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Luca Ferrari – Against Image Lobotomy (New eyes)
Immagini reali, o particolari estratti da immagini reali, sono alterate nelle proprie caratteristiche di colore e contrasti in modo da estrarre dal livello immediato di osservazione un livello simbolico e spesso psicologico; questo processo aiuta ad evitare un’analisi troppo riduzionistica, in modo che l’analisi venga integrata tra giudizio razionale e istintivo, onirico
Comunicato stampa
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“Against Image Lobotomy_[new eyes]” (“Contro la Lobotomia dell’Immagine_[nuovi occhi]”) è il titolo della mostra di opere fotografiche e grafiche di Luca Ferrari (pseudonimo: dum&drunk labs) esposte dal 1 luglio al 31 luglio 2008 alla Libreria Mondadori all’interno del C.C. Euro Torri di Parma.
Le opere rappresentano una ripresa e sviluppo successivo del più ampio progetto “Against Image Lobotomy” nato nel 2004 ed esposto nel febbraio 2008, come nucleo originario, presso il Laboratorio Artistico e Circolo Culturale MATERIAoff, dell’Associazione di Promozione Sociale “Cultural-mente” di Parma. L’espressione “[new eyes]” si riferisce infatti all’estensione del progetto e alla possibilità parallela di osservare stesse immagini conferendo loro nuovi significati.
Il manifesto del progetto è rappresentato dal capo di un manichino utilizzato nelle simulazioni di incidenti che coinvolgono personale umano all’interno di macchine (“crash tests”).
La possibilità di tali manichini di mostrare gli effetti di incidenti è anche legata alla capacità di registrare un numero elevato di dati relativi alle variabili coinvolte; per questo l’immagine rappresenta sia l’effetto di de-personalizzazione di una comunicazione non elaborata dal proprio “io pensante”, sia la possibilità, tramite le proprie capacità di analisi, di superare una posizione di inferiorità conoscitiva.
In ogni opera del progetto viene considerato il rapporto tra immagine e visione critica dell’immagine, a sostegno di una più profonda ed autonoma interpretazione di ciò che è osservato, in grado di condurre verso qualcosa di diverso, ripudiando l’immagine immediata e l’immediata interpretazione.
“Contro la lobotomia dell’immagine” rimanda quindi al distacco dalla comunicazione di massa, dal seguire in modo univoco uno stesso pensiero ed uno stesso modo di fruirne.
Immagini reali, o particolari estratti da immagini reali, sono alterate nelle proprie caratteristiche di colore e contrasti in modo da estrarre dal livello immediato di osservazione un livello simbolico e spesso psicologico; questo processo aiuta ad evitare un’analisi troppo riduzionistica, in modo che l’analisi venga integrata tra giudizio razionale e istintivo, onirico.
Tale visione può essere interpretata citando le parole del critico e curatore Massimiliano Gioni sul poliedrico artista Matthew Barney “… è un approccio che si ricollega a una forma d’arte che prevede un certo livello di iniziazione, come se lo spettatore fosse invitato a partecipare a un rituale segreto.” Nel caso delle immagini in mostra, il “rituale segreto” inizia dall’osservazione e progredisce nell’elaborazione dell’idea e delle sue diramazioni verso altri pensieri, alla ricerca di nuovi rapporti tra le cose.
Le opere sono stampe fotografiche, alcune delle quali contengono interventi grafici utili a comprendere uno dei possibili significati a cui l’autore si riferisce. Così cellophane rivestono televisori a simboleggiare un possibile filtro tra i messaggi comunicati ed il proprio pensiero individuale, insegne e ambienti dai colori iridescenti sovrapposti l’un l’altro portano in una mente affollata di idee, radio speculari fungono da amplificatori della propria personalità come davanti ad uno specchio e box numerati mostrano il tentativo di porre ordine nella propria mente, dove spesso ordine non si trova.
Le opere rappresentano una ripresa e sviluppo successivo del più ampio progetto “Against Image Lobotomy” nato nel 2004 ed esposto nel febbraio 2008, come nucleo originario, presso il Laboratorio Artistico e Circolo Culturale MATERIAoff, dell’Associazione di Promozione Sociale “Cultural-mente” di Parma. L’espressione “[new eyes]” si riferisce infatti all’estensione del progetto e alla possibilità parallela di osservare stesse immagini conferendo loro nuovi significati.
Il manifesto del progetto è rappresentato dal capo di un manichino utilizzato nelle simulazioni di incidenti che coinvolgono personale umano all’interno di macchine (“crash tests”).
La possibilità di tali manichini di mostrare gli effetti di incidenti è anche legata alla capacità di registrare un numero elevato di dati relativi alle variabili coinvolte; per questo l’immagine rappresenta sia l’effetto di de-personalizzazione di una comunicazione non elaborata dal proprio “io pensante”, sia la possibilità, tramite le proprie capacità di analisi, di superare una posizione di inferiorità conoscitiva.
In ogni opera del progetto viene considerato il rapporto tra immagine e visione critica dell’immagine, a sostegno di una più profonda ed autonoma interpretazione di ciò che è osservato, in grado di condurre verso qualcosa di diverso, ripudiando l’immagine immediata e l’immediata interpretazione.
“Contro la lobotomia dell’immagine” rimanda quindi al distacco dalla comunicazione di massa, dal seguire in modo univoco uno stesso pensiero ed uno stesso modo di fruirne.
Immagini reali, o particolari estratti da immagini reali, sono alterate nelle proprie caratteristiche di colore e contrasti in modo da estrarre dal livello immediato di osservazione un livello simbolico e spesso psicologico; questo processo aiuta ad evitare un’analisi troppo riduzionistica, in modo che l’analisi venga integrata tra giudizio razionale e istintivo, onirico.
Tale visione può essere interpretata citando le parole del critico e curatore Massimiliano Gioni sul poliedrico artista Matthew Barney “… è un approccio che si ricollega a una forma d’arte che prevede un certo livello di iniziazione, come se lo spettatore fosse invitato a partecipare a un rituale segreto.” Nel caso delle immagini in mostra, il “rituale segreto” inizia dall’osservazione e progredisce nell’elaborazione dell’idea e delle sue diramazioni verso altri pensieri, alla ricerca di nuovi rapporti tra le cose.
Le opere sono stampe fotografiche, alcune delle quali contengono interventi grafici utili a comprendere uno dei possibili significati a cui l’autore si riferisce. Così cellophane rivestono televisori a simboleggiare un possibile filtro tra i messaggi comunicati ed il proprio pensiero individuale, insegne e ambienti dai colori iridescenti sovrapposti l’un l’altro portano in una mente affollata di idee, radio speculari fungono da amplificatori della propria personalità come davanti ad uno specchio e box numerati mostrano il tentativo di porre ordine nella propria mente, dove spesso ordine non si trova.
01
luglio 2008
Luca Ferrari – Against Image Lobotomy (New eyes)
Dal primo al 31 luglio 2008
fotografia
arte contemporanea
disegno e grafica
arte contemporanea
disegno e grafica
Location
LIBRERIA MONDADORI
Parma, Piazza Arturo Balestrieri, 2a, (Parma)
Parma, Piazza Arturo Balestrieri, 2a, (Parma)
Autore