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Il sublime è ora
Il titolo trae spunto da un breve articolo scritto dal pittore americano Barnett Newman nel 1948. Oltre 200 anni dopo la sua definizione, il concetto di Sublime si conferma una tematica di grande attualità: l’idea romantica legata alla ricerca e all’esaltazione di nuove frontiere è una presenza pulsante nel mondo e nelle esperienze dell’arte contemporanea
Comunicato stampa
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Inaugura venerdì 19 settembre 2008 alle ore 18,30 a Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande 103 a Modena, la mostra Il sublime è ora, a cura di Marco De Michelis, docente di Storia dell'Architettura alla Columbia University di New York e all'Università IUAV di Venezia.
Organizzata e prodotta dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la mostra si accompagna alle iniziative del Festivalfilosofia, in programma a Modena dal 19 al 21 settembre 2008, dedicato quest’anno al tema della Fantasia.
Il titolo trae spunto da un breve articolo scritto dal pittore americano Barnett Newman nel 1948. Oltre 200 anni dopo la sua definizione, il concetto di Sublime si conferma una tematica di grande attualità: l'idea romantica legata alla ricerca e all'esaltazione di nuove frontiere è una presenza pulsante nel mondo e nelle esperienze dell'arte contemporanea.
La sfida, intesa come impulso insopprimibile che conduce al viaggio verso l'ignoto, ritorna nelle opere e nelle imprese degli artisti presenti in mostra che si spingono, a loro rischio, ai confini del mondo: soli su una barca a vela nell'Oceano Atlantico, al Polo Sud alla ricerca del canto del pinguino albino, nella tempesta artica, o inseguiti da gigantesche navi rompighiaccio.
In mostra sono presenti prevalentemente video, film e installazioni sonore. Alcuni lavori fanno riferimento alla Spiral Jetty di Robert Smithson realizzata nel 1970 - opera forse fra le più vicine all'idea del sublime compiute nel secondo Novecento - protagonista di un filmato girato da Smithson stesso durante la sua realizzazione. L'artista, soprattutto in questo caso, esprime forte l'idea che la natura possa essere fonte di vita ma non di totale conoscenza, che si possa manipolarla ma non conoscerla del tutto.
Completano questa sezione alcuni omaggi a quest'opera, contrubuti audio e video di Tacita Dean, Trying to Find the Spiral Jetty (1997), cd audio, 27 ', di Deborah Ligorio, Donut to Spiral, video, 7' con sonoro (2004), e del francese Cyprien Gaillard, Real Remnants of Fictive Wars VI, video (2007).
La mostra prosegue con In Search of the Miraculous, installazione (1973, 1975), un ricordo dell'avventura di Bas Jan Ader (Olanda, 1942), artista che nel 1975 cercò di attraversare, solo, l'Oceano Atlantico, a bordo di una barca a vela lunga appena 4 metri, perdendo così la vita nell'avventura.
Ai confini del mondo si spingono anche altri, il francese Pierre Huyghe e il tedesco John Bock. Il primo racconta il suo viaggio verso il Polo Sud con l'obiettivo di registrare il canto di un pinguino albino, A Journey That Wasn't (2006), video. Il secondo si incarna nel rischioso panorama della tempesta artica, esperienza presentata da Skipholt (2005), video.
Infine, l'olandese Guido van der Werve evoca il panorama del pittore romantico Caspar David Friedrich camminando sulle acque ghiacciate finlandesi mentre una maestosa nave rompighiaccio lo insegue in Everything Is Going To Be Alright (2007), film.
Inseguire o distruggere la bellezza, cercare nuove esperienze e nuovi territori, nuove identità, sono le costanti di questi viaggi verso terre lontane, ai confini del mondo conosciuto, verso l'ignoto; un ignoto che merita ancora oggi la definizione di Sublime.
La mostra, che resterà allestita fino al prossimo 6 gennaio, sarà accompagnata da un catalogo bilingue con un ricco repertorio di immagini e schede delle opere presentate, testi critici di Marco De Michelis e della direttrice della Galleria Civica di Modena, Angela Vettese, e un saggio a firma dell'estetologo Franco Rella.
Il sublime è ora
Marco De Michelis
"Già nel 1674 Nicolas Boileau aveva descritto il sublime come “lo straordinario e il meraviglioso che irrompe nel discorso, permettendo che un’opera elevi, rapisca, trasporti”. Quasi trecento anni dopo, il pittore americano Barnett Newman rivendicava la attualità del concetto di sublime in nome di quell’impulso essenziale per l’arte contemporanea di “distruggere la bellezza”, quella bellezza che aveva costituito l’obiettivo insopprimibile dell’arte europea, fino alle avanguardie del Novecento.
