26 marzo 2012

fino al 26.IV.2012 Mark Jenkins Roma, Wunderkammern

 
Opere “site specific” pensate durante il soggiorno romano. Visitatori curiosi, divertiti e le cui reazioni, davanti alle opere, sembrano far parte dell’evento stesso -

di

I soggetti di Mark Jenkins (Washington DC, 1970) sono realtà co-protagoniste dell’ambiente umano e cittadino nel senso più stretto. Manichini, uomini forse, svuotati da quel contenuto di carne e sentimenti che dovrebbe caratterizzarli, assorbono sporcizia, si lasciano modellare e de-formare.
Jenkins colpisce al centro dell’umanità di oggi, fa riflettere su ciò che siamo; se veramente siamo.
Bamboline plastificate, modelli automatizzati, che assumono pose e atteggiamenti che sconvolgono i ritmi della città moderna. Paradossale la reazione di ogni passante, perfino il più distratto è catturato dalla scena, dalla stranezza. Un’attenzione che viene colta in modo quanto mai vivo e spontaneo da far ricordare che neanche le disumane scene reali, quelle tristi e sconfortanti della nostra quotidianità, ci coinvolgono a tal punto.
L’attrazione catalizzatrice della spettacolarizzazione è l’arma con la quale Jenkins ci coinvolge, facendoci entrare nel vivo di questa “performance cittadina” che si realizza nel momento in cui la sua opera viene collocata nei luoghi più impensabili e nello stesso tempo più comuni del tessuto urbano.

Jenkins ci mette davanti alle nostre fragilità, anche le più crude. Quei manichini sembrano immaginare vite distanti, altre, trasparenti e lontane dai nostri mondi. Non c’è modo di vedere i loro occhi, di capire verso quale orizzonte si rivolgono. Il loro sguardo sfugge.
Il progetto della mostra Living Layers – coordinato da Cesare Pietroiusti, nel 2010, e oggi curato da Wunderkammern con Mark Jenkins e con la costante partnership scientifica del MACRO –  non a caso si è orientato in questa direzione. L’obiettivo è stato fin da subito quello di captare attraverso l’arte il Living Heritage, il patrimonio di esperienze che viviamo e che comprendono la cultura, la politica, la vita, le abitudini, i saperi e le tradizioni che condizionano involontariamente o meno i comportamenti umani.
Jenkins lavora allora nella città, sulle sue strutture, con le coscienze di chi vi abita, ponendo quegli strani esseri, così simili a noi, ma che vediamo tanto vuoti, a metà con una realtà altra.
Spesso queste forme, trasparenti o vestite, rimangono impigliate con un concetto che all’istante sfugge e che si nutre di sola immaginazione.

claudia fiasca
mostra visitata il 17 marzo 2012

dal 17 marzo al 26 aprile 2012
Mark Jenkins – Living Layers
Wunderkammern  
Via Gabrio Serbelloni 124 (00176) Roma
Orario: da mercoledì a sabato ore 17 -20
Info: +39 0686903806 –
wunderkammern@wunderkammern.net  – www.wunderkammern.net 

 

[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui