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Sandro Ciriscioli – La forma del colore
La ricerca di Sandro Ciriscioli si declina precisamente all’interno del corpo della pittura, il colore è utilizzato dall’artista nella più significativa ampiezza che questo possiede
Comunicato stampa
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La forma del colore
di Maurizio Cesarini
La ricerca di Sandro Ciriscioli si declina precisamente all'interno del corpo della pittura, il colore è utilizzato dall'artista nella più significativa ampiezza che questo possiede.
Porsi il problema se la sua pittura si dispieghi su di un versante aniconico o figurativo è senz'altro fuorviante, perché l'artista non suggerisce una questione risolvibile all'interno di una concezione figurale dell'arte, semmai le estensioni modali, tonali e timbriche della pittura, sono le forme con cui egli costruisce le sue immagini, le sue visioni cromatiche.
Sicuramente in nuce c'è un dichiarato assunto paesaggistico, e i titoli lo esplicitano chiaramente, ma bisogna intendersi a quale visione paesistica ci si riferisca, non certo ad una traduzione puramente retinica dello scorcio naturale, bensì ad una visione introiettata che il colore e la sua declinazione,permettono di tradurre sulla tela.
Inoltre l'artista non nomina precisamente aspetti morfologici della tradizione paesista, ma allude poeticamente a stati temporali del trascorrere giornaliero, alludendo principalmente a tramonti e notturni.
Questa scelta non è peregrina poiché comunque l'oggetto della sua ricerca rimane indiscutibilmente la pittura ed i temi a cui allude permettono una perequazione significativa tra gamme cromatiche calde e fredde.
La sua ricerca espressiva assume un senso polifonico della cromia esaltando in alcune opere il rosso vibrante e caldo di un tramonto e la violacea fredda tonalità di un notturno appena di là da venire.
Anche la stessa materia della pittura non indugia in spessori materici, non persegue la retorica della pennellata fluida ed esplicita, anzi il colore si dispiega, quasi si polverizza in campiture appena accennate, dove la forma non è quella del rappresentare, ma è costituita dal colore stesso.
C'è un senso armonico istintuale ed al tempo consapevole che gli permette di giocare su vari registri, il timbro che caratterizza l'intensità del colore usato e il tono che permette la sua variazione all'interno della superficie del quadro.
E' un lavoro sottile quello di Ciriscioli che dimostra una piena consapevolezza della pittura come pensiero espresso attraverso l'atto del dipingere, usa tutte le possibilità che questa permette, per arrivare ad un risultato espressivo che infine gli appartiene totalmente.
il suo lavoro presenta una decisa coerenza; nel corso degli anni ha puntigliosamente definito e ampliato il campo espressivo entro il quale si muove, portando ogni volta al limite le possibilità che la pittura può offrire come linguaggio autonomo ed autoreferenziale, procedendo per spostamenti minimali da un punto di vista iconografico, ma compiendo altresì significativi cambiamenti sia di procedura esecutiva, che di uso del colore.
Penso ad esempio ad un dipinto del 1986 intitolato Notturno, dove la cromia predominante è un viola che si dispiega dalle tonalità più calde, contigue al rosso, sino a quelle più fredde adiacenti al blu.
L'effetto è grandemente suggestivo, una nube notturna pare squarciarsi per mostrare una luce prossima a perdersi, ma ancora fortemente intensa, quasi che un giorno alla fine non voglia cedere il passo ad una notte ormai avvolgente.
Ebbene la grande capacità dell'artista è quella di non descrivere delineando delle forme nella loro accezione morfologica, ma di evocare un accadimento dalla natura puramente luministica attraverso un sapiente utilizzo dei registri cromatici attraverso variazioni timbriche e tonali.
Così in un dipinto del 1996, esattamente dieci anni dopo, intitolato significativamente Tramonto troviamo un ulteriore,significativo passaggio; qui la forma è indubitabilmente quella del colore,ciò che di referenziale, seppure solamente alluso, c'era nel notturno, diviene in questo dipinto pura evocazione cromatica.
Un campo rosso vivido ed esteso occupa quasi tutta la superficie del dipinto, mostrando da un lato una sorta di delimitazione vagamente geometrica, ed estendendosi invece con gli altri lati sino a perdersi in un fondo brunito nel quale sfuma gradualmente.
La massa rossa non è risolta come pure superficie, ma è estremamente vibrante, costituita com'è da varie gradazioni tonali del colore, suggerendo uno spessore ed una tridimensionalità ottenuta attraverso il variare della massa cromatica.
Un aspetto importante dell'opera di Ciriscioli è anche la sua attività incisoria,dove al passaggio tonale dei grigi e dei neri si aggiunge la componente segnica, introducendo un ulteriore elemento espressivo.