Il sublime contemporaneo riconfermava, per Newman, il desiderio naturale dell’uomo per la “esaltazione”: nuovi territori, nuove esperienze, nuove identità, che giustificano l’intrapresa di un viaggio verso l’ignoto.
Vi è dunque una affinità sottile tra il sublime romantico di Caspar David Friedrich e William Turner e i viaggi ben oltre i confini della città contemporanea intrapresi da artisti come Robert Smithson e Bas Jan Ader? E, più recentemente, da Tacita Dean, Deborah Ligorio, Cyprien Gaillard, proprio alla riscoperta della straordinaria Spiral Jetty creata da Smithson sulla costa del Grande Lago Salato? Oppure da Pierre Huyghe, John Bock e da Guido van der Werve?
Nella mostra, il film girato da Robert Smithson durante la realizzazione di Spiral Jetty nel 1970, sarà accompagnato da tre lavori di artisti di generazioni diverse che hanno cercato di indagare sul processo entropico - così intrinseco all’intera opera smithsoniana - che ha trasformato il destino della installazione dell’artista americano, sottraendola per lunghi anni alla vista a causa dell’innalzamento del livello del Grande Lago Salato, prima di ritornare, mutata, ma perfettamente visibile negli ultimi anni. E’ per questo che Tacita Dean non era riuscita nel suo compito di ritrovare la spirale nel 1997 e il suo progetto si era limitato alla registrazione sonora del viaggio vanamente intrapreso, mentre la giovane artista italiana Deborah Ligorio nel 2004 era riuscita a registrare un video del suo viaggio automobilistico che, da Los Angeles, la aveva portata fino al bordo del Grande Lago Salato. Ancor più di recente, nel 2007 il francese Cyprien Gaillard (1980, Parigi) ha realizzato Real Remnants of Fictive Wars VI, nel quale la spirale di Smithson viene animata da una serie di fumogeni bianchi.
Nell’autunno del 1973, il giovane artista olandese Bas Jan Ader - era nato nel 1942 - intraprese una lunga passeggiata notturna attraversando Los Angeles fino alla costa dell’Oceano Pacifico. Una serie di diciotto fotografie in bianco e nero rimane come testimonianza di questa notte con il titolo di In Search of the Miraculous. L’anno successivo l’artista progettava un nuovo capitolo di quest’opera che avrebbe dovuto permettergli di attraversare l’Atlantico in una crociera solitaria a bordo di una barchetta a vela lunga appena quattro metri. Il capitolo finale di questa trilogia era stato concepito come una ulteriore passeggiata notturna, questa volta ad Amsterdam. Salpato il 9 luglio del 1975, Ader non sarebbe mai giunto in Europa. Il relitto della sua barca veniva ritrovato al largo delle coste irlandesi il 18 aprile 1976. Il culto romantico dell’uomo solo che sfida i confini si realizzava, drammaticamente, con la morte prematura dell’artista.
Il critico Nicolas Bourriaud ha descritto nel suo libro dedicato alla “Estetica Relazionale” il processo di crescente urbanizzazione delle pratiche artistiche contemporanee. Ma artisti “metropolitani” come Pierre Huyghe e John Bock sembrano aver affrontato in lavori recenti viaggi alla ricerca dei confini del mondo. A Journey That Wasn’t è un video di Huyghe del 2005 che racconta il viaggio intrapreso a bordo di un veliero verso il Polo Sud con l’obiettivo di registrare il canto del pinguino albino e lo spettacolo allestito nell’ottobre dello stesso 2005 nel Central Park di New York, riportando nel cuore della metropoli moderna le visioni incantate della fine del mondo. Nel medesimo anno, il tedesco John Bock ha trascorso due settimane in Islanda girandovi un film, Skipholt, dove egli compare come un esploratore che si avventura nel panorama incontaminato, affrontandovi rischi ed avventure che si concluderanno con la scomparsa dell’artista nella tempesta artica. Anche l’ultima opera in mostra ha come protagonista il paesaggio sconfinato delle distese ghiacciate del Polo. L’artista olandese Guido van der Werve ha girato il suo film Everything Is Going To Be Alright nel 2007 nelle acque ghiacciate del finlandese golfo di Bothnia. In questo caso, l’evocazione delle tematiche sublimi del pittore romantico Caspar David Friedrich è evidente. Un’atmosfera di quiete sospesa e di malinconia caratterizza la passeggiata senza meta del protagonista solitario che cammina lentamente sulla banchisa inseguito dal movimento maestoso e quasi impercettibile di una enorme nave rompighiaccio.
Sembra concludersi qui il percorso iniziato più di trent’anni prima da Bas Jan Ader, il giorno sfortunato della sua partenza dalla costa americana”.
