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Ritratto barocco. Ritratti del ‘600 e ‘700 da raccolte private
40 opere raffiguranti papi, principi, cardinali e figure di spicco della società dell’epoca, provenienti da collezioni private italiane ed estere
Comunicato stampa
Segnala l'evento
"Ritratto barocco", la grande mostra dedicata al ritratto nel '600 e '700, propone
dal 4 luglio al 2 novembre 2008, nella splendida cornice di Villa d'Este a Tivoli
37 opere raffiguranti papi, principi, cardinali e figure di spicco della società
dell'epoca, provenienti da collezioni private, italiane ed estere.
La mostra, che rimarrà aperta dal martedì alla domenica dalle 8,30 alle 18,45
(chiuso il lunedì), si inserisce in un ricco calendario di eventi estivi in
programma a Villa d'Este.
Tutti i venerdì e sabato dal 4 luglio al 13 settembre, in occasione delle aperture
straordinarie notturne, spettacoli di acqua e luce nel meraviglioso giardino a
terrazze e un fitto calendario di concerti. Sarà inoltre possibile visitare
eccezionalmente la mostra dalle 20,30 alle 23,00.
L'esposizione, la prima d'arte antica ospitata a Villa d'Este, uno dei monumenti
più visitati e prestigiosi d'Italia, capolavoro del giardino italiano e inserita nella
lista UNESCO del patrimonio mondiale, è promossa dalla Soprintendenza per i
Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Roma, Rieti e Viterbo ed
organizzata dalla De Luca Editori d'Arte S.r.l., e presenta opere poco note, molte
delle quali mai esposte al pubblico, selezionate dal curatore della mostra
Francesco Petrucci, tutte di qualità elevata, rappresentative dei massimi ritrattisti
attivi soprattutto a Roma in età barocca.
Tra i capolavori esposti il ritratto di Isabella Farnese di Nicolas Régnier (Parigi,
Galerie Pardo), che per la cura minuziosa del fastoso abbigliamento ricorda la
preziosità delle opere di arte decorativa, il ritratto del cardinale Bernardino
Spada del Guercino recentemente ritrovato (Roma, collezione Forti Bernini), un
inedito ritratto di Giusto Sustermans raffigurante il cardinale Leopoldo de' Medici,
un ritratto di artista di Anton van Dyck del periodo genovese e un gentiluomo del
raro ritrattista Luciano Borzone (collezione Aldega), il ritrovato ritratto del
cardinale Giulio Sacchetti di Simone Cantarini, alcuni ritratti del Baciccio e di
Ferdinand Voet, lo splendido ritratto di bambini detto "allegoria della musica" di
Sebastiano Ceccarini, qui identificato con esponenti della casa Muti Bussi
(Pesaro, Galleria Altomani), tre ritratti di Pompeo Batoni mai esposti al pubblico,
tra cui quello raffigurante Edward Augustus, Duca di York che si dimostra essere
la prima posa, proveniente dalla casa reale di Hannover. Conclude la mostra il
capolavoro della ritrattistica di Anton Raphael Mengs, tra barocco e
neoclassicismo emergente, una spettacolare posa di Clemente XIII troneggiante
tra ori e damaschi, esposto nel 2005 alla mostra di Washington sulla ritrattistica
papale e qui presentato in Italia per la prima volta (Spoleto, collezione privata).
Come afferma Petrucci: "La definizione di Barocco, estesa alle manifestazioni
artistiche e culturali che interessarono la penisola e in particolare Roma - suo
centro di irradiazione internazionale - tra il secondo quarto del '600 e il terzo
quarto del '700, può essere applicata senz'altro anche alla ritrattistica. Se il fine
dell'arte barocca è quello di educare, convincere e commuovere attraverso gli
strumenti della tecnica e dell'immaginazione, facendo ricorso all'allegoria e alla
metafora celebrativa, i ritratti di pontefici, monarchi e principi eseguiti nel corso
di due secoli rientrano appieno in tale categoria estetica".