Anche in questo caso l'artista utilizza la tecnica con grande attenzione e competenza, piegandola poi ad una personale ed espressiva visione del fare, arrivando a soluzioni in cui l'incisione non si pone più come complementare alla pittura, assumendo quindi un valore autonomo e significativo .
Il nero ed il bianco estremi di una possibilità del vedere, divengono possibilità concrete di esprimere una visione che si materializza attraverso vari passaggi tonali, zone interstiziali mediante le quali l'artista declina le forme della sua visione.
Sandro Ciriscioli
Nasce a San Giorgio di Pesaro (PU) nel 1956.
Pittore e incisore, dopo aver conseguito il Diploma di Pittura all'Accademia di Belle Arti di Urbino, dal 1978 al 1990 viene chiamato a ricoprire il ruolo di Assistente alla cattedra di Pittura nella stessa Accademia. Dal 1990 al 1993 è titolare della cattedra di Anatomia Artistica all'Accademia di Brera a Milano. Attualmente insegna Anatomia Artistica all'Accademia di Belle Arti di Urbino. Vive e lavora a San Giorgio di Pesaro, Orciano di Pesaro e Monteporzio. Hanno scritto di lui: M. Apa, G. Baratta, B. Ceci, G. Cerioni, M. Cesarini, A. De Flora, E. Marchegiani, G. Mosci, G. Ripanti, De Signoribus.
Mostre personali: 1982, Ipotesi di ricerca sull'arte visiva nel pesarese, Palazzo Mazzolari, Mosca (PU); 1996, Sandro Ciriscioli, Galleria Expo-Ex, Senigallia (AN); 2004, Un altro paesaggio, Castello di Frontone (PU); 2006, Sandro Ciriscioli, Saletta Nolfi, Antico Oratorio di San Pietro in Valle, Fano (PU).
Dal 1976 ad oggi è stato protagonista in importanti mostre collettive in Italia e all'estero: Rassegna "G. B. Salvi", Sassoferrato (An); Premio Lubiam, Mantova; Rassegna San Fedele, Milano; Biennale Giovani, Faenza; Premio Marche, Ancona, con presenze presso la Galleria d'Arte Moderna di Bologna, la Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Marsala, l'Università degli Studi, di Ancona, l'Università degli Studi di Padova, presso il Palazzo Ducale di Urbino, il Museo dell'Illustrazione di Ferrara e la Cartiera Pontificia di Ascoli Piceno.
di Maurizio Cesarini
La ricerca di Sandro Ciriscioli si declina precisamente all'interno del corpo della pittura, il colore è utilizzato dall'artista nella più significativa ampiezza che questo possiede.
Porsi il problema se la sua pittura si dispieghi su di un versante aniconico o figurativo è senz'altro fuorviante, perché l'artista non suggerisce una questione risolvibile all'interno di una concezione figurale dell'arte, semmai le estensioni modali, tonali e timbriche della pittura, sono le forme con cui egli costruisce le sue immagini, le sue visioni cromatiche.
Sicuramente in nuce c'è un dichiarato assunto paesaggistico, e i titoli lo esplicitano chiaramente, ma bisogna intendersi a quale visione paesistica ci si riferisca, non certo ad una traduzione puramente retinica dello scorcio naturale, bensì ad una visione introiettata che il colore e la sua declinazione,permettono di tradurre sulla tela.
Inoltre l'artista non nomina precisamente aspetti morfologici della tradizione paesista, ma allude poeticamente a stati temporali del trascorrere giornaliero, alludendo principalmente a tramonti e notturni.
Questa scelta non è peregrina poiché comunque l'oggetto della sua ricerca rimane indiscutibilmente la pittura ed i temi a cui allude permettono una perequazione significativa tra gamme cromatiche calde e fredde.
La sua ricerca espressiva assume un senso polifonico della cromia esaltando in alcune opere il rosso vibrante e caldo di un tramonto e la violacea fredda tonalità di un notturno appena di là da venire.
Anche la stessa materia della pittura non indugia in spessori materici, non persegue la retorica della pennellata fluida ed esplicita, anzi il colore si dispiega, quasi si polverizza in campiture appena accennate, dove la forma non è quella del rappresentare, ma è costituita dal colore stesso.
C'è un senso armonico istintuale ed al tempo consapevole che gli permette di giocare su vari registri, il timbro che caratterizza l'intensità del colore usato e il tono che permette la sua variazione all'interno della superficie del quadro.
E' un lavoro sottile quello di Ciriscioli che dimostra una piena consapevolezza della pittura come pensiero espresso attraverso l'atto del dipingere, usa tutte le possibilità che questa permette, per arrivare ad un risultato espressivo che infine gli appartiene totalmente.
il suo lavoro presenta una decisa coerenza; nel corso degli anni ha puntigliosamente definito e ampliato il campo espressivo entro il quale si muove, portando ogni volta al limite le possibilità che la pittura può offrire come linguaggio autonomo ed autoreferenziale, procedendo per spostamenti minimali da un punto di vista iconografico, ma compiendo altresì significativi cambiamenti sia di procedura esecutiva, che di uso del colore.
