerose mostre tra le quali quelle organizzate in spazi pubblici del Comune di Roma, alla XII Quadriennale "Ultime Generazioni" (alla quale ha fatto seguito l'acquisizione di un scultura per l'attuale MACRO di Roma); al Festival dei due mondi di Spoleto 89, a rassegne internazionali in Italia, Francia, Stati Uniti, Giappone, Egitto.
Roberta Pugno, nata a Bolzano, laureata in Lettere e Filosofia, ha lavorato per quasi vent'anni a Modena, si è trasferita a Roma nel 2002. Ha al suo attivo oltre quaranta personali in Italia e all'estero, e più di cento esperienze collettive tra performance, ideazioni di eventi e rappresentazioni teatrali. Fra le ultime mostre ricordiamo: Le immagini del rifiuto di Giordano Bruno (Castello Aragonese, L'Aquila 2003), The Alchemy of Estreme (Accademia Americana, Roma 2003), Vita rilucente (Villa Piccolomini, Roma 2005), Pensiero interno (Sant'Ivo alla Sapienza, Roma 2006), Materia sensitiva (Galleria André, Roma 2006), Uomo donna infinito (Ambasciata araba d'Egitto, Roma 2007), Materia Energia Pensiero (Palazzo Valentini, Roma 2008). E' in preparazione una grande mostra a Palazzo Venezia.
Artisti della "generazione di mezzo" che con sensibilità, competenza e creatività sono approdati ad una maturità e personalità espressiva particolarmente originali e coinvolgenti, così come viene testimoniato da alcune ricognizioni critiche, di seguito documentate.
Pietro Mancini ha definito AL-LUMINI (lumini d'alluminio) i suoi ultimi originali lavori, ovvero foto su PVC retro-illuminate montate su contenitori in alluminio traforati dalle forme variabili, che per essere correttamente fruite vanno installate alla parete come vere e proprie lampade. Fotografa ragazzi, talvolta scegliendo per loro pose che rimandano all'iconografia dell'arte sacra ed offrendo alla vista degli abitatori di un ambiente domestico, piuttosto che alla devozione di fedeli, improbabili icone-appliques di piccoli santi che ostentano aureole e felpe griffate Puma, Everlast, Nike e Adidas con la stessa franchezza. Non meramente demistificante è l'operazione condotta dall'artista che ricerca l'idea archetipica e ormai desueta alla base dei simboli scelti dalle aziende produttrici di vestiario più in voga tra i giovani (il puma, quella sorta di "om" che è il marchio della Nike, il giglio simbolo della purezza scelto dalla Adidas): ricollocandoli a sua volta in un contesto puramente ornamentale riproduce puma, gigli, croci, fogliame e mandala lavorando a traforo la superficie di alluminio dei contenitori tutt' intorno alla fotografia. Sugli abiti degli adolescenti di Mancini, pellegrini erranti sospesi su improbabili navicelle, sono in alcuni casi applicate delle croci di nastro adesivo, che possono essere lette come ferite in fase di cicatrizzazione, a designare una condizione transitoria e delicata, la loro, di auto guarigione e convalescenza, da guardare e gestire con cautela. Francesca Foti
La composizione prevalentemente bidimensionale di Carlo Marchetti consiste in strutture pittoriche rigorose ed essenziali, con elementi-chiave come un triangolo contenuto in riquadro giocato su slittamenti cromatici che si impongono nel campo visuale attraverso una serialità cadenzata; la ripetizione degli elementi così orchestrati diventa segnale, e a questo punto il suo linguaggio si fa più riconoscibilmente figlio del proprio tempo metropolitano, prendendo la strada della comunicazione. (…) Ma qual è l'ambito della riflessione da cui l'artista parte, per la sua comunicazione visiva? C'è un passaggio, in un noto libro di Igor Sibaldi - al di là di certo generalismo New Age - che può esemplificare tale imput attorno al quale ruota il lavoro di Marchetti: il passaggio teorico parla di necessità di scendere nell'abisso per poter trovare il proprio campo energetico, la parte più vera e profonda del sè, dove per abisso si intende il ventre e più giù sin dentro l'organo della vita e del piacere, ove risiederebbero le emozioni più viscerali, l'anima. I triangoli nei riquadri contenitivi dell'artista - in quanto simbolo del femminile per eccellenza, che dunque ne intensifica il contesto della riflessione per il suo incarnare sensualità e riproduttività - alludono proprio a questa sfera energeticoemozionale, all'urgenza della ricerca di quella caverna sotto la caverna di filosofica memoria che altro non è che la necessità esistenziale di conoscere meglio ed accordare le nostre più intime complessità con le complessità altrui affinché, appunto, la comunicazione sia davvero, in sostanza, più intensa possibile. Barbara Martusciello