Petrucci poi prosegue: "Sono "ritratti monumento", che devono eternare i
personaggi in posa, destando ammirazione e nel contempo soggezione, essere
un monito per chi li ammira, nell'esaltazione del prestigio e del potere assoluto
di una sola classe sociale: l'aristocrazia. Ambientazioni opulente e fastose,
ostentate senza alcuna remora morale, la ricchezza della materia e il gusto per il
particolare decorativo, furono chiamate a collaborare al fine di esprimere le
esigenze di prestigio e un potere che doveva sembrare caduto dal cielo, per
volontà divina. Generazioni di blasonati rampolli atteggiati da super-uomini
posarono così per specialisti della fisionomia come Rubens, Bernini, Algardi,
Van Dyck, Velázquez, Maratta, Mignard, Rigaud, Batoni e Mengs, tra i
protagonisti di quella stagione dell'arte occidentale che seppe meglio
interpretare i desiderata della classe privilegiata".
E conclude sempre il curatore: "Se in architettura il berniniano Baldacchino di
San Pietro (1624 - '33) è stato definito il "manifesto" del Barocco, in scultura il
gruppo di Apollo e Dafne del Bernini (1622 - '25) viene considerato una precoce
manifestazione del nuovo stile, in pittura il trionfalismo barocco trova una prima
grande manifestazione nella volta di Palazzo Barberini di Pietro da Cortona
(1632 - '39). Nel campo del ritratto credo invece che il cardinale Bentivoglio di
Van Dyck (Firenze, Palazzo Pitti), dipinto a Roma nel 1623, debba invece essere
considerato il primo vero ritratto barocco, nella sua commistione tra naturalismo
e aulica esaltazione della figura; l'aspirazione alla monumentalità e ad una
superiore dignità, la fastosità dell'ambientazione con il teatrale ampio tendaggio,
la colonna, le stoffe preziose e persino la brocca di fiori sul tavolo, il moto
impresso dalla torsione laterale della figura alle vesti, fanno di questo
capolavoro un modello per la ritrattistica cardinalizia successiva.
Tale esempio è seguito in scultura dal berniniano busto del cardinale Scipione
Borghese del 1632, eroica e nel contempo vitalissima rappresentazione di un
principe di Santa Romana Chiesa. Seguiranno sulla scia del "ritratto ideale" i
busti di Francesco I d'Este e Luigi XIV, che sublimano il personaggio nello
stesso eloquio solenne, patetico ed eroico nel contempo.
L'artista che forse seppe meglio illustrare ed esaltare il fasto e la superiorità
dell'aristocrazia, il suo senso del gusto e di raffinata eleganza, l'aura di distanza
irraggiungibile, sia nei portamenti che nel decoro dei lussuosi abiti, fu Anton Van
Dyck, prima nelle opere genovesi e poi soprattutto in quelle realizzate durante il
lungo soggiorno inglese. Superbi esempi di ritratto celebrativo sono la
scenografica parata collettiva dei conti di Pembrocke e il ritratto equestre di
Maurizio di Savoia, veri e propri monumenti pittorici che travalicano i tempi.
Soltanto Batoni oltre un secolo dopo riuscì a rievocare tale fasto, esaltato dalle
inimitabili ambientazioni nella Roma dei Cesari con cui le gloriose effigi dei
"milordi" dialogavano, quasi come una sfida all'eternità.
Scriveva il poeta Marino "è del poeta il fin la maraviglia" e persino i ritratti degli
artisti sembrano improntati a tale principio nell'epoca dello stupore. Ne è un
esempio all'insegna della spettacolarità il ritratto di Mario de' Fiori eseguito da
Morandi (Ariccia, Palazzo Chigi), ove il pittore si volta stupito interrotto
nell'esecuzione di un vaso di fiori che è lo stesso da lui dipinto nel quadro, in un
gioco di rimandi capziosi, o l'autoritratto di Andrea Pozzo in bilico sul cornicione
di una delle volte che deve dipingere (Firenze, Uffizi e Chiesa del Gesù)".
dal 4 luglio al 2 novembre 2008, nella splendida cornice di Villa d'Este a Tivoli
37 opere raffiguranti papi, principi, cardinali e figure di spicco della società
dell'epoca, provenienti da collezioni private, italiane ed estere.