Organizzata e prodotta dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la mostra si accompagna alle iniziative del Festivalfilosofia, in programma a Modena dal 19 al 21 settembre 2008, dedicato quest’anno al tema della Fantasia.
Il titolo trae spunto da un breve articolo scritto dal pittore americano Barnett Newman nel 1948. Oltre 200 anni dopo la sua definizione, il concetto di Sublime si conferma una tematica di grande attualità: l'idea romantica legata alla ricerca e all'esaltazione di nuove frontiere è una presenza pulsante nel mondo e nelle esperienze dell'arte contemporanea.
La sfida, intesa come impulso insopprimibile che conduce al viaggio verso l'ignoto, ritorna nelle opere e nelle imprese degli artisti presenti in mostra che si spingono, a loro rischio, ai confini del mondo: soli su una barca a vela nell'Oceano Atlantico, al Polo Sud alla ricerca del canto del pinguino albino, nella tempesta artica, o inseguiti da gigantesche navi rompighiaccio.
In mostra sono presenti prevalentemente video, film e installazioni sonore. Alcuni lavori fanno riferimento alla Spiral Jetty di Robert Smithson realizzata nel 1970 - opera forse fra le più vicine all'idea del sublime compiute nel secondo Novecento - protagonista di un filmato girato da Smithson stesso durante la sua realizzazione. L'artista, soprattutto in questo caso, esprime forte l'idea che la natura possa essere fonte di vita ma non di totale conoscenza, che si possa manipolarla ma non conoscerla del tutto.
Completano questa sezione alcuni omaggi a quest'opera, contrubuti audio e video di Tacita Dean, Trying to Find the Spiral Jetty (1997), cd audio, 27 ', di Deborah Ligorio, Donut to Spiral, video, 7' con sonoro (2004), e del francese Cyprien Gaillard, Real Remnants of Fictive Wars VI, video (2007).
La mostra prosegue con In Search of the Miraculous, installazione (1973, 1975), un ricordo dell'avventura di Bas Jan Ader (Olanda, 1942), artista che nel 1975 cercò di attraversare, solo, l'Oceano Atlantico, a bordo di una barca a vela lunga appena 4 metri, perdendo così la vita nell'avventura.
Ai confini del mondo si spingono anche altri, il francese Pierre Huyghe e il tedesco John Bock. Il primo racconta il suo viaggio verso il Polo Sud con l'obiettivo di registrare il canto di un pinguino albino, A Journey That Wasn't (2006), video. Il secondo si incarna nel rischioso panorama della tempesta artica, esperienza presentata da Skipholt (2005), video.
Infine, l'olandese Guido van der Werve evoca il panorama del pittore romantico Caspar David Friedrich camminando sulle acque ghiacciate finlandesi mentre una maestosa nave rompighiaccio lo insegue in Everything Is Going To Be Alright (2007), film.
Inseguire o distruggere la bellezza, cercare nuove esperienze e nuovi territori, nuove identità, sono le costanti di questi viaggi verso terre lontane, ai confini del mondo conosciuto, verso l'ignoto; un ignoto che merita ancora oggi la definizione di Sublime.
La mostra, che resterà allestita fino al prossimo 6 gennaio, sarà accompagnata da un catalogo bilingue con un ricco repertorio di immagini e schede delle opere presentate, testi critici di Marco De Michelis e della direttrice della Galleria Civica di Modena, Angela Vettese, e un saggio a firma dell'estetologo Franco Rella.
Il sublime è ora
Marco De Michelis
"Già nel 1674 Nicolas Boileau aveva descritto il sublime come “lo straordinario e il meraviglioso che irrompe nel discorso, permettendo che un’opera elevi, rapisca, trasporti”. Quasi trecento anni dopo, il pittore americano Barnett Newman rivendicava la attualità del concetto di sublime in nome di quell’impulso essenziale per l’arte contemporanea di “distruggere la bellezza”, quella bellezza che aveva costituito l’obiettivo insopprimibile dell’arte europea, fino alle avanguardie del Novecento.
Il sublime contemporaneo riconfermava, per Newman, il desiderio naturale dell’uomo per la “esaltazione”: nuovi territori, nuove esperienze, nuove identità, che giustificano l’intrapresa di un viaggio verso l’ignoto.
Vi è dunque una affinità sottile tra il sublime romantico di Caspar David Friedrich e William Turner e i viaggi ben oltre i confini della città contemporanea intrapresi da artisti come Robert Smithson e Bas Jan Ader? E, più recentemente, da Tacita Dean, Deborah Ligorio, Cyprien Gaillard, proprio alla riscoperta della straordinaria Spiral Jetty creata da Smithson sulla costa del Grande Lago Salato? Oppure da Pierre Huyghe, John Bock e da Guido van der Werve?