Penso ad esempio ad un dipinto del 1986 intitolato Notturno, dove la cromia predominante è un viola che si dispiega dalle tonalità più calde, contigue al rosso, sino a quelle più fredde adiacenti al blu.
L'effetto è grandemente suggestivo, una nube notturna pare squarciarsi per mostrare una luce prossima a perdersi, ma ancora fortemente intensa, quasi che un giorno alla fine non voglia cedere il passo ad una notte ormai avvolgente.
Ebbene la grande capacità dell'artista è quella di non descrivere delineando delle forme nella loro accezione morfologica, ma di evocare un accadimento dalla natura puramente luministica attraverso un sapiente utilizzo dei registri cromatici attraverso variazioni timbriche e tonali.
Così in un dipinto del 1996, esattamente dieci anni dopo, intitolato significativamente Tramonto troviamo un ulteriore,significativo passaggio; qui la forma è indubitabilmente quella del colore,ciò che di referenziale, seppure solamente alluso, c'era nel notturno, diviene in questo dipinto pura evocazione cromatica.
Un campo rosso vivido ed esteso occupa quasi tutta la superficie del dipinto, mostrando da un lato una sorta di delimitazione vagamente geometrica, ed estendendosi invece con gli altri lati sino a perdersi in un fondo brunito nel quale sfuma gradualmente.
La massa rossa non è risolta come pure superficie, ma è estremamente vibrante, costituita com'è da varie gradazioni tonali del colore, suggerendo uno spessore ed una tridimensionalità ottenuta attraverso il variare della massa cromatica.
Un aspetto importante dell'opera di Ciriscioli è anche la sua attività incisoria,dove al passaggio tonale dei grigi e dei neri si aggiunge la componente segnica, introducendo un ulteriore elemento espressivo.
Anche in questo caso l'artista utilizza la tecnica con grande attenzione e competenza, piegandola poi ad una personale ed espressiva visione del fare, arrivando a soluzioni in cui l'incisione non si pone più come complementare alla pittura, assumendo quindi un valore autonomo e significativo .
Il nero ed il bianco estremi di una possibilità del vedere, divengono possibilità concrete di esprimere una visione che si materializza attraverso vari passaggi tonali, zone interstiziali mediante le quali l'artista declina le forme della sua visione.
Sandro Ciriscioli
Nasce a San Giorgio di Pesaro (PU) nel 1956.
Pittore e incisore, dopo aver conseguito il Diploma di Pittura all'Accademia di Belle Arti di Urbino, dal 1978 al 1990 viene chiamato a ricoprire il ruolo di Assistente alla cattedra di Pittura nella stessa Accademia. Dal 1990 al 1993 è titolare della cattedra di Anatomia Artistica all'Accademia di Brera a Milano. Attualmente insegna Anatomia Artistica all'Accademia di Belle Arti di Urbino. Vive e lavora a San Giorgio di Pesaro, Orciano di Pesaro e Monteporzio. Hanno scritto di lui: M. Apa, G. Baratta, B. Ceci, G. Cerioni, M. Cesarini, A. De Flora, E. Marchegiani, G. Mosci, G. Ripanti, De Signoribus.
Mostre personali: 1982, Ipotesi di ricerca sull'arte visiva nel pesarese, Palazzo Mazzolari, Mosca (PU); 1996, Sandro Ciriscioli, Galleria Expo-Ex, Senigallia (AN); 2004, Un altro paesaggio, Castello di Frontone (PU); 2006, Sandro Ciriscioli, Saletta Nolfi, Antico Oratorio di San Pietro in Valle, Fano (PU).
Dal 1976 ad oggi è stato protagonista in importanti mostre collettive in Italia e all'estero: Rassegna "G. B. Salvi", Sassoferrato (An); Premio Lubiam, Mantova; Rassegna San Fedele, Milano; Biennale Giovani, Faenza; Premio Marche, Ancona, con presenze presso la Galleria d'Arte Moderna di Bologna, la Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Marsala, l'Università degli Studi, di Ancona, l'Università degli Studi di Padova, presso il Palazzo Ducale di Urbino, il Museo dell'Illustrazione di Ferrara e la Cartiera Pontificia di Ascoli Piceno.
15
giugno 2008
Sandro Ciriscioli – La forma del colore
Dal 15 giugno al 06 luglio 2008
Location
GALLERIA ARTEMISIA
Falconara Marittima, Via Nino Bixio, 39, (Ancona)
Falconara Marittima, Via Nino Bixio, 39, (Ancona)
Orario di apertura
tutti i giorni 10.30 – 12.30 e 17.30 – 19.30
Vernissage
15 Giugno 2008, ore 17.30
Autore
Curatore