La mostra, che rimarrà aperta dal martedì alla domenica dalle 8,30 alle 18,45
(chiuso il lunedì), si inserisce in un ricco calendario di eventi estivi in
programma a Villa d'Este.
Tutti i venerdì e sabato dal 4 luglio al 13 settembre, in occasione delle aperture
straordinarie notturne, spettacoli di acqua e luce nel meraviglioso giardino a
terrazze e un fitto calendario di concerti. Sarà inoltre possibile visitare
eccezionalmente la mostra dalle 20,30 alle 23,00.
L'esposizione, la prima d'arte antica ospitata a Villa d'Este, uno dei monumenti
più visitati e prestigiosi d'Italia, capolavoro del giardino italiano e inserita nella
lista UNESCO del patrimonio mondiale, è promossa dalla Soprintendenza per i
Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Roma, Rieti e Viterbo ed
organizzata dalla De Luca Editori d'Arte S.r.l., e presenta opere poco note, molte
delle quali mai esposte al pubblico, selezionate dal curatore della mostra
Francesco Petrucci, tutte di qualità elevata, rappresentative dei massimi ritrattisti
attivi soprattutto a Roma in età barocca.
Tra i capolavori esposti il ritratto di Isabella Farnese di Nicolas Régnier (Parigi,
Galerie Pardo), che per la cura minuziosa del fastoso abbigliamento ricorda la
preziosità delle opere di arte decorativa, il ritratto del cardinale Bernardino
Spada del Guercino recentemente ritrovato (Roma, collezione Forti Bernini), un
inedito ritratto di Giusto Sustermans raffigurante il cardinale Leopoldo de' Medici,
un ritratto di artista di Anton van Dyck del periodo genovese e un gentiluomo del
raro ritrattista Luciano Borzone (collezione Aldega), il ritrovato ritratto del
cardinale Giulio Sacchetti di Simone Cantarini, alcuni ritratti del Baciccio e di
Ferdinand Voet, lo splendido ritratto di bambini detto "allegoria della musica" di
Sebastiano Ceccarini, qui identificato con esponenti della casa Muti Bussi
(Pesaro, Galleria Altomani), tre ritratti di Pompeo Batoni mai esposti al pubblico,
tra cui quello raffigurante Edward Augustus, Duca di York che si dimostra essere
la prima posa, proveniente dalla casa reale di Hannover. Conclude la mostra il
capolavoro della ritrattistica di Anton Raphael Mengs, tra barocco e
neoclassicismo emergente, una spettacolare posa di Clemente XIII troneggiante
tra ori e damaschi, esposto nel 2005 alla mostra di Washington sulla ritrattistica
papale e qui presentato in Italia per la prima volta (Spoleto, collezione privata).
Come afferma Petrucci: "La definizione di Barocco, estesa alle manifestazioni
artistiche e culturali che interessarono la penisola e in particolare Roma - suo
centro di irradiazione internazionale - tra il secondo quarto del '600 e il terzo
quarto del '700, può essere applicata senz'altro anche alla ritrattistica. Se il fine
dell'arte barocca è quello di educare, convincere e commuovere attraverso gli
strumenti della tecnica e dell'immaginazione, facendo ricorso all'allegoria e alla
metafora celebrativa, i ritratti di pontefici, monarchi e principi eseguiti nel corso
di due secoli rientrano appieno in tale categoria estetica".
Petrucci poi prosegue: "Sono "ritratti monumento", che devono eternare i
personaggi in posa, destando ammirazione e nel contempo soggezione, essere
un monito per chi li ammira, nell'esaltazione del prestigio e del potere assoluto
di una sola classe sociale: l'aristocrazia. Ambientazioni opulente e fastose,
ostentate senza alcuna remora morale, la ricchezza della materia e il gusto per il
particolare decorativo, furono chiamate a collaborare al fine di esprimere le
esigenze di prestigio e un potere che doveva sembrare caduto dal cielo, per
volontà divina. Generazioni di blasonati rampolli atteggiati da super-uomini
posarono così per specialisti della fisionomia come Rubens, Bernini, Algardi,
Van Dyck, Velázquez, Maratta, Mignard, Rigaud, Batoni e Mengs, tra i
protagonisti di quella stagione dell'arte occidentale che seppe meglio
interpretare i desiderata della classe privilegiata".
