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Luca Alinari – La pittura non può sovrastare il disegno. Combattimento fra disegno e pittura
Negli spazi della Basilica di Sant’Alessando venti opere, alcune delle quali risalenti agli anni Settanta, a delineare una fase fondamentale nell’attività produttiva del maestro Alinari.
Comunicato stampa
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Fiesole, 12 giugno 2008 – Si inaugura mercoledì 18 giugno la mostra di Luca Alinari. Combattimento fra disegno e pittura a cura di Giovanni Faccenda. Negli spazi della Basilica di Sant’Alessando venti opere, alcune delle quali risalenti agli anni Settanta, a delineare una fase fondamentale nell’attività produttiva del maestro Alinari.
A sottolineare quello che la mostra propone, opere definite nei loro estremi pittorici affiancate da lavori in cui le figure, le azioni, sono abbandonate a livello di progettazione e dove, a volte, il colore si insinua subdolo in una lotta annunciata sin dal titolo e confermata nel sottotitolo.
Molto di quanto caratterizza l’opera di Luca Alinari, almeno in questa sua intensa stagione creativa, deve essere ricondotto alla predilezione che egli ha sempre avuto per l’arte antica e per i maestri dell’arte senese. La lingua di Duccio di Buoninsegna, Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti riecheggia nella pittura di Alinari.
I volti, soprattutto, intesi nella loro metafisica fisionomia, rivelano nobili analogie con taluni ritratti che impreziosiscono l’Allegoria del Buono e del Cattivo Governo, il grandioso ciclo di affreschi realizzato da Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena: visi scolpiti nella luce con sontuosa eleganza plastica.
Sebbene nel lavoro di Alinari convivano suggestioni che portano lo spettatore a percepire la stessa immagine in modo continuamente diverso, il valore pittorico dell’opera resta inalterato. Figure, paesaggi, ambienti e persino oggetti appartenenti a un altrove trasfigurato non perdono la solennità che le anima.
Alla base di questo singolare processo di metamorfosi le letture che hanno forgiato le cospicue risorse intellettuali dell’artista: filosofi, poeti e scrittori di ogni tempo capaci di rappresentare una realtà «altra», nella quale vedere, o tentare di vedere, l’invisibile. Da Dante a Pirandello, da Omero a Dylan Thomas.
Se l’attuale periodo artistico di Luca Alinari è segnato da un’ispirazione feconda di motivi originali, che idealmente rimandano ad alcune dinamiche precedenti, le basi di una pittura abitata da enigmatiche evidenze è sottolineata da complesse elaborazioni che interessano
anche il versante puramente tecnico.
A conferma di una ricercata struttura iconografica un ponderato modello estetico dettato dall’abilità del gesto pittorico dell’artista.
Ecco dunque ad animare i lavori d’artista personaggi allo stesso tempo avvenenti e indifesi, corpi mossi da un egocentrismo quasi ossessivo, volti muti e enigmatici privi di riferimenti.
A sottolineare quello che la mostra propone, opere definite nei loro estremi pittorici affiancate da lavori in cui le figure, le azioni, sono abbandonate a livello di progettazione e dove, a volte, il colore si insinua subdolo in una lotta annunciata sin dal titolo e confermata nel sottotitolo.
Molto di quanto caratterizza l’opera di Luca Alinari, almeno in questa sua intensa stagione creativa, deve essere ricondotto alla predilezione che egli ha sempre avuto per l’arte antica e per i maestri dell’arte senese. La lingua di Duccio di Buoninsegna, Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti riecheggia nella pittura di Alinari.
I volti, soprattutto, intesi nella loro metafisica fisionomia, rivelano nobili analogie con taluni ritratti che impreziosiscono l’Allegoria del Buono e del Cattivo Governo, il grandioso ciclo di affreschi realizzato da Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena: visi scolpiti nella luce con sontuosa eleganza plastica.
Sebbene nel lavoro di Alinari convivano suggestioni che portano lo spettatore a percepire la stessa immagine in modo continuamente diverso, il valore pittorico dell’opera resta inalterato. Figure, paesaggi, ambienti e persino oggetti appartenenti a un altrove trasfigurato non perdono la solennità che le anima.
Alla base di questo singolare processo di metamorfosi le letture che hanno forgiato le cospicue risorse intellettuali dell’artista: filosofi, poeti e scrittori di ogni tempo capaci di rappresentare una realtà «altra», nella quale vedere, o tentare di vedere, l’invisibile. Da Dante a Pirandello, da Omero a Dylan Thomas.
Se l’attuale periodo artistico di Luca Alinari è segnato da un’ispirazione feconda di motivi originali, che idealmente rimandano ad alcune dinamiche precedenti, le basi di una pittura abitata da enigmatiche evidenze è sottolineata da complesse elaborazioni che interessano
anche il versante puramente tecnico.
A conferma di una ricercata struttura iconografica un ponderato modello estetico dettato dall’abilità del gesto pittorico dell’artista.
Ecco dunque ad animare i lavori d’artista personaggi allo stesso tempo avvenenti e indifesi, corpi mossi da un egocentrismo quasi ossessivo, volti muti e enigmatici privi di riferimenti.
18
giugno 2008
Luca Alinari – La pittura non può sovrastare il disegno. Combattimento fra disegno e pittura
Dal 18 al 29 giugno 2008
arte contemporanea
Location
BASILICA DI SANT’ALESSANDRO
Fiesole, Via San Francesco, (Firenze)
Fiesole, Via San Francesco, (Firenze)
Orario di apertura
dal Giovedì alla Domenica dalle ore 16.00 alle ore 19,00
Vernissage
18 Giugno 2008, ore 18.00
Ufficio stampa
ROSI FONTANA
Autore
Curatore