Nella mostra, il film girato da Robert Smithson durante la realizzazione di Spiral Jetty nel 1970, sarà accompagnato da tre lavori di artisti di generazioni diverse che hanno cercato di indagare sul processo entropico - così intrinseco all’intera opera smithsoniana - che ha trasformato il destino della installazione dell’artista americano, sottraendola per lunghi anni alla vista a causa dell’innalzamento del livello del Grande Lago Salato, prima di ritornare, mutata, ma perfettamente visibile negli ultimi anni. E’ per questo che Tacita Dean non era riuscita nel suo compito di ritrovare la spirale nel 1997 e il suo progetto si era limitato alla registrazione sonora del viaggio vanamente intrapreso, mentre la giovane artista italiana Deborah Ligorio nel 2004 era riuscita a registrare un video del suo viaggio automobilistico che, da Los Angeles, la aveva portata fino al bordo del Grande Lago Salato. Ancor più di recente, nel 2007 il francese Cyprien Gaillard (1980, Parigi) ha realizzato Real Remnants of Fictive Wars VI, nel quale la spirale di Smithson viene animata da una serie di fumogeni bianchi.
Nell’autunno del 1973, il giovane artista olandese Bas Jan Ader - era nato nel 1942 - intraprese una lunga passeggiata notturna attraversando Los Angeles fino alla costa dell’Oceano Pacifico. Una serie di diciotto fotografie in bianco e nero rimane come testimonianza di questa notte con il titolo di In Search of the Miraculous. L’anno successivo l’artista progettava un nuovo capitolo di quest’opera che avrebbe dovuto permettergli di attraversare l’Atlantico in una crociera solitaria a bordo di una barchetta a vela lunga appena quattro metri. Il capitolo finale di questa trilogia era stato concepito come una ulteriore passeggiata notturna, questa volta ad Amsterdam. Salpato il 9 luglio del 1975, Ader non sarebbe mai giunto in Europa. Il relitto della sua barca veniva ritrovato al largo delle coste irlandesi il 18 aprile 1976. Il culto romantico dell’uomo solo che sfida i confini si realizzava, drammaticamente, con la morte prematura dell’artista.
Il critico Nicolas Bourriaud ha descritto nel suo libro dedicato alla “Estetica Relazionale” il processo di crescente urbanizzazione delle pratiche artistiche contemporanee. Ma artisti “metropolitani” come Pierre Huyghe e John Bock sembrano aver affrontato in lavori recenti viaggi alla ricerca dei confini del mondo. A Journey That Wasn’t è un video di Huyghe del 2005 che racconta il viaggio intrapreso a bordo di un veliero verso il Polo Sud con l’obiettivo di registrare il canto del pinguino albino e lo spettacolo allestito nell’ottobre dello stesso 2005 nel Central Park di New York, riportando nel cuore della metropoli moderna le visioni incantate della fine del mondo. Nel medesimo anno, il tedesco John Bock ha trascorso due settimane in Islanda girandovi un film, Skipholt, dove egli compare come un esploratore che si avventura nel panorama incontaminato, affrontandovi rischi ed avventure che si concluderanno con la scomparsa dell’artista nella tempesta artica. Anche l’ultima opera in mostra ha come protagonista il paesaggio sconfinato delle distese ghiacciate del Polo. L’artista olandese Guido van der Werve ha girato il suo film Everything Is Going To Be Alright nel 2007 nelle acque ghiacciate del finlandese golfo di Bothnia. In questo caso, l’evocazione delle tematiche sublimi del pittore romantico Caspar David Friedrich è evidente. Un’atmosfera di quiete sospesa e di malinconia caratterizza la passeggiata senza meta del protagonista solitario che cammina lentamente sulla banchisa inseguito dal movimento maestoso e quasi impercettibile di una enorme nave rompighiaccio.
Sembra concludersi qui il percorso iniziato più di trent’anni prima da Bas Jan Ader, il giorno sfortunato della sua partenza dalla costa americana”.
19
settembre 2008
Il sublime è ora
Dal 19 settembre 2008 al 06 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA CIVICA DI MODENA – PALAZZO SANTA MARGHERITA
Modena, Corso Canalgrande, 103, (Modena)
Modena, Corso Canalgrande, 103, (Modena)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 10,30-13; 15-18; sabato, domenica e festivi 10,30-18; lunedì chiuso.
In occasione del festivalfilosofia: venerdì 19 settembre 9-23; sabato 20 ore 9-2; domenica 21 ore 9-20. 8 dicembre 2008, 5 e 6 gennaio 2009, aperto dalle 10,30 alle 18,00; 25 e 26 dicembre 2008, e 1 gennaio 2009 aperto dalle 15,00 alle 18,00
Vernissage
19 Settembre 2008, ore 18,30
Ufficio stampa
STUDIO PESCI
Autore
Curatore