E conclude sempre il curatore: "Se in architettura il berniniano Baldacchino di
San Pietro (1624 - '33) è stato definito il "manifesto" del Barocco, in scultura il
gruppo di Apollo e Dafne del Bernini (1622 - '25) viene considerato una precoce
manifestazione del nuovo stile, in pittura il trionfalismo barocco trova una prima
grande manifestazione nella volta di Palazzo Barberini di Pietro da Cortona
(1632 - '39). Nel campo del ritratto credo invece che il cardinale Bentivoglio di
Van Dyck (Firenze, Palazzo Pitti), dipinto a Roma nel 1623, debba invece essere
considerato il primo vero ritratto barocco, nella sua commistione tra naturalismo
e aulica esaltazione della figura; l'aspirazione alla monumentalità e ad una
superiore dignità, la fastosità dell'ambientazione con il teatrale ampio tendaggio,
la colonna, le stoffe preziose e persino la brocca di fiori sul tavolo, il moto
impresso dalla torsione laterale della figura alle vesti, fanno di questo
capolavoro un modello per la ritrattistica cardinalizia successiva.
Tale esempio è seguito in scultura dal berniniano busto del cardinale Scipione
Borghese del 1632, eroica e nel contempo vitalissima rappresentazione di un
principe di Santa Romana Chiesa. Seguiranno sulla scia del "ritratto ideale" i
busti di Francesco I d'Este e Luigi XIV, che sublimano il personaggio nello
stesso eloquio solenne, patetico ed eroico nel contempo.
L'artista che forse seppe meglio illustrare ed esaltare il fasto e la superiorità
dell'aristocrazia, il suo senso del gusto e di raffinata eleganza, l'aura di distanza
irraggiungibile, sia nei portamenti che nel decoro dei lussuosi abiti, fu Anton Van
Dyck, prima nelle opere genovesi e poi soprattutto in quelle realizzate durante il
lungo soggiorno inglese. Superbi esempi di ritratto celebrativo sono la
scenografica parata collettiva dei conti di Pembrocke e il ritratto equestre di
Maurizio di Savoia, veri e propri monumenti pittorici che travalicano i tempi.
Soltanto Batoni oltre un secolo dopo riuscì a rievocare tale fasto, esaltato dalle
inimitabili ambientazioni nella Roma dei Cesari con cui le gloriose effigi dei
"milordi" dialogavano, quasi come una sfida all'eternità.
Scriveva il poeta Marino "è del poeta il fin la maraviglia" e persino i ritratti degli
artisti sembrano improntati a tale principio nell'epoca dello stupore. Ne è un
esempio all'insegna della spettacolarità il ritratto di Mario de' Fiori eseguito da
Morandi (Ariccia, Palazzo Chigi), ove il pittore si volta stupito interrotto
nell'esecuzione di un vaso di fiori che è lo stesso da lui dipinto nel quadro, in un
gioco di rimandi capziosi, o l'autoritratto di Andrea Pozzo in bilico sul cornicione
di una delle volte che deve dipingere (Firenze, Uffizi e Chiesa del Gesù)".
03
luglio 2008
Ritratto barocco. Ritratti del ‘600 e ‘700 da raccolte private
Dal 03 luglio al 02 novembre 2008
arte antica
Location
VILLA D’ESTE
Tivoli, Piazza Trento, 1, (Roma)
Tivoli, Piazza Trento, 1, (Roma)
Biglietti
Biglietto unico € 9: mostra + ingresso villa. Ridotto € 5,75
Orario di apertura
dal martedì alla domenica, dalle 8,30 alle 18,45. Lunedì chiuso.
tutti i venerdì e sabato dal 4 luglio al 13
settembre dalle 20,30 alle 23,00.
Vernissage
3 Luglio 2008, ore 17.30
Editore
DE LUCA EDITORI D'ARTE
Ufficio stampa
NOVELLA MIRRI
Ufficio stampa
MARIA BONMASSAR
Autore
Curatore