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Kerstin B. Bude – Media vita in morte sumus
L’artista affronta il tema della morte non come lutto, ma come parte integrante della vita. La morte è inscritta nella fotografia. Sta nell’attraversamento ludico, la rapida sensazione di quell’aldilà, che l’intera umanità sperimenta con la morte.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Lo spazio espositivo della Casa Internazionale delle Donne, La Magnolia, presenta una nuova esposizione di una giovane donna, l’artista tedesca Kerstin B. Bude.
La realizzazione della serie fotografica in bianco e nero coincide con la morte della madre di Kerstin B. Bude. La Casa Internazionale delle Donne presenta l’occasione di affrontare il tema della morte non come lutto, ma come parte integrante della vita – Media vita in morte sumus. La forma integra dell’istallazione fotografica prevede una proiezione filmica e 46 rose bianche che pendono dal soffitto.
La morte è iscritta nella fotografia. Sta nell’attraversamento ludico, la rapida sensazione di quell’aldilà, l’esperienza anticipata a partire dalla nascita dell’immagine scattata, che l’intera umanità sperimenta con la morte. L’immediata separazione del soggetto annuncia un passato che non ritornerà più, un reale fisicamente irraggiungibile che continua ad essere osservato. Lontano da ricordo e immaginazione, non si tratta del reale allo stato del passato, le vie spazio-temporali di passato e reale sono destinate ad incrociarsi nel tentativo di risvegliare la verità. La ricerca fotografica di Kerstin B. Bude non si limita a riprodurre illusioni perfette, piuttosto offre l’abitabilità di luce e ombra all’interno dello scenario giocoso. Il regno dell’eterno gioco, inteso come alternanza di vita e morte diventerà il punto focale nel percorso del suo lavoro. Luogo sacro, dove tempo e spazio si sottraggono e risorgono come entità materiale. L’accettazione del gioco significa essere capaci di svincolarsi dalla pesantezza della vita reale, il giocatore raggiunge l’assoluta liberà di creazione. La tensione tragica del gioco creativo-distruttivo equivale come giustificazione estetica del divenire. La voluttà della contemplazione è percepita come concezione tragica dell’eterno divenire, - sublime gioco antagonistico che propone una “cosmodicea” estetica, - apportato dalla volubilità e la permanente caducità del reale. La realtà giocata si ritira da qualunque giudizio, basta che ci sia la piacevole conquista del gioco dionisiaco.
La realizzazione della serie fotografica in bianco e nero coincide con la morte della madre di Kerstin B. Bude. La Casa Internazionale delle Donne presenta l’occasione di affrontare il tema della morte non come lutto, ma come parte integrante della vita – Media vita in morte sumus. La forma integra dell’istallazione fotografica prevede una proiezione filmica e 46 rose bianche che pendono dal soffitto.
La morte è iscritta nella fotografia. Sta nell’attraversamento ludico, la rapida sensazione di quell’aldilà, l’esperienza anticipata a partire dalla nascita dell’immagine scattata, che l’intera umanità sperimenta con la morte. L’immediata separazione del soggetto annuncia un passato che non ritornerà più, un reale fisicamente irraggiungibile che continua ad essere osservato. Lontano da ricordo e immaginazione, non si tratta del reale allo stato del passato, le vie spazio-temporali di passato e reale sono destinate ad incrociarsi nel tentativo di risvegliare la verità. La ricerca fotografica di Kerstin B. Bude non si limita a riprodurre illusioni perfette, piuttosto offre l’abitabilità di luce e ombra all’interno dello scenario giocoso. Il regno dell’eterno gioco, inteso come alternanza di vita e morte diventerà il punto focale nel percorso del suo lavoro. Luogo sacro, dove tempo e spazio si sottraggono e risorgono come entità materiale. L’accettazione del gioco significa essere capaci di svincolarsi dalla pesantezza della vita reale, il giocatore raggiunge l’assoluta liberà di creazione. La tensione tragica del gioco creativo-distruttivo equivale come giustificazione estetica del divenire. La voluttà della contemplazione è percepita come concezione tragica dell’eterno divenire, - sublime gioco antagonistico che propone una “cosmodicea” estetica, - apportato dalla volubilità e la permanente caducità del reale. La realtà giocata si ritira da qualunque giudizio, basta che ci sia la piacevole conquista del gioco dionisiaco.
19
giugno 2008
Kerstin B. Bude – Media vita in morte sumus
Dal 19 giugno al 17 luglio 2008
fotografia
Location
CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE
Roma, Via Della Lungara, 19, (Roma)
Roma, Via Della Lungara, 19, (Roma)
Orario di apertura
da martedi a giovedi ore 11-18, o su appuntamento
Vernissage
19 Giugno 2008, ore 19
Autore
Curatore