Nelle creazioni più recenti di Roberto Marino, a dispetto del ridotto spessore della materia, la profondità può leggersi nell'articolazione stessa delle forme, dove il metallo si curva e si avvolge, come in un foglio o nella corolla di un architettonico fiore. Esili steli sembrano disegnati nell'aria, così come pure le frange frastagliate che profilano la chioma di palmette. In particolare Marino si sofferma sul tema della foglia, sospesa nel vuoto o issata su un gambo in luogo di arbusto o di pianta. Lo scultore riesce a tradurre la leggerezza dell'elemento vegetale nella sottile lamina metallica, ad evocarne quasi il tremolio, nelle tenui battiture sulla superficie. In alternativa al ferro, questa sensibilità epidermica è resa negli intagli del legno, dove le scanalature sintetizzano i vasi linfatici; venature che, analogamente, si delineano negli interstizi della corda tesa, avvolta come una tessitura mediante fitti giri intorno all'anima di metallo. Una varietà di soluzioni espressive alle quali l'artista approda nonostante il ricorso alla medesima, insistita stilizzazione formale: la cui sagoma, stondata e appuntita, è replicata sovente nella nervatura, il suo asse di simmetria; quasi una sigla, che si profila al centro di numerose sue creazioni. Una fessura vuota, astratta come il segno, concreta come il taglio. Piatta come la superficie, aperta come lo spazio. Rosaria Abate
… La riflessione sull'Oriente, sulla linearità orizzontale dell'architettura per abitazione giapponese, su certi paesaggi disegnati per successione di piani e sulle soluzioni plastiche ottenute per sovrapposizioni e contiguità, piuttosto che attraverso volumi matericamente espansi, conduce Alessandra Porfidia ad adottare nuovi materiali ed interventi cromatici, più adatti ad esprimere un nuovo concetto di scultura.
La sobrietà rigorosa che sostanzia il pensiero Zen sotteso alla sospesa transitorietà del mondo fluttuante conduce naturalmente Alessandra a sostituire il cemento, il bronzo e il ferro con fogli e pannelli di forex di vario spessore. Esclusivamente bianco, questo innovativo materiale termoplastico, tagliato industrialmente con un sistema computerizzato che non concede ripensamenti, traduce in tagli precisi le informazioni che riceve dal progetto grafico dell'artista. Si stabilisce così una evidente distanza rispetto a ricerche plastiche precedenti che potevano prevedere, per esempio col cemento, l'adozione di una progettualità in itinere della forma plastica, aperta a modifiche e ripensamenti dell'artefice, resi possibili attraverso il procedimento del togliere e dell'aggiungere. Nulla di ciò è più possibile, in quei termini, in questa nuova forma di sperimentazione - una tra quelle con cui l'artista si esprime -, intenta ad elaborare il concetto di scultura come progetto preordinato; un sistema compiuto e inalterabile di segni e di piani che compongono il bianco organigramma dei suoi paesaggi ambientali: nuovi spazi fisicamente dati, ma risolti, piuttosto, come territori della mente… Ivana D'Agostino
Il lavoro di Roberta Pugno e il suo personalissimo stile si sono caratterizzati, fin dalle prime opere, dall'approfondimento costante di alcuni temi sull'essere umano, affrontati con immagini al confine tra astratto e figurativo, capaci di creare una fusione suggestiva tra momenti della storia e della filosofia, e una visione originale e appassionata della vita.
Ecco allora il ciclo degli Sciamani, dei Ladri di fuoco, degli Eroi di Confine, del mito di Gilgamesh e quello di Nergal, e ancora, lungo l'asprezza della storia, Matilde di Canossa, gli eroi de L' Orlando Furioso, fino al ciclo sul geniale filosofo che rivoluzionò la concezione del mondo e dell'essere umano: Giordano Bruno. Domande, stimoli, crisi, interpretazioni e risposte che hanno tutte la loro antica matrice in un'altra ricerca mai abbandonata dall'artista: la ricerca sul rapporto con lo sconosciuto.
Sono allora figure che emergono come "ombre", sono volti leggeri, sorrisi "socchiusi", profili quasi impercettibili, oppure, al contrario, sono corpi prepotenti, sguardi alteri e presenze inquietanti, in un continuo passaggio dalla dimensione dell'andare verso, della recettività a quella dell'andarsene e della separazione nel rapporto.
Una storia insolita, una interpretazione tutta personale di un viaggio di immagini verso il mistero dell'altro. Giorgio Titonel
Forte Stella diventa il luogo magico di estraniazione dalla realtà, dove con grande spontaneità ci si predispone a scoprire e interpretare ciò che è generato dalla visualizzazione di complessi microcosmi virtuali, pervasi da riflessioni, suggestioni, inusuali atmosfere, come l'universo lo è di astri, costellazioni e misteriosi pianeti.
Emozioni e intuizioni cui, per il tramite delle loro opere, questi interessanti e significativi protagonisti del contemporaneo artistico ci rendono compartecipi.
Una dimensione psicologica e concettuale esclusiva e inaccessibile ci viene svelata e offerta così come a noi si concede lo spazio cosmico, che quassù ci avvolge in ogni meravigliosa notte stellata, per cui si potrà ben dire: "Andiamo… Nella stella fra le stelle".
L'Esposizione è composta da cinque mostre personali e comprende opere di pittura, scultura e altre tecniche espressive, per complessive 50 - 60 opere.
L'Esposizione ha il patrocinio del Comune di Monte Argentario.
L'inaugurazione avverrà sabato 9 agosto 2008 alle ore 18:00.
L'esposizione resterà aperta fino al 31 agosto 2008, tutti i giorni dalle 19:00 alle 23:00.
INFO: Giorgio Titonel 06 77204728 - 329 3974600
NELLA STELLA FRA LE STELLE
NOTE BIOGRAFICHE
Pietro Mancini nasce a Troppa (CZ). Vive e lavora a Pomezia (RM). Fra le mostre inaugurate e in programmazione segnaliamo: Carissimi Artisti a cura di Elio Rumma, Scuderie Aldobrandini, Frascati (RM) 2004; Meridiani d'Oriente a cura di Gabriele Perretta, Bova (RC) 2005; Photografic group show, galleria Installart, Caserta 2005; Plot@arteuropa a cura di Massimo Luppoli e Gianluca Marziani, Blanca Soto, Madrid e Museo Colonna, Genazzano (RM); Laboratorio Arte Contemporanea Università la Sapienza, Roma 2006; Fuorigioco a cura di Massimo Lupoli e Stefano Elena, Sp Sistema, Pomezia (RM) 2006; Al-lumini a cura di Stefano Elena, galleria Arturarte, Nepi (VT) (personale) 2006; Transiti Orizzontali, galleria Vero Stoppioni, S. Sofia (FO) e Museo Civico Mons. Mambrini, Galeata (FO) 2006; Codice 01 a cura di Natalia de Marco e Stefano Elena, Chiostro del Bramante, Roma 2007; Zelle Arte Contemporanea, Palermo (personale) 2008; in preparazione: Mupi, Valencia; Digitalmedia, La Nau, Università di Valencia (Spagna).
Carlo Marchetti è nato a Roma nel 1962, vive e lavora tra Roma e i Castelli Romani. Fra le mostre personali segnaliamo: galleria Il Fauno, Roma 1988 e 1989; Centro Studio d'Arte, Lucerna (CH) 1990; Tracce, galleria A.O.C.F. 58, Roma 1999; Earthquake, galleria Marcello Rumma, Roma 2000; Percorsi, galleria ATT, Ascoli Piceno; Gekomania, Soligo Art Project, Roma 2002; Gekomino, Poggibonsi e Colle Val d'Elsa (SI) 2004. Fra le mostre collettive: Nuove Tendenze, Galleria Il Fauno alla Fiera Internaz. d'Arte, Bologna 1994; XII Quadriennale, Roma 1996; I^ Fiera Internaz. d'Arte Contemporanea, Roma 1997; Ricognizioni '97 Neo Astrazione Romana, Museo del Risorgimento, Roma 1997; Tracce di…, Teatro Sala 1 e Teatro Tor Bella Monaca, Roma 1998; Galleria Civica di Arte Contemporanea, Latina; MR…Linea, galleria Marcello Rumma, Roma; Trasparenze e Contrasti, Palazzo Valentini, Roma; Sogno degli Angeli, Palazzo delle Esposizioni, Roma 1999; L'Immagine Interiore, Istituto Italiano di Cultura, Rabat, Tunisi, Asmara, Beirut; SacroSanto, galleria d'Arte Moderna e Contemp., Roma 2000; Istituto Italiano di Cultura, Il Cairo 2001; Agrorum Opera, Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno 2002; Terre d'ombra, D'AC Museo d'Arte Contemp., Ciampino (RM) 2004; Palazzo Marchesale, Osservatorio Nazionale per le Arti Contemp. del Mediterraneo; Palazzo S. Agostino, Salerno 2008.
Roberto Marino nasce a Napoli nel 1960. Diplomato all'istituto d'arte di Roma nella sezione scultura, fotografia e arte della stampa, ha sviluppato le sue esperienze e capacità partendo dalla fotografia, per poi percorre vari aspetti dell'arte visiva, sempre con estremo rigore e ricerca, lavorando sia sulle linee che sulla forma, spesso costruita attraverso materiali diversi, dal ferro con corde colorate, al legno, legno e ferro, ferro e ceramica, sino agli ultimi in ferro. Ha iniziato la sua attività espositiva nel 1993. Vive e lavora a Roma. Fra le principali mostre personali ricordiamo: Palazzo degli Alessandri, Viterbo 1993; Atelier degli artisti, Brescia 1993; Palazzo dei Consoli, Gubbio (PG) 1998; Torre Strozzi, Perugia 2002; A Zig-Zag nella Stella, Forte Stella, Porto Ercole (GR) 2006. Fra le mostre collettive: Rassegna d'Arte Contemp. Stelle Cadenti, Bassano in Teverina (VT), 11 partecipazioni, 1994-2004; Well Beang, Palazzo delle Esposizioni, Roma 1996; V^ Biennale, Palazzo dei Consoli, Gubbio (PG) 1997; Spazi di pace, Perugia, Tel Aviv, Los Angeles 2000; I^ II^ VII^ VIII^ "Biennale di Scultura in ferro ", Torre Strozzi, Perugia 2001,2003, 2005, 2008.
Alessandra Porfidia (Roma 1962), vive a Roma. Titolare della cattedra di scultura all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Diplomata in Scultura all'Accademia di Belle Arti di Roma, si è formata con il Maestro Emilio Greco. Dal 1980 ha partecipato a mostre di carattere nazionale ed internazionale. Ha tenuto la prima personale in Italia nel 1989, con la presentazione in catalogo di Lorenza Trucchi, mentre nel 1999 ha esposto per la prima volta negli U.S.A., con una personale di scultura al Museo di Palm Beach "Ann Norton Sculture Gardens". Nel 2004 la Facoltà di Lettere e Filosofia Roma 2, di Tor Vergata, ha ospitato una sua mostra di scultura e pittura con un excursus di opere degli ultimi dieci anni di attività. Ha vinto Premi Nazionali ed Internazionali, tra i quali: nel 1995 il Premio di Scultura "Fiumara - Argam"; nel 1998 e 2001 ha rappresentato l'Italia alla Triennale di Scultura di Osaka (Giappone) vincendo il "Suntory Price 1998". Tra il 1992 e il 2006 ha vinto alcuni premi per la legge del 2% (Motorizzazione civile di Roma, Casa Circondariale di Viterbo, Palazzo di Giustizia di Asti, Palazzo di Giustizia di Frosinone). Nel 2000 ha vinto il Premio "ArteMetroRoma". Ha partecipato a numerose mostre tra le quali quelle organizzate in spazi pubblici del Comune di Roma, alla XII Quadriennale "Ultime Generazioni" (alla quale ha fatto seguito l'acquisizione di un scultura per l'attuale MACRO di Roma); al Festival dei due mondi di Spoleto 89, a rassegne internazionali in Italia, Francia, Stati Uniti, Giappone, Egitto.
Roberta Pugno, nata a Bolzano, laureata in Lettere e Filosofia, ha lavorato per quasi vent'anni a Modena, si è trasferita a Roma nel 2002. Ha al suo attivo oltre quaranta personali in Italia e all'estero, e più di cento esperienze collettive tra performance, ideazioni di eventi e rappresentazioni teatrali. Fra le ultime mostre ricordiamo: Le immagini del rifiuto di Giordano Bruno (Castello Aragonese, L'Aquila 2003), The Alchemy of Estreme (Accademia Americana, Roma 2003), Vita rilucente (Villa Piccolomini, Roma 2005), Pensiero interno (Sant'Ivo alla Sapienza, Roma 2006), Materia sensitiva (Galleria André, Roma 2006), Uomo donna infinito (Ambasciata araba d'Egitto, Roma 2007), Materia Energia Pensiero (Palazzo Valentini, Roma 2008). E' in preparazione una grande mostra a Palazzo Venezia.
09
agosto 2008
Nella stella fra le stelle
Dal 09 al 31 agosto 2008
arte contemporanea
Location
FORTE STELLA
Monte Argentario, (Grosseto)
Monte Argentario, (Grosseto)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 19:00 alle 23:00
Vernissage
9 Agosto 2008, ore 18,00
Autore
